LO PSOAS, LO STRESS E LO YOGA

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Lo psoas, di cui abbiamo già parlato, è uno dei muscoli più voluminosi del nostro corpo ed a parte la sua importanza funzionale nella nostra anatomia, lo psoas si è valso il soprannome di muscolo dell’anima perché è anche collegato al diaframma e sappiamo bene come varia la respirazione a seconda del nostro stato d’animo e delle sensazioni di ansia e paura che avvertiamo. Abbiamo un’eredità ancestrale per cui di fronte ad una situazione di pericolo si innesca automaticamente un meccanismo di lotta o fuga nel nostro sistema nervoso e che può essere attivato diverse volte nell’arco delle giornate più frenetiche.
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Nell’era moderna, in cui la parola più diffusa è STRESS perché i ritmi frenetici imposti dalla società odierna generano in continuazione situazioni di stress nel nostro corpo/mente. Il corpo riconosce lo stress come un “campanello di allarme” e pur senza accorgercene perché non ci troviamo di fronte a un pericolo reale, il nostro cervello reagisce attivando il sistema parasimpatico e liberando adrenalina ed i nostri muscoli rispondono a questo stimolo contraendosi. In tutto questo perfetto meccanismo di autodifesa il muscolo psoas è l’ago della bilancia. Purtroppo quando a questo non segue una risposta reale (proprio perché non ci troviamo di fronte ad un pericolo visibile) gli ormoni si accumulano nel nostro corpo determinando a lungo andare una situazione di malessere che include insonnia, disordini alimentari, ansia ed un abbassamento del nostro sistema immunitario.
Nell’immediato può succedere di accorgerci invece di avvertire un’impennata di energia, il respiro si fa corto, il sangue viene pompato maggiormente verso i muscoli più grandi e assistiamo all’innalzamento dei livelli di due ormoni, il cortisolo e l’adrenalina, che fanno schizzare verso l’alto il battito cardiaco e la pressione.
Questo meccanismo è determinato dal nervo vago che è il responsabile di quasi tutte le comunicazioni con il nostro sistema parasimpatico.
Vi chiederete come possiamo fare per “controllare” tutto questo complicato meccanismo!! Visto che il nervo vago si irradia anche dai polmoni, possiamo agire sul respiro, una delle funzioni che possiamo coscientemente controllare: se vi sentite in affanno, provate ad inspirare in modo da riempire i polmoni per intero e poi lasciare fuoriuscire tutta l’aria molto lentamente. Lentamente, respiro dopo respiro rallenterà il battito del nostro cuore e di conseguenza si potranno ristabilire nella normalità tutte le altre funzioni alterate.
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Imparare a respirare con consapevolezza è uno strumento utile per trovare un equilibrio nell’altalena che coinvolge mente e corpo. E lo yoga, come sappiamo, ha come principio cardine la respirazione ed insegnandoci a respirare in profondità aiutiamo noi stessi ad: alleviare l’ansia e le condizioni di stress, rilassarci, stabilizzare la pressione sanguigna ed aumentare l’energia. Lo yoga pone l’accento su tutte le 4 fasi della respirazione e per ottenere il massimo dalla respirazione occorre prestare massima attenzione all’espirazione che è il momento in cui si ottiene l’effetto di rilassamento, allungando il più possibile il rilascio dell’aria dal nostro corpo. In questa fase il sistema parasimpatico riceve il messaggio che va tutto bene e attraverso la stimolazione del nervo vago, come in un effetto domino, fa rallentare il battito cardiaco, diminuire la pressione e calmare mente e corpo.
I benefici di una respirazione profonda e consapevole sono ben noti a chi pratica yoga, anche a livello muscolare e mentale. A livello fisico si rilasciano gli impulsi inibitori che impediscono ai muscoli di allungarsi col risultato di una maggiore elasticità. Avete mai provato a portare il respiro nel punto in cui sentite maggiore tensione o dolore? Personalmente io all’inizio del mio percorso nello yoga proprio non riuscivo a capire come poter riuscire in questa “impresa”. Invece, poi, esercitandomi con i pranayama ed una consapevole respirazione, sono riuscita davvero a convogliare il mio respiro dove ne sentivo il bisogno, con un effetto immediato di sollievo e rilassamento. Il respiro è l’inizio e la fine, è il primo atto che compiamo venendo al mondo e l’ultimo quando lo lasciamo, è ciò che ci accompagna per tutta la nostra esistenza e questa semplice constatazione basta a definirne l’importanza.
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ANJALI ASANA
Lo yoga con gli asana dedica ampio spazio all’allungamento dello psoas. Diversi asana consentono di distendete i flessori dell’anca e rimettere in moto l’energia del muscolo dell’anima. La posa regina in questo caso è anjali asana un affondo in cui la gamba dietro può poggiare sul pavimento o restare sospesa determinando un profondo stretching di questo muscolo. Ma ce ne sono diverse che vedremo in un successivo articolo
Concludendo non dobbiamo mai dimenticare che nel nostro corpo ogni cosa è connessa. Spesso non facciamo caso che la mente, il corpo e il respiro sono correlati tra loro e qualsiasi modifica in uno dei tre fattori può influenzare gli altri. Così come il respiro è influenzato dai nostri pensieri, allo stesso modo il nostro benessere fisico e la nostra quiete mentale sono conseguenza del nostro respiro.
Sperando di esservi stata utile vi saluto
Namastè – Marzia
LO PSOAS, LO STRESS E LO YOGAultima modifica: 2021-10-29T12:01:47+02:00da almacondomini