Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

 

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segreto nuovo

Post n°470 pubblicato il 13 Novembre 2020 da bluaquilegia

PAROLE 
- di

HILDE DOMIN

Le parole sono melagrane mature,
cadono a terra
e si aprono.
Tutto l'interno si svolge all'esterno,
il frutto denuda il proprio segreto
e mostra il suo seme,
un segreto nuovo.

 

 

 

 

 

 

SASHA GRYNYUK
Übungsstücke für Yuko: VI. Presto possibile
Compositori: Friedrich Gulda e Glenn Gould 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

fuck nota

le parole usate sono sempre meno,
relegate nella dimenticanza,
vivono supagine sottili di dizionari mai sfogliati.
in questa pochezza le vere vincenti sono
l'ignoranza che, con  laconfusione,
regnano incontrastate.
-progetti sospesi, vite chiuse,
nuovi acronimi per scuola,
malattie cancellate per urgenze altre,
sogni congelati.
la certezza è l'attesa.

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Commenti al Post:
several1
several1 il 13/11/20 alle 09:05 via WEB
Sinceramente della stagnazione del linguaggio che procura la riduzione dei vocaboli a 4 parole per definire... qualsiasi cosa, me ne infischio... facciano pure, non si può consigliare di arricchire la propria cultura a chi non ascolta... sul fatto di continuare a congelare vite, professioni, progetti, sogni, patologie ... se coloro che decidono le sorti dovessero combattere con stipendi esigui e con pochi zeri (o zero), forse cambierebbero idea... e comunque tirare troppo le corde, in genere non è consigliabile... (accidenti quanto ho scritto!)
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 13/11/20 alle 09:11 via WEB
non la penso come te, circa il linguaggio, ma poco importa, il fatto è che capisco perfettamente quello che intendi.
 
cassetta2
cassetta2 il 13/11/20 alle 09:10 via WEB
Con le parole ci urtiamo, ci accarezziamo, rompiamo le righe, ci mescoliamo e ridisegniamo i margini.
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 13/11/20 alle 09:13 via WEB
e, con le parole, stabiliamo la realtà discriminata dall'immaginazione. giorno presidente
 
gianor1
gianor1 il 13/11/20 alle 13:35 via WEB
Il tuo scritto, che pone l'attenzione sul linguaggio attuale, rileva a mio modesto parere una questione non solo di ricerca critica o storica letteraria, ma anche di compostezza estetica, in merito alla natura della rappresentazione artistica e alle sue specifiche modalità; il che comporta un ripensamento del rapporto tra estetica, poetica, ed etica, ovvero dell' attinenza tra esperienza estetica ed espressione, intesa in quanto sviluppo euristico e poietico che ha nei confronti della praxis un rapporto di inscrizione e di riscrizione. Sul brano musicale è evidente l'anticonformismo, financo la dissacrazione di un modo di proporre la musica in un connubio tra quella classica e quella jazzistica. Tecnica pianistica a tratti prorompente ma mai banale con l’uso parsimonioso del pedale, accentuate linee di basso, grande legato e uso percussivo della tastiera. Bonora. Gian
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 13/11/20 alle 14:12 via WEB
capisco ciò che intendi , provo quindi a spiegare: a mio parere sono i simboli e, pertanto, le parole a segnare la distanza dal brandire la clava e, con questa affermazione, non intendo essere oziosa, solo molto preoccupata. continuando a non esercitare i princìpi, per assenza di contraddittorio, mi chiedo dove cazzo finiremo oltre che a come. il brano, florilegio di note prima, di tecnica e stile dopo, è una boccata d’aria nella pesantezza quotidiana. cura gian
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 13/11/20 alle 16:12 via WEB
Cara Paola, la tua nota è la fotografia perfetta (purtroppo) di questi nostri tempi. Lo scritto in alto, invece, la vera funzione delle parole, ... anche quelle silenziose interiori, che ci guidano, verso la pace e la serenità, anche in tempi come questi... grazie. Come sempre. Roberta
 
 
bluaquilegia
bluaquilegia il 13/11/20 alle 16:44 via WEB
buon pomeriggio Roberta, alla citazione di area gialla plus, ieri, inerente mente la mia regione, mi è crollata la mascella. hai presente il monolite di Kubrik in 2001 odissea nello spazio? quello è un oggetto tangibile, fai conto che il monolite sia la paura, noi intorno a brandire ossa come clave... cercare conferme della propria ragione non può essere l’obiettivo unico ed ultimo, così come avere paura non può essere uno stato permanente e imposto, entrambe le condizioni creano malessere. grazie e un abbraccio a voi Due.
 
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