SOTTRATTA LA MEDAGLIA DI “PINAN”

Si è sempre accertato che il maggior numero di furti nel circuito postale erano stati commessi da dipendenti delle Poste inclini al reato e attenti conoscitori dei meccanismi di trasmissione di plichi e pacchi contenenti oggetti di valore. Si è quasi sempre constatato dopo accurate indagini che i furti eseguiti nelle catene di vendita dei grandi supermarket erano attribuibili alla fattiva collaborazione di soggetti interni all’organizzazione dell’impresa. Non sussistono dubbi sulla circostanza che le grandi sottrazioni di danaro dalle banche, dai centri fiduciari, dalle grandi società di leasing sono sempre state opera di grandi spregiudicati dirigenti o presidenti di società e banche. Questa mortificante geremiade potrebbe proseguire e coinvolgere un po’ tutti i settori della vita economica italiana.

Tanta, per altro indicativa,  premessa per introdurre, senza alcuna pretesa di investigare, ma con l’impegno di non dare nulla per scontato e di fornire almeno elementi di discussione, il recente caso della sparizione dall’apposita teca della Medaglia d’Oro al Valore Militare conferita al Partigiano Giuseppe Salvarezza, della Divisione Garibaldina Cichero, nome di battaglia <Pinan>, nato a Busalla e caduto eroicamente combattendo sul monte Bossola di Revello di Mongiardino, Alessandria, nell’inverno del 1944. Un articolo del Secolo xix di Genova del 24 svela la sparizione dall’Ufficio del Sindaco di Busalla, Loris Maieron, nel palazzo di piazza Enrico Macciò, intravvedendo ” ombre e dubbi sul  furto di un ricordo della Resistenza”. Nella stessa data di sabato 24 il sito istituzionale dell’Amministrazione comunale da notizia della sparizione del prezioso cimelio attribuendola ad una mano ignota e ignobile che sottrae ai busallesi e agli italiani un pezzo della storia della Resistenza. 

Non va trascurata la circostanza che la piazza su cui si affaccia il nobiliare palazzo del Comune è stata dedicata ad un industriale antifascista organico, deportato per la sua attività contro il Regime e morto a Mathausen, rispetto al quale, si fa ironicamente notare che sarebbe difficile, sradicare, volendolo, la targa in marmo dal cemento delle case e la grande lastra marmorea a ricordo perenne che lo stesso Sindaco Loris Maieron fece incastonare nella facciata dello stabilimento a Sarissola dove Enrico Macciò aveva la viteria.

Si osserva anche che vicino alla teca del “Pinan” sta, sempre da quei lontani giorni del 1945, la Medaglia d’Argento al Valore Militare assegnata al Partigiano Pietro Ratto dopo la sua morte avvenuta proprio nel 1945. Viene sottolineato, particolare di qualche importanza, che chi ha trafugato l’oro ha trascurato l’argento. Intanto, chiunque egli sia stato, il furto di una Onorificenza in bacheca del Comune configura un reato che il codice penale prevede e punisce. Si tratterebbe in tal caso di chiarire i motivi che hanno indotto il reo a commettere un furto aggravato che tra l’altro potrebbe anche collocarsi tra i comportamenti concludenti diretti aa turbare l’ordine pubblico in un momento così surriscaldato, alla vigilia di elezioni, comunque vada, cruciali per il futuro del Paese.

Ci sono degli illustri precedenti: la Medaglia d’Oro di Nazario Sauro, l’eroe capodistriano impiccato per alto tradimento dagli austroungarici essendosi arruolato nell’esercito italiano e la Medaglia d’Oro di Ettore Viola l’Ardito  del Grappa, toscano che ispirò addirittura Ernest Hemingway nell’ “Addio alle armi”. Le loro ricompense furono trafugate nel 2013 dal Museo centrale del Risorgimento del Vittoriano a Roma. L’ipotesi più probabile, si scrisse allora,  che doveva trattarsi o di un collezionista di cimeli militari o di un balordo.

Nel caso della Medaglia d’Oro del Partigiano Pinan sembra doversi propendere per un balordo perché un collezionista avrebbe preso anche quella d’argento del Partigiano Pietro Ratto caduto a Bolzaneto nel 1945, poco prima che i Tedeschi si arrendessero al Comitato Nazionale di Liberazione. Nell’ufficio del Sindaco, si sa, entra tanta gente, cittadini che chiedono, altri che protestano, altri ancora che implorano: non si può escludere che tra essi sia entrato un balordo cleptomane. Non è neppure escluso che qualche <balordo> si aggiri abitualmente nel palazzo. Fatto sta che l’Anpi, rispettosa delle indagini sicuramente avviate, vorrà saperne di più. Anche il Circolo Endas di Sarissola, piazza della Liberazione, che si fregia del nome di battaglia “Pinan”, potrebbe interrogarsi, una buona volta, sul nome che porta e magari interrogare l’Amministrazione Comunale.  Lo stesso Consiglio Comunale potrebbe riunirsi, magari dopo le elezioni politiche del 4 marzo, senza intralciare in qualche modo le indagini in corso

CB  26/2/18

SOTTRATTA LA MEDAGLIA DI “PINAN”ultima modifica: 2018-03-02T15:16:21+01:00da balbicarmelo