"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti
Post n°97 pubblicato il 27 Maggio 2015 da bluaquilegia
...una poeta della gratitudine la quale non rinuncia alla franchezza neanche per un singolo brevissimo istante...
Sharon Olds
Indicibile - traduzione di Daniela Raimondi
Ora sono giunta a guardare l'amore con occhi diversi, ora che non sto più nella sua luce. Voglio chiedere al mio quasi ex-marito come ci si sente a non amare, ma lui non vuole parlare di questo, vuole che alla fine di tutto ci sia placidità. E qualche volta sento come se già fossi assente - nella visuale dei suoi ultimi trent'anni, assente nella visuale dell'amore, mi sento invisibile come un neurone in una camera a nebbia, seppellita in un acceleratore di particelle lungo un miglio, dove ogni cosa che non può essere vista si desume da quello che è identificabile. Dopo il trillo della sveglia lo accarezzo, ed è come se la mia mano cantasse insieme a lui, come se fosse la sua pelle che canta, in tutte le estensione musicali, tenore della vertebra più alta, baritono, basso, contrabbasso. Voglio chiedergli, adesso com'era prima, quando mi amavi - cosa vedevi in me quando mi guardavi? Quando era innamorato, guardavo il mondo con uno sguardo che veniva da dentro da un posto profondo, come una tana, o un pozzo, e da lì alzavo gli occhi verso l'alto, verso la luce del mezzogiorno, e vedevo Orione splendere - quando pensavo che lui mi amasse, quando pensavo che noi fossimo uniti non solo il tempo di un respiro, ma da una continuità destinata a non finire, dure caramelle come il femore e la pietra, roccaforti. Lui non mostra rabbia, né la mostro io, ma in lampi di umorismo, ogni cosa è gentilezza e orrore. E dopo il primo minuto, quando gli dico, si tratta di lei, e lui risponde, No, si tratta di te, non parliamo più dell'altra.
Sharon Olds
Sesso senza amore
Ma come fanno quelli che fanno l'amore senza amore? Belli come ballerini, scivolano l'uno sull'altro come pattinatori sul ghiaccio, le dita infilate nei corpi dell'altro, le facce rosse come bistecche, o come vino, bagnati come neonati appena partoriti che le madri abbandoneranno. Come fanno a venire fino al venire fino al venire fino al Dio fino alle acque ferme, e non amare chi è venuto là con loro, la luce che s'alza lenta come vapore dalla loro pelle congiunta? Questi sono i veri religiosi, i puristi, i professionisti, quelli che non accettano un falso Messia, che amano il prete e non Dio. Non confondono l'amante col proprio piacere, come maratoneti: sono soli con la superficie della strada, il freddo, il vento, la forma delle loro scarpe, la loro salute cardiovascolare complessiva-solo coefficienti, come il partner nel letto, e non la verità, che è il corpo singolo da solo nell'universo a battere un record.
versi tratti da Gatti come angeli - L'eros nella poesia femminile di lingua inglese, a cura di Loredana Magazzeni e Andrea Sirotti, Postfazione di Rita Monticelli, Milano, Medusa, 2006
Sharon Olds,
"I Go Back to May 1937"
Li vedo in piedi davanti ai cancelli simmetrici dei loro [college vedo mio padre sotto l'arco di arenaria ocra, le piastrelle rosse che brillano come scaglie di sangue dietro la sua testa, vedo mia madre con pochi libri smilzi appoggiati sul [fianco in piedi davanti al pilastro di mattoni col cancello in ferro battuto ancora aperto dietro di lei le punte di lancia nere nell'aria di Maggio, stanno per laurearsi, stanno per sposarsi, sono ragazzi, sono stupidi, tutto ciò che sanno è che sono innocenti, che non farebbero mai del male a nessuno. Voglio andare da loro e dire Fermi non fatelo, lei è la donna sbagliata, lui è l'uomo sbagliato farete cose che mai pensereste di poter fare farete del male ai figli soffrirete in modo inimmaginabile vi augurerete di morire. Voglio andare da loro in quella luce di fine Maggio e dirglielo, il bel visino di lei desideroso e vuoto che si volta verso di me, il suo bel corpo intatto che fa tenerezza, il bel viso di lui arrogante e cieco che si volta verso di me, il suo bel corpo intatto che fa tenerezza, ma non lo faccio. Voglio vivere. Li tiro su come il maschio e la femmina delle bambole di [cartapesta e li sbatto una contro l'altro per i fianchi come schegge di selce da cui far scaturire scintille, dico: fate quello che state per fare e io lo racconterò.
fuori_post olfattivo e ringhiante
l'essenza poetica la sua scienza percepiscono ed accentano "momento", se ne curano lievemente perchè possa scorrere via.
oggi la poesia mi è rito tribale ancestrale, di tramandamento. completamente inutile ma assolutamente irrinunciabile. l'odore di chi legge poesia è diverso da chi non la legge. per questo chi non legge poesia annusa chi la legge. e chi legge poesia annusa chi non la legge. l'odore di chi scrive poesia è diverso da chi legge poesia e da chi non legge poesia. chi scrive poesia annusa chi legge poesia e chi non la legge...
continuiamo ad annusarci, branco di lupi magnifici, tutti.
Inviato da: bluaquilegia
il 17/10/2024 alle 19:09
Inviato da: cassetta2
il 17/10/2024 alle 17:26
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il 17/10/2024 alle 11:22
Inviato da: bluaquilegia
il 16/10/2024 alle 19:33
Inviato da: cassetta2
il 16/10/2024 alle 18:17