Creato da bal_zac il 21/10/2011

FUORI SERIE

Pensieri non convenzionali, forse

 

 

Zac_storiella

Post n°21 pubblicato il 16 Gennaio 2012 da bal_zac
 

Un tizio, un giorno in cui la coscienza gli sembrò in sovrappeso, decise di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità.
Date le premesse e dato il tizio, tutti si aspettavano che la cosa sarebbe andata molto per le lunghe e sarebbe stata oltremodo interessante.
Invece fu questione di un minuto e quarantasei secondi.
In seguito, agli ascoltatori un po' delusi, dichiarò che in circolazione, di verità, di questi tempi, ce n'era mica rimasta tanta.

 
 
 

Carissimi onorevoli

cari _norevoli

Sugli stipendi dei parlamentari è guerra aperta e dalle viscere del Paese sale sempre più forte la voce della protesta. Sui numeri c'è confusione. Nemmeno i media riescono a districare la matassa delle infinite voci che compongono la busta paga dei nostri onorevoli e non è l'ostruzionismo e la difesa a oltranza condotta dagli stessi parlamentari ad aiutare. Paradossalmente, la cigliegina sulla torta della confusione ce la regala la commissione Giovannini (Istat) incaricata di fare il punto della situazione. Nemmeno gli esperti dei numeri sono riusciti a fare luce sul mistero, anzi hanno chiesto più tempo. Senza entrare nel merito delle cifre esatte una cosa è certa: avere un seggio in parlamento è come vincere al lotto. 

In attesa della conclusione dell'inchiesta i media ci bombardano con dati, cifre mentre noi cittadini perdiamo di vista il vero nocciolo della questione: i costi della politica. Siamo come gli ingenui (per non dire peggio) che guardano il dito invece della luna. Personalmente non mi scandalizza se il parlamentare italiano prende una busta paga generosa. Mi irrita invece profondamente la sua ipocrisia sul tema, questo nascondersi dietro tecnicismi formali e la tendenza che ha a farci credere che, a conti fatti, stipendio e benefit non sono poi così speciali e diversi da quelli che offre il mercato. Giustizia e decenza vorrebbero che in un periodo di vacche magre i sacrifici fossero ripartiti tra tutti, politici compresi. A maggior ragione quando sono stati loro a chiederli (si fa per dire) agli italiani. 

Generalmente quando si parla di abbattere i costi della politica si pensa alla remunerazione di coloro che la praticano a tempo pieno. In realtà quei costi possono suscitare indignazione ma sono irrilevanti se paragonati ai costi, quelli veri, quelli che dissanguano i portafogli oltre che il morale della cittadinanza. Questi vanno cercati nella palude grigia del gestire la cosa pubblica, in quella terra dove fioriscono enti inutili, burocrazie varie, società miste e quelle infinite e spesso sconosciute voci di spesa che nessuno (di loro) vorrebbe divulgare. 

 
 
 

2012

Post n°19 pubblicato il 01 Gennaio 2012 da bal_zac

TNAGAUTIEFACELIEANUOVNONOUOI!

A causa della crisi economica, ho preso gli auguri all'IKEA. Tocca dunque a te montarli... quando avrai tempo.

 
 
 

Panettone blues

Post n°18 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da bal_zac
 

Passero

Non riconosco più il mio Natale. Da festa intima è diventato una kermesse rumorosa. La lucina persa nella landa desolata è oggi un proiettore sul palcoscenico di un concerto rock. 
Nemmeno tanti anni fa si faceva festa con un pane, appena impreziosito da una manciata di uvette e canditi, trattenuto nel suo crescere e gonfiarsi, da una cartina marroncina trapuntata di stelle. Si chiama panettone, ma rimane un pane. Anche se notevolmente migliorato.
E' bello quando lo si può sbecuzzare una volta l'anno. Quel dolce però non è più lo stesso, gli hanno cambiato la forma, facendolo diventare campana o tronchetto, mandorlandolo, ricoprendolo di cioccolato, farcendolo. Non è più quello di un tempo. Così le prelibate briciole che riuscivo a becchettare sui davanzali, quando venivano scosse le tovaglie delle Feste, sono diventate pericolose scorie. Il panettone farcito mi dà acidità. Ciop, ... scusate!

 
 
 

Non toccatemi Giannino

Post n°17 pubblicato il 17 Dicembre 2011 da bal_zac
 

Oscar Giannino

Chi di voi si reca al lavoro sprizzando gioia da tutti i pori? Non vedo nessuna mano alzata. Nemmeno la mia. Eppure non posso dire che il mio lavoro non mi piaccia, anzi, mi reputo tutto sommato fortunato. Ma il rituale di dover prendere la macchina, immettermi nel traffico, con il sonno che ancora mi insegue, mi deprime, e non posso fare a meno di pensare alle parole di una canzone di De Andrè:"Per strada tante facce non hanno un bel colore...". A pensarci bene la mia non deve essere molto diversa da quelle che vedo intorno a me. E allora accendo la radio e ascolto "Nove in punto, la versione di Oscar" ed è apocalisse. Now! Con la musica dei Doors e l'atmosfera ipnotica di "The End". Mancano solo gli elicotteri del film di Coppola e il quadro è completo.

"Ed eccoci qua - spara la sua mitraglia, Giannino - a persistere con le note di The End. So che molti imprenditori mi mandano a dire... 'ma devi un po' smetterla con questo atteggiamento perché sembra che noi vogliamo diffondere un'atmosfera di panico di sfiducia, di depressione'... Non è vero, non è così cari amici - prosegue Giannino - non è così. Noi vogliamo semplicemente contribuire a diffondere la consapevolezza del rischio in cui il nostro Paese, come potenziale detonatore dell'euro, e oramai l'intera euro area, si sono posti. Per la miopia, la deliberata cecità, la tendenza alla menzogna  e la propensione all'ignoranza di chi, in questi anni, ha condotto il nostro Paese". Zac! La lama della ghigliottina è caduta: è iniziata la mia giornata di lavoro.

 

 
 
 

Zac_shopping

Post n°16 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da bal_zac
 

Shopping

C'è chi ama fare shopping e chi no. Io appartengo alla seconda categoria. Con buona pace dei miei amici che adorano sfarfalleggiare da una vetrina a una cabina di prova. Sono così esperti nell'arte dello shopping che riescono a provarsi una giacca o un maglione solo con lo sguardo. Buttano un occhio esperto e in mezzo minuto, sanno già tutto sulla lunghezza delle maniche, il girovita, la circonferenza del collo e mille altri trucchi che umilierebbero un sarto, fino a farlo sembrare poco più di un dilettante volenteroso. Per loro, la prova del vestito è solo un dettaglio nella liturgia degli acquisti, non risponde a un'esigenza funzionale. Che invidia!

Io ci metto vent'anni a scegliere un maglione e solo all'idea di doverlo provare ne passano altri dieci. E se dopo sei lustri passo all'azione e ne provo uno, è solo per scoprire con disappunto che si è trasformato in un sacco informe o in una camicia di forza che tarpa le ali ad ogni mio movimento. A volte però, la fortuna mi sorride e trovo subito la taglia giusta. Ma il mio calvario non finisce per questo. In quei casi raggiungo livelli di resistenza tali da pronunciare frasi del tipo "Quel colore non mi dona!", "Troppo ruvida quella lana" o nei casi più estremi "Quella commessa mi sta sulle palle".  Giovanna, mia carissima amica e personal shopper da sempre, nonché futura santa, sa benissimo come comportarsi in questo via crucis colorato. Si innervosisce, conta fino a dieci e non insiste più di tanto. Sa per esperienza che rischiamo l'incidente diplomatico. L'avrete capito il mio contributo alla crisi l'ho già dato (nel senso che ne sono un po' la causa).
Se vedete un tizio girare per le vie di Milano con gli stessi vestiti di due anni fa, andategli incontro e salutatelo con trasporto. Forse quello sono io.

 
 
 

Zac_pensiero

Post n°15 pubblicato il 10 Dicembre 2011 da bal_zac
 

Ieri sera facevo un po' di raccolta differenziata dei miei pensieri.
Nel reparto dell'umido ne ho trovato uno, vagamente indecente.
Ho tentato di riciclarlo ma era un pensiero superfluo.
Ne ho partorito uno nuovo ma non è venuto bene.
Non era sera.

 
 
 

Quando il gioco si fa duro...

Post n°14 pubblicato il 06 Dicembre 2011 da bal_zac
 

Monti team

L'atmosfera è quella delle grandi occasioni et pour cause: il presidente del Consiglio Monti presenta alla stampa la manovra finanziaria. Come sempre quando il Professore si esprime il tono è quello che abbiamo già avuto modo di conoscere: niente iperboli populiste, niente sorrisi ammiccanti, niente sogni da vendere. Solo sobrietà, serietà e dosi massicce di pesante realtà. Da rimanerne schiacciati. Ma non esiste un modo indolore per dire ciò che, si sa, non piacerà. Tanto vale dirlo e basta. E così è stato. Monti e la sua squadra di ministri hanno sciorinato uno per uno i punti salienti di un programma di risanamento tutto lacrime e sangue. Non starò qui a enumerarli, giornali e tg ne hanno già parlato ampiamente.

Non so se il programma porterà i frutti sperati o se dopo la luna di miele (già tendente al fiele, stando alle reazioni che sento intorno a me) saremo costretti a ordinare una pizza "solo Mare". Lo vedremo presto. Rimane il fatto che per la prima volta nel nostro Paese si è cambiato registro. Basta pagliacciate pour épater la galerie, finite le dieci dichiarazioni seguite dalle cento smentite. La squadra del governo sembra compatta e coesa. Bene. Basteranno le nuove misure? Riusciranno a farci uscire dalla crisi senza ridurci in braghe di tela? Sperem, come si dice dalle mie parti. 

 
 
 

Pensioni

Post n°13 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da bal_zac
 


E' il momento dei sacrifici estremi: e se andassimo in pensione un anno dopo essere defunti?
(Per cautelarsi dai casi di morte apparente).

 
 
 

Caro amico ti scrivo

Post n°12 pubblicato il 29 Novembre 2011 da bal_zac
 

Caro amico ti scrivo

Una lettera. Una vera lettera. Chi si ricorda ancora di quel lento e oggi anacronistico modo di comunicare? A farmelo tornare in mente prepotentemente è Vatel, un film con Gérard Depardieu, che ho rivisto recentemente. C'è una scena dove una delle protagoniste riceve una lettera: non c'è bisogno della voce fuori campo per capirne il contenuto, glielo si legge in faccia. 

Chi di voi ricorda quei fogli di gioia (o di tristezza) che avevano percorso lo stesso lungo cammino che ci separava dal mittente? La si aspettava con ansia e impazienza. A volte ci piombava addosso di sorpresa. "Scendo a vedere se c'è posta" era la frase di rito e poi si tornava in casa con la lettera in mano, l'occhio vispo e il cuore in tumulto, fissandola, girandola e rigirandola. Come se quei semplici movimenti avessero il dono di regalarci un'anticipazione del prezioso o terribile contenuto. Quanta nostalgia per quei momenti...

Alla gioia di riceverla si aggiungeva quella della lettura. Durante la prima lettura sì scivolava sulle righe, alla ricerca di ciò che volevamo leggere o sentirci dire. Aneddoti, piccole novità di vita quotidiana o magari quelle parole che pronunciano gli innamorati in tutte le latitudini. Inoltre, il piacere della lettera non si esauriva alla prima lettura. Sì ripiegava con cura quel foglio di carta e lo sì riponeva in un luogo sicuro. La tasca interna di una giacca, il cassetto di una scrivania, le pagine di un quaderno oppure ancora direttamente nel luogo che ci è prosaicamente più vicino: il portafoglio. E quando la solitudine o la nostalgia diventavano insopporabili ci appartavamo in quell'angolo di cellulosa e inchiostro ad assaporare la tenerezza del ricordo.

 
 
 

Paradosso

Post n°11 pubblicato il 27 Novembre 2011 da bal_zac
 

Milioni di persone desidererebbero non invecchiare mai ed essere immortali: e poi non sanno cosa caspita fare la domenica pomeriggio se piove.

 
 
 

Se si nasce trota non si pensa da salmone

Post n°10 pubblicato il 25 Novembre 2011 da bal_zac
 

Una trota che diventa salmone? In casi eccezionali può succedere. La letteratura scientifica cita 7 casi negli ultimi vent'anni. Da segnalare che la mutazione genetica in questione, nonostante un miglioramento complessivo del fenotipo, presenta un quadro cognitivo e comportamentale deplorevoli, riproponendo in forma ritualistica la triste e nota ottusità della specie originale*.

* Per una miglior comprensione leggere il post "I had a dream"

 
 
 

Twittermania

Post n°9 pubblicato il 24 Novembre 2011 da bal_zac
 

Cinguettare a perdifiato senza che ti si secchi la lingua: questo è Twitter. Veloce, simpatico e leggero. Come una canzone di Charles Trenet. Certo, non mancano i difetti. Se cinguetti a gola spiegata rischi di non poter fare nient'altro. All'inizio le domande brulicano:  come si fa a cinguettare con qualcuno? Si deve corteggiare il suo ego? A che altezza devo volare per cinguettare senza perdere il controllo? E infine, se ti capita di incontrare una persona interessante, sai già che è un continuo mordi e fuggi... e ti resta la fame... Tutto questo è verissimo. Eppure il mio lemma per il momento è uno solo: dai, twitta che ti passa. CIP...!

 
 
 

Moretti 3.0

Post n°8 pubblicato il 23 Novembre 2011 da bal_zac
 

Mi si nota di più se scrivo un post e me ne sto in disparte o se non scrivo per niente?

 
 
 

EX

Post n°7 pubblicato il 22 Novembre 2011 da bal_zac
 

Un tempo sono stato un re.
Ma un giorno, mentre attraversavo a piedi un incrocio nell'ora di punta, zigzagando pericolosamente tra il claxonare dei suv in lamiera cromata, mi cadde la corona a terra. In quel momento mi parve più opportuno lasciarla lì, la nobile icona, a rotolarsi e schiacciarsi tra un Goodyear e un Bridgestone impazziti, piuttosto che spappolarmi la testa o le gambe. "Che vigliacco" mi son sibilato nel supremo momento della rinuncia.
Ma poi si rivelò una fortuna: potevo mescolarmi, finalmente, al fiume dell'umanità vera, sputare per terra, amare e odiare senza regole, ingiuriare, commettere atti impuri o sublimi solo per me stesso.
Ricordo che  ho esclamato "Eccomi, fratelli, sono arrivato!".

 

 

 
 
 

I had a dream

Post n°6 pubblicato il 19 Novembre 2011 da bal_zac
 

Umberto Bossi

Stanotte ho avuto un incubo, di quelli che ti lasciano una sottile inquietudine anche dopo il risveglio. Nel mio sogno Umberto Bossi parlava inglese. Fluently. Roba da matti. Il re della Padania, il tribuno della plebe duro e puro, il padre del Celodurismo che più DOCG non ce n'è, si esprimeva nella lingua di Shakespeare. Non ti dico lo sgomento. Ero sconcertato e la folla intorno a me lo osservava in silenzio, tra lo stupito e l'incredulo. Se fossi stato un credente avrei gridato al miracolo. Il leader del Carroccio poliglotta: che scoop!

Lo spettacolo a Pontida era surreale. Niente più grugniti animaleschi o rutti padani, niente dito medio alzato urbi et orbi o gesto dell'ombrello di cipputesca memoria. Solo un elegante ed eufonico inglese perfetto (Cambridge od Oxford, non saprei dirlo). Persino Tremonti strabuzzava gli occhi e faceva fatica a seguire le acrobazie di pensiero del suo caro amico. Elegantemente vestito (Bossi, non Tremonti) sembrava il candidato ideale per dirigere qualche organizzazione internazionale. A fargli da assistente c'era il "Salmone". Probabilmente la straordinaria metamorfosi migliorativa subita dal padre aveva toccato miracolosamente anche il figlio. Purtroppo solo di striscio. Tranquilli tutti, è soltanto un sogno.

 
 
 

Ciclosofia

Post n°5 pubblicato il 17 Novembre 2011 da bal_zac
 

Dall'alto della bicicletta, il mondo è diverso. Innanzi tutto, proprio grazie all'innalzamento del punto di vista. Il ciclista è indiscutibilmente fuori dalla mischia. Busto eretto, mento in alto, il ciclista fluttua al di sopra della moltitudine, senza disprezzo, ma senza nemmeno curarsi delle desolanti contingenze della terraferma.

Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia, 2000


...E poi vuoi mettere: in bici sono più alto dei SUV!

 
 
 

Censimento

Post n°4 pubblicato il 16 Novembre 2011 da bal_zac
 

Oggi ho compilato il censimento.
Arrivato alla voce "professione" ho avuto la tentazione di scrivere "tronista". Poi mi è sembrato eccessivamente frivolo ed ho optato per "cardinale".
Alla fine, visto che ho aperto un blog, ho deciso di tirarmela di brutto ed ho scritto "giornalista".

Che bastardo che sono.

 
 
 
 

Traguardi

Post n°3 pubblicato il 13 Novembre 2011 da bal_zac
 

Da piccolo volevo fare lo scienziato.
Il mio compagno di banco voleva fare l’elettricista.
Lui ce l’ha fatta.

 

 
 
 

Nostoi - Ritorni

Post n°2 pubblicato il 11 Novembre 2011 da bal_zac
 

I Nostoi (i ritorni) raccontano il ritorno a casa degli eroi greci dopo la fine della guerra di Troia. Molto probabilmente la loro stesura è avvenuta  tra il VII° ed il VI° secolo a.C.
L'ultimo eroe greco a tornare a casa fu Odisseo: la sua avventura è raccontata nell'Odissea, un nostos attribuito ad Omero.

Cambia la tecnologia del racconto e della cronaca, cambiano gli strumenti: 2600 anni dopo le guerre ci sono ancora, gli eroi scarseggiano, i ritorni, però, sono ugualmente emozionanti...

I "Ritorni" da una missione - USA, 2009 

Da una guerra, o anche da una cosiddetta "missione di pace" si torna diversi, segnati, con la percezione modificata dei valori dell'esistenza; ecco perchè certi abbracci hanno un sapore ed un'intensità diversa: sono un arcobaleno dopo la tempesta, il riappropriarsi degli affetti con la consapevolezza del pericolo della perdita, la concretezza consolatoria della fisicità delle persone che amiamo.

La guerra è sempre fonte di drammatici interrogativi: esiste una guerra giusta?
Nel video non ci sono risposte anche se il soldato, agli occhi di un bambino, appare sempre come un eroe, anche quando la guerra è sbagliata. Gli attuali Nostoi mettono a tacere ogni cosa, leniscono però la sofferenza e ricordano a tutti la fortuna di poter stare vicino a chi si ama.

 

 
 
 

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