Creato da marea14 il 13/02/2007

Pensieri in libertà

politica e società

 

 

Discriminazioni

Post n°113 pubblicato il 10 Marzo 2009 da marea14
 

 

Le retribuzioni delle donne, a parità di mansioni, sono inferiori del 20%- 30% rispetto a quelle degli uomini.
Il lavoro delle donne è più precario rispetto a quello degli uomini e spesso sono costrette a firmare dimissioni in bianco che verranno usate in caso di gravidanza.
Le donne sono discriminate nella carriera che è sempre più difficile rispetto a quella degli uomini.
Il numero delle donne che siedono in Parlamento e nei Consigli comunali, provinciali e regionali è inferiore a quello degli uomini.
Sulle donne pesa anche il lavoro domestico.
Sulle donne pesa la mancanza dei servizi sociali: sono loro ad occuparsi degli anziani e dei nipotini.

Qualcuno sa dirmi perché, se si vogliono eliminare le discriminazioni, non si comincia da queste discriminazioni?

 

 
 
 

Affermiamo la nostra libertà e rifiutiamo la logica della paura

Post n°112 pubblicato il 06 Marzo 2009 da marea14
 

   

SABATO 7 MARZO ore 15,00 a Roma
MANIFESTAZIONE
da Piazza del Colosseo a Piazza Campo de' Fiori


Insieme a tutte le donne del mondo
Unite contro la violenza maschile sulle donne
Unite per affermare la nostra libertà

La violenza maschile e patriarcale nasce in famiglia e ci colpisce tutte ovunque: in casa, in strada, a lavoro, a scuola....
Non deleghiamo ad alcuno la nostra difesa.
No alle ronde.
Nessuna strumentalizzazione razzista sui nostri corpi.
Contro ogni razzismo e omofobia.

Da sole la violenza la subiamo, insieme possiamo fermarla.
Per una Casa delle Donne in ogni quartiere.
Soldi e finanziamenti ai Centri Antiviolenza.
Per riprenderci la parola, per riprenderci la notte, per non essere espropriate della capacità di vivere e decidere di noi stesse.
Per la nostra autodeterminazione, per una vita libera da paure, da false sicurezze militarizzate.

(AFFI e Casa Internazionale delle Donne)


SABATO 7 MARZO ore 15,00 a ROMA
MANIFESTAZIONE
da Piazza del Colosseo a Piazza Campo de' Fiori

DOMENICA 8 MARZO
Pic-nic giochi musica, dalle 11.00 al tramonto, nel Parco della Caffarella (altezza Metro Colli Albani)

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QUI alcuni dati sulle violenze contro le donne in Italia
QUI gli appelli in favore delle donne vittime di violenza nel mondo
Otto marzo dedicato alle attiviste dei diritti umani: leggi QUI

 

 
 
 

Un’intervista inquietante

Post n°111 pubblicato il 02 Marzo 2009 da marea14
 



Un’intervista molto inquietante.

Ma quello che è più inquietante è che nessuno ne ha parlato … nessuna reazione a dichiarazioni molto pesanti … un silenzio volto ad oscurare, come il silenzio caduto sul caso Millis.
Hanno fatto passare il mio lavoro come un pericolo per la democrazia e per la sicurezza dello Stato, solo per contrabbandare il golpe giudiziario con il quale hanno bloccato le indagini di Catanzaro, prima al dr. Luigi de Magistris e, poi, ai magistrati di Salerno” ha scritto Genchi sul suo blog.

 

 
 
 

È in gioco il diritto alla nostra libertà

Post n°110 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da marea14
 

Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
(Costituzione art. 32 comma 2)


Sabato 21 febbraio sono arrivata in Piazza Farnese alle 15.30 per la manifestazione sul testamento biologico e la piazza era già completamente piena. Una calca incredibile che ha indotto moltissimi (soprattutto quelli che erano venuti con i bambini) ad andare via o a spostarsi in Campo de' Fiori o a restare nei vicoli vicini senza, però, riuscire a sentire le varie voci che si sono alternate sul palco.
Pochissimi cartelli e nessuna bandiera per sottolineare la presenza della società civile.
Sono intervenuti Furio Colombo, Paolo Flores d'Arcais, Lidia Ravera, Daniele Garrone (decano dell'Università valdese), Mina Welby, Andrea Camilleri, Gabriele Polo, dom Giovanni Franzoni, Dacia Maraini, Beppino Englaro (in collegamento telefonico), Emma Bonino, Pancho Pardi e Stefano Rodotà.
Tutti hanno sottolineato che la vita appartiene ad ognuno di noi e non al governo né alla chiesa.
Unanime è stata anche la convinzione che se la legge sarà approvata dovremo essere pronti a ricorrere al referendum abrogativo perché, come ha sottolineato con accorata passione Camilleri, "non c'è momento più personale, intimo, segreto direi sacro dell'uomo davanti alla sua morte".
Una lotta per la libertà di scegliere e di decidere, così come è stata una lotta per la libertà di decidere quella fatta per il divorzio e per l'aborto. Ed in proposito Camilleri ha anche denunciato il pericolo che una legge che limita la libertà di scelta possa essere, in seguito, usata come grimaldello per altre leggi sempre più restrittive delle nostre libertà più preziose.
"Non si può cedere sui diritti costituzionali indispensabili" ha sottolineato Furio Colombo, perciò bisogna "dire no in nome della dignità, della Costituzione e del nostro diritto di essere esseri umani".

Sono in gioco il diritto alla nostra libertà, la nostra democrazia, la laicità del nostro Stato ma sono anche convinta che, come ha detto anche Paolo Flores d'Arcais, finchè c'è lotta c'è speranza ...

QUI i video degli interventi dal palco

 
 
 

Assassinata la libertà di informazione

Post n°109 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da marea14
 

La Costituzione viene di nuovo calpestata imbavagliando il diritto di informazione.

Da alcuni mesi su molti blog, compreso il mio, è stato inserito un banner: “Arrestateci tutti – Disobbedire per informare”.
Un banner che è in perfetta sintonia con la proposta di lotta che oggi Enrico Fierro ha fatto nel proprio blog sull’Unità: appena la legge “ammazzanotizia” sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, violiamola apertamente ... violiamola tutti ...
Si pone, perciò, concretamente il problema della disobbedienza, o meglio, della disobbedienza alle leggi ingiuste.
È giusto rispettare leggi ingiuste? È una domanda che mi sono posta tante volte e non è facile rispondere. Sono arrivata alla conclusione che quando la legge ingiusta tocca argomenti così importanti, non sia giusto rispettarla, anche se mi rendo conto che la violazione della legge è in contrasto con il concetto di “legalità”.

Lodo Alfano, vicenda De Magistris, introduzione delle ronde, abolizione del divieto di denunciare i pazienti immigrati clandestini, il caso Englaro, l’emendamento D’Alia per oscurare facebook o altri network … riforme sul ruolo del giudice, sulle intercettazioni, sull’informazione, etc. etc. … Stato di diritto, addio
 

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Giustizia e informazione: QUI gli interventi di Luigi De Magistris, Marco Travaglio, Bruno Tinti, Carlo Vulpio, Paolo Flores D’Arcais, Pancho Pardi, Maria Luisa Busi, Eric Jozsef, Raffaele Palombo

De Magistris:
“C’è un sistema criminale penetrato in modo devastante nelle istituzioni … accertare i fatti fa paura.”
“Bisogna stare attenti che attraverso la legislazione ordinaria si possa arrivare a cambiare la Costituzione. Quello che a me più preoccupa non sono tanto i disegni di legge di riforma della Costituzione ma tutte le leggi incostituzionali approvate, tutte le leggi che stanno modificando l’assetto di questo Paese.”
”La libertà di stampa, l’articolo 21 della Costituzione, l’indipendenza della magistratura, sono patrimonio di tutti. Tocca ad ognuno di noi, come cittadini, difenderla sapendo che è in gioco il futuro di questo Paese”

 
 
 

Costituzione calpestata

Post n°108 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da marea14
 


Articolo 32 della Costituzione:
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti"

Oggi il Senato, calpestando uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, ha approvato un emendamento che permette ai medici di denunciare gli immigrati clandestini che si rivolgono alle strutture pubbliche sanitarie per farsi curare.
Questo comporterà che, di fatto, gli immigrati clandestini avranno paura di curarsi.

Kostas Moschochoritis, direttore generale di Medici Senza Frontiere Italia, ha dichiarato:
"Siamo sconcertati per la scelta del Senato di avere consapevolmente ignorato il grido di allarme lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche e da centinaia di associazioni e rappresentanti della società civile. Una scelta che sancisce la caduta del principio del segreto professionale per il personale sanitario volto a tutelare il paziente come essere umano indipendentemente da ogni altra considerazione".

Questo blog sostiene la campagna "Siamo medici e infermieri, non siamo spie", lanciata da Medici Senza Frontiere, SIMM, ASGI e OISG e mi auguro che tutti i medici non tradiscano la nostra Costituzione ed il giuramento di Ippocrate.

 

 
 
 

È tempo di reagire, è tempo di lottare, è tempo di resistenza



È tempo di reagire, è tempo di lottare, è tempo di resistenza” ha detto Salvatore Borsellino (fratello di Paolo Borsellino) nel corso della manifestazione a sostegno di Luigi Apicella che si è svolta a Roma il 28 gennaio.
Parole di fuoco, le sue. Parole che denunciano senza mezzi termini l’annientamento psicologico e morale (ed ora anche economico) operato verso chi prova a toccare i poteri forti: “oggi appena le indagini si alzano di livello subito vengono bloccate: non c’è più il tritolo per fermare i magistrati oggi si passa alla delegittimazione e all’isolamento”.
E ha parlato anche dei tentativi in atto per delegittimare Gioacchino Genchi che, tra l’altro, ha svolto un ruolo fondamentale nell’inchiesta sull’assassinio di suo fratello Paolo, riuscendo ad individuare il punto dal quale è stato azionato il telecomando per la strage di via D’Amelio: “con le sue conoscenze tecniche è capace di riuscire ad inchiodare i responsabili delle stragi e di altri delitti. Ecco perché si sta cercando di uccidere Genchi … per togliere un’arma a quella che è quella parte sana di Stato che ancora è rimasta.
Hanno ucciso Paolo Borsellino, hanno ucciso Giovanni Falcone e adesso uccidono anche Genchi. Uccidono De Magistris, uccidono i giudici che in qualche maniera cercano di arrivare alla verità. Così qualunque giudice che arriva a toccare i fili scoperti, muore
.”
Durissimo verso chi occupa cariche istituzionali senza esserne degno: “Devono essere cacciate dalle istituzioni tutte quelle persone che sono complici di quello che è successo …e invece viene data l’impunità a chi dovrebbe essere sottoposto a processi: non può essere indagato, non può essere intercettato. Stiamo precipitando nel baratro e da questo baratro dobbiamo uscire perché lo dobbiamo a questi morti. Lo dobbiamo a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino, ad Emanuela Loi. Dobbiamo riappropriarci del nostro Paese. Questo Paese è nostro. Lo Stato siamo noi, non queste persone che indegnamente occupano le istituzioni.
Vi lascio con tre parole. Tre parole che un altro di quei giudici che hanno tentato di uccidere ha detto. Ed è quello che dobbiamo fare. È l’unica cosa che ci resta da fare prima di cadere in un regime dal quale non ci potremo più districare:

Resistenza! Resistenza! Resistenza!




Nonostante fosse un giorno infrasettimanale e nonostante la manifestazione fosse stata preparata in pochi giorni e pubblicizzata solo attraverso internet, a poco a poco Piazza Farnese si è riempita di persone provenienti dalla Calabria, da Cava de’ Tirreni, da Napoli, da Bologna, da Torino, da Salerno e da tante altre località. C’era anche una delegazione di lavoratori della Procura di Salerno.
Quella stessa stampa che ha omesso di dire che il Tribunale del riesame ha riconosciuto la legittimità dell’azione della Procura di Salerno nei confronti di quella di Catanzaro, ha omesso anche di divulgare informazioni sulla convocazione dell’evento del 28 gennaio. Silenzio assoluto. Non solo, ma proprio in concomitanza con la manifestazione – alla quale ha aderito l’Associazione Familiari Vittime di Mafia – Repubblica ha pubblicato un'intervista alla figlia di Riina che mette in dubbio i delitti del padre e che sostiene che suo padre le ha trasmesso il valore della moralità.
E, nonostante in Piazza Farnese ci fossero numerosissimi giornalisti, è caduto un silenzio tombale sui contenuti della manifestazione espressi dai vari partecipanti. E così non sono uscite dalla piazza la carica delle parole di Salvatore Borsellino le parole piene di passione di Sonia Alfano, la lucida analisi di Marco Travaglio, le parole piene di coraggio di Emiliano Morrone e di Francesco Saverio Alessiosui motivi che hanno portato allo "spopolamento" della Calabria, le riflessioni di Carlo Vulpio, le considerazioni di Pancho Pardi, le parole piene di dolore della mamma di Attilio Manca, etc.
Non sono uscite fuori dalla piazza neanche le denuncie di Di Pietro (come, ad esempio, quelle sul “lodo Consolo”), con esclusione di un suo appello al Capo dello Stato, subito trasformato da tutta la stampa e da tutti gli esponenti politici in “vilipendio”.
Un’offesa di fatto inesistente in quanto Di Pietro si è limitato ad una semplice critica dicendo quello che tanti (me compresa) pensano sul mancato intervento del Presidente della Repubblica sul lodo Alfano, nonché sul suo comportamento in ordine alla decapitazione della Procura di Salerno. Un’offesa inesistente in quanto, come ha rilevato anche Flores D’Arcais, la frase “il silenzio è mafioso” non era riferita a Napolitano. A dire la verità, Travaglio su questi temi è stato molto più duro di Di Pietro, ma era più difficile attaccarlo perché ha messo in fila una serie di “fatti” minuziosamente argomentati, all’interno di un discorso molto articolato, difficili da “smantellare”.
Escluso, perciò, Travaglio ed escluso Grillo che in questa occasione è stato quasi ecumenico e che ha esordito con “Non voglio gridare, voglio calmarmi, voglio essere buono e non dire neanche una parolaccia. Non voglio neanche nominare Napolitano, se no poi dicono Grillo attacca il Presidente”, ci si è scagliati contro Di Pietro per mettere in atto l’ormai consolidata tattica: scandalizzarsi su cose secondarie per non parlare dei veri problemi (giustizia e democrazia). E così, si è attirata l’attenzione su un fantomatico insulto e nessuno ha parlato degli interrogativi che i vari interventi dei partecipanti alla manifestazione hanno posto, pur con diversi accenti: che cosa stava scoprendo De Magistris?, perchè la Procura di Catanzaro ha “nascosto” alcuni atti relativi a Mastella?, perché tutti quelli che hanno cercato di capire qualcosa nella vicenda di De Magistris (come Forleo, Vulpio, Procura di Salerno, etc.) sono andati incontro a conseguenze gravissime?, perchè nessuno dice che il Tribunale del riesame ha sentenziato che l’azione della Procura di Salerno è stata legittima?, perché anche il CSM ha “ignorato” questa sentenza? perché si accomuna Genchi alle intercettazioni telefoniche e si parla di un archivio che in realtà non esiste?
Su tutto questo non è stata scritta neanche una riga.
E così, ancora una volta, l’informazione è rimasta “imbavagliata”.
La giustizia e le informazioni imbavagliate rendono la democrazia in pericolo” ha affermato nel suo intervento Pancho Pardi che si è soffermato a lungo sulla nostra “democrazia malata”.




In una comunicato stampa, Sonia Alfano, Presidente dell’Associazione Familiari Vittime di Mafia, ha scritto: “Nessuno, neppure il nostro Presidente della Repubblica, ha dato risposta od attenzione alla disperata richiesta di giustizia che da quel palco è stata urlata dai familiari delle vittime di mafia nè tantomeno, alcuna carica istituzionale, si è preoccupata di indignarsi nel vedere una donna di oltre ottanta anni, madre del carabiniere Pietro Morici, che a questa nazione ha donato la propria vita, scendere in piazza per chiedere che la Costituzione Italiana, intrisa del sangue del proprio figlio, venga rispettata. L'unica risposta che abbiamo ottenuto dalle nostre Istituzioni è stata una levata di scudi per delle offese inesistenti e mai pronunciate nei confronti del Presidente della Repubblica, il quale si è detto offeso da alcune garbate riflessioni fatte dal nostro palco. Alla luce della nota diramata dal Quirinale vorremmo porgere una domanda diretta al nostro Presidente; Signor Presidente, non si indigna per personaggi come Marcello Dell'Utri che, seppur abbiano tradito i principi di questa nazione, occupano gli scranni del Parlamento Italiano? Ad essere offesi ed indignati siamo noi nel constatare il silenzio di tutti davanti alle denunce delle famiglie degli uomini e delle donne morti in difesa della Costituzione Italiana. Ad essere offesi siamo noi nel leggere la nota del Quirinale risentito per delle garbate affermazioni e non per le decine di pregiudicati ed amici di boss che siedono in Parlamento. Ad essere offesi e delusi siamo noi nel dover, ancora una volta, scendere in piazza per pretendere giustizia e rispetto dei principi fondanti di questo Stato, nonostante abbiamo già pagato a questa nazione il prezzo più alto che si possa pagare.”

Ho sempre sostenuto che bisogna dare spazio a chi non ha spazio. Per questo, più che con le mie parole, cercherò di far uscire da Piazza Farnese alcune voci che hanno dato vita alla manifestazione, riportando qui i link ai video che sono stati pubblicati in internet.

Salvatore Borsellino parte 1
Salvatore Borsellino parte 2
Marco Travaglio parte 1
Marco Travaglio parte 2
Marco Travaglio parte 3
Marco Travaglio parte 4
Antonio Di Pietro parte 1
Antonio Di Pietro parte 2
Carlo Vulpio: QUI
Pancho Pardi: QUI
Sonia Alfano: QUI e QUI
I primi interventi: Sonia Alfano, Mariangela Longo, Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio: QUI
Angelina Manca (madre di Attilio Manca): QUI
Serenella Monti: QUI
Beppe Grillo parte 1
Beppe Grillo parte 2

IL VIDEO INTEGRALE DI TUTTA LA MANIFESTAZIONE E' QUI

 
 
 

In difesa della democrazia e della legalità costituzionale

 


Per esprimere solidarietà al Procuratore Capo di Salerno Luigi Apicella ed ai PM salernitani Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, è stata indetta, a Roma, una MANIFESTAZIONE per mercoledì
28 gennaio
L’appuntamento per la manifestazione è alle ore 9, a ROMA, in Piazza Farnese.
In proposito sottoscrivo l’appello di Salvatore Borsellino (pubblicato sul blog di Beppe Grillo) che riporto qui perché le sue parole, oggi, sono anche le mie parole.

Io so che Paolo Borsellino incontrò a Roma Mancino, appena prima della sua morte, e uscì sconvolto dal colloquio.
Io so che la Seconda Repubblica è nata sulle stragi del '93 e su accordi occulti.
Io so che Luigi De Magistris è stato rimosso dai suoi incarichi a Catanzaro ed espropriato delle sue inchieste per impedire che scoppiasse una nuova Tangentopoli.
Io l'anno scorso sono stato a
Catanzaro, quando l'attacco dei poteri forti era rivolto principalmente contro Luigi De Magistris, per espropriargli le inchieste "Why Not", "Poseidon", "Toghe Lucane" che poi, in effetti, gli sono state sottratte. Allora dissi che mi recavo a Catanzaro, insieme a tanti altri giovani, come a Forte Alamo perché era per me l'ultimo baluardo della difesa della magistratura.
Purtroppo, da allora sono successe tante altre cose.
Purtroppo questo attacco alla magistratura è andato avanti senza sosta e adesso siamo arrivati addirittura all'eliminazione di un'intera procura.
Adesso siamo arrivati addirittura all'intimidazione di una procura che, legittimamente, indagava su un'altra procura. E quando questa procura legittimamente indagata si è rivoltata, il CSM purtroppo non ha saputo fare di meglio che mandare tutti a casa, senza entrare nel merito di quello che era successo.
E addirittura facendo quello che mai era successo nella storia della Repubblica: sospendere dalle funzioni e dallo stipendio un procuratore capo che non aveva fatto nient'altro che il suo dovere.
Questa è la maniera con cui oggi vengono uccisi i giudici.
Una volta i giudici come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone... quel Paolo Borsellino che a sua volta era stato indagato dal CSM che però non aveva avuto il coraggio, di fronte alla reazione pubblica, di portare avanti questo assassinio.
Oggi purtroppo questa reazione dell'opinione pubblica sembra non esserci più, di conseguenza i poteri forti credono di poter fare quello che vogliono e hanno, obbedendo al diktat del ministro Alfano, fatto un'azione ignobile: uccidere un magistrato come Apicella, come avevano fatto con De Magistris, con Clementina Forleo.
L'hanno ucciso senza bisogno di tritolo, con le carte bollate.
Ieri c'è stata una cosa che mi ha riempito di commozione, una
lettera bellissima di Gabriella Nuzzi la quale si è dimessa dall'Associazione Nazionale Magistrati, dicendo che lei può obbedire solo alla propria coscienza, alla Costituzione e continuerà a farlo nonostante le sia stata strappata la funzione di Pubblico Ministero.
E' accanto a questi giudici che noi dobbiamo stare, per questi giudici che dobbiamo scendere in piazza.
Io il 28 gennaio 2009 sarò a Roma insieme all'Associazione dei familiari delle vittime di mafia, insieme spero a tanta gente che vorrà, in questa maniera, resistere a questo regime che si sta instaurando in Italia.
Dobbiamo stare vicini ai magistrati che rappresentano l'ultimo baluardo della democrazia in Italia.
Dobbiamo impedire che altri magistrati vengano uccisi.
Io spero che ci siano tanti altri magistrati che seguano l'esempio di Gabriella Nuzzi. Io sarò vicino a questi magistrati, io sarò vicino a loro perché è così che ritengo di poter stare vicino a Paolo Borsellino e onorare la sua memoria.
Spero che tanti, tanti, tanti altri lo facciano.
Grazie.

(Salvatore Borsellino)

Non possiamo restare in silenzio: dobbiamo assumerci la responsabilità di reagire e di lottare.
Tutto ciò che sta accadendo ci impone di essere presenti, di partecipare con tutta la nostra passione civile, di non lasciare solo chi lotta per la democrazia e la legalità costituzionale, di non delegare la protesta.
MERCOLEDÌ 28 GENNAIO, ORE 9, TUTTI A ROMA IN PIAZZA FARNESE

Video: intervista a Luigi Apicella
Video: appello di Sonia Alfano per la manifestazione del 28 gennaio
Video: appello di Marco Travaglio per la manifestazione del 28 gennaio
Video: intervista a Gioacchino Genchi
Per saperne di più leggi
QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI

 
 
 

È il momento di resistere e di lottare: la paura rende gli uomini schiavi

De Magistris: È il momento di resistere e di lottare
di Luigi De Magistris

L'altro giorno, in uno dei tanti viaggi tra Napoli e Catanzaro, ascoltavo la bellissima canzone di Francesco De Gregori e mi venivano in mente frammenti di storia scritti da magistrati della Repubblica italiana.
Pensavo al coraggio del Procuratore della Repubblica di Palermo, Gaetano Costa, che, da solo, si assunse la responsabilità di firmare degli ordini di cattura, al coraggio di Rosario Livatino ed Antonino ScopellitiPaolo Borsellino che consapevole di quello che stava accadendo ai suoi danni cercava di fare presto per giungere alla verità e per comprendere anche le ragioni della morte di Giovanni Falcone e degli uomini della sua scorta.
Pensavo a quanta mafia istituzionale accompagna tanti eccidi accaduti negli ultimi trent'anni.
Pensavo a quello che sta accadendo in questi mesi in cui si consolidano nuove forme di "eliminazione" di magistrati che non si omologano al sistema criminale di gestione illegale del potere e che pretendono, con irriverente ostinazione, di adempiere a quel giuramento solenne prestato sui principi ed i precetti della Costituzione Repubblicana, nata dalla resistenza al fascismo.
Pensavo a quello che possono fare i singoli magistrati oggi per opporsi ad una deriva autoritaria che ha già modificato di fatto l'assetto costituzionale di questo Paese.
Pensavo a quello che può fare ogni cittadino di questa Repubblica per dimostrare che, forse, ormai, l'unico vero custode della Costituzione Repubblicana non può che essere il popolo, con tutti i suoi limiti.

In attesa di quel fresco profumo di libertà - del quale parla il mio amico Salvatore Borsellino e per il quale ci batteremo in ogni istante della nostra vita, in quella lotta per i diritti e per la giustizia che contraddistingue ancora persone che vivono nel nostro Paese - che ci farà comprendere quanto concreto sia il filo conduttore che accomuna i fatti più inquietanti della storia giudiziaria d'Italia degli ultimi 30 anni, non dobbiamo esimerci dall'evidenziare alcune brevi riflessioni.
In attesa dei progetti di riforma della giustizia (che mi pare trovano d'accordo quasi tutte le forze politiche) che sanciranno, sul piano formale, l'ulteriore mortificazione dei principi di autonomia ed indipendenza della magistratura, non si può non rilevare che i predetti principi - che rappresentano la ragione di questo mestiere che, senza indipendenza ed autonomia, è solo esercizio di funzioni serventi al potere costituito - sono stati e vengono mortificati proprio da chi dovrebbe svolgere le funzioni di garanzia e tutela di tali principi.

Dall'interno della Magistratura, in un cordone ombelicale sistemico di gestione anche occulta del potere, con la scusa magari di evitare riforme ritenute non gradite, si procede per colpire ed intimidire (anche con inusitata deprecabile violenza morale) chi, all'interno dell'ordine giudiziario, non si omologa, non intende appartenere a nessuno, non vuole assimilarsi alla gestione quieta del potere, ma rimane fedele ed osservante dei valori costituzionali di uguaglianza, libertà ed indipendenza che chi dovrebbe garantirne tutela - anche con il sistema dell'autogoverno - tende, in realtà, a voler governare, dall'interno, la magistratura rendendola, di fatto, prona ai desiderata dei manovratori del potere.

Ma non bisogna avere timore. La storia - ed ancora prima la conoscenza e la rappresentazione di fatti quando essi saranno pubblici - ci faranno capire ancor meglio di quanto tanti hanno già ben compreso, le vere ragioni poste a fondamento di prese di posizione anche di taluni magistrati (alcuni dei quali ritengono anche di svolgere una funzione di "rappresentanza", in realtà, concretamente, insussistente).
Quello che rileva in questo momento e che mi pare importante è che, in attesa del fresco profumo di libertà, che spazzerà via alcuni protagonisti indecenti di questo periodo, ogni magistrato abbia un ruolo attivo, non si disorienti, diventi attore principale - nel suo piccolo ma nella grande "forza" di questo mestiere che richiede oneri prima ancora che onori - della salvaguardia dei valori costituzionali.

Ognuno di noi, chi ha deciso di fare questo lavoro con amore, passione e forte idealità, ha un luogo, interno alla propria coscienza, al proprio cuore ed alla propria mente, dal quale attingere forza e determinazione nei momenti bui. E' questa l'ora delle risorse auree: se insieme sapremo esercitare le nostre funzioni in autonomia, libertà, indipendenza, senza paura di essere eliminati da intimidazioni istituzionali o da "clave" disciplinari utilizzate in violazione della Costituzione Repubblicana.
Per me, le riserve energetiche sono state e sono tuttora, soprattutto, le immagini di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, anche perché nei giorni delle stragi mafiose - con riferimento alle quali attendiamo verità e giustizia anche per le complicità sistemiche intranee alle Istituzioni - avevo appena consegnato gli scritti nel concorso in magistratura. Quando Antonino Caponnetto disse che tutto era finito, nel mio cuore ed in quello di molti altri magistrati è scattata una molla per dimostrare che non doveva essere così, che, invece, bisogna lottare e non mollare mai. Anche nella certezza di poter morire - come diceva Paolo Borsellino nella consapevolezza che tutto potesse costarci assai caro - vi sono magistrati che ogni giorno cercano di applicare, nei provvedimenti adottati, il principio che la legge è uguale per tutti.

Da quando le organizzazioni mafiose hanno dismesso la strategia militare di contrasto ed eliminazione dei rappresentanti onesti e coraggiosi delle Istituzioni, il livello di collusione intraneo a queste ultime si è consolidato enormemente, tanto da rappresentare ormai quasi una metastasi istituzionale che conduce alla commissione di veri e propri crimini di Stato.
Questo comporta che oggi dobbiamo difendere, ogni giorno e con i denti, la nostra indipendenza e l'esercizio autonomo della giurisdizione - nell'ossequio del principio costituzionale sancito dall'art. 3 della Costituzione - anche da veri e propri attacchi illeciti, talvolta condotti con metodo mafioso, provenienti dall'interno delle Istituzioni.

Che può fare, allora, un magistrato? Che può fare un Uditore Giudiziario che a febbraio prenderà le funzioni giurisdizionali? Che può fare un Giudice civile? Che può fare un Giudice del Tribunale del Riesame? Che può fare un Giudice del settore penale? Che può fare un Pubblico Ministero? Che possiamo fare quelli di noi che non si piegano al conformismo giudiziario? Che possiamo fare quelli che vogliono esercitare solo questo lavoro con dignità e professionalità, senza pensare a carriere interne o esterne all'ordine giudiziario?

Credo che la ricetta è semplice, anche se sembra tutto così complicato in questo periodo così buio per la nostra Costituzione per la quale non dobbiamo mai smettere di combattere: si deve decidere senza avere paura - innanzi tutto di chi dovrebbe tutelarci e che si dimostra sempre più baluardo di certi centri di interessi e poteri, nonché fonte di pericolo per l'indipendenza del nostro stupendo lavoro -, senza pensare a valutazioni di opportunità, senza scegliere per quella opzione che possa creare meno problemi, decidere nel rispetto delle leggi e della Costituzione, pronunciarsi nel segno della Verità e della Giustizia. In tal modo, avremmo adempiuto, con semplicità e nello stesso tempo con coraggio, al nostro mandato, la coscienza non si ribellerà con il trascorrere del tempo, magari potremmo anche capitolare, ma, come dice Salvatore Borsellino, lo avremmo fatto senza "esserci venduti". Non avremo svenduto la nostra indipendenza, non avremo piegato la nostra coscienza, non avremo abdicato al nostro ruolo, non avremo abbassato la testa: ci ritroveremo con la schiena dritta, con il morale alto, con il rispetto di tutti (anche dei nostri avversari). Questo ci chiedono le persone oneste: di non "consegnarci" e mantenere alto il prestigio dell'ordine giudiziario in un momento in cui la questione morale assume connotati epidemici anche al nostro interno. Non bisogna avere paura di un potere scellerato che pretende di opprimere la nostra libertà ed il nostro destino.

Ai giovani colleghi mi permetto, con umiltà e per l'immenso amore che preservo per questo lavoro, di esortarli a non temere mai le decisioni giuste e di perseguire sempre la strada della giustizia e della verità anche quando questa può costare caro. Io ero consapevole che mi avrebbero colpito e che mi avrebbero fatto del male, ma non ho mai piegato, nemmeno per un istante, il percorso delle mie scelte ed oggi mi sento, come sempre, sereno, ricco di energie, molto forte, perché dentro il mio cuore e la mia mente sono consapevole di aver espletato ogni condotta nell'interesse della Giustizia e nel rispetto delle leggi e della Costituzione Repubblicana.
Non ascoltate quelle sirene, anche interne alla nostra categoria, che vi inducono - magari in modo subdolo e maldestro - a piegare la testa in virtù di una pseudo-ragion di stato che consisterebbe nel pericolo imminente di riforme sciagurate, per evitare le quali dobbiamo, strategicamente, "girarci" dall'altra parte quando ci "imbattiamo" nei cd. "poteri forti". Le riforme - anzi le controriforme - ci saranno comunque, forse saranno terribili, ma almeno non dobbiamo essere noi a dimostrarci timorosi e con le gambe molli, malati, come diceva Piero Calamandrei, di agorafobia. L'indipendenza si difende senza calcoli e ad ogni costo, l'amore della verità può costare l'esistenza. Ed essa si difende anche da chi la mina, in modo talvolta anche eversivo, dal nostro interno. Nella mia esperienza gli ostacoli più insidiosi sono sempre pervenuti dall'interno della nostra categoria: non sono pochi i magistrati, oramai, pienamente inseriti in un sistema di potere criminale che reagisce alle attività di controllo e che si muove, dal sistema, per evitare che sia fatta verità e giustizia su tanti fatti criminali inquietanti avvenuti nella storia contemporanea del nostro Paese.

Sono convinto che la magistratura non soccomberà definitivamente solo se saprà ancora esercitare la sua funzione senza paura, ma con coraggio, nella consapevolezza che anche da soli, nella solitudine propria della nostra funzione, quando ognuno di noi deve decidere e mettere la firma sui provvedimenti, e, quindi, valutare fatti e circostanze, lo farà senza farsi intimidire dalle conseguenze del suo agire. La paura rende gli uomini schiavi, così come le decisioni dettate con un occhio

Quindi, in definitiva, la storia la dobbiamo scrivere anche noi, nel nostro piccolo mondo, pur nella consapevolezza che alcuni di noi pagheranno un prezzo ingiusto e magari anche molto duro, ma questo è per certi versi ineluttabile quando si è deciso di svolgere una funzione che ci impone di difendere, nell'esercizio della giurisdizione, i valori di uguaglianza, libertà, giustizia, verità, quali effettivi garanti dei diritti di cui i cittadini, ed in primis i più deboli, ci chiedono concreta tutela.
(Luigi De Magistris - giudice del Riesame a Napoli)

(articolo pubblicato su Micromega il
19 gennaio 2009)

Per ulteriori approfondimenti sulla "vicenda De Magistris", invito a guardare questo video ed a leggere i seguenti articoli:
Il CSM da garante a carnefice dell'indipendenza dei magistrati
Alcuni documenti sulla vicenda di Catanzaro
che non piegarono la testa e decisero di esercitare il loro ruolo con rigore ed indipendenza, a quello di a carriere e posti di comando sono destinate a mortificare le funzioni prima ancora che rendere indegne le persone che le rappresentano.
________________________

 


È di poche ore fa la notizia che la sezione disciplinare del CSM ha sospeso dallo stipendio e dalle funzioni il Procuratore di Salerno Luigi Apicella e trasferito i PM salernitani Gabriella Nuzzi e Dionigio Versani.
Oggi è stata scritta una pagina nera della democrazia.
Al Procuratore Apicella tutta la mia solidarietà. È il momento di resistere e di lottare.





Per mercoledì 28 gennaio è stata indetta, a Roma, una MANIFESTAZIONE a sostegno del Procuratore Capo di Salerno, Luigi Apicella
L’appuntamento per la manifestazione è alle ore 9, a ROMA, in Piazza Farnese.
Ha aderito lAssociazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia

Tra i promotori della manifestazione: Sonia Alfano, Benny Calasanzio, Salvatore Borsellino, Chicco Alfano, Emiliano Morrone

 
 
 

Post N° 104

Post n°104 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da marea14
 

Con l’animo e col cuore siamo a Gaza

Roma, manifestazione nazionale del 17 gennaio:

 
 
 

Post N° 103

Post n°103 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da marea14
 

Canzone per Gaza


A blinding flash of white light
Lit up the sky over Gaza tonight
People running for cover
Not knowing whether they're dead or alive

They came with their tanks and their planes
With ravaging fiery flames
And nothing remains
Just a voice rising up in the smoky haze

We will not go down
In the night, without a fight
You can burn up our mosques and our homes and our schools
But our spirit will never die
We will not go down
In Gaza tonight

Women and children alike
Murdered and massacred night after night
While the so-called leaders of countries afar
Debated on who's wrong or right

But their powerless words were in vain
And the bombs fell down like acid rain
But through the tears and the blood and the pain
You can still hear that voice through the smoky haze

We will not go down
In the night, without a fight
You can burn up our mosques and our homes and our schools
But our spirit will never die
We will not go down
In Gaza tonight

We will not go down
In the night, without a fight
You can burn up our mosques and our homes and our schools
But our spirit will never die

We will not go down
In the night, without a fight

We will not go down
In Gaza tonight

 
 
 

Post N° 102

Post n°102 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da marea14
 

Solidarietà

 Vittorio Arrigoni, come ho già scritto nel post n. 101, è un volontario (dell’associazione ISM) che ha deciso di restare a Gaza, nonostante i continui bombardamenti, perché c’è bisogno di aiuto per soccorrere i feriti e perché ritiene importante raccontare a tutti ciò che sta realmente accadendo a Gaza, soprattutto ora che Israele impedisce ai giornalisti di entrarvi. Ogni giorno possiamo, perciò, leggere la sua testimonianza sul quotidiano “Il Manifesto” e sul blog “Guerrilla Radio” . Una cronaca agghiacciante, cruda, che ci fa conoscere le atrocità che si stanno consumando a Gaza e l’inferno che stanno vivendo i palestinesi.
Una testimonianza scomoda per chi non vuole testimoni e per chi vuole minimizzare e/o giustificare le stragi compiute verso una popolazione ridotta allo stremo.
Stragi impossibili da giustificare. “Mi chiedo” ha scritto Arrigoni “come Israele  possa definirsi civile e democratico, se per stanare e uccidere un suo nemico nascosto in un edificio popolato, il suo esercito non esita un attimo ad abbatterlo seppellendoci sotto decine di innocenti. Rifletteteci un attimo, sarebbe come se l'esercito italiano per catturare un pericoloso boss mafioso, iniziasse a bombardare pesantemente il centro di Palermo.”.
Stragi che hanno spinto oggi il Consiglio dei diritti umani dell’ONU ad approvare (l’Italia si è astenuta) una risoluzione che condanna l’offensiva militare israeliana e che chiede l’invio di una missione indipendente di inchiesta per indagare su eventuali violazioni dei diritti umani.

Ma Vittorio Arrigoni non rischia soltanto di essere ucciso dalle bombe o dai proiettili dell’esercito israeliano. Infatti sia Vittorio che agli altri volontari dell’ISM che operano a Gaza (nonché i volontari che cercano di portare aiuti via mare), sono entrati nel mirino di
http://www.stoptheism.com, un sito che ha pubblicato le loro foto e che invita ad ucciderli.
Se fosse un sito islamico” ha asserito Angela Lano su InfoPali media gli avrebbero dato la prima pagina e i politici si sarebbero prodigati in condanne indignate, ma è un sito di estremisti israeliani e il mondo tace”.
Non si lascia intimidire Arrigoni, come non si lasciano intimidire i suoi colleghi dell’ISM e quelli del Free Gaza Movement che oggi sono salpati da Larnaca (Cipro) con l’imbarcazione “Sprit of Humanity” (che batte bandiera greca) e che domani, 13 gennaio, dovrebbero arrivare a Gaza  con un carico di medicine, materiale sanitario, medici, giornalisti e parlamentari europei.
Già il 30 dicembre avevano tentato un’impresa simile ma erano stati duramente respinti dalla marina militare israeliana che li aveva speronati in acque internazionali. Nella notifica dell’iniziativa dello sbarco di domani, inviata l’undici gennaio alle autorità israeliane, Free Gaza Movement ha specificato che qualunque attacco alla motonave “Sprit of Humanity” e qualunque danno inflitto ai 30 civili che sono a bordo sarà considerato un attacco internazionale a civili disarmati.

Sono molto grata a Vittorio Arrigoni e a tutti gli altri volontari che resistono per soccorrere la popolazione di Gaza e che denunciano, senza peli sulla lingua, la follia di questa invasione. Non saranno loro a fermare le bombe, ma nessuno potrà più dire “io non sapevo”.
Ed alla luce di tutto questo, l’esortazione che chiude tutti i suoi articoli su Gaza: “Restiamo umani” assume un significato quanto mani profondo …
Non possiamo più restare a guardare
 

 

 
 
 

Post N° 101

Post n°101 pubblicato il 10 Gennaio 2009 da marea14
 

Fionde contro bombe al fosforo

Riporto qui un articolo scritto l’otto gennaio, sul proprio blog, da Vittorio Arrigoni volontario a Gaza dell’organizzazione umanitaria “International Solidarity Movement”.

 "Prendi dei gattini, dei teneri micetti e mettili dentro una scatola"
mi dice Jamal, chirurgo dell'ospedale Al Shifa, il principale di Gaza, mentre un infermiere pone per terra dinnanzi a noi proprio un paio di scatoloni di cartone, coperti di chiazze di sangue. "Sigilla la scatola, quindi con tutto il tuo peso e la tua forza saltaci sopra sino a quando senti scricchiolare gli ossicini, e l'ultimo miagolio soffocato." Fisso gli scatoloni attonito, il dottore continua "Cerca ora di immaginare cosa accadrebbe subito dopo la diffusione di una scena del genere, la reazione giustamente sdegnata dell'opinione pubblica mondiale, le denunce delle organizzazioni animaliste..." il dottore continua il suo racconto e io non riesco a spostare un attimo gli occhi da quelle scatole poggiate dinnanzi ai miei piedi. "Israele ha rinchiuso centinaia di civili in una scuola come in una scatola, decine di bambini, e poi l’ha schiacciata con tutto il peso delle sue bombe. E quale sono state le reazioni nel mondo? Quasi nulla. Tanto valeva nascere animali, piuttosto che palestinesi, saremmo stati più tutelati."
A questo punto il dottore si china verso una scatola, e me la scoperchia dinnanzi. Dentro ci sono contenuti gli arti mutilati, braccia e gambe, dal ginocchio in giù o interi femori, amputati ai feriti provenienti dalla scuola delle Nazioni Unite Al Fakhura di Jabalia,  più di cinquanta finora le vittime. Fingo una telefonata urgente, mi congedo da Jamal, in realtà mi dirigo verso i servizi igienici, mi piego in due e vomito.

Poco prima mi ero intrattenuto in una discussione con il dottor Abdel, oftalmologo, circa i rumors, le voci incontrollate che da giorni circolano lungo tutta la Striscia secondo le quali l'esercito israeliano ci starebbe tirando addosso una pioggia di armi non convenzionali, vietate dalla Convenzione di Ginevra. Cluster bombs e bombe al fosforo bianco. Esattamente le stesse che l'esercito di Tsahal utilizzò nell'ultima guerra in Libano, e l'aviazione USA a Falluja, in violazione delle le norme internazionali. Dinnanzi all'ospedale Al Auda siamo stati testimoni e abbiamo filmato dell'utilizzo di bombe al fosforo bianco, a circa cinquecento metri da dove ci trovavamo, troppo lontano per essere certi che sotto gli Apache israeliani ci fossero dei civili, ma troppo tremendamente vicino a noi. Il Trattato di Ginevra del 1980 prevede che il fosforo bianco non debba essere usato direttamente come arma di guerra nelle aree civili, ma solo come fumogeno o per l’illuminazione. Non c'è dubbio che utilizzare quest'arma sopra Gaza, una striscia di terra dove si concentra la più alta densità abitativa del mondo, è già un crimine a priori. 
Il dottor Abdel mi ha riferito che all'ospedale Al Shifa non hanno la competenza militare e medica, per comprendere se alcune ferite di cadaveri che hanno esaminato siano state prodotte effettivamente da proiettili al fosforo bianco. A detta sua però, in venti anni di mestiere, non ha mai visto casi di decessi come quelli portati all'ospedale nelle ultime ore. Mi ha spiegato di traumi al cranio, con fratture a  vomere, mandibola, osso zigomatico, osso lacrimale, osso nasale e osso palatino che indicherebbero l'impatto di una forza immensa con il volto della vittima. Quello che a detta sua è totalmente inspiegabile, è la totale assenza di globi oculari, che anche in presenza di traumi di tale entità dovrebbe rimanere al loro posto, almeno in tracce, all'interno del cranio. Invece stanno arrivando negli ospedali palestinesi cadaveri senza più occhi, come se qualcuno li avesse rimossi chirurgicamente prima di consegnarli al coroner.

Israele ci ha fatto sapere che da oggi ci è generosamente concessa una tregua ai suoi bombardamenti di 3 ore quotidiane, dalle 13 alle 16. Queste dichiarazioni dei vertici militari israeliani vengono apprese dalla popolazione di Gaza, con la stessa attendibilità dei leaders di Hamas quando dichiarano di aver fatto strage di soldati nemici. Sia chiaro, il peggior nemico dei soldati di Tel Aviv sono gli stessi combattenti sotto la stella di Davide. Ieri una nave da guerra al largo del porto di Gaza, ha individuato un nutrito gruppo di guerriglieri della resistenza palestinese muoversi compatto intorno a Jabalia e ha cannoneggiato. Erano invece dei loro commilitoni, risultato: 3 soldati israeliani uccisi, una ventina i feriti.
Alle tregue sventolate da Israele qui non ci crede ormai nessuno, e infatti alle 14 di oggi Rafah era sotto l'attacco degli elicotteri israeliani, e a Jabalia l'ennesima strage di bambini: tre sorelline di 2, 4, e 6 della famiglia Abed Rabbu. Una mezz'ora prima sempre a Jabilia ancora una volta le ambulanze della mezzaluna rossa sotto attacco. Eva e Alberto, miei compagni dell'ISM, erano sull'ambulanza, e hanno videodocumentato l'accaduto, passando poi i video e le foto ai maggiori media. Hanno gambizzato Hassan, fresco di lutto per la morte del suo amico Araf, paramedico ucciso due giorni fa mentre soccorreva dei feriti  a Gaza city. Si erano fermati a raccogliere il corpo di un moribondo agonizzante in mezza alla strada, sono stati bersagliati da una decina di colpi sparati da un cecchino israeliano. Un proiettile ha colpito alla gamba Hassan, e ridotto un colabrodo l'ambulanza.
Siamo arrivati a quota 688 vittime, 3070 i feriti, 158 i bambini uccisi, decine e decine i dispersi. Solo nella giornata di ieri si sono contati 83 morti, 80 dei quali civili. Il computo delle vittime civile israeliane, fortunatamente, è fermo a quota 4. 

Recandomi verso l'ospedale di Al Quds dove sarò di servizio sulle ambulanze tutta la notte, correndo su uno dei pochi taxi temerari che zigzagando ancora sfidano il tiro a segno delle bombe, ho visto fermi ad una angolo di una strada un gruppo di ragazzini sporchi, coi vestiti rattoppati, tali e quali i nostri sciuscià del dopoguerra italiano, che con delle fionde lanciavano pietre verso il cielo, in direzione di un nemico lontanissimo e inavvicinabile che si fa gioco delle loro vite. La metafora impazzita che fotografa l'assurdità di questa di tempi e di questi luoghi.

Restiamo umani.

Vik

 
 
 

Post N° 100

Post n°100 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da marea14
 

Vita, terra e libertà per il popolo palestinese


Vita, terra e libertà per il popolo palestinese è stata la richiesta che ha unificato i cortei che, sabato 3 gennaio, hanno protestato contro il massacro di Gaza in 15 città italiane tra cui Roma, Milano, Torino, Vicenza, Imperia, Bologna, Parma, Pisa, Bari.
Contemporaneamente altre manifestazioni si sono svolte a Londra, Glasgow, Manchester, Hull, Portsmouth, Parigi, Berlino, Dusseldorf, Atene, Salonicco, Madrid, Amsterdam, Washington, Kabul, etc.

In un messaggio ad un’associazione palestinese, lo scrittore israeliano Yitzhak Laor, che nel 1972 è stato arrestato per essersi rifiutato di combattere contro i palestinesi, ha dichiarato:
Sono Israeliano. Mi vergogno. Siamo quelle migliaia di israeliani che i media occidentali ignorano. Stasera, a Tel Aviv pensiamo anche a voi, e alle vittime innocenti della criminalità Israeliana.

 
Negli ultimi otto anni, secondo una ricerca condotta dai Comitati per il lavoro sanitario, i militari israeliani hanno ucciso 5.389 palestinesi tra Cisgiordania, Striscia di Gaza, Gerusalemme e Israele:
4.200 uomini
995 bambini
194 donne

… ed un bambino palestinese è stato, ieri sera, la prima vittima dei carri armati israeliani entrati nella striscia di Gaza …

L’offensiva di terra avanza ed i morti sono destinati ad aumentare … non c’è più tempo da perdere, bisogna fermare il massacro di Gaza!
E mentre i potenti della terra sembrano diventati impotenti, si moltiplicano le iniziative per evitare lo sterminio del popolo palestinese: voci che urlano ad un mondo di sordi … voci ignorate dai media …
Domenica 4 gennaio:
- a Rovigo, alle ore 16, ci sarà un presidio in Piazza Vittorio Emanuele
- a Pordenone, alle ore 16, ci sarà un sit-in itinerante da Piazza Maestri del Lavoro

Inoltre:
- l
unedì 5 gennaio a Fasano, alle ore 18.30, ci sarà un’assemblea pubblica presso Palazzo Pezzolla
- lunedì 5 gennaio a Cosenza, alle ore 17, ci sarà un presidio in Piazza 11 Settembre
- lunedì 5 gennaio a Massa, alle ore 17, ci sarà un presidio presso l'atrio del Comune di Massa
- lunedì 5 gennaio a Genova, alle ore 17.30, ci sarà un presidio in Piazza De Ferrari
- lunedì 6 gennaio ad Ancona, alle ore 18, ci sarà un presidio in Piazza Roma
- venerdì 9 gennaio a Bussoleno, alle ore 21, ci sarà un incontro-dibattito presso la sala consiliare del Comune
- sabato 10 gennaio a Cagliari, alle ore 16, ci sarà una manifestazione in Piazza Costituzione

- sabato 10 gennaio a Roma, alle ore 15,30, ci sarà un dibattito in Via Squarcialupo n. 58
- sabato 17 gennaio a Roma, MANIFESTAZIONE NAZIONALE


Coloro i quali sono contrari all’occupazione e all’oppressione, che non provocano altro che morte, dovrebbero incalzare i militari israeliani dicendo: “Rifiutate di prestare servizio nei territori occupati, se non volete che i vostri superiori vi trasformino in assassini”.
(Yeshayahu Leibovitz
13 maggio 1982)

__________________________
Nel mondo sono, al momento, previste iniziative pubbliche e manifestazioni nelle seguenti città:

domenica 4 gennaio:
Anaheim (California), San Diego, San José, Santa Clara, New Haven (Connecticut), Miami (Florida), Chicago, St Louis, Albuquerque (New Mexico), Portland (Oregon), Montreal (Canada), Lisbona, Londra, Ginevra, Malta, Oslo, Rabat, Beirut

lunedì 5 gennaio:
San Diego, Columbus (Ohio), Oklahoma City, Londra, Lisbona

giovedì 8 gennaio:
Lisbona, Londra

sabato 10 gennaio:
Little Rock (Arkansas), Los Angeles, San Francisco, New Haven (Connecticut), Londra (manifestazione nazionale), Washinghton (manifestazione nazionale con comizio davanti la Casa Bianca)

Inoltre a Parigi: mobilitazione presso la Fontaine des Innocents (Châtelet-les Halles) tutti i giorni, dalle ore 17 alle ore 22, fino alla fine della guerra.

_____________________________________

ULTIME DA GAZA:
Leggi QUI

 
 
 

Post N° 99

Post n°99 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da marea14
 

Mi associo



Io ne avrei tante da lanciare ...

Vorrei sapere in quale carcere è detenuto Muntadar al-Zaidi che nel frattempo è stato, molto democraticamente, pestato a sangue e sembra che abbia riportato – sempre molto democraticamente – fratture alle mani, al costato, a un occhio e un'emorragia interna.

 
 
 

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