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la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

Messaggi del 16/11/2020

amo le mappe perché dicono le bugie

Post n°471 pubblicato il 16 Novembre 2020 da bluaquilegia

La Mappa 

versi di 


Wislawa Szymborska


Piatta come un tavolo
sul quale è posata.
Sotto - nulla si muove.
né cerca uno sbocco.
Sopra - il mio fiato umano
non crea vortici d'aria
e lascia tranquilla
la sua intera superficie.

Bassopiani e vallate sono sempre verdi,
altopiani e montagne sono gialli e marrone,
oceani e mari - di un azzurro amico
sui margini sdruciti.

Qui tutto è piccolo, vicino, alla portata.
con la punta dell'unghia posso schiacciare i vulcani,
accarezzare i poli senza guanti grossi,
posso con un'occhiata
abbracciare ogni deserto
insieme al fiume che sta lì accanto.

Segnalano le selve alcuni alberelli
tra i quali è ben difficile smarrirsi.

A est e oves, sopra e sotto
l'equatore, un assoluto
silenzio sparso come semi,
ma in ogni seme nero
la gente vive.
Fosse comuni e improvvise rovine
sono assenti in questo quadro.

I confini s'intravedono appena,
quasi esitanti - esserci o non esserci?

Amo le mappe perche dicono bugie.
Perchè sbarrano il passo a verità aggressive.
Perchè con indulgenza e buonumore
sul tavolo mi dispiegano un mondo
che non è di questo mondo.

scelto da BASTA COSI', Adelphi editore

 

 

 

 


Allegoria della simulazione, 

(doppio inganno)


LORENZO LIPPI

 

 

 

 

 




fuck nota

pioggia e bach,
un mattino qualunque, 
la cadenza dell'orologio,
il silenzio domestico, 
il caffè freddo,
la cartella da rivredere,
della noia,
alcune idee,
scarponcini,
jeans,
felpa,
chiavi dell'auto.

come ti chiami?
che lavoro fai?
quanti anni hai?
da dove vieni?

il calendario,
impegni,
scadenze,
visite mediche,
visite mediche specialistiche,
cose da fare,
cose da non fare,
pensieri,
pensieri belli ,
brutti pensieri,
pensieri sporchi,
puliti.

osservo la rosa selvatica all'angolo est del prato,
ha perdute le piccole foglie, 
è guarnita di una stupefacente quantità di 
bacche rosse, si chiamano cinorrodi, 
una sorta di dono esagerato che, con caparbietà
la pianta  nuda e scheletrita, spinge e porge.

 

 

 

 

 
 
 

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