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L'amore ha il potere di fissare il passato in eterno presente.... Questa frase, annotata su un quaderno all'inizio del romanzo, è il tema conduttore della storia d'amore tra il giovane Kayfa e Miryam, donna matura e d'esperienza, che lo inizierà alle gioie e alle sofferenze dell'amore. Immersi in uno scenario da favola, facendosi scudo di una barriera di bugie e verità che metterà a rischio i loro affetti più cari, i protagonisti vivranno la loro passione senza freni con la complicità del mare e dell'intimità della casa di lei. Fondamentale la figura di Omar, pescatore egiziano con un intenso vissuto alle spalle, che attraverso la propria esperienza aiuterà Kayfa a districarsi nei meandri della mente e del cuore per avviarsi sul proprio cammino esistenziale.
Messaggi di Aprile 2020
Per rendere meno monotona questa quarantena imposta dalla pandemia, un amico mi ha invitato a partecipare a una delle tante iniziative che si organizzano in rete al fine di rendere meno noiose le giornate. Lo scopo era raccontare come nasce la mia passione per la scrittura, dove mi ha finora portato e se posso reputarmi soddisfatto. Inizialmente ero restio in quanto non mi ritengo uno scrittore bensì un appassionato della scrittura - considero scrittore chi vive della propria scrittura. Ma poi riannodare con la mente i fili del passato è stato piacevole, seppure in alcuni casi doloroso. In oltre trent'anni di attività la scrittura mi ha regalato tanti bei momenti e diverse soddisfazioni. Tuttavia alcune delle persone con cui li condivisi, ad esempio i miei genitori, il professore Aniello Montano e don Angelo D'Ambrosio che mi onorano di averli come relatori alle presentazioni dei miei libri, o il professor Roberto Fazio che ho sempre considerato molto più di un amico, non ci sono più. Mentre con tante altre le strade si sono separate, dopo aver condiviso esperienze anche esaltanti tipo quella di MEMO o la fondazione del giornalino per ragazzi La Ragapubblica. Ma questa è la vita e va accettata, seppure ce ne dispiace. Ciò che importa, almeno per me, è che al ricordo si accompagnino sempre la nostalgia e la malinconia perché significa che, tutto sommato, abbiamo vissuto una vita non disprezzabile, realizzando, se non tutti, almeno una parte dei nostri sogni, e abbiamo avuto la fortuna di condividere una scampolo della nostra esistenza con persone "belle" e interessanti che ci hanno aiutato a crescere così come presumibilmente è valso per loro conoscerci. Cosa che di cui, con estremo piacere, mi sono reso conto mentre scrivevo quanto segue. Salve sono Vincenzo Giarritiello, il mio rapporto con la scrittura nasce da ragazzino per dare spazio all'irrefrenabile bisogno che avevo di viaggiare con la fantasia. Quell'intimo rapporto subordinato a una necessità interiore si è consolidato nel tempo, maturando frutti che mi hanno dato e continuano a darmi belle soddisfazioni. La prima arrivò a fine settembre 1987: una sera, rientrando da lavoro, trovai nella posta una copia dell'Espresso con una lettera allegata dell'allora direttore Giovanni Valentini in cui mi si comunicava che il racconto che avevo inviato al concorso letterario bandito dal settimanale, pur non risultando tra i vincitori, era stato segnalato dalla giuria presieduta da Alberto Moravia e mi si faceva omaggio dell'abbonamento annuale alla rivista. [...] PER LEGGERE L'INTERO POST CLICCARE QUI
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Di seguito la lettera che ho inviato al Mattino di Napoli in cui esprimo alcune considerazioni prendendo spunto dalle affermazioni del giornalista Beppe Severgnini durante la puntata di Otto e Mezzo di mercoledì 15 aprile. Nell'attesa di scoprire se verrà pubblicata, ho deciso di pubblicarla su questo mio spazio virtuale. Egregio Direttore, nella puntata di Otto e Mezzo del 15 aprile u.s. Beppe Severgnini esprimeva la propria indignazione contro quanti starebbero dimostrando compiacimento per il disastro sanitario scoppiato in Lombardia, e poi diffusosi in tutto il paese, dimostrando in questo modo mancanza di rispetto verso le migliaia di morti e i loro famigliari. [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DELLA LETTERA CLICCARE QUI |
Uno dei vantaggi dell'essere obbligati a restare chiusi in casa è quello di avere la possibilità di immergersi nella lettura di un testo a cui da tempo ci si voleva dedicare, scoprendo che si tratta di una storia narrata con garbo e delicatezza, senza mai cedere nella retorica malgrado affronti un tema difficile e attuale qual è il bullismo. Sto parlando di LA RAGAZZA CHE RIPRESE A VOLARE di Annunziata Zinardi, edito da YOUCANPRINT. Pur partendo in sordina, man mano che si avanti nella lettura, la storia si districa in un crescendo narrativo, coinvolgendo il lettore in una ridda di emozioni riguardanti le vicende delle protagoniste, Tamara e Marica, due adolescenti molto diverse tra di loro: la prima conduce la vita standardizzata di molti suoi coetanei, ponendosi in conflitto con la società e il proprio mondo, dando vita a perenni scontri con i genitori pur di sentirsi accettata dal branco; la seconda, benché dalla nascita sia costretta a vivere su una sedia a rotelle, attraverso la poesia riesce a dare un senso alla propria esistenza, accettando serenamente quello che agli occhi degli altri, innanzitutto di sua madre, appare come un destino crudele. [...] PER LA VERSIONE INTEGRALE DELLA RECENSIONE CLICCARE QUI |
Nell'attesa che l'emergenza sanitaria passi e potremo finalmente tornare - si spera - alla vita di sempre, con un gruppo di amici abbiamo creato una chat di gruppo dove ci ritroviamo due volte a settimana per discutere sugli argomenti più svariati: oggi la discussione verteva sulla pazienza. Di seguito le mie considerazioni sul tema. Tra le migliaia di vocaboli della lingua italiana, ritengo che pochi come pazienza contemplino un forte significato terapeutico e fideistico. Del resto, non a caso l'ammalato che si sottopone alle cure mediche è detto paziente: egli deve affidarsi senza remore ai medici, seguendone alla lettera le prescrizioni perché diversamente non avrebbe alternative di guarigione. Da qui si desume che la pazienza sottintende da parte dell'individuo un atteggiamento di fiducia nella vita a prescindere, al punto che finanche le più tristi disgrazie gli appaiano come necessarie per il proprio bene, e dunque d'accettare con serenità, cosa non facile, in quanto frutto di una volontà superiore che se ne serve per pesare fino a che punto gli uomini sono capaci di sopportare stoicamente le avversità della vita, com'è il caso di Giobbe nella Bibbia. [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE QUI |
Cancellare gli anni orribili, quegli anni che hanno segnato in negativo l'esistenza di ognuno di noi, è il sogno di tutti. Sarebbe bello se potessimo munirci di un cancellino per cassare i momenti bui della vita, facendo finta che non fossero mai esistiti. Lasciando il ricordo solo di quelli belli che ci hanno regalato piacevoli emozioni. Così come un'adeguata dose di veleno è necessaria per curare determinate malattie altrettanto necessari, seppure non piaccia, sono i momenti negativi per la crescita dell'uomo. Secondo alcuni addirittura questi ultimi sarebbero più utili in quanto, lacerando l'animo con la sofferenza, avrebbero la funzione di indurlo a riflettere sul proprio operato e a cercare di ravvedersi e migliorarsi. Tutto ciò va bene fino a quando i momenti negativi sono conseguenza di un agire errato del singolo individuo rispetto alla società e alle persone che frequenta. Per quanto invece riguarda la pandemia in corso che sta costringendo gli abitanti dell'intero pianeta a barricarsi in casa per contenere il contagio, leggendo e ascoltando le tante dichiarazioni di illustri esperti, nessuno si sbilancia su quale possa esserne la causa scatenante. Si opta dalla probabile manipolazione in laboratorio di un virus appartenete alla famiglia covid reso più aggressivo e resistente di quanto originariamente non fosse iniettandolo in un pipistrello, a quella che si tratti di un virus sconosciuto di origine naturale che possa essersi alimentato attraverso lo smog. [...] PER LEGGERE LA VERSIONE INTEGRALE DEL POST CLICCARE QUI |
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