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UN BUCO NEL CIELO - CAP. XIX

Post n°1368 pubblicato il 06 Settembre 2012 da non.sono.io
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“Ti chiederei il perché”. Lo so, è una risposta cretina, ma eravamo a una festa! Io ero brilla, lui era bellissimo, avremo dovuto ballare, guardarci, cercarci, lui ci avrebbe dovuto provare e poi… Non funziona così? Perché mi ritrovavo coinvolta in una discussione di questo genere in una cavolo di normalissima festa? Perché nella mia vita non va mai come succede nei film? Con la coda dell’occhio vidi la smorfiosa sogghignare portandosi fintamente una mano alla bocca per nascondersi, io per tamponare l’imbarazzo mi voltai verso il tavolo e riempii di nuovo il bicchiere. 
Salvo anche lui sorrise, ma non era una risata di scherno. Tutt’altro: assunse un’espressione di stupore genuino, come avesse ascoltato qualcosa d’inatteso. “E’ una bella risposta. Nessuno me l’aveva mai posta sotto questo punto di vista”, disse all’improvviso. Ripresi e mi girai subito a guardare quella gallina che abbassò gli occhi. Non sapevo il motivo di tanta meraviglia da parte di Salvo, lo confesso. Anzi di più, non avevo nemmeno ben capito la domanda e il fatto che avessi azzeccato la risposta, anche se involontariamente, mi riempì di nuovo il serbatoio dell’autostima. Aiutata dall’alcool trovai persino la forza di rilanciare. “Bhè, però adesso sei tu che devi rispondermi. Perché mi vuoi mentire?”. Salvo mi prese lentamente il bicchiere dalle mani poi lo portò alla sua bocca. Bevve al principio un sorso di quel miscuglio sconosciuto, lo pasteggiò qualche secondo, poi fece una faccia compiaciuta e ne bevve quasi la metà. Si asciugò le labbra con la manica e mi restituì il bicchiere, mezzo vuoto. Chiaro.
- Prima di accusarmi, devi essere certa che io ti stia mentendo, non trovi?
- Non ho bisogno di prove, ho la tua confessione.
- Io non ho confessato proprio nulla.
- Hai detto: “Io sto mentendo”
- Appunto. Se è vero che sto mentendo, allora anche questa affermazione è una bugia. Quindi sto dicendo la verità.
- Però se dichiari di dire la verità è pure vero che stai mentendo…
- Esatto.
Mi ficco dentro un altra po’ di mistura alcoolica, e da quel momento recuperare i ricordi mi rimane più difficile. E’ come se qualcuno avesse spento la luce e con una torcia elettrica avesse iniziato ad illuminare la scena ogni tot di tempo. Mi sovvengono delle scene, ma non tutte collegate tra loro alle quali solo il mio intuito è capace di dare un ordine logico. Più che altro sono spezzoni di frasi, volti sconosciuti, brani musicali. Per esempio adesso non mi sovviene come finì quel dialogo. Nella sequenza successiva ci siamo solo io e lui, fuori nel balcone. E’ una notte senza nubi, ma le stelle sono poche e poco luminose. Non c’è la luna, come il copione imporrebbe. Salvo mi sta parlando. Solo parlando purtroppo.
- …Insomma lui era cretese ed è per questo che rimase famoso il suo paradosso “tutti i cretesi mentono”. Capisci? E’ proprio come prima: la verità non esiste.
- Salvo, scusami, mi hai appena detto che il movimento è un’illusione in quanto consiste solo in una sequenza di istanti statici, anche se io ti assicuro che io mi sposto… Adesso te ne esci con questa cosa che la verità non esiste, eppure siamo qui. Ti vedo, ti tocco…”. In quel momento appoggiai la mano sul suo braccio fingendo l’esempio pratico e ritirandola con uno sfioramento malizioso. Non colto.
- Leonora sei ubriaca. Non ti sto rimproverando anche io sono abbastanza allegro, ma probabilmente domani non ti ricordai nulla, e allora io non sarò più vero.  Ma anche se fossi lucidissima è quasi sicuro che, per esempio, tra qualche tempo tu ti possa scordare di me… Shhhhh….
Salvo si portò l’indice alla bocca, poi esultò per qualcosa che mi sfuggì completamente.
- Abbiamo appena creato un nuovo paradosso! Ci pensi? La prima sera insieme e già un paradosso…
- Ma che stai dicendo?
- Il paradosso siamo noi che affermiamo di essere veri ma in realtà, se domani nessuno di noi si ricorderà di questo balcone, questa scena non si sarà mai svolta. Ci troviamo in un limbo Leonora, un regno di cui siamo il re e la regina, una terra i cui confini sono formati da tutto quello che riusciremo a trattenere dentro di noi, e se non ci ricorderemo niente allora in questo momento non esistiamo… Dobbiamo approfittarne…
Io risi. Non mi venne nulla da dire, ero d’accordo con lui e l’idea di trovarmi in una dimensione irreale mi riempiva di una strana euforia.
- Huuu! Dai Salvo facciamo qualcosa di grande! Fai vedere cosa sei capace di fare per la tua regina! - dissi ridendo.
- Sì! Voliamo! Viaggiamo! Farò apparire una montagna, qui davanti a noi, e in cima ad essa un castello per la mia regina! E poi ti regalerò l’illusione d’amore di due esseri immaginari!
- No, di più, di più…
- Il mare, porterò il mare alla terra affinché rifletta la bellezza della mia regina…
- Di più, di più…
- Eliminerò per te tutta l’umanità così da rimanere soli, per sempre, come Adamo ed Eva in un paradiso terrestre tutto nostro…
A questo punto il tizio spegne la torcia elettrica e torna il buio.
Quando la riaccende io e Salvo stiamo sul letto, lui sopra a me. Poi io sopra a lui. Poi io davanti e lui dietro. Poi…
Uh! E’ già mattina.

 
 
 
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