w la libertà

7 aprile ’08 PALERMO-PARIGI
Ore 8:00 è un lunedì
mattina come gli altri, la città si sveglia lentamente sotto i primi raggi di
un sole caldo, sono proprio buffo col
mio giaccone arancione ed il mio trolley.
La partenza dalla città verso l’aeroporto per un viaggio da
sud a nord e mi dicono che fa molto freddo.
Pullman, aeroporto, 2 ore in anticipo, colazione, lettura,
check in, controllo bagagli e non ti puoi portare niente nel bagaglio a mano:
No, non l’imbarco.
Partenza Wind Jet e conosco il comandante. Decollo ore 11.25
arrivo ore 13.55: che bello posso farmi 2 orette di sonno. No! Una scolaresca
liceale va in gita e quell’ aereo sembra la via Ruggero Settimo di un sabato
sera.

Arrivo Charles de Gaulle terminal 3, puntale come non mai.
Controllo alla dogana. Quest ce q’ il y a? Du salam, du fromage, tout pour manger…
Le informazioni di Fred sono state utili e precise: treno
RER B direzione Saint Remy, fino a Saint Michel – Notre Dame, poi RER C
direzione Versailles fino a Champs de Mars – Tour Eiffel.

I francesi non esistono sono tutti turchi o senegalesi, o almeno quelli più belli.

Arrivo uscita dalla metro e te la trovi lì ad attenderti,
come una presenza inquietante, un’ombra, una minaccia, una guida: la Tour Eiffel. Alta verso il
cielo in cerca di un sole che non vedremo mai.
Emozionante, passa l’effetto, la vista si perde verso l’alto
come verso ogni direzione in spazi immensi, ma lei è sempre lì, color diarrea.

L’ Hilton Paris mi aspetta, mi aspettano. Pieni di emozione
per una sorpresa nascosta quasi fino all’ultimo. Io mi sento goffo, fa freddo
certo ma mi lascio accarezzare la testa nuda da quella piacevole brezza del
nord.

Entrata, è arrivato l’amico di Maurizio. Alloggerò lì,
stanza 1142 undicesimo piano.
Ma si, facciamoci coccolare un po’.
Un breve riposo e poi voglio scendere giù in strada, cercare
la Parigi
studiata, narrata, immaginata.

Non prima di un veloce passaggio all’Executive Lounge per un
aperitivo e mi tuffo dritto dritto sui formaggi.
Ti presento questo, ti presento quello. E guarda lì, ecco la
Tour Eiffel immobile ma tutta illuminata d’
oro e con milioni di fiammelle argento che brillano ogni ora. Foto, video. Si
esce.

Un giro di ricognizione primo saluto a Notre Dame ma la
vedrò solo da lontano poi verso Monmatre e il Sacre Couer visto dal basso, ci
saliremo domani.
Cena al ristorante giapponese, giusto per essere
internazionali.
Perlustrazione serale della Tour Eiffel, dal basso. Dai suoi
immensi piedi, dal di sotto di quell’immenso culo aperto, per fortuna innocuo.
Bellissimo spettacolo, un’opera immensa nella sua composta
fierezza, si fa ammirare tutta vestita da gran soirèe.
E’ ora di rientrare in albergo,  hanno rifatto la stanza e c’è da bere un buon
vino bianco, giusto per rendere l’atmosfera di un turista non per caso a
Parigi.
Si, il primo giorno non mi sentivo un turista. Mi trovavo
lì, come se ci fossi già stato, se fossi atteso da sempre.

A la santè e bonne nuite, la reveille a 8 h. s’il vous
plait.