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la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

Messaggi di Marzo 2019

luce dalle orecchie

Post n°302 pubblicato il 25 Marzo 2019 da bluaquilegia

 

JAIME SABINES

IL PEDONE


Si dice, corre voce, affermano nei salotti, nelle feste, qualcuno
o persone ben informate, che Jaime Sabines è un grande poeta.
O quanto meno un buon poeta. O un poeta decente,
di valore. O semplicemente , ma veramente, un poeta.

Giunge la notizia a Jaime e questi gioisce: che meraviglia!
Sono un poeta! Sono un poeta importante! Sono un grande
poeta!

Convinto, esce per strada, o arriva a casa, convinto. Ma per
strada nessuno, e in casa ancor meno: nessuno si rende conto
che è un poeta. Perché i poeti non hanno una stella sulla
fronte, o uno splendore visibile, o uno sprazzo di luce che
esce loro dalle orecchie?

Dio mio! dice Jaime. Devo essere papà o marito, o lavorare
in fabbrica come uno qualsiasi, o camminare da pedone,
come uno qualunque.

Ecco! Dice Jaime. Non sono un poeta: sono un pedone.

E questa volta rimane disteso sul letto con una gioia dolce e
tranquilla.

 

Versi tratti da LE POESIA DEL PEDONE Antologia Poetica
Raffaelli Editore, 2017 pagine 24 e 25

 

 

 

ROBERTO CATALANI
- LA FUNAMBOLA - 

 

 

 

 




CANNED HEAT
ON THE ROAD AGAIN


 

 

GIAN_poeta 
quietamente sino al giardino segreto 


Nel sentiero sconnesso
si riflette l'ombra del poetaconciliata di metafonie e consonanti
in una danza policroma
come api fruscianti,
sugli aromi dei lilium blu.
Scorrendo l'ombra si diffonde
sino al germe della coscienza.
E si assopisce,
fra le pieghe di un fidente riparo..

 

 

 

 

 

SEVERAL MAESTRA D’Immagini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

WOODEN IN UNA PERSONALE
SUPER HARD FUCK NOTA
(PROFONDAMENTE EMPATICA)



...e meno male che sono invisibili ai più, i poeti!
Questa brutta razza di presuntuosi insopportabili: melensi si abbattono sull'interlocutore, peggio che gli alberi della capitale, facendogli più danni che le fronde del pino secolare. Del resto si sa che: pensare, soffrire, riflettere, vedere...sono tutte attività esecrabili, come anche provare emozioni e volerle raccontare, in modo tanto incomprensibile, come solo il rosicchiar del tarlo nelle case dai mobili che non si usano più...a pensarci bene neanche le case hanno più ragione d'esistere, poeticamente parlando...
Da pedone a pedona: passando ci si struscia pensandosi.



GRAZIE, POETA
UN ASCOLTO...





 

 

 

 

 

 

 

 





fuck nota (ma fiacca)

una pedone qualunque,
nelle percorrenze,
occorrenti, ricorrenti.
mi sono vestita da funambola,
mangiato poesia.
fatto poesia,
inebetita di musica.
la realtà ora mi culla tranquilla,
l'osservo non sapendo mai bene cosa mi prepara,
vigliacca lei, per non dire di me.
quante storie mi sono raccontata
per transitare oltre queste settimane.
centinaia.
in fine mi apostrofo da me bugiarda ep,
senza talento in questa pur sempre arte

 

 
 
 

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