la sete verde
"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti
« estrosa est l'abbondanz... | il bisogno non è esattam... » |
Post n°451 pubblicato il 07 Luglio 2020 da bluaquilegia
THOMAS FEINER
HEATHER MCHUGH Quello che voglio da Dio, temo di essere Voglio l'aria grave, che sembrano amichevoli ma muoiono, la nostra storia di desideri
Gian, rametto d'erica
Leggo e svanisco in argento ...
confesso (non mi viene altra parola) CHE appena letto lo scritto da te postato, mi è successo di non leggere la tua nota (prima volta). Sentivo non essere nelle mie corde, lo scritto. Anche se lo avevo letto e non a tirar via.. lo trovavo 'blasfemo', ma non nel senso canonico, consentimi. Eppure, stamattina come ti scrivevo, mentre correvo, - che se uno legge, non può più scordare, anche se gli pare, ciò che legge, mi ha aiutata a 'pensare' - in un modo diverso, rispetto a quello che mi serve per alleggerire la corsa e il lavoro personale, che vado facendo. Mi dicevo, che lungi da me il senso religioso, - ma con convinzione profonda, che Dio è ovunque anche dove pensiamo non sia, e che forse proprio nemmeno lui, avrebbe voluto, sai, quello che è scritto in poesia.. abbiamo forse bisogno noi, che si compia un 'rituale'. Ora è sera, fa caldissimo, ed io non ho la dialettica necessaria, per argomentare, più facile sarebbe parlarci a 4 occhi.E non è possibile, però ciò che ha lasciato traccia di ciò che hai inserito, è che in quella dissolvenza, anche c'è l'unione col tutto e quindi con quell'entità che io chiamo Dio. Sul tuo scritto, mi astengo, mai come stavolta ne ho colto una cosa personale e discreta, che tra le righe non ha bisogno di essere ulteriormente disturbata, come io ora sto facendo. Ma il tuo beneplacito (vero) perdona la parte ingenua di me e il mio bisogno di mettere nero su bianco, quando non riesco a scrivere sulle pagine mie..
woodenship - desiderio ed erica Desiderare qualcosa di mortale, da parte di chi sa d'esser mortale, non è bello e non fa poesia:se si è mortali, si deve aspirare al non esserlo. E nulla di meglio allo scopo, di un confine che discrimina la materialità dalla immaterialità del respiro dell'anima...
fuck nota (del tipo personale)
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leggerti è sempre stato un piacere...
e lo è ancora...
:)
credevo di averlo appena fatto...
(sei brava!)
quasi nulla è scritto dell'alito d'ognuno,
tagliato nel taglio della carne
in vergine crisalide
sull'orlo dell'iride,
in cui lavagna del cielo gira
e l'instabile gesso delle parole,
lungo l'infinito circolo finito
sulla frontiera esausti neuter
dei segni non segni.
Bonora. Gian
il bacio profondo - dell'assenza.
questi versi, questa frase, per me equivalgono a consolazione. e, così come ti ringrazio per la condivisione, che offre numerosi spunti di riflessione, mi piace pensare a Respiro come ad una ammissione, dolorosa sicuramente, in grado di tenermi assieme. buona mattina Roberta, p