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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi del 08/10/2020
A seguire il racconto sull'anoressia che ho pubblicato su www.quicampiflegrei.it I fatti che sto per narrare riguardano il dramma dell'anoressia che ha colpito la figlia di una coppia di amici. Prima di riferirli, ho chiesto la loro autorizzazione: lei disse subito di sì; con lui ci sentimmo in seguito: <<Vincenzo, non c'è bisogno che mi chieda il permesso, sta storia devi raccontarla! Spero che possa servire affinché la gente capisca che in queste cose porre la massima attenzione non è mai abbastanza. Basta un attimo di rilassamento e rischi di piombare in un baratro da cui non ne esci più!>>. Per rispetto della privacy ometterò nomi e luogo dove il dramma si è consumato, limitandomi alle iniziali dei protagonisti e della città. Fortunatamente la vicenda volge verso il lieto fine, seppure ce ne vorrà del tempo perché le cose si normalizzino. Ringrazio M. e S. per avermi concesso la loro fiducia, che la Vita li aiuti. L'adolescenza è un'età critica, basta un niente perché nella testa dei ragazzi scatti la molla che li induca a commettere una follia, un gesto sconsiderato. Per quanto i genitori possano seguirli con attenzione, cercando di cogliere il minimo segnale che tradisca uno squilibrio mentale o una condizione di disagio, intervenendo prontamente per evitare il peggio, gli adolescenti sanno mistificare così bene i propri stati d'animo tanto da rendere impossibile intuire il sopraggiungere dell'incombente tragedia, munendosi degli strumenti per fronteggiarla. Questo vale per qualsiasi adolescente, figurarsi per una ragazza di vent'anni che non accetta di crescere, pretendendo d'essere trattata come una bambina. M. e S. dal momento in cui compresero che M. aveva un problema, adottarono tutte le soluzioni: la portarono dai migliori specialisti, nella speranza riuscissero a farle accettare la crescita e i cambiamenti fisici che ne derivavano; la iscrissero a svariate attività artistiche e intellettuali, affinché attraverso l'impegno e il confronto con gli altri, trovasse se stessa. Malgrado le problematiche che l'affliggevano, M. si diplomò e si iscrisse a un corso di fotografia, arte verso cui mostrava particolari capacità. Alcuni anni fa tutti e tre furono nostri ospiti per qualche giorno a Raggiolo: all'epoca M. aveva poco più di dodici anni e non si staccava un attimo dalla madre. Osservando con quanta pazienza lei le prestava attenzione supportata dal marito, mia moglie e io non potemmo fare a meno di provare profonda stima, comprensione e rispetto per quella coppia di genitori, immaginando la sofferenza che albergava nei loro cuori. Un pomeriggio che eravamo sdraiati in giardino a goderci il fresco della sera, lui mi fece una confessione: <<Vincé, spero di vivere il più a lungo possibile per potermi occupare di M.: l'hai vista, seppure ha quasi tredici anni, è una bambina. Il mio cruccio più grande è che un giorno qualche disgraziato possa avvicinarla e approfittare della sua innocenza!>>. Ascoltandolo, capì a cosa si riferisse. Come se mi avesse letto nel pensiero, aggiunse: <<Fisicamente sta già assumendo i tratti della donna: che ne so se un giorno qualche farabutto non decida di...>>. Da allora non ci siamo più rivisti fino a giugno di quest'anno, subito dopo la fine del lockdown, quando scesero per venire a trovare i rispettivi genitori. Ci incontrammo a un bar del Vomero. Quando vidi la ragazza, rimasi sconvolto: era praticamente poco meno di uno scheletro! Mentre passeggiavamo per via Luca Giordano, parlando con S., le chiesi: <<M. come sta?>>. <<Vincenzo, come vuoi che stia, non vedi com'è dimagrata?>>. <<Certo che lo vedo, per questo mi sono permesso di chiedertelo...>> <<Mangia appena un pugno di riso: lo fa per non ingrassare perché non vuole che le crescano i seni!>>. <<Che tragedia>> mormorai. <<Hai detto bene, è una tragedia! La sto portando da uno specialista nella speranza la convinca a nutrirsi come si deve, ormai è a un passo dall'anoressia!>>. Quell'ultima parola mi mise i brividi! <<S., stalle vicino!>>. <<Ovvio che le sto vicino, ma non credere sia facile: M. è capricciosa e stizzosa. Non è semplice gestirla!>>. [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL RACCONTO CLICCARE SU www.vincenzogiarritiello.it |
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