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« ASTRONAVE MAYA | DOV'E' DIO? » |
MA CHI E'?
Post n°393 pubblicato il 17 Novembre 2007 da silvia.to
Brava Selene
Selene, da un'italiana un'idea vincente
Ecco Yac, formazione e dialogo via internet
Ha avuto riconoscimenti dall'Onu, ha parlato al Congresso degli Stati Uniti
"E' paradossale, ma solo qui in Italia, quasi nessuno se n'è occupato"
ROMA
- Mettere in contatto i giovani che hanno idee e voglia di fare, creare
fra loro un ponte e fornire gratuitamente, online, strumenti e
conoscenze per poterle realizzare. E' questa l'anima di "Youth Action
for Change", la prima organizzazione a livello mondiale - unica in
Italia - per giovani e gestita da giovani, che fa formazione, in rete,
in campi diversi: dai diritti umani allo sviluppo sostenibile, dalla
partecipazione giovanile ad altro ancora. Il programma globale è
offerto interamente via web, con corsi, dialoghi con esperti, campagne
specifiche e networking. A idearlo è stata una italiana, Selene Biffi,
che per il suo progetto quest'anno è stata premiata dal Consiglio
d'Europa con il World Aware Education Award. Oggi la sua creatura
raggiunge giovani in 120 diversi paesi, il 95 per cento in via di
sviluppo, ha
ricevuto
riconoscimenti importanti. All'estero se ne parla molto, ma in Italia
molto meno.
"L'idea mi è venuta un paio d'anni fa, quando ho partecipato in
rappresentanza dell'Italia all'International Youth Parliament, una
riunione che si tiene ogni due, tre anni e che mette insieme centinaia
di giovani che lavorano nel sociale" racconta Selene al
telefono da casa.
Venticinque anni, una laurea alla Bocconi, vive in Brianza con i
genitori, anche se è un po' difficile pensare a lei come una
"bambocciona".
Viaggia molto, è impegnata nel volontariato da sempre, ma da mamma e
papà ha imparato molto. Anche loro a casa ci stanno pochino: sono
spesso in India per il loro progetto, una scuola e un ospedale che
hanno creato a Varanasi, la città sacra.
Da Mezzago, in provincia di Milano, l'intuizione di Selene ha fatto il
giro del mondo, è stata copiata negli Stati Uniti e ha ricevuto
riconoscimenti dall'Oxfam e dall'Unicef solo per citarne alcuni.
"Eppure la cosa più difficile, paradossalmente, è farla conoscere qui
da noi", ammette.
Il progetto YAC è nato toccando con mano le esigenze dei suoi colleghi
al parlamento giovanile. "C'erano 350 ragazzi da tutto il mondo con
problemi specifici e si cercavano strumenti concreti per insieme
risorse. Da qui ho pensato di fare formazione online, perché è il modo
migliore: crea un punto in cui tutti possono connettersi, superando
fusi orari e barriere pratiche".
"Siamo i primi ad aver pensato a fornire moduli di formazione peer-
to-peer, in questo caso da giovani a giovani, dai 15 ai 29 anni"
racconta veloce, ed è difficile fermarla quando ti spiega quello che
sono riusciti a fare. "Abbiamo 14-15 corsi tenuti da ragazzi, cui si
affiancano lecture di adulti, esperti del campo. Dall'economia
all'aiuto allo sviluppo, dalla salute
pubblica al rispetto
per l'ambiente". Il sito conta 1200 membri, in cinque continenti.
La vostra filosofia è che la formazione si debba tradurre in un'azione concreta sul territorio. Funziona?
"I nostri programmi hanno ispirato in Pakistan l'approvazione di una
nuova politica giovanile regionale, in Kenya una campagna nazionale
sull'Hiv condotta tutta in bicicletta. Nelle Filippine un programma per
educare gli attivisti ad utilizzare la videocamera per documentare gli
abusi nelle comunità indigene. E operiamo senza budget né supporto
finanziario, sul
lavoro volontario dei giovani".
Chi ha creduto in voi ?
"Soprattutto noi stessi ma non è stato facile. La prima docente è stata
una ragazza dal Perù che ha parlato di sviluppo sostenibile. Poi le
cose sono cambiate: si sono aggiunti professionisti dell'Onu, di grandi
ong, ex direttori, ex ambasciatori. La Nokia lo scorso anno ci ha
premiato con un riconoscimento riservato a 20 imprese sociali
giovanili: noi siamo stati gli unici italiani e unici europei a
vincerlo nel 2006. Siamo andati a Washington, abbiamo anche parlato al
Congresso. Ora
facciamo corsi anche per le Nazioni Unite, ma qui bussiamo a molte
porte senza ricevere risposta". Eppure
lei ha ricevuto molti riconoscimenti: quest'anno il Consiglio Europeo,
ma è stata anche inserita dalle Nazioni Unite fra le giovani donne che
ispirano il cambiamento, combattendo per il futuro. E' possibile che da
noi non se ne sappia quasi nulla?
"Quest'anno sono stata invitata ad Urbino al forum per le politiche
giovanili. Collaboro con l'Aegee, che è il forum studentesco europeo,
con la Fao e ho altri impegni, ma non sono molti quelli che si
interessano a quello che facciamo qui".
Quali sono i vostri progetti futuri?
"Sono stata eletta e da agosto mi occupo di coordinare il "Major Group
on Children and Youth" presso la Commissione Onu per lo sviluppo
sostenibile, con l'intento di aumentare la visibilità e partecipazione
dei giovani in commissione a cominciare da quest'anno. Sarebbe bello
coinvolgere ragazzi italiani perché ci manca una presenza a livello
internazionale. E vorrei far crescere ancora il sito, che ora è solo in
inglese, per offrire formazione anche in francese e spagnolo. Stiamo
poi cercando il modo di avere più visibilità per far vedere che al di
là delle grosse ong anche il singolo individuo può far
qualcosa per cambiare quello che non va. Siamo stati l'unica
organizzazione italiana presente nel World Development Report 2007
della Banca Mondiale. Sarebbe bello se qualcuno se ne accorgesse".
NATURALMENTE NELLE NOSTRE TELEVISIONI ABBIAMO BEN ALTRO DI CUI OCCUPARSI, GUAI A DARE DEI BUONI ESEMPI AI NOSTRI GIOVANI, DOVESSERO FARGLI MALE.
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