Creato da silvia.to il 31/03/2007
BLOG INTELLIGENTE PER PERSONE INTELLIGENTI

SEGUI L'ONDA

 

il rap di enea

"C'HO UN'IDEA"
 

il giardino di mia madre

 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 97
 

Ultime visite al Blog

sapnamathurStevieRayVaughnALMOBACHIgorki93albireo52quandofinisceunamoreyngwie.1971cassetta2milanicinzia1975don.francobLadridicinemasurfinia60geograficsmariomancino.mvespike
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

pub

 
 
 
 

 

« GLI STUDENTI, I NOSTRI G...OBAMA VA COME UN TRENO »

CHI VUOLE LICENZIARE

Post n°566 pubblicato il 09 Novembre 2008 da silvia.to

I GIORNALISTI DELLA SETTE?
CHI VUOLE CHIUDERE LA SETTE?
Cochise, 07 novembre 2008, 12:21


Perch� vogliono licenziare i giornalisti de La7?

Media e politica
E'
la domanda che si pone, da qualche settimana, il sindacato dei
giornalisti. E' la domanda alla quale la controparte, Telecom Italia
Media, non ha ancora dato una risposta convincente. Abbiamo chiesto ad
un collega di un'importante testata, esperto di economia (ribattezzato
Cochise come il grande capo Apache), di dare un'occhiata alla carte e
provare a ipotizzare una risposta. L'articolo qui sotto è il risultato
del suo lavoro




Perché si vogliono licenziare i 25 giornalisti de La7? E' la
domanda che da qualche settimana il sindacato dei giornalisti,
territoriale e nazionale, si sta facendo senza trovare una risposta
convincente fra quelle che la controparte, Telecom Italia Media,
propone al tavolo della trattativa. Ho chiesto a un collega di
un'importante testata, esperto di economia (che ho battezzato Cochise,
come il capo Apache), di dare un'occhiata alla carte e provare a
ipotizzare una risposta. L'articolo qui sotto è il risultato del suo
lavoro. Credo che il sindacato, la politica e tutti quelli che hanno a
cuore la sorte dei lavoratori ne debbano tenere conto.

Paolo Butturini
Consigliere segretario
Dell'Associazione Stampa Romana



La
richiesta di licenziare 25 giornalisti del Tg La7 è basata su ragioni
talmente deboli e contraddittorie da far chiedere quale sia la vera
ragione. La risposta possibile è una sola. L'amministratore delegato
Stella e il suo azionista di controllo, Franco Bernabé, hanno un
problema di immagine. Per tenere in piedi La7 - con i conti devastati
dalle gestioni precedenti - devono ottenere che Publitalia allenti la
sua morsa (La7 ha il 3 per cento degli ascolti ma molto meno del 3 per
cento della pubblicità); e devono fare sì che Telecom Italia compri
dalla sua tv quei prodotti multimediali che, per decine di milioni di
euro, la gestione Tronchetti Provera ha dirottato su altri fornitori,
tra cui la stessa Mediaset. Per legittimare le sue richieste, Stella
non può far altro che far vedere quanto è severo nella sua azione di
risanamento. Cosa c'è di meglio che offrirsi come ariete per l'attacco
frontale al lavoro giornalistico?


La procedura di licenziamento
collettivo aperta dalla Telecom Italia Media per 25 giornalisti del Tg
La7, infatti, sfida il sindacato a misurarsi con il tentativo degli
editori (in questo caso il gruppo Telecom) di imporre il
ridimensionamento degli organici redazionali su base del tutto
discrezionale, al di là di ogni motivazione economica. Da questo punto
di vista il documento con cui l'amministratore delegato di T.I., Media
Giovanni Stella e il direttore del tg Antonello Piroso hanno aperto la
procedura, è un esempio che tutti i colleghi dovrebbero studiare, tante
e tali sono le argomentazioni infondate e/o contraddittorie portate a
supporto della volontà di licenziare oltre un quarto della redazione.


Stella
e Piroso dicono in primo luogo che La7 è una tv di successo. Negli
ultimi cinque anni, anni difficili per il mercato della pubblicità
televisiva, comunque dominata dal duopolio Rai-Mediaset, i ricavi di
La7 sono cresciuti nientemeno che del 78 per cento, e questo anche
grazie al lavoro dei giornalisti che hanno legato l'immagine della rete
all'informazione di qualità, come tutti hanno constatato in questi
anni. Però, dicono, anche le perdite sono aumentate. A quanto pare
infatti i costi sono cresciuti del 50-60 per cento. Perché?
Stando
a pubbliche dichiarazioni dello stesso Stella, che però si è ben
guardato dal ribadirle nella richiesta di licenziamenti, la precedente
gestione di La7 (Tronchetti Provera-Campo Dall'Orto) ha largheggiato in
appalti esterni a società di produzione. L'impressione è che si
continui a largheggiare. La7 è una tv che si permette, mentre tenta di
licenziare 25 giornalisti per risparmiare 3 milioni di euro all'anno,
di comprare dalla società di produzione Magnolia un programma
giornalistico, Exit, che costa quanto alla Rai Annozero di Michele
Santoro, che fa ascolti da 5 a 10 volte superiori.


Certo, si
potrebbe anche ipotizzare che per guadagnare ascolti e pubblicità si
debba spendere di più per fare buona televisione. Come ha spiegato
all'ultima assemblea degli azionisti il presidente del collegio
sindacale, "è assai difficile immaginare di poter incrementare lo share
complessivo comprimendo ulteriormente i costi". Ed ecco invece che
Stella e Piroso annunciano "un'incisiva azione di riduzione dei costi",
naturalmente "senza penalizzare la qualità del canale". E naturalmente
a partire dal 2009, perché scrivono loro stessi che quest'anno, nel
primo semestre, le perdite sono cresciute di 9 milioni di euro. Motivi:
800 mila euro di minor raccolta pubblicitaria, il resto, oltre 8
milioni di euro, dovuti a "investimenti effettuati nei programmi di
intrattenimento e sport (coppa Uefa), investimenti pianificati con
l'obiettivo di conseguire un incremento del dato di audience nella
fascia pregiata del Prime Time". In realtà nel conto economico non si
conteggiano gli investimenti ma la spesa corrente: dunque, mentre
dicono di dover tagliare i costi di palinsesto, e perciò licenziare 25
giornalisti, i costi di palinsesto aumentano. Stella lo dice anche
nella semestrale 2008: "Più in dettaglio la minor redditività operativa
dell'emittente La7, oltre a risentire della riduzione dei ricavi, è da
attribuirsi ai maggiori costi del palinsesto. In particolare sono stati
sostenuti maggiori investimenti nei programmi di Intrattenimento e
Sport (Coppa Uefa)".


Il fatto è i vertici di Telecom Italia
Media nei loro documenti glissano anche su dati noti e interessanti.
Per esempio nel primo semestre 2008 i costi per acquisto di materiali e
servizi esterni (parliamo sempre di spesa corrente e non di
investimenti) sono saliti a 135 milioni di euro dai 104 del primo
semestre 2007: 31 milioni in più, con una crescita del 30 per cento.
Visto che chiedono di sacrificare 25 posti di lavoro per ottenere un
risparmio di 3 milioni di euro all'anno, chiedere notizie di quei 31
milioni è legittimo o è una minaccia alla libertà di impresa?


Alla
luce di quanto sopra, risulta singolare l'altro argomento di Stella e
Piroso per licenziare 25 giornalisti: "I programmi realizzati dalle
Testate giornalistiche di La7, come negli anni precedenti, hanno
conseguito ancora nel corso del 2007 un risultato negativo, pari a
circa 20 milioni di euro". Strano. Come nasca questo numero (20 milioni
di euro) nessuno lo vuole spiegare. Però pochi giorni prima di aprire
la procedura per i licenziamenti Stella ha scritto nella semestrale
2008: "Le "colonne" del Day Time restano l'informazione, la
divulgazione e la fiction, con un occhio di riguardo per gli eventi
sportivi (...) Gioca un ruolo fondamentale anche la testata
giornalistica di La7: il TG La7 delle 12:30 (2,6% di share) e
l'edizione della tarda sera (3,4%) di fatto pareggiano il dato del
2007; l'edizione principale del TG (h. 20:00) realizza invece il 2,0%
di share medio, ottenendo una crescita del 12% rispetto al 2007 (share
1,8%); inoltre, nel mese di giugno, il notiziario realizza il miglior
risultato degli ultimi 3 anni (2,4%). L'area dell'informazione ha
rafforzato il privilegiato rapporto con il proprio pubblico con una
maggiore presenza di Speciali TG che hanno soddisfatto le esigenze di
attualità straordinaria, come nel caso delle elezioni. Sono quasi 22 le
ore dedicate del 2008, per una share media del 3,6% (+14% rispetto al
2007)". L'informazione va dunque benissimo quando si parla al mercato
finanziario, dove mentire è peccato, ma diventa un disastro quando si
vogliono giustificare dei licenziamenti.






 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963