Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

 

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la poetica della franchezza

Post n°97 pubblicato il 27 Maggio 2015 da bluaquilegia

...una poeta della gratitudine
la quale non rinuncia alla franchezza
neanche 
per un singolo brevissimo istante...

 

 

 

Sharon Olds

Indicibile - traduzione di Daniela Raimondi

Ora sono giunta a guardare l'amore
con occhi diversi, ora che non sto
più nella sua luce. Voglio chiedere
al mio quasi ex-marito come ci si sente
a non amare, ma lui non vuole parlare di questo,
vuole che alla fine di tutto ci sia placidità.
E qualche volta sento come se già
fossi assente - nella visuale
dei suoi ultimi trent'anni,
assente nella visuale dell'amore,
mi sento invisibile
come un neurone in una camera a nebbia,
seppellita
in un acceleratore di particelle lungo un miglio,
dove ogni cosa che non può essere vista
si desume da quello che è identificabile.
Dopo il trillo della sveglia
lo accarezzo, ed è come se la mia mano cantasse
insieme a lui, come se fosse
la sua pelle che canta, in tutte le estensione musicali,
tenore della vertebra più alta,
baritono, basso, contrabbasso.
Voglio chiedergli, adesso
com'era prima, quando mi amavi - cosa vedevi in me
quando mi guardavi? Quando era innamorato,
guardavo il mondo con uno sguardo che veniva da dentro
da un posto profondo,
come una tana, o un pozzo,
e da lì
alzavo gli occhi verso l'alto,
verso la luce del mezzogiorno,
e vedevo Orione
splendere - quando pensavo che lui mi amasse, quando pensavo
che noi fossimo uniti
non solo il tempo di un respiro,
ma da una continuità destinata a non finire,
dure caramelle come il femore e la pietra,
roccaforti. Lui non mostra rabbia,
né la mostro io, ma in lampi di umorismo,
ogni cosa è gentilezza e orrore. E dopo
il primo minuto, quando gli dico,
si tratta di lei,
e lui risponde, No, si tratta di te,
non parliamo più dell'altra.

 

 

Sharon Olds

Sesso senza amore

Ma come fanno quelli che fanno l'amore
senza amore?
Belli come ballerini,
scivolano l'uno sull'altro
come pattinatori
sul ghiaccio, le dita infilate
nei corpi dell'altro, le facce
rosse come bistecche,
o come vino, bagnati come
neonati appena partoriti
che le madri abbandoneranno.
Come fanno a venire fino al
venire fino al venire
fino al Dio fino alle
acque ferme, e non amare
chi è venuto là con loro,
la luce
che s'alza lenta come vapore
dalla loro pelle
congiunta?
Questi sono i veri religiosi,
i puristi, i professionisti,
quelli che non accettano un falso Messia,
che amano il prete e non Dio.
Non confondono
l'amante col proprio piacere,
come maratoneti: sono soli
con la superficie della strada,
il freddo, il vento,
la forma delle loro scarpe,
la loro salute cardiovascolare
complessiva-solo coefficienti,
come il partner
nel letto, e non la verità,
che è
il corpo singolo da solo nell'universo
a battere un record.

versi tratti da Gatti come angeli - L'eros nella poesia femminile
di lingua inglese, a cura di Loredana Magazzeni e Andrea Sirotti, Postfazione di Rita Monticelli, Milano, Medusa, 2006

 

Sharon Olds,

"I Go Back to May 1937"


Li vedo in piedi davanti ai cancelli simmetrici dei loro
[college
vedo mio padre sotto l'arco di arenaria ocra,
le piastrelle rosse che brillano
come scaglie di sangue dietro la sua testa,
vedo mia madre con pochi libri smilzi appoggiati sul
[fianco
in piedi davanti al pilastro di mattoni
col cancello in ferro battuto
ancora aperto dietro di lei
le punte di lancia nere nell'aria di Maggio,
stanno per laurearsi, stanno per sposarsi,
sono ragazzi, sono stupidi,
tutto ciò che sanno è che sono innocenti,
che non farebbero mai del male a nessuno.
Voglio andare da loro e dire
Fermi non fatelo,
lei è la donna sbagliata,
lui è l'uomo sbagliato
farete cose che mai pensereste di poter fare
farete del male ai figli
soffrirete in modo inimmaginabile
vi augurerete di morire.
Voglio andare da loro
in quella luce di fine Maggio
e dirglielo,
il bel visino di lei desideroso e vuoto che si volta verso di me, il suo bel corpo intatto che fa tenerezza,
il bel viso di lui arrogante
e cieco che si volta verso di me,
il suo bel corpo intatto che fa tenerezza,
ma non lo faccio.
Voglio vivere.
Li tiro su come il maschio e la femmina delle bambole di
[cartapesta
e li sbatto una contro l'altro per i fianchi
come schegge di selce da cui far scaturire scintille,
dico: fate quello che state per fare
e io lo racconterò.

 

 

 

 

 




















 

 

 

fuori_post olfattivo e ringhiante 


l'essenza poetica la sua scienza
percepiscono ed accentano "momento",
se ne curano lievemente
perchè possa
scorrere via.

 

 

oggi la poesia mi è
rito tribale ancestrale,
di tramandamento.
completamente inutile
ma assolutamente irrinunciabile.
l'odore di chi legge poesia
è diverso da chi non la legge.
per questo chi non legge poesia
annusa chi la legge.
e chi legge poesia annusa chi
non la legge.
l'odore di chi scrive poesia
è diverso da chi legge poesia
e da chi non legge poesia.
chi scrive poesia annusa
chi legge poesia e chi non la legge...

continuiamo ad annusarci,
branco di lupi magnifici,  
tutti.

:)))))

 

 
 
 
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