L’UNITÀ D’ITALIA? contronatura

L’UNITA’ D’ITALIA? Contronatura.

di Francesco Casula

Scrive Francesco Abate nel suo ultimo bel romanzo*: ”Il maestrale è un vento metodico, soffia secondo sequenze dispari e mai pari. In genere, nel Sud dell’Isola, può imperversare per uno, tre o cinque giorni. Di rado si spinge a far sentire il suo freddo e possente respiro per una settimana di fila. Secondo gli esperti, da che si aveva memoria, solo nel 1861 si accanì con violenza su Cagliari, iniziando domenica 17 marzo e decidendo di farla finita addirittura nove giorni dopo. Sembrava volesse sradicare la città dalle fondamenta. Il fenomeno fu letto come un segnale di indisposizione della natura nei confronti delle scelte umane: il giorno prima sabato 16 marzo, infatti, dopo sei secoli il Regno di Sardegna era morto per fare spazio a quello d’Italia”.
Si dirà che si tratta di un romanzo. Certo. E se ormai a fare gli storici e gli storiografici seri, fossero rimasti solo i romanzieri, essendo gli storici di professione impegnati a mistificare la storia? Rendendola rassicurante e oleografica e, dunque falsa?
E come spiegare che anche molti intellettuali federalisti italiani sostengano, come Francesco Abate, che l’unità d’Italia sia stata “contronatura”?
Scrive Francesco Ferrara, siciliano di Palermo: “ La grande utopia del secolo è questa delle fusioni: nulla di più agevole che congiungere e assimilare in belle frasi scappate nel calore di una improvvisazione politica….ma nulla di più puerile che l’illudersi sull’effetto reale delle belle frasi. Nella natura materiale non si combinano che molecole affini. Nella natura umana, se vi ha mezzo di combinare due popoli, è quello di non sforzarne le specialità”.
E a proposito dei sardi e della Sardegna scrive: “La Sardegna è una specialità alla quale ciò che di più pernicioso può farsi è il volerla costringere ad una assimilazione completa di forme, contrastate a ogni passo dalla natura. Il Piemonte nella sua condizione di possessore di un’isola, può dirsi già fortunato dell’avere incontrato nel buon senso dei Sardi una docilità, anzi una vogliosità di fusione, che non è molto agevole rinvenire nell’indole dell’isolano; ma non ci illudiamo perciò: una nota di gratitudine, uno slancio di patriottismo non bastano a mutare il suolo, il clima, il carattere, i bisogni, le attitudini individuali e produttive, il dialetto, le conseguenze di un lungo passato”.

*Francesco Abate, Il mistero della tonnara, Einaudi, 2023, pagina 287.L

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