Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

 

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sublimerie a settembre

Post n°226 pubblicato il 18 Settembre 2017 da bluaquilegia

IGOR CANNONIERI
"DOPPIO INVIO"

"

Il bosco è un manto d'oro per la terra rossa, guerriera blasonata.
Vi cammino attraverso come il chimo nell'intestino. Il bosco mi cambia.
Il brulichio degli insetti tra le foglie è lo stesso del mio respiro,
la luce tagliata via dai rami gioca con me come fossi uno specchio:
proprio allo stesso modo, a me piacerebbe fare la gibigiana con le
parole. M'addentro nel fitto. Cammino, cammino.
Ancora, sulla strada le ritorno, cammino.
C'è una nuova calma che sopraggiunge, quasi una stasi. Una
piccola onda che lambisce la terra rossa senza svegliare chi dorme,
senza eccitare chi è sveglio: si sparge questa calma burrosa nella
quale mi ungo a ogni passo.
Non era così, quand'ero piccolo.
Da bambino, mio padre e il Re Sole banchettavano insieme nel mio
lobo sinistro. In quello destro, i ragazzini miei amici erano fidatissimi
compagni di eroiche, favolose imprese.
Mi chiedo perché tutto questo non è più. Me lo chiedo, e scopro
che "perché" è un quesito obsoleto. Il buon senso dice piuttosto
che qualcosa è rimasto, qualcosa è cambiato, e qualcosa non c'è
più. Nulla di straordinario. La mia vicenda è la vicenda d'ognuno:
sono stato bambino, va be', e allora? Il bambino non è altro che
uno stadio allotropico dell'uomo.

                                                                           (1984)

Anche scritto al presente, il passato non riesce del tutto a
dissimularsi.

E' come quell'unico vestito buono che negli anni
le persone parsimoniose hanno...".

 

 

 

brano tratto da "DOPPIO INVIO", editore CATTEDRALE 96 Garibaldi Ancona, 
(pagine 10 e 11)

 

 

 

 




 

 

 




CHARLES MINGUS, MOANIN

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

epimetea sorpresa 

resisto quasi sempre alle letture di nuovi
autori, preferisco la comodità del certo.
(pigrizia autoconservativa e ottimizzazione
tempi di una lettrice_dipendente anzianotta).
fortunatamente ho ceduto e sono stata
accolta da una scrittura originalissima, 
stratiforme, profonda e di godimento.
rileggendo, e ne è valsa la pena, certi brani,
(non solo di questo ma anche degli altri scritti 
dell'autore),
subisco una fondatezza poetica,
che si intreccia a quella letteraria.

 

 
 
 
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