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Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 02 Maggio 2007 da marea14
 

Addio Pizzo: la Sicilia quella vera siamo noi …
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Sabato 5 maggio e domenica 6 maggio si terrà a Palermo la seconda festa “pizzo-free”, organizzata da Addio Pizzo
.
immagine Addio Pizzo, un’associazione che combatte il racket mafioso delle estorsioni, è nata 
su iniziativa di un gruppo di ragazzi che la notte tra il 28 ed il 29 giugno del 2004 ha tappezzato il centro di Palermo con centinaia di piccoli adesivi, listati a lutto, su cui era scritto:
Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità
La cosa suscitò così tanto clamore che il giorno dopo se ne occuparono la stampa, i telegiornali e persino la Procura e la Prefettura. Da quel momento l’attività di Addio Pizzo è stata molto intensa per realizzare il proprio sogno … quello, cioè, di creare un “consumo critico anti-pizzo”: da una parte commercianti che si impegnano pubblicamente a rifiutare di pagare il pizzo e che denunciano le richieste estortive; dall’altra cittadini che si impegnano ad acquistare soltanto presso gli esercizi commerciali che non pagano il pizzo.
Un’azione di riscatto della propria dignità in cui si evita non solo che il costo del pizzo venga scaricato sui prezzi dei prodotti, ma anche che i commercianti subiscano ulteriori forme di pressione come, ad esempio, l’obbligo di assumere determinate persone (che a volte si identificano con gli esattori) protette dalla mafia. Un’iniziativa che non fa sentire soli chi si ribella al racket.

 “Siamo sognatori … Siamo mossi da idealità, entusiasmo, rabbia e amor proprio” affermano i ragazzi di Addio Pizzo “Il nostro obiettivo è erodere il consenso di cui gode la mafia nell’estesa “zona grigia” della nostra società. Le nostre azioni vogliono porre un argine al silenzio, sono atti di ribellione alla sottocultura e una forma di dissociazione attiva dall’indegno quietismo che si è consolidato soprattutto attorno al problema delle estorsioni mafiose
La loro attività è, in un certo senso, anche un omaggio a Libero Grassi, l’imprenditore che, per essersi ribellato pubblicamente al racket, è stato ucciso dalla mafia il 29 agosto 1991.
L’esempio di Addio Pizzo è stato seguito, nel 2005, dai ragazzi di Contracamorra 
di Napoli.
Nel 2006 un nuovo gruppo di Addio Pizzo si è formato a Catania 
e la mattina del 29 giugno 2006, anche Catania si è risvegliata tappezzata di adesivi con su scritto: un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità. “Dignità” dice Giulia che ha partecipato all’attacchinaggio “è tutto in questa parola. Finchè la mafia governerà le nostre vite e finchè si accetterà di convivere con la mafia, non ci possiamo dire dignitosi”.

Fino ad oggi hanno aderito alla campagna di Addio Pizzo di Palermo, sostenuta da 16 associazioni, 200 imprenditori e commercianti e circa 9.000 consumatori. Sono, inoltre, 91 le scuole che sono state coinvolte nella formazione antiracket.

immagine La lista dei primi cento imprenditori ed esercenti che hanno aderito al progetto di Addio Pizzo è stata resa nota il 5 maggio dello scorso anno, nel corso della prima festa “pizzo-free”. Da quel giorno i commercianti che si sono ribellati sono usciti dall’anonimato ed a loro se ne sono uniti molti altri.
È, perciò, importante partecipare sabato 5 maggio e domenica 6 maggio alla seconda festa “pizzo-free”, il cui ricco programma 
prevede oltre alla fiera del consumo critico, animazioni in piazza, dibattiti (con magistrati, associazioni, Libera, etc), spettacolo teatrale, concerto, esibizioni di artisti di strada, etc.
 
È importante partecipare per solidarietà verso chi ha avuto il coraggio di decidere di non subire più ricatti e verso chi combatte con passione e a viso aperto la mafia tutti i giorni. Non possono essere lasciati soli. Ognuno di noi si deve schierare apertamente e pubblicamente contro la mafia. immagine
È importante partecipare a queste giornate di mobilitazione e consumo critico contro la mafia perché, come diceva Libero Grassi: “L’estorsione è la madre di tutti i crimini perché funzionale a stabilire, consolidare ed estendere il governo sul territorio rappresentato da una strada, una piazza o un quartiere. Il pizzo è manifestazione della signoria territoriale di Cosa nostra sulla città di Palermo, con il pizzo la mafia si fa Stato”.
Sono iniziative che vanno incoraggiate e sostenute soprattutto oggi, dopo che un imprenditore, Vincenzo Montanelli, che ha aderito alle liste di Addio Pizzo, ha subito un attentato incendiario nei giorni scorsi (la notte tra il 26 ed il 27 aprile).

«Siamo noi, la Sicilia quella vera siamo noi» gridavano i ragazzi di Addio Pizzo quando è stato catturato Bernardo Provenzano. Sì, la Sicilia, quella vera, sono loro e tutti quelli che come loro hanno lottato e lottano contro Cosa nostra …

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Rispondi al commento:
marea14
marea14 il 05/05/07 alle 01:21 via WEB
Penso che Napolitano abbia voluto mettere in risalto il problema della necessità dello sviluppo di una nuova cultura che superi i modelli di comportamenti “mafiosi” o “omertosi” e che scuota le coscienze. Su questo sono d’accordo perché solo così i cittadini possono riappropriarsi della propria vita e della politica, solo così potranno essere in grado di non subire supinamente.
Il fatto che spesso la classe politica, quando si parla di mafia, sia presente più con le parole che con fatti realmente concreti, è indubbiamente riconducibile alle collusioni esistenti tra mafia e politica; collusioni che, purtroppo, oggi sono trasversali (dove più, dove meno) a tutti i partiti politici.
La mafia non può fare i propri sporchi affari indisturbata se non è protetta dalla politica ed i politici corrotti non possono mantenere il proprio potere senza l’aiuto della mafia.
È un legame talmente forte e a livelli talmente alti che, nonostante Buscetta abbia dato a Falcone la chiave di lettura dall’interno della struttura mafiosa che ha consentito di conoscere la struttura organizzativa (compresa l’esistenza della cupola), nonostante abbia parlato con Falcone e Caponnetto anche del golpe Borghese, tuttavia quando Caponnetto gli ha chiesto di approfondire meglio i punti un po’ oscuri sui contatti con i politici a Roma (e, quindi, sul legame mafia-politica), Buscetta ha risposto “Non mi faccia domande su questo punto perché io sono convinto che lo Stato non sarebbe in condizione di sopportare le reazioni che deriverebbero da eventuali mie dichiarazioni su questo argomento” .
Buscetta si rifiutò di fare i nomi dei politici perché una tale dichiarazione avrebbe potuto minare le istituzioni e perché nessun sistema di protezione, neanche il più rigoroso, sarebbe stato efficace ai fini della sua tutela: So cose che potrebbero minare le istituzioni … se dovessi parlare di queste cose, non sarei sicuro neanche in America”.
In proposito Caponnetto asserì che non poteva dire con certezza se tali affermazioni così forti fossero, o meno, una “vanteria” ma aggiunse anche che indubbiamente la posizione di Buscetta autorizzava a ritenere che avesse avuto contatti con uomini politici e sicuramente di un certo livello (Antonino Caponnetto I miei giorni a Palermp Storie di mafia e di giustizia raccontate a Saverio Lodato – ed. Garzanti).
Finchè la politica non avrà il coraggio di fare una bella pulizia al suo interno, fino a quando la “questione morale” resterà uno slogan vuoto, non ci saranno azioni antimafia veramente efficaci da parte dello Stato.
In questo senso concordo con te quando affermi che una bella mobilitazione di massa ci vorrebbe a Roma. Ma io aggiungo: non solo a Roma … a Roma come a Napoli, come a Palermo, come a Bari, come a Reggio Calabria, etc. Le collusioni ci sono anche nelle istituzioni locali … le connivenze e le coperture politiche sono ovunque.
La battaglia, secondo me, va condotta su tutti i fronti. Combattendo la mafia si toglie linfa vitale ai politici marci e viceversa. È per questo che dico che tutte (ma proprio tutte, nessuna esclusa) le iniziative di lotta (o di contrasto) alla mafia (sia essa quella con la “coppola”, sia essa quella in “giacca e cravatta”, sia essa quella “istituzionale”) sono sempre le benvenute e devono essere sempre incoraggiate e sostenute. E bisogna stare accanto a chi si impegna …
 
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