Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

Messaggi del 12/02/2019

il gioco delle tre carte

Post n°293 pubblicato il 12 Febbraio 2019 da bluaquilegia

 

 

 

PIERLUIGI CAPPELLO

LE POCHE CARTE

 

 

Le poche carte che ho con me
piegato sulle pagine da scrivere
con una calma assira da scriba
senz'altra direzione che il dolore,
un giardino che filiazioni
e filiazioni, un'umanità tutta intera
ha finito per attraversare;
le poche carte, e questi occhi
lo specchio immobile dell'iride
screziato così, senza distanza
tra il tempo e il tempo
la mano e la mano
senza memoria
con una disperazione
o un'infanzia.

 

versi da UN PRATO IN PENDIO, Rizzoli Editore, 2018
pagina 206

 

 

GIULIANO CARMIGNOLA

violino invero per l'inverno di

 ANTONIO VIVALDI











intervento di TOBIAS 

(che ringrazio tanto 
rimettendone cura di parole e suoni,
piuttosto egoisticamente,
a me stessa)



Ho visto che
non eri rimasta indietro, ma mi precedevi. E questo evento 
Mi sollevava
alla stessa altitudine
che hanno le foglie
le quali si appellano 
Beate.

 

Chemical Brothers,
1 too many mornings


 

 

 

 

 

 

intervento di SEVERAL

(grazie madame d

rimetto a me, di nuovo egoista, anche questa tua cura)

 

 

María de los Remedios Alicia Rodriga Varo y Uranga  


 

 

 

 

 

 

intervento di GIAN

(ti ringrazio g. e,

tre volte egoista,

mi rimetto alla tua cura)

~

Fiuto rigurgito e ingoio
l'equazione della storia
trovata col tempo nel tempo.
A lei ritorno nei minimi termini

~

 


*

INTERVENTO DI WOODEN

(che tengo nuovamente per me, 
grazie wood_poeta)

Che fosse baro,
il tempo,
l'ho appreso ch'ero un giorno
proprio al banchetto di tristi figuri:
praticavano il gioco delle tre carte.
Il croupier le mescolava,
poi stendendole.
L'incauto puntava,
illuso di dove fosse quella buona.
E non serviva l'avviso,
per richiamarlo al presente,
il malcapitato.
Così sprofondava nel vuoto delle tasche di un tempo ridotto in"ceneri" .


*






 


epimetea

mi respiro in profondità
cercando il sentore di me
che scema col tempo.
nei cumuli d'intralci 
colgo il meraviglioso
esercizio di saltinbanca.
la maschera è fissata al volto
come una pelle spessa, molto
più spessa della mia, 
la pelle di un serpente
che muta e muta 
a seconda dell'esigenza,
per come tira il vento.
le emozioni a poco prezzo,
quelle veloci da supermercato viscerale
non fanno più per me.
non nego di averne fatto uso, 
stupefacente a buon mercato,
per inumidirmi gli occhi 
troppo spesso trattenuti.
ma ora, ora che mi osservo 
spoglia del cipiglio severo, 
non frequento più il discount
sentimentale.
ci sono momenti in cui
rimango ancora in balia della 
pochezza. poi mi ricordo del numero
infinito di apparenze disponibili
e, un fiammifero dietro l'altro,
piccola piromane, le incendio
osservando poi le ceneri leggere
librarsi in aria come ali scure da 
fuga noctis.

 
 
 

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