Cinque colpi di pistola …
”Franco era un uomo trasparente e pulito, un bravo medico e un politico impegnato a spendere il tempo a favore della comunità.
E proprio alla Regione Calabria ha sempre cercato di svolgere un ruolo proficuo e costruttivo, avendo sempre a cuore i problemi sentiti dalla gente. Era contrario a qualsiasi tipo di personalismo e la sua attenzione e cura era esclusivamente l’utilità collettiva.”
Con queste parole Maria Grazia Laganà ha ricordato la figura di suo marito, Francesco Fortugno, Vicepresidente del Consiglio della Regione Calabria, assassinato a Locri dalla ‘ndrangheta il 16 ottobre del 2005 mentre si recava a votare per le primarie dell’Unione.
Cinque colpi di pistola …
Cinque colpi di pistola che hanno colpito al cuore le istituzioni: un delitto eccellente …
Cinque colpi di pistola … cinque proiettili che non hanno trafitto solo Fortugno ma che hanno ferito e scosso la coscienza di moltissimi giovani. Ed era un silenzio che parlava di immenso dolore e di rifiuto della mafia quello che si sentiva il giorno dopo davanti al Tribunale di Locri dove campeggiava il famoso striscione bianco dei ragazzi del liceo, seguito, subito dopo, dall’altrettanto famoso striscione “E adesso ammazzateci tutti”.
Un eclatante ed inaspettato atto di ribellione alla mafia, un atto di strabiliante coraggio che ha oltrepassato velocemente i confini di Locri, della Calabria, dell’Italia … un atto che ha trascinato migliaia di persone, giovani e meno giovani, in piazza a gridare il loro no alla mafia, un atto che ha fatto rifiorire un’ondata di manifestazioni pubbliche per la legalità, un atto che ha riunito l’Italia intera contro la mafia … un atto che ha fatto discutere ovunque, da nord a sud, della mafia.
È stata, quella, una scintilla che ha fatto sorgere una nuova stagione della lotta contro la mafia in Calabria … una stagione che continua ad essere viva, come hanno dimostrato le ultime vicende sul caso De Magistris.
“Un omicidio strategico, un messaggio di avvertimento perché tutto resti come prima e nulla cambi” lo ha definito Pietro Grasso nell’ultima relazione annuale della Procura nazionale “È stata la 'ndrangheta che vuole imporsi come soggetto politico a uccidere Fortugno, uno di quegli amministratori nel Sud alla ricerca di una via nuova e diversa di governare".
”È stato un delitto politico-mafioso, un delitto contro la democrazia” ha affermato Maria Grazia Laganà che in questo periodo è stata oggetto di numerosi atti intimidatori e di minacce di morte “E quando ripeto che voglio verità e giustizia fino in fondo, voglio dire che si deve arrivare a scoprire la zona grigia che potrebbe stare dietro ai presunti mandanti, esecutori e fiancheggiatori, finora sul banco degli imputati nel processo che in corso davanti alla Corte d’assise di Locri”.
Oggi, durante la commemorazione del secondo anniversario dell’assassinio, accanto alla stele che ricorda Francesco Fortugno, è stato piantato “l’ulivo della legalità” come simbolo dell’impegno di tutti contro tutte le criminalità. Un corteo ha, poi, raggiunto l’Istituto magistrale di Locri dove si è tenuta una tavola rotonda durante la quale è stato presentato il libro “Ammazzati l’onorevole” di Enrico Fierro.
Ma oggi si è avuta anche una notizia sconcertante.
Bruno Piccolo, il primo pentito nell’inchiesta per il delitto Fortugno, è stato trovato morto: si parla di “suicidio”.
“Questo suicidio” ha detto Francesco Forgione, Presidente della commissione parlamentare antimafia “rafforza il bisogno di avere una verità piena sul delitto di Francesco Fortugno, il che vuol dire ragionare sul contesto politico-mafioso in cui quel delitto è maturato.” Ed ha aggiunto “Piccolo è un'altra vittima della 'ndrangheta”.
“Non si vuole la verità. Si vuole impedire in tutti i modi che il processo vada avanti” ha dichiarato Giuseppe Lumia, vicepresidente della commissione parlamentare antimafia “si vuole impedire che si possa risalire alle responsabilità politico-istituzionali dell'omicidio Fortugno. Ci troviamo davanti ad una svolta: o prevale la 'ndrangheta e il sistema delle collusioni con la politica, o prevale la democrazia italiana e la Calabria libera. Quello di Fortugno è un omicidio politico-mafioso. Ecco perchè dobbiamo partire dai Cordì e dai Cataldo, dalla 'ndrangheta reggina e colpirli uno per uno nei loro interessi nella sanità, nel sistema degli appalti, nella loro presenza dentro le istituzioni a partire dalle istituzioni deviate e da lì risalire al comitato politico-mafioso che ha portato alla decisione di colpire Fortugno''
Ed i misteri sul delitto Fortugno si infittiscono … e, come ha sottolineato Forgione, si rafforza il bisogno di avere verità, piena verità …
Tutta la mia solidarietà alla famiglia Fortugno così duramente colpita dalla ‘ndrangheta.
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Ciao, serena notte :-)
Serena notte anche a te :-)
La memoria è un debito che abbiamo con chi ha pagato con la vita il desiderio di poter contribuire a costruire un mondo migliore.
Felice giornata anche a te :-)
Passerò quanto prima a leggere il blog di tua figlia :-)
In quanto alle segnalazioni di Libero, non le prendo mai sul serio: nella maggior parte dei casi sono segnalazioni che ritengo alquanto discutibili … perciò le guardo raramente.
Ciao, buona giornata anche a te :-)
Mi viene in mente la vicenda di Pinelli. Anche allora i giornali parlavano di suicidio mentre la gente diceva “è stato suicidato” … e ricordo lo spettacolo di Dario Fo, il cui titolo è tutto un programma: “Morte accidentale di un anarchico”.
Chissà … forse anche Piccolo è stato suicidato … non dimentichiamoci della lettera scritta tempo fa da Vincenzo Cordì a Piccolo in cui lo invitava a non parlare …
Insomma, è una morte “inquietante” come è inquietante il fatto che, a due anni di distanza, gli inquirenti non hanno ancora fatto luce sul mandante politico dell’assassinio di Fortugno.
Penso sia legittimo, a questo punto, porsi l’interrogativo: “e adesso cosa farà Domenico Novella?”
Il 4 novembre inaugurano il Centro "don Puglisi" a Bovalino. Ho qui davanti l'invito. Mi ha molto commosso questa cosa. Hanno inserito il cc/p per eventuali contributi. I dati (numero di conto, indirizzo) sono stati scritti a mano. Mentre da un lato c'è la "mafia" moderna e tecnologica che "suicida" i suoi traditori dall'altro c'è chi ancora spende le sue serate a compilare a mano bollettini perché si attui - trascrivo - "un cambiamento socio-culturale attraverso i giovani del luogo, stimolandoli ad esprimere le loro risorse e a sentirsi 'persone'". Ciao
Puoi togliermi una curiosità? Io sapevo che a Bovalino (o meglio, a Bosco S. Ippolito, frazione di Bovalino) c’era già un “Centro don Puglisi”, diretto da suor Carolina Iavazzo che, a suo tempo, ha lavorato insieme a don Pugliesi. Adesso si apre un secondo Centro?
Hanno, però, fatto male i conti. Sono certa che De Magistris non si farà intimidire e noi non lo lasceremo mai solo. Proprio in questi ultimi giorni, don Luigi Ciotti, Alex Zanotelli, Ferdinando Imposimato, Emilio Lupo, Renato Monaco e Marco Rossi Doria hanno scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica in cui hanno sottolineato l’urgenza di ”offrire tutela, dignità, apprezzamento a tutti i soggetti che nelle regioni del mezzogiorno d’Italia combattono – con grande sacrificio e gravi rischi personali – l’illegalità diffusa, la criminalità organizzata, la corruzione” ed esprimono piena solidarietà a De Magistris. Inoltre 160 magistrati (ai quali si sono aggiunti, in seguito, un altro centinaio di magistrati) hanno inviato un documento all'Associazione nazionale magistrati in cui, tra l’altro, hanno affermato: "Il reale pericolo insito in questa iniziativa pressoché inedita, di inusitata durezza e oggettivamente idonea ad interferire su indagini in corso, è quello di ingenerare la convinzione che dopo la riforma dell'ordinamento giudiziario diventi ancor più difficile indagare su fatti che coinvolgono interessi particolarmente rilevanti senza subire forti condizionamenti politici. È il segnale forte e chiaro che una magistratura attenta al principio di uguaglianza e ugualmente impegnata nell'affermare la legalità anche nei confronti dei potenti sarà destinataria di un'attenzione particolare"
Ma non è finita qui. Un'altra busta, contenente un proiettile calibro 38, bucato e disattivato e una lettera in cui c’è anche la frase "la prossima sarà reale" è arrivata anche al gip di Milano Clementina Forleo che, come è noto, ha difeso pubblicamente De Magistris.
la tua è una sintesi perfetta.
A quei ragazzi che sono scesi in piazza nell’ottobre del 2005, sfidando a viso aperto la ‘ndrangheta, noi dobbiamo molto: dobbiamo il risveglio delle nostre coscienze sopite. Il loro grido “non lasciateci soli” è entrato nelle nostre case e nei nostri animi e ci ha scosso quasi con prepotenza, trasformandosi in un “non lasciamoci soli” …
Innanzitutto oggi ci sono stati i funerali in chiesa, celebrati da mons. Bregantini e tutti sappiamo che per coloro che si tolgono la vita è inibito il funerale cattolico (la vicenda di Piergiorgio Welby docet … in quel caso a nulla valsero le pressioni di invito alla “pietas” manifestate da più parti). È vero che il Vescovo Bregantini è persona illuminata ma chissà … forse anche lui avrà pensato che probabilmente è stato “suicidato”.
Continuano le perplessità di Giuseppe Lumia che parla di “ombre sul gesto di Piccolo” ed afferma che gli “riesce difficile credere alla tesi del suicidio per ragioni sentimentali” e che “non può essere un caso se il pentito, minacciato da tempo, sia stato trovato morto proprio nell'anniversario del delitto Fortugno”
Anche Franco Corbelli (Movimento Diritti civili) non è convinto del suicidio passionale: ” Come si fa a credere che si sia suicidato per una relazione amorosa con una cittadina straniera appena conosciuta?” Ed aggiunge: ” Chiediamo di sapere: Piccolo e' morto suicida o e' stato suicidato? Il pentito non era affatto isolato dalla famiglia, come si e' detto. Era assistito dai suoi familiari. Non aveva alcuna responsabilità nell'omicidio Fortugno. All'improvviso decide di suicidarsi per una delusione amorosa con una rumena. Questa motivazione e' assolutamente inverosimile. Semmai resta da chiarire cosa abbia detto Bruno Piccolo dieci giorni fa ai magistrati che lo hanno interrogato a Roma negli uffici della Procura Nazionale Antimafia. Ha fatto nuove rivelazioni clamorose e scottanti sul delitto Fortugno o ha manifestato, perchè minacciato, l'intenzione di ritrattare le accuse nei confronti delle persone che ha fatto arrestare?”
Inoltre Maria Giuseppina Cordopatri, testimone di giustizia in molti processi di 'ndrangheta (sottoposta a programma di protezione) ha fatto notare che "ad accorrere sul luogo del delitto invece dei magistrati di Chieti competenti per territorio, sono stati il direttore del servizio centrale protezione gen. Sessa che avrebbe dovuto proteggerlo e il magistrato Cisterna componente della commissione centrale del Viminale i cui compiti sono squisitamente amministrativi" Ed ha aggiunto: "Forse siamo di fronte ad un nuovo suicidio di Stato che ricorda l'impiccagione di Roberto Calvi a Londra ed altri morti eccellenti"
E' vero, molti suicidi sono stati pilotati.
Io non penso, però, che Stato e mafia siano la stessa cosa. Penso che ci siano uomini che occupano cariche istituzionali importanti e che sono conniventi con la mafia. Sono uomini che devono essere smascherati e buttati fuori dalle istituzioni.
Ciao, ricambio l’abbraccio :-)
Buona serata a te :-)
Un forte abbraccio
Cris
Ciao, ricambio l’abbraccio :-)
Ciao, buon pomeriggio :-)
La mafia ed i cosiddetti “poteri forti” hanno vinto ancora una volta, come hanno vinto con De Magistris: è, infatti, di poco fa la notizia che la Procura generale di Catanzaro ha avocato l'inchiesta "Why Not", motivando tale decisione con una presunta incompatibilità di De Magistris legata alla richiesta di trasferimento cautelare d'ufficio che è stata avanzata dal ministro Mastella. … trovo alquanto inquietante che questa decisione sia stata presa il giorno dopo che si è appreso che anche Mastella è stato iscritto nel registro degli indagati in relazione all’inchiesta “Why Not” …
Si sta cercando di imbavagliare De Magistris in tutti i modi … e senza alcun pudore … non ci può essere giustizia se si vuole un potere giudiziario assoggettato alla politica …