Creato da silvia.to il 31/03/2007
BLOG INTELLIGENTE PER PERSONE INTELLIGENTI

SEGUI L'ONDA

 

il rap di enea

"C'HO UN'IDEA"
 

il giardino di mia madre

 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 97
 

Ultime visite al Blog

sapnamathurStevieRayVaughnALMOBACHIgorki93albireo52quandofinisceunamoreyngwie.1971cassetta2milanicinzia1975don.francobLadridicinemasurfinia60geograficsmariomancino.mvespike
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

pub

 
 
 
 

 

« ASTRONAVE MAYADOV'E' DIO? »

MA CHI E'?

Post n°393 pubblicato il 17 Novembre 2007 da silvia.to
Foto di silvia.to

Brava Selene

Selene, da un'italiana un'idea vincente
Ecco Yac, formazione e dialogo via internet


Ha avuto riconoscimenti dall'Onu, ha parlato al Congresso degli Stati Uniti
"E' paradossale, ma solo qui in Italia, quasi nessuno se n'è occupato"






BSelene, da un'italiana un'idea vincentebrEcco Yac, formazione e dialogo via internet/B






ROMA

- Mettere in contatto i giovani che hanno idee e voglia di fare, creare

fra loro un ponte e fornire gratuitamente, online, strumenti e

conoscenze per poterle realizzare. E' questa l'anima di "Youth Action

for Change", la prima organizzazione a livello mondiale - unica in

Italia - per giovani e gestita da giovani, che fa formazione, in rete,

in campi diversi: dai diritti umani allo sviluppo sostenibile, dalla

partecipazione giovanile ad altro ancora. Il programma globale è

offerto interamente via web, con corsi, dialoghi con esperti, campagne

specifiche e networking. A idearlo è stata una italiana, Selene Biffi,

che per il suo progetto quest'anno è stata premiata dal Consiglio

d'Europa con il World Aware Education Award. Oggi la sua creatura

raggiunge giovani in 120 diversi paesi, il 95 per cento in via di

sviluppo, ha
ricevuto

riconoscimenti importanti. All'estero se ne parla molto, ma in Italia

molto meno.
"L'idea mi è venuta un paio d'anni fa, quando ho partecipato in

rappresentanza dell'Italia all'International Youth Parliament, una

riunione che si tiene ogni due, tre anni e che mette insieme centinaia

di giovani che lavorano nel sociale" racconta Selene al
telefono da casa.

Venticinque anni, una laurea alla Bocconi, vive in Brianza con i

genitori, anche se è un po' difficile pensare a lei come una

"bambocciona".
Viaggia molto, è impegnata nel volontariato da sempre, ma da mamma e

papà ha imparato molto. Anche loro a casa ci stanno pochino: sono

spesso in India per il loro progetto, una scuola e un ospedale che

hanno creato a Varanasi, la città sacra.




 






Da Mezzago, in provincia di Milano, l'intuizione di Selene ha fatto il

giro del mondo, è stata copiata negli Stati Uniti e ha ricevuto

riconoscimenti dall'Oxfam e dall'Unicef solo per citarne alcuni.

"Eppure la cosa più difficile, paradossalmente, è farla conoscere qui

da noi", ammette.
Il progetto YAC è nato toccando con mano le esigenze dei suoi colleghi

al parlamento giovanile. "C'erano 350 ragazzi da tutto il mondo con

problemi specifici e si cercavano strumenti concreti per insieme

risorse. Da qui ho pensato di fare formazione online, perché è il modo

migliore: crea un punto in cui tutti possono connettersi, superando

fusi orari e barriere pratiche".
"Siamo i primi ad aver pensato a fornire moduli di formazione peer-

to-peer, in questo caso da giovani a giovani, dai 15 ai 29 anni"

racconta veloce, ed è difficile fermarla quando ti spiega quello che

sono riusciti a fare. "Abbiamo 14-15 corsi tenuti da ragazzi, cui si

affiancano lecture di adulti, esperti del campo. Dall'economia

all'aiuto allo sviluppo, dalla salute
pubblica al rispetto

per l'ambiente". Il sito conta 1200 membri, in cinque continenti.
La vostra filosofia è che la formazione si debba tradurre in un'azione concreta sul territorio. Funziona?
"I nostri programmi hanno ispirato in Pakistan l'approvazione di una

nuova politica giovanile regionale, in Kenya una campagna nazionale

sull'Hiv condotta tutta in bicicletta. Nelle Filippine un programma per

educare gli attivisti ad utilizzare la videocamera per documentare gli

abusi nelle comunità indigene. E operiamo senza budget né supporto
finanziario, sul

lavoro volontario dei giovani".
Chi ha creduto in voi ?
"Soprattutto noi stessi ma non è stato facile. La prima docente è stata

una ragazza dal Perù che ha parlato di sviluppo sostenibile. Poi le

cose sono cambiate: si sono aggiunti professionisti dell'Onu, di grandi

ong, ex direttori, ex ambasciatori. La Nokia lo scorso anno ci ha

premiato con un riconoscimento riservato a 20 imprese sociali

giovanili: noi siamo stati gli unici italiani e unici europei a

vincerlo nel 2006. Siamo andati a Washington, abbiamo anche parlato al
Congresso. Ora

facciamo corsi anche per le Nazioni Unite, ma qui bussiamo a molte

porte senza ricevere risposta". Eppure

lei ha ricevuto molti riconoscimenti: quest'anno il Consiglio Europeo,

ma è stata anche inserita dalle Nazioni Unite fra le giovani donne che

ispirano il cambiamento, combattendo per il futuro. E' possibile che da

noi non se ne sappia quasi nulla?

"Quest'anno sono stata invitata ad Urbino al forum per le politiche

giovanili. Collaboro con l'Aegee, che è il forum studentesco europeo,

con la Fao e ho altri impegni, ma non sono molti quelli che si

interessano a quello che facciamo qui".
Quali sono i vostri progetti futuri?
"Sono stata eletta e da agosto mi occupo di coordinare il "Major Group

on Children and Youth" presso la Commissione Onu per lo sviluppo

sostenibile, con l'intento di aumentare la visibilità e partecipazione

dei giovani in commissione a cominciare da quest'anno. Sarebbe bello

coinvolgere ragazzi italiani perché ci manca una presenza a livello

internazionale. E vorrei far crescere ancora il sito, che ora è solo in

inglese, per offrire formazione anche in francese e spagnolo. Stiamo

poi cercando il modo di avere più visibilità per far vedere che al di

là delle grosse ong anche il singolo individuo può far

qualcosa per cambiare quello che non va. Siamo stati l'unica

organizzazione italiana presente nel World Development Report 2007

della Banca Mondiale. Sarebbe bello se qualcuno se ne accorgesse".

NATURALMENTE NELLE NOSTRE TELEVISIONI ABBIAMO BEN ALTRO DI CUI OCCUPARSI, GUAI A DARE DEI BUONI ESEMPI AI NOSTRI GIOVANI, DOVESSERO FARGLI MALE.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963