la sete verde

ciņ che la roccia č

WALLACE STEVENS

LA ROCCIA III

FORME DELLA ROCCIA IN UN INNO NOTTURNO

La roccia è il grigio particolare di una vita d'uomo,
la pietra da cui sorge, su ... e ... ooh,
gradino ai più tetri fondi cui discende.

La roccia è il severo particolare dell'aria,
lo specchio dei pianeti a uno a uno,
ma in occhio d'uomo, loro silenzioso rapsodo,

la roccia è turchese, brilla nell'odiosa sera
del rosso che aderisce agli incubi;
la giustezza difficile del giorno a metà sorto.

La roccia è abitazione del tutto,
sua forza e misura, quel che è vicino, l'A
in una prospettiva che comincia da capo

al B, l'origine della scorza del mango.
E' la roccia cui il tranquillo deve addurre
l'io tranquillo, il grosso delle cose, la mente,

punto di partenza dell'umano e fine,
ciò in cui lo spazio stesso è contenuto, cancello
al recinto, giorno, gli oggetti illuminati

dal giorno, notte e quanto la notte illumina,
notte e le fragranze di menta a mezzanotte,
l'inno notturno della roccia, come un vivido sonno.

versi tratti da -WALLACE STEVENS TUTTE LE POESIE -
A CURA DI MASSIMO BACIGALUPO,
MONDADORI EDITORE, Collana MERIDIANI -
brano tratto dalle pagine 916 e 917 















epimetea

metafora fine
oppure finzione
straordinaria
la roccia stevens
comprende

nel contenere
di grigia durezza, 
indefinito il tempo
consentito
in un niente, tutto