21 GIUGNO – LO YOGA DAY

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Il 21 giugno è il giorno del Solstizio d’estate, quando il sole si trova allo Zenit (perpendicolare) sulla latitudine del tropico del Cancro ed è il giorno più lungo dell’anno, che segna il trionfo della bella stagione, l’inzio dell’estate ed dà il via alla fase calante del Sole che riprende il suo cammino discendente.

La scelta di dedicare il giorno più lungo dell’anno alla Giornata Mondiale dello Yoga non è un caso: nella mitologia indiana  gli antichi testi vedici indiani parlavano di questa circostanza come di una conoscenza di ordine iniziatico. Infatti sembra che proprio il 21 giugno Shiva (che non è considerato un dio, bensì un Adi Yogi, il primo Yogi e Adi Guru, il primo Guru) abbia iniziato a trasmettere la disciplina dello Yoga ai suoi fedeli allievi e discepoli. Questo giorno, quindi, è ritenuto sacro perché riconducibile alla nascita della Scienza dello Yoga.

Per gli antichi yogi  venerare il sole e la luce, simboli d’immortalità, porta prosperità e salute al corpo e alla mente.

In quasi tutte le culture antiche il Sole viene venerato e particolare importanza veniva data al Solsitizio d’estate.

Nella mitologia yoga si racconta che Hanuman scelse Surya, il dio del sole come suo precettore, e gli si avvicinò con la richiesta di insegnarli tutto ciò che sapeva . Surya accettò e Hanuman divenne il suo discepolo. Hanuman creò il Surya-Namaskar, come forma di omaggio e ringraziamento al suo maestro spirituale.

Dakshinayana, ovvero il Solstizio, è la porta che si apre verso la seconda metà dell’anno, un momento particolarmente favorevole per definire le proprie intenzioni, piantare i semi del cambiamento e purificare il corpo.

Il mantra solare è : “OM HRAM HRIM HROM SAHA SURYAYE NAMAH” ,

Come è nato lo Yoga day? Il primo ministro indiano Narenda Modi ha sollecitato l’ONU per l’istituzione di questa ricorrenza ed ha creato anche un ministero per la promozione dello Yoga.

Con un discorso alla 69esima edizione dell’Assemblea delle Nazioni Unite, Modi ne aveva chiesto il riconoscimento ufficiale. Era settembre 2014.

Nel suo discorso il primo ministro pronunciò le seguenti parole a supporto della richiesta del suo governo di istituire una Giornata Internazionale dello yoga:

“Yoga embodies unity of mind and body; thought and action; restraint and fulfilment; harmony between man and nature; a holistic approach to health and well being,”

Che tradotto significa:

“Lo yoga significa unità di mente e corpo; pensiero e azione; dominio di sé e autorealizzazione; armonia tra uomo e natura; un approccio olistico tra salute e benessere”. 

Tre mesi più tardi, l’11 dicembre 2014, la sua richiesta fu accolta e fu istituito lo Yoga Day. Da quel momento, oltre 170 paesi del mondo hanno promosso la risoluzione – tra cui anche gli USA, il Canada e la Cina -, mentre 175 nazioni hanno co-sponsorizzato l’iniziativa.

Lo yoga come disciplina di vita, per i suoi benefici psicologici e spirituali, la pratica costante e regolare contribuisce a una riduzione di ansia e stress, al miglioramento dell’elasticità e della forza fisica, a una maggiore capacità di controllo di sé e delle proprie azioni. Lo yoga rende il corpo più forte e flessibile e calma la mente. A livelli differenti, lo yoga è praticabile da individui di tutte le età.

Ed è per questo e per la sua tradizione millenaria che dal 2016 lo Yoga è stato aggiunto anche alla lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’Unesco.

 

YOGA – QUALE SCEGLIERE?

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Nel mondo occidentale, per anni, lo yoga è stato visto solo dal punto di vista fisico, tralasciando tutto “il mondo” che vi è in questa cultura millenaria, il cui vero scopo “finale” è l’unione del nostro io divino con il divino universale. Praticamente è stato per decenni un’alternativa alle discipline da palestra che mirava al raggiungimento del solo benessere fisico.
Negli ultimi anni si è “riscoperto” che lo yoga non è solo questo e che il percorso vero di uno yogi mira al benessere fisico, spirituale e mentale, anche se, ancora oggi, rimane per molti allievi l’alternativa allo zumba o a pilates. (senza nulla togliere a queste discipline).
Ma quale tipo di yoga scegliere quando si inizia? Uno yoga più “dinamico” o uno yoga più tradizionale? Dipende ovviamente da quella che è la nostra attitudine iniziale che, una volta iniziata la pratica, potrebbe comunque portarci, ad uno stile completamente diverso o a fare più stili.
Generalmente le macro categorie dei vari stili di yoga su dividono in due:
Quelle che seguono più un flow e sono più dinamiche e quelle in cui gli asana vengono tenuti più a lungo.
Nella prima categoria in cui principalmente i movimenti sono continui e dinamici rientrano ASTHANGA e VINYASA, che fanno parte di una tradizione antichissima creata da Patajali, POWER YOGA, ANURASA ed altre. Sono sequenze che si potrebbero definire di meditazione in movimento.
Nella seconda, che si avvicina più alla tradizione indiana, appartiene uno dei più famosi, l’Hatha yoga. Inoltre Yin, Iyengar e Restorative ( che prevedono l’uso di supporti per aiutare il praticante ad entrare nella posizione, Raya, Kundalini e Karma che propendo più ad un aspetto spirituale.
Esistono anche molti altri stili, ma in ogni tipologia, sono fondamentali il respiro, i pranayama, l’ascolto di se, il fluire dell’energia attraverso il corpo, il benessere fisico, mentale e spirituale.
Rimane quindi fondamentale, a prescindere dallo stile che si sceglie, capire che quando ci si approccia allo yoga non lo si può pensare solo come, per l’appunto un’alternativa alla palestra, ma come un percorso più profondo di conoscenza di sé attraverso anche l’attività fisica.
Marzia
“Lo Yoga è il viaggio dell’Io, attraverso l’Io, verso l’Io”
Bhagavad Gita

PASQUA

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“La celebrazione della Pasqua, come quella del Natale, può avere per ognuno di noi – in funzione del grado di risveglio spirituale, di apertura dell’anima e della sensibilità e del raffinamento interiore – anche un altro significato, più profondo, esoterico e in qualche modo personale (nel senso di vissuto con tutta la persona, stabilendo un legame diretto, reale di ognuno di noi con Dio). Per tali persone, la celebrazione della Pasqua non ricorda solamente la Resurrezione di Gesù Cristo, ma simboleggia la resurrezione della Coscienza Cristica in ogni Coscienza umana. La“Coscienza Cristica” è uno stato elevato di coscienza caratterizzato dal legame diretto, ravvicinato, con Dio, da una percezione globale ed obiettiva della realtà e da un infinito amore e compassione per tutto ciò che esiste.
La celebrazione della Pasqua significa, per chi è aperto nell’anima, la resurrezione di Gesù nella propria anima, cioè la sua propria resurrezione: solo questa resurrezione interiore ci può condurre verso le più elevate altezze dello spirito
In senso esoterico, Pasqua significa la resurrezione del grande insegnante e maestro che ha liberato l’umanità dalla servitù e dalle limitazioni materiali. Questa grande anima è venuta sulla Terra per mostrare in tutta la sua pienezza il cammino verso il vero Dio, onnipotente, onnipresente ed onnisciente. Egli ci ha voluto far vedere che Dio è l’intera Bontà, Saggezza e Verità, il tutto nel Tutto. Il grande Insegnante, la cui resurrezione ci viene ricordata con questa festa, è stato mandato per mostrarci e farci capire che Dio non si trova solo al di fuori, ma anche dentro di noi, che Egli non si separa (non è separato) mai da nessuna delle sue creature, che è sempre un Dio giusto e pieno d’amore, presente in tutto, che sa e conosce tutto e contiene tutta la verità. Tutta la conoscenza del mondo non ci potrebbe dare nemmeno una comprensione parziale dell’intero significato di questa santa resurrezione.
Il ruolo di questo grande insegnante ed educatore è immenso – una convinzione che speriamo sia condivisa da tutti, sia credenti che atei. Egli è venuto a noi per farci capire meglio la vita qui sulla terra. Egli ci ha mostrato che tutte le limitazioni materiali provengono dall’uomo, e che non dobbiamo mai vederle diversamente. Applicando i Suoi insegnamenti potremmo realizzare le Sue stesse cose, anche maggiori come Lui stesso ci dice. Gesù Cristo è venuto per mostrarci in modo ancor più esplicito che Dio è l’unica e grande causa di tutte le cose, che Egli è Tutto.
Quindi, non dobbiamo solo sostenerci sull’intermediazione e sull’amore di Gesù, ma seguirne anche il cammino e gli insegnamenti. La Sua resurrezione in questo senso deve ricordarci i Suoi insegnamenti, che si possono riassumere in poche parole nella predica del monte: “Siate perfetti, cosi come vostro Padre è perfetto”. La gioia della Sua resurrezione non significa solo che Lui si prenderà tutti i peccati del mondo, salvandolo cosi, quanto il fatto che ci mostra la via verso Dio, incarnandola con l’infinito amore, la saggezza e la felicità di sapere che la Sua immensa anima ci abbraccia e sostiene i nostri sforzi di voler vivere una vita divina, qui sulla terra, e avvicinarci cosi a Dio. Gesù è sempre presente, siamo noi che a volte lo dimentichiamo, e le sante feste ci aiutano a ristabilire – almeno temporaneamente – questa relazione con Lui.
Ci sono molte supposizioni sul modo in cui Gesù abbia ricevuto l’insegnamento divino. Ma questo è un fattore poco importante, dato che comunque tutto proviene da Dio, la fonte unica di tutte le cose. Ricevendo a nostra volta questo insegnamento, tramite la lettura dei libri sacri o per rivelazione, ma prima di tutto aprendo i nostri cuori verso Gesù, faremo in modo che i suoi insegnamenti germoglino in noi, per poterli offrire a nostra volta, per poter ricevere poi ancor di più. Donare, qui non necessariamente significa insegnare agli altri, quanto vivere pienamente nel suo spirito – significa essere un canale cosciente tramite il quale l’amore divino si riversa nel mondo, significa essere una “colonna di luce” che unisce la terra al Cielo, significa vivere in permanenza a contatto con la presenza Divina, nello stato di Coscienza Cristica – essere dei veri e propri Figli di Dio su questa Terra.
La festa della Pasqua deve ricordarci il fatto che Gesù non è venuto per portarci un nuovo dogma, ma per aiutarci a capire che siamo Figli di Dio, per aiutarci a vivere questo legame diretto con Dio – questa è la Via, la Verità e la Vita.
Per vivere pienamente il momento della resurrezione di Gesù Cristo (la celebrazione della Pasqua) possiamo evocare anticipatamente la gioia di questa festa, inducendo in noi uno stato trasfiguratore di attesa, come quella che anticipa un miracolo. Cercheremo di avere uno stato quanto più armonioso ed elevato, che ci faciliterà la percezione diretta del significato spirituale della celebrazione della Pasqua. Allo stesso modo, cercheremo di avvicinarci nell’anima quanto più a Gesù, con affetto e umiltà, per ristabilire il legame – che dovrebbe essere permanente – con Lui. “
(tradotto da www.yogaesoteric.net)

Un nuovo anno davanti a noi

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«Ti auguro di vivere in grandezza

e di amare in profondità.

Ti auguro di osservare più tramonti

e trovare molti arcobaleni.

Ti auguro di essere semplice

e di rincorrere i tuoi sogni.

Ti auguro di essere entusiasta

e portatore di sorrisi.

Ti auguro di aiutare il prossimo

al meglio delle tue possibilità.

Ti auguro di abbracciare forte la vita, sempre,

e nella sofferenza di stringere i denti e andare avanti.

Siamo tutti Uno.

Sii forte. Sii felice.»

(

2021

Ben ritrovati.

Il nostro augurio per questo nuovo anno:

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Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno.

Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.

Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre, ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perché te ne resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.

Ti auguro tempo per guardare le stelle e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare.

Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

ELLI MICHLER

METTICI IL CUORE

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Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”
“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.
“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.
“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?” Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”
Infine il pensatore concluse dicendo: “Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.”
Mahatma Gandhi.

 

L’ETERNA GIOVINEZZA DEL CERVELLO – LO YOGA ED I BENEFICI ANTI INVECCHIAMENTO.

Ricordo che le motivazioni che mi spinsero a provare a praticare lo yoga furono essenzialmente due: la prima era la mia schiena che, dopo anni di inattività e lavoro alla scrivania, grazie a posture completamente sbagliate, mi faceva passare i guai. A 45 anni mi ritrovavo la schiena di un’ottantenne. Alzarmi la mattina era un disastro. Per non parlare poi di come arrivavo alla sera.

La seconda motivazione fu l’insegnante che avevo scelto. Maya abita vicino a casa mia e l’avevo sempre ammirata perché era ed è una bellissima donna ed in perfetta forma. Dimostrava a malapena 60 anni ed era invece sulla soglia dei 70! Mi dissi che se lo yoga dava questi effetti volevo fare yoga anche io! Perché non era solo brillante a livello fisico ma, soprattutto, a livello mentale e di spirito, come lo è tutt’oggi.

Tutta la profondità dello yoga l’ho scoperta dopo ed anche di questo non finirò mai di dirle grazie per avermi fatto conoscere lo yoga, per avermelo fatto amare e per avermelo donato.

VECCHIAIA

Tornando a noi vi chiederete ma come è possibile che lo yoga aiuti a rallentare il processo di invecchiamento? Sono ormai noti i benefici dello yoga sia a livello fisico sia sul piano energetico, emozionale e tra i vari effetti a medio-lungo termine vi è un rallentamento del processo di invecchiamento. A ciò si aggiunge il mantenimento di un buon livello di attenzione. Vediamo perché.

 

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Lo yoga ed il cervello.

Ricercatori brasiliani hanno constatato come la pratica regolare dello yoga produca effetti positivi a livello cerebrale. Lo studio ha analizzato il maggiore spessore della corteccia celebrale in donne che avevano più di 60 anni e che praticavano yoga da oltre un decennio. Le analisi si sono basate sui dati emersi dalla risonanza magnetica funzionale effettuata sul queste yogi. Le donne che invece non praticavano yoga a mostravano uno spessore meno evidente.

In questa ricerca  la dott,sa E. Kozasa, neurologa, ha evidenziato che la pratica costante di asana, pranayama e meditazione aiuta a “educare” il cervello inteso come muscolo. Anche le visualizzazioni delle posture yoga permettono di stimolare le funzioni cerebrali. Tutto ciò aiuta il nostro encefalo a mantenersi attivo. In questo modo, il processo di invecchiamento cerebrale viene rallentato. Ne risulta che i livelli di attenzione e della memoria subiscono minori deterioramenti.

La pratica dello yoga svolge quindi un’azione benefica sulle facoltà mnemoniche. Questo è possibile perché asana e meditazione portano la mente a focalizzarsi sul momento presente, il qui e ora, e questo favorisce i livelli di attenzione. permettendoci di “addestrare” la mente e “plasmare” il muscolo del cervello, rendendolo attivo e contribuendo così a rallentare i processi di invecchiamento delle cellule e a mantenere buoni i livelli della memoria.

Negli ultimi anni sono comparsi numerosi studi sullo yoga e sul suo utilizzo come “terapia complementare” da abbinare ad altri trattamenti per una serie di patologie, dal mal di schiena alla depressione, dai disturbi d’ansia all’artrite e sul cervello. La maggior parte di questi studi è basata sul confronto tra la struttura cerebrale di soggetti praticanti di yoga esperti con quella di non praticanti o poco esperti, per rilevare l’esistenza di differenze trasversali tra i due gruppi. La pratica di questa disciplina sembra essere collegata a un aumento del volume della materia grigia nell’ippocampo (un’area del cervello che ha un ruolo molto importante nel gestire la memoria), all’aumento del volume di alcune zone della corteccia prefrontale (che svolge un ruolo fondamentale nei processi cognitivi), e una maggiore connettività tra le aree cerebrali che compongono il default mode network (DMN), una rete di circuiti neurali in diverse regioni corticali e sottocorticali generalmente attivata durante le ore di riposo e di attività passive. Si è inoltre riscontrato ed è in fase di altre ricerche che i praticanti esperti di yoga mostrano una sopportazione al dolore maggiore rispetto a chi non pratica yoga e la tolleranza al dolore è associata all’aumento della materia grigia nella regione della corteccia insulare.

Provare per credere !  Namastè

INNO ALLA TERRA

DALLA SAGGEZZA DEI POPOLI ANTICHI E DAL LORO IMMENSO RISPETTO PER LA NATURA CHE ABBIAMO PERSO NOI UOMINI MODERNI…
INNO ALLA TERRA
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“Sia che io quando riposo su di te o Terra,
mi giri sul fianco destro o sinistro,
sia che steso supino sulla schiena,
io senta la tua pressione dalla testa ai piedi,
sii clemente o Terra! Tu sei il giaciglio di tutto!
Qualunque cosa io scavi fuori da te, o Terra, possa tu venir subito rifornita!
O purificatrice possano i miei colpi non raggiungere mai
I tuoi punti vitali, il tuo cuore!
Il ciclo delle tue stagioni, le notti che si succedono ai giorni,
la tua estate o Terra, le tue piogge scroscianti, il tuo autunno,
il tuo inverno e la stagione dei ghiacci che cede alla primavera,
possa ciascuna di tutte queste produrre per noi il proprio miele!”
(dai Veda, Bhumi Sukta, Inno alla Terra)

 

IL GOLDEN MILK

Un ringraziamento a Eleonora Saraswati per i suoi insegnamenti.

 

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Il golden milk, conosciuto anche come latte d’oro è una bevanda a base di CURCUMA che ci viene in dono dalla medicina ayurvedica e dalla sua tradizione millenaria, ormai molto utilizzata anche dai popoli occidentali.

Questa spezia orientale, ha tra le sue molteplici qualità tra i suoi elementi, il principio attivo chiamato curcumina, che diversi studi scientifici è  un ottimo antiossidante e antinfiammatorio, in grado dunque di contrastare stati infiammatori e dolori articolari in generale. Questo ovviamente sempre considerando che i principi attivi che la natura ci offre sono in grado di attivare/rinforzare le nostre difese, già presenti nell’organismo.

I benefici del golden milk sono tantissimi:

  • anti-infiammatorio molto efficace
  • antiossidante, con virtù antisettiche,
  • aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo
  • potenzia il sistema immunitario in generale
  • migliora il metabolismo contribuendo al mantenimento del peso corporeo
  • favorisce il benessere intestinale, disintossicando il fegato
  • regola la pressione sanguigna
  • efficace antidolorifico, specialmente per dolori articolari e muscolari.
  • In caso di mal di gola e raffreddore invece è possibile berne anche due tazzine al giorno, fino alla scomparsa dei sintomi.
  • Riduce anche gli effetti della psoriasi e di altre malattie della pelle.

Ovviamente non è una pozione magica ed i suoi benefici si possono riscontrare con un uso costante giornaliero. Si può assumere questa bevanda tutti i giorni, al mattino, almeno per un mese, ed è una di quelle bevande consigliate dall’auyrveda quando entriamo nel periodo invernale, ovvero ora.

Occorre ricordandosi sempre che un rimedio naturale non può purtroppo sostituire cure tradizionali in caso di gravi patologie ma è sicuramente un aiuto per avere comunque dei benefici.

Questo preparato non può essere usato in stato di gravidanza, in bambini fino ai 4/5 anni, da chi fa uso di anticoagulanti e da chi ha problemi con duodeno e cistifellea!

La ricetta per la preparazione del Golden Milk si suddivide in due fasi:

Ingredienti per la pasta di curcuma

  • 1/4 tazza di curcuma in polvere
  • 1/2 tazza di acqua filtrata
  • 1/2 cucchiaino Di pepe nero macinato

Preparazione. Mettere a bollire a fiamma alta in un pentolino antiaderente tutti gli ingredienti mescolando continuamente per evitare di formare grumi. Si deve ottenere in poco tempo un impasto liscio e cremoso, abbastanza denso.

Una volta pronta, conservate la pasta di curcuma  in un barattolo di vetro chiuso ermeticamente in frigo.  In questo modo, si manterrà per circa 40 giorni.

Ingredienti per il golden milk

  • 1/4 di cucchiaino di pasta di curcuma
  • 1  tazza di latte vegetale (quello che preferite, latte di mandorle, di riso, di noci…) – È anche possibile con latte vaccino, o di capra.
  • 1 cucchiaino di olio di mandorle dolci o di cocco
  • miele per dolcificare ( attenzione: il miele se inserito a temperature superiori ai 40° diventa nocivo, modificandosi i suoi principi attivi! Quindi va messo dopo aver fatto leggermente raffreddare la bevanda).
  • Per dolcificare si può anche usare lo sciroppo d’acero

Preparazione

Per preparare il latte d’oro fate scaldare a fiamma media in un pentolino per un paio di minuti il latte vegetale con la pasta di curcuma e l’olio, fino ad ottenere un composto denso e corposo.

Mescolare continuamente per evitare che arrivi a bollore. Togliere dal fuoco e versare in una tazza. Aggiungere il miele (o altro) per dolcificare un po’, a proprio gusto.

 

BALASANA – LA POSIZIONE DEL BAMBINO

Articolo pubblicato sulla nostra pagina FB l’11/11/20

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In sanscrito bala significa “bambino” e asana “posizione”, pertanto Balasana viene tradotta come “la posizione del bambino”.
Nella pratica dello yoga alternare momenti di intensa attività e riposo è una delle basi. Questi periodi vengono definiti abhyasa (esercizio costante), e vairagya (distaccamento dalle passioni). Ogni pratica deve includere parti uguali di tali elementi.
 Balasana è una posizione “riposante” ed anche una contrapposizione ad asanas con piegamenti all’indietro della schiena.
Sul piano fisico, questo asana agisce sugli organi interni del bacino e dell’addome, oltre ad elasticizzare la colonna e le spalle. E’ utile per allungare le cosce e le caviglie nonché per scaricare le tensioni del dorso.
Balasana è inoltre formidabile per alleviare lo stress e calmare la mente.
La posizione rappresenta il “ritorno” a se stessi, un rifugio interiore all’interno del quale nulla può importunarvi. L’avvicinarsi al proprio centro e connettersi con la pace che ridiede in esso ha un potere ristorativo enorme.
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