Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

Messaggi del 13/04/2018

quattro ali di garza iridescente

Post n°229 pubblicato il 13 Aprile 2018 da bluaquilegia

crescendo in versi




FABIO PUSTERLA

LIBELLULA

II

Uno che qui abitasse, ogni mattino alzandosi,
dovrebbe dunque bearsi della luce
serena, nuvolette specchiate, cerbiatti,
inoffensive dolcezze. Regole chiare:
che le cose siano tutte orizzontali,
le curvature morbide e limitate nel tempo,
le buche e le caverne riempite di ghiaia e sigillate,
i materiali assolutamente prevedibili,
i movimenti esatti, definiti, anche dei cuori.
E allora riconosco riconosco,
segretamente scavo, frugo nel terriccio
dei nostri anni di plastica, in un reticolo
di arterie e vene. No, nessuna via di fuga,
su questo almeno possiamo andare d'accordo. Nessuna.
Una volta c'era quel tale
che affilava coltelli sulla mola,
alle pendici dei boschi: il disco grigio, abbagliate
che girava, e la lama sottile
a prendere e riflettere la luce dell'ultimo sole,
e poteva sembrare una promessa;
poi l'altro, barcaiolo o passatore
d'anime, che leggeva le piste sulle foglie
d'ottobre o di novembre, poi il profeta
silenzioso, quelle voci
negate o rinnegate, di speranza... Tutti andati,
inghiottiti o fatti pietra.
E adesso, in questo estremo ultimo autunno,
eccola qui improvvisa,
senza bagliore o ronzio ad annunciarla,
con il volo di scatto e surplace,
ad accamparsi sul margine dello sconforto e della resa,
sopra fanghiglie reali e metaforiche,
leggera smeraldina la libellula
in sospensione sull'aria
e quasi immota nel frusciare imperscrutabile
delle sue quattro ali di garza iridescente,
intarsiate. Scoccata
come un'analogia dall'arco teso
di un'immagine o intuizione subitanea
e in un lampo già altrove, su uno stelo
o un canneto, metamorfosi
in corso o indecifrabile
annuncio di qualcosa, messaggera
dei cieli e degli stagni,
qui e là, sopra e sotto, davanti,
o tutt'intorno a noi,
a negare l'ovvio a schiudere
un'altra più intima geometria.

Versi da Argèman, Marcos y Marcos Editore
pagine 200 e 201

 

 




NINA SIMONE
I PUT A SPELL ON YOU  
LIVE DEL 14/09/1968 






































fucknota

giovane amica, 
un profondo moto di ammirazione
e una generosa dose di invidia
per la certezza che, nell'ascoltarti,
così giovane e certa di 
tutto, dimostri, mi pervadono.
è il tuo momento per
decidere le cose che ritieni
importanti, grandi.
il miglior consiglio che mi
sento di darti è di non chiedere
consiglio e nel caso di non ascoltarlo
e, soprattutto, di non temere.
a me è toccata la sorte
della riflessione esistenziale.
così l'unica certezza che maturavo
era il dubbio.

 

 
 
 

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