Salamba Sarvangasana: la posizione della candela

“L’importanza di Sarvangasana, la posizione della candela, non potrà mai essere lodata abbastanza ed è una delle cose più grandi lasciate in eredità dagli antichi yogi.”

Iyengar

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Sarvangasana è una posizione invertita che permette di allungare la parte posteriore del collo e di rafforzare i muscoli lungo la colonna vertebrale e della zona addominale.

Praticata costantemente dà benefici incredibili tanto che viene definita come la regina delle posizioni yoga.

Nonostante sia conosciuta come Sarvangasana, il nome completo di questa posizione è Salamba Sarvangasana.

Questo nome è formato da 5 parole che in sanscrito significano:

  • Sa = con
  • Alamba = supporto, sostegno
  • Sarva = tutti
  • Anga = arto, parte del corpo
  • Asana = posizione

Perciò Salamba Sarvangasana significa “la posizione in cui tutti gli arti sono supportati” o “la posizione in cui l’intero corpo è sostenuto“, perciò la parola Salamba è importante perché sta ad indicare che tutto il corpo è sostenuto dalle mani in maniera verticale, tranne testa e collo.

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E’ importante eseguirla con gli giusti allineamenti e senza forzare eccessivamente la zona del collo.

Infatti, pur sembrando una posizione facile, (chi di noi da bambino non la provava?), non lo è affatto, tanto da essere considerata una posizione avanzata, che va eseguita tenendo ben in mente poche semplici regole ma che evitano di farsi male alla cervicale.

Pertanto nell’esecuzione occorre portare la massima attenzione alla rachide cervicale  e non muovere mai il collo. In caso di dolore, meglio scendere in Halasana, o comunque con i piedi in basso, e muoversi solo quando non c’è più peso nella cervicale. Una posizione che è una via di mezzo  è Viparita Karani che, ha  gli stessi benefici della candela, ma non essendo la schiena perpendicolare, bensì a 60°, si libera il collo in quanto c’è meno peso ad aggravarlo  e l’allungamento della parte posteriore della cervicale è minore.

Come tutte le posizioni invertite, anche Salamba Sarvangasana ringiovanisce tutto il corpo e specificatamente i benefici sono:

  • Stimola la tiroide, le paratiroidi e ne migliora il funzionamento. Questo si ripercuote positivamente su tutto il metabolismo del corpo.
  • Riequilibra il quinto centro energetico, il Vishudda Cakra
  • Riduce i mal di testa cronici.
  • Il sangue ritorna più facilmente al cuore con  un effetto benefico su tutto il sistema circolatorio.
  • Ha benefici in caso di asma, bronchiti e disturbi alla gola.
  • Combatte la stitichezza.
  • Allevia i sintomi della menopausa.
  • Aiuta chi soffre di disturbi urinari e di infertilità.
  • Gli organi addominali si decongestionano e migliorano il loro funzionamento.
  • Calma la mente riducendo lo stress ed aiuta a combattere l’insonnia.
  • E’ benefica per chi sta molto tempo in piedi o troppo seduto

 

 

 

 

 

IL SOLSTIZIO D’INVERNO

La notte tra il 21 e il 22 dicembre è la più lunga dell’anno, il cosiddetto solstizio d’inverno che in questo emisfero segna il passaggio alla stagione più fredda.

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Il Solstizio d’inverno è pieno carico di valore simbolico come accade per altri simili fenomeni astronomici; è il momento dell’anno in cui l’oscurità prevale sulla luce, ma è lo stesso che indica la “rivincita” della luce stessa che pian piano riconquista ore nella giornata fino all’equinizio della primavera, dove la durata della notte si equivarrà a quella del  giorno.

Il Sole è simbolicamente connesso all’idea di immortalità e sin dall’antichità è stato sempre considerato come una divinità fondamentale, in grado di donare la vita. Il  solstizio d’inverno simboleggia la morte che dà inizio alla rinascita del Sole e dell’uomo: il Vecchio Sole muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della grande Madre Terra.

Tutti i popoli di ogni epoca (egizi, maya, greci, cinesi, persiani e cristiani) hanno sempre celebrato la nascita delle loro divinità tra il 20 e il 25 dicembre. Nelle tradizioni germanica  e celtica precristiana, Yule era la festa del solstizio d’inverno.  Le popolazioni gallo-celtiche chiamavano questo giorno “Alban Arthuan”, ovvero la “rinascita del dio Sole” e, in epoca romana, tra il 21 e il 25 dicembre, si celebrava la rinascita del Sole, il “Dies Natalis Solis Invicti”, il giorno del Natale del Sole Invitto, insieme a un ciclo di altre grandi festività, i Saturnalia, dedicate a Saturno, e successivamente le Larentalia o festa dei Lari. In Asia il Sole ha sempre rappresentato un elemento imprescindibile, tanto che una sequenza tipica dello Yoga è il Saluto al sole, Surya Namaskara.

É un momento di grande rigenerazione cosmica ed è il momento dell’apertura del settimo chakra, Samsrara, quello della corona, che dona l’illuminazione. L’uomo prende coscienza della vera spiritualità sua e del cosmo.

In questo periodo entriamo nell’elemento Dosha – terra e acqua.

Le basse temperature e le notti più lunghe stimolano l’introspezione. Nella natura tutto si interiorizza, tutto viene ridotto all’essenziale, le piante si spogliano e la linfa si dirige all’interno verso il centro, per accumulare energia.
È tempo di immagazzinare energia, riposare e rigenerare il corpo!

 

La Terra rappresenta sul piano fisiologico l’elemento necessario per dare struttura e forza ai tessuti ed agli organi/strutture corporei chiamati Dathu. La Terra conferisce al nostro corpo il peso e la resistenza essendo la sua presenza un fattore stabilizzante e di protezione. L’elemento terra è collegato al primo chakra Muladhara. Sul versante mentale essa rappresenta il radicamento e la stabilità, il controllo e l’equilibrio dei pensieri, queste doti inducono pacatezza emotiva ed il raggiungimento di stati evoluti di saggezza.

Tutti gli organi e le sostanze solide del nostro corpo sono dominate dall’elemento Terra, dai muscoli alle ossa, alle cartilagini. Il suo senso è l’olfatto.

Secondo la medicina tradizionale cinese l’inverno è associato all’elemento acqua ed è collegato ai meridiani dei reni e della vescia urinaria. “L’elemento Acqua, in quanto fonte di vita, fornisce la volontà di sopravvivere” ed è collegato al chakra Svadhisthana
Le nostre ossa e articolazioni sono nutrite e lubrificate dall’elemento Acqua, essa riveste un ruolo di straordinaria importanza nell’organismo umano in quanto elemento necessario al corretto mantenimento delle funzioni vitali.

Quella dell’Acqua è un’energia molto profonda: costituisce l’inizio e la fine di ogni processo nell’essere umano. “È l’energia che ci viene fornita all’atto del concepimento. E’ potenzialità infinita!”

L’insegnamento dell’acqua è imparare a lasciarci andare al flusso naturale della vita. Impariamo ad arrenderci, ad immergerci, a lasciarci guidare con fiducia da questa corrente. “Questo elemento conferisce la volontà di raggiungere un obiettivo (aspetto yang) così come la capacità di abbandonarsi agli eventi senza dover controllare in modo eccessivo ogni cosa (aspetto Yin).”

In questa giornata è consigliato fare esercizi  o meditazioni che promuovano il ricambio e la purificazione del sangue, e/o che tonifichino il sistema endocrino.

  • lasciare andare il passato e focalizzare su noi stessi;
  • concentrarci sul presente;
  • dedizione alle nostre intenzioni;
  • ripetere un mantra o il nostro Sankalpa.


Nel festeggiare il Solsitizio d’inverno è bene ascoltare dentro di noi quali sono i desideri profondi, fare spazio tra tutto quello che non è davvero importante per accogliere il nuovo che verrà  e scegliere un proposito, è il momento favorevole per una promessa, per il tempo che viene e il nuovo anno.

 

Namastè

 

TRIKONASANA

Trikonasana è una posizione polare. Infatti operasui due aspetti energetici del corpo: quello yin, femminile, lunare e quello yang, maschile, solare.

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Significato Trikonasana

In sanscrito trikona significa “triangolo”, per cui il nome di questa asana viene tradotto come “la posizione del triangolo”, che viene così denominata perché le gambe formano un triangolo con il suolo. Trikonasana è una delle 84 posture principali dello Hata Yoga e  fa parte anche delle dodici posizioni basi nel Sivananda Yoga.

Il triangolo rappresenta universalmente le tre forze della natura e la perfezione. Nello yoga le 3 forze della natura, le guna, di cui abbiamo già parlato, sono: tamas (inerzia), rajas (azione) e sattva (armonia). Essi rappresentano anche il triumvirato del sé cosmico: Brahma, il creatore; Vishnu, il protettore; e Shiva, il distruttore. I triangoli sono inseparabili dal potere del numero tre. Il Signore dello Yoga, Shiva, detiene uno scettro a tre punte a rappresentare essere, coscienza e beatitudine.

L’importanza simbolica di triangoli e del numero tre possono essere trovati nel corso della storia e in tutte le culture:

  • Nella mitologia greca ci sono tre Grazie, tre destini, tre furie e tre Gorgoni.
  • Nelle storie celtiche non è inusuale per una testa di avere tre facce per vedere il passato, presente e futuro.
  • Cielo, terra e l’abisso rappresentano le tre divinità primarie (Anu, Bel ed Ea) dell’antica Babilonia.
  • Dio, Gesù e lo Spirito Santo formano la Santissima Trinità nelle religioni cristiana e cattolica.
  • Nell’Induismo, Brahma, Shiva e Vishnu formano una struttura simile.

Inoltre nell’uomo e nel tempo vi sono sempre 3 parti:

  • corpo, mente e spirito.
  • passato, presente e futuro.

Alcuni consigli importanti nell’eseguire questa asana :

  1. Non lasciare che tutto il peso del corpo si appoggi sopra il ginocchio tramite la mano più bassa. Questo creerebbe troppa pressione sopra l’articolazione del ginocchio.
  2. E’ molto più importante tenere la gamba davanti diritta e il busto allineato con la coscia, senza forzare la posizione per arrivare alla performance, ovvero toccare con la mano il  pavimento. Rispettando i propri limiti bisogna arrivare fino a dove il corpo lo permette senza sforzi e con dolore, anche se non è abbastanza in basso.
  1. È importante, per mantenere bilanciati questi due aspetti (sia da un punto di vista fisico che energetico), pertanto la posizione deve essere eseguita sia a destra che a sinistra per la stessa durata.
  1. La massima attenzione va portata al bacino che deve essere perfettamente in linea con l’apertura frontale delle gambe e che va tenuto in retroversione, portando il coccige verso il basso, in modo da proteggere la zona lombare nell’esecuzione dell’asana

I benefici di Trikonasana nella sua pratica costante sono:

  • Tonifica ed allunga i muscoli delle cosce, le ginocchia e le caviglie.
  • Nella zona lombo-sacrale allunga le anche e gli inguini.
  • Allunga la spina dorsale.
  • Apre il torace e le spalle, riequilibrando il 4 chakra, anatha
  • Toglie rigidezza ai fianchi e corregge le piccole deformità che si trovano nella zona lombo-sacrale e le fa sviluppare uniformemente.
  • Allieva i dolori nella schiena e nel collo.
  • Stimola gli organi e muscoli addominali.
  • iduce lo stress
  • Aiuta a correggere i piedi cavi ed i piedi cavi.
  • Riduce i dolori alla sciatica.
  • Aiuta ad alleviare i sintomi della menopausa.

Buon Lavoro

 

 

 

 

METTICI IL CUORE

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Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”
“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.
“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.
“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?” Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”
Infine il pensatore concluse dicendo: “Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.”
Mahatma Gandhi.

 

I 3 GUNA

I GUNA

Nel  Samkya, il più antico dei sei sistemi filosofici dell’India, si legge che l’universo si è creato dall’incontro/scontro di due forze primordiali chiamate Purusha (spirito/coscienza) e Prakriti (materia). La loro interazione è indispensabile poiché lo spirito è inattivo senza la materia e la materia è inanimata senza lo spirito.

Queste due forze sono in costante evoluzione e trasformazione ed i Guna sono le qualità di trasformazione attraverso cui queste energie primordiali si manifestano nella natura ed in ogni essere vivente.

“Quando l’essere incarnato è in grado di elevarsi sopra i tre guna, si libera dalla nascita, dalla morte, dalla vecchiaia e dalla sofferenza che ne derivano e gioisce dell’immortalità.”

Bhagavad Gita XIV.20,

 I 3 guna sono: Tamas, Rajas e Sattva.

Tamas (dal sanskrito: oscurità) rappresenta l’oscurità, l’inerzia. L’influenza tamasica porta l’uomo a non  vedere di la della propria mente, ad essere pigro, svogliato, affaticato, depresso, a volte violento. Tamas porta confusione, torpore e attaccamento al mondo materiale.

Rajas (dalla radice ranj: “dinamico”) rappresenta la passione, il desiderio ed il movimento. Rajas ci spinge all’azione. Una mente rajasica è una mente che si muove da un pensiero all’altro velocemente.

Sattva (dalla radice “sat”: esistente o esistenza) rappresenta la luce e la purezza. Una persona sattvica è una persona saggia e virtuosa, le sue parole sono piene di saggezza e di rispetto per gli altri esseri umani. La mente sattvica è una mente pura che segue solo un pensiero alla volta ma che è in grado di muoversi velocemente o lentamente a secondo delle circostanze che si trova ad affrontare.

Dentro ognuno di noi c’è un parte tamasica, rajasica e sattvica. Sia nello yoga che nell’ayurveda ci sono indicazioni precise (come l’uso di certi cibi invece di altri) per arrivare ad essere una persona in cui sattva è l’elemento predominante, anche se, lo scopo ultimo, non è fermarsi ai guna ma andare oltre. Superare i guna significa non identificare il sé con le loro qualità ed essere distaccato dalle qualità della vita sia positive che negative.

Namastè

 

Ustrasana – La posizione del Cammello

In sanscrito ustra significa “cammello”, pertanto la traduzione letterale di Ustrasana è “la posizione del cammello”.Non sembrando in effetti un cammello Ustrasana potrebbe essere stata chiamata in questo modo perché la posizione che si assume con il corpo ricorda la forma della gobba di un cammello. In ogni caso eseguire questa posizione in modo costante aiuta a correggere la postura ”ingobbita”

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Con questa asana, occorre portare l’attenzione e la forza nel basso ventre, aumentandone la compattezza ad ogni espirazione e percependo, attraverso l’ inspirazione, la forza del diaframma che ci sostiene. Altro punto di forza sono le mani, ben saldate alle caviglie rendono possibile la maggiore leggerezza delle spalle e del tronco.

All’inizio se non si riesce a raggiungere la posizione completa si possono portare le mani a sorreggere la zona lombare inarcando leggermente la schiena. Bisogna sempre ricordarsi che le posizioni si acquisiscono gradatamente, senza superare i propri limiti se il nostro corpo ci comunica di aver raggiunto la soglia limite, il dolore.

BENEFICI

  • Migliora la digestione stimolando lo stomaco
  • Regola il transito intestinale
  • Migliora la postura, aiuta ad aprire il petto e a rilassare e rinforzare la colonna vertebrale
  • Ottima per la sciatalgia
  • Stimola la tiroide
  • Ottima per il sistema riproduttivo
  • Tonifica l’apparato genito-urinario
  • Disintossica l’organismo aumentando la diuresi
  • Fortifica addome e bacino eliminando il grasso dall’addome e dai fianchi.
  • Rafforza i quadricipiti e li allunga.

CHAKRA STIMOLATI

  • Svadhisthana
  • Manipura
  • Anahata
  • Vishuddha

Che dire di più.

Con una sola posizione visto quanto lavoro si riesce a fare???

Namasté

L’ETERNA GIOVINEZZA DEL CERVELLO – LO YOGA ED I BENEFICI ANTI INVECCHIAMENTO.

Ricordo che le motivazioni che mi spinsero a provare a praticare lo yoga furono essenzialmente due: la prima era la mia schiena che, dopo anni di inattività e lavoro alla scrivania, grazie a posture completamente sbagliate, mi faceva passare i guai. A 45 anni mi ritrovavo la schiena di un’ottantenne. Alzarmi la mattina era un disastro. Per non parlare poi di come arrivavo alla sera.

La seconda motivazione fu l’insegnante che avevo scelto. Maya abita vicino a casa mia e l’avevo sempre ammirata perché era ed è una bellissima donna ed in perfetta forma. Dimostrava a malapena 60 anni ed era invece sulla soglia dei 70! Mi dissi che se lo yoga dava questi effetti volevo fare yoga anche io! Perché non era solo brillante a livello fisico ma, soprattutto, a livello mentale e di spirito, come lo è tutt’oggi.

Tutta la profondità dello yoga l’ho scoperta dopo ed anche di questo non finirò mai di dirle grazie per avermi fatto conoscere lo yoga, per avermelo fatto amare e per avermelo donato.

VECCHIAIA

Tornando a noi vi chiederete ma come è possibile che lo yoga aiuti a rallentare il processo di invecchiamento? Sono ormai noti i benefici dello yoga sia a livello fisico sia sul piano energetico, emozionale e tra i vari effetti a medio-lungo termine vi è un rallentamento del processo di invecchiamento. A ciò si aggiunge il mantenimento di un buon livello di attenzione. Vediamo perché.

 

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Lo yoga ed il cervello.

Ricercatori brasiliani hanno constatato come la pratica regolare dello yoga produca effetti positivi a livello cerebrale. Lo studio ha analizzato il maggiore spessore della corteccia celebrale in donne che avevano più di 60 anni e che praticavano yoga da oltre un decennio. Le analisi si sono basate sui dati emersi dalla risonanza magnetica funzionale effettuata sul queste yogi. Le donne che invece non praticavano yoga a mostravano uno spessore meno evidente.

In questa ricerca  la dott,sa E. Kozasa, neurologa, ha evidenziato che la pratica costante di asana, pranayama e meditazione aiuta a “educare” il cervello inteso come muscolo. Anche le visualizzazioni delle posture yoga permettono di stimolare le funzioni cerebrali. Tutto ciò aiuta il nostro encefalo a mantenersi attivo. In questo modo, il processo di invecchiamento cerebrale viene rallentato. Ne risulta che i livelli di attenzione e della memoria subiscono minori deterioramenti.

La pratica dello yoga svolge quindi un’azione benefica sulle facoltà mnemoniche. Questo è possibile perché asana e meditazione portano la mente a focalizzarsi sul momento presente, il qui e ora, e questo favorisce i livelli di attenzione. permettendoci di “addestrare” la mente e “plasmare” il muscolo del cervello, rendendolo attivo e contribuendo così a rallentare i processi di invecchiamento delle cellule e a mantenere buoni i livelli della memoria.

Negli ultimi anni sono comparsi numerosi studi sullo yoga e sul suo utilizzo come “terapia complementare” da abbinare ad altri trattamenti per una serie di patologie, dal mal di schiena alla depressione, dai disturbi d’ansia all’artrite e sul cervello. La maggior parte di questi studi è basata sul confronto tra la struttura cerebrale di soggetti praticanti di yoga esperti con quella di non praticanti o poco esperti, per rilevare l’esistenza di differenze trasversali tra i due gruppi. La pratica di questa disciplina sembra essere collegata a un aumento del volume della materia grigia nell’ippocampo (un’area del cervello che ha un ruolo molto importante nel gestire la memoria), all’aumento del volume di alcune zone della corteccia prefrontale (che svolge un ruolo fondamentale nei processi cognitivi), e una maggiore connettività tra le aree cerebrali che compongono il default mode network (DMN), una rete di circuiti neurali in diverse regioni corticali e sottocorticali generalmente attivata durante le ore di riposo e di attività passive. Si è inoltre riscontrato ed è in fase di altre ricerche che i praticanti esperti di yoga mostrano una sopportazione al dolore maggiore rispetto a chi non pratica yoga e la tolleranza al dolore è associata all’aumento della materia grigia nella regione della corteccia insulare.

Provare per credere !  Namastè

ARRIVA L’INVERNO

(Un ringraziamento a Eleonora Saraswati per i suoi insegnamenti.)

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Durante l’inverno, con il diminuire dell’energia solare, fonte di vita, la madre terra sembra inspirare per trattenere tutte le forze vitali per nutrirle e rigenerarle in attesa di rifiorire a nuova vita con l’arrivo della primavera.

Così è anche predisposta la natura umana, che in inverno è predisposta ad immagazzinare energie, proprio come un seme che, nascosto e protetto nel buio della terra sembra morto, ma sta radunando e risparmiando tutte le energie per poter salire in primavera verso la luce e fiorire. La natura in questo periodo si “contrae” in sé stessa.

“Inverno. Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione.”

Giuseppe Ungaretti

In questo periodo di contrazione noi permettiamo al nostro Prana, ovvero alle nostre energie vitali, di disperdersi, la rigenerazione non sarà possibile.

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Nella stagione invernale predomina un tipo di energia femminile e per l’ayurveda andiamo dal dosha VATA composto da aria ed etere, gli elementi più leggeri, verso KAPHA, dove prevalgono acqua e terra, gli elementi più pesanti.  L’elemento terra induce pesantezza e se non facciamo in modo di alleggerirlo siamo più rallentati, chiusi, tendenti alla depressione,  inattivi fisicamente e mentalmente.

Qualche piccolo consiglio per affrontare al meglio questa nuova stagione ci viene da questa scienza antica.

  • Innanzitutto continuiamo con le nostre pratiche yoga, cercando un rimo più lento e con maggior tenuta degli asanas, in modo da sviluppare calore dentro il nostro corpo e sviluppare maggiore energià. In altri articoli vedremo quali pratiche sono più “propedeutiche” per questa stagione e quali asana inserire maggiormente.
  • Questo è il momento in cui è ideale raccoglierci in noi stessi. Pertanto sarebbe ottimo prendere l’abitudine, se già non fa parte del nostro quotidiano, di meditare.
  • Scontando in questo momento il secco dell’elemento VATA possiamo soffrire di più di irrigidimenti muscolari e dolori alle articolazioni. Occorre quindi bere molto di più, favorendo bevande calde, che hanno anche tanti altri benefici.
  • Approfittiamo il più possibile, restrizioni a parte, delle poche ore di luce, anche solo facendoci una passeggiata.
  • Proteggiamo maggiormente i nostri reni, che sono quelli che in questo periodo dell’anno soffrono maggiormente, tenendoli ben al caldo.
  • Nonostante il freddo non dimentichiamo mai di arieggiare le nostre stanze, per eliminare tossine e batteri.
  • Evitiamo cibi non cucinati e cerchiamo sempre verdure e frutta di stagione. Facciamo colazioni più abbondanti. Tra i frutti di stagione mele e pere sarebbe preferibile mangiarle cotte.
  • Usiamo la LOTA per purificare il nostro setto nasale e le sue mucose. Anche su questo dedicheremo un articolo a parte

Spero possa esservi utile..

Namastè

 

INNO ALLA TERRA

DALLA SAGGEZZA DEI POPOLI ANTICHI E DAL LORO IMMENSO RISPETTO PER LA NATURA CHE ABBIAMO PERSO NOI UOMINI MODERNI…
INNO ALLA TERRA
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“Sia che io quando riposo su di te o Terra,
mi giri sul fianco destro o sinistro,
sia che steso supino sulla schiena,
io senta la tua pressione dalla testa ai piedi,
sii clemente o Terra! Tu sei il giaciglio di tutto!
Qualunque cosa io scavi fuori da te, o Terra, possa tu venir subito rifornita!
O purificatrice possano i miei colpi non raggiungere mai
I tuoi punti vitali, il tuo cuore!
Il ciclo delle tue stagioni, le notti che si succedono ai giorni,
la tua estate o Terra, le tue piogge scroscianti, il tuo autunno,
il tuo inverno e la stagione dei ghiacci che cede alla primavera,
possa ciascuna di tutte queste produrre per noi il proprio miele!”
(dai Veda, Bhumi Sukta, Inno alla Terra)

 

IL GOLDEN MILK

Un ringraziamento a Eleonora Saraswati per i suoi insegnamenti.

 

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Il golden milk, conosciuto anche come latte d’oro è una bevanda a base di CURCUMA che ci viene in dono dalla medicina ayurvedica e dalla sua tradizione millenaria, ormai molto utilizzata anche dai popoli occidentali.

Questa spezia orientale, ha tra le sue molteplici qualità tra i suoi elementi, il principio attivo chiamato curcumina, che diversi studi scientifici è  un ottimo antiossidante e antinfiammatorio, in grado dunque di contrastare stati infiammatori e dolori articolari in generale. Questo ovviamente sempre considerando che i principi attivi che la natura ci offre sono in grado di attivare/rinforzare le nostre difese, già presenti nell’organismo.

I benefici del golden milk sono tantissimi:

  • anti-infiammatorio molto efficace
  • antiossidante, con virtù antisettiche,
  • aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo
  • potenzia il sistema immunitario in generale
  • migliora il metabolismo contribuendo al mantenimento del peso corporeo
  • favorisce il benessere intestinale, disintossicando il fegato
  • regola la pressione sanguigna
  • efficace antidolorifico, specialmente per dolori articolari e muscolari.
  • In caso di mal di gola e raffreddore invece è possibile berne anche due tazzine al giorno, fino alla scomparsa dei sintomi.
  • Riduce anche gli effetti della psoriasi e di altre malattie della pelle.

Ovviamente non è una pozione magica ed i suoi benefici si possono riscontrare con un uso costante giornaliero. Si può assumere questa bevanda tutti i giorni, al mattino, almeno per un mese, ed è una di quelle bevande consigliate dall’auyrveda quando entriamo nel periodo invernale, ovvero ora.

Occorre ricordandosi sempre che un rimedio naturale non può purtroppo sostituire cure tradizionali in caso di gravi patologie ma è sicuramente un aiuto per avere comunque dei benefici.

Questo preparato non può essere usato in stato di gravidanza, in bambini fino ai 4/5 anni, da chi fa uso di anticoagulanti e da chi ha problemi con duodeno e cistifellea!

La ricetta per la preparazione del Golden Milk si suddivide in due fasi:

Ingredienti per la pasta di curcuma

  • 1/4 tazza di curcuma in polvere
  • 1/2 tazza di acqua filtrata
  • 1/2 cucchiaino Di pepe nero macinato

Preparazione. Mettere a bollire a fiamma alta in un pentolino antiaderente tutti gli ingredienti mescolando continuamente per evitare di formare grumi. Si deve ottenere in poco tempo un impasto liscio e cremoso, abbastanza denso.

Una volta pronta, conservate la pasta di curcuma  in un barattolo di vetro chiuso ermeticamente in frigo.  In questo modo, si manterrà per circa 40 giorni.

Ingredienti per il golden milk

  • 1/4 di cucchiaino di pasta di curcuma
  • 1  tazza di latte vegetale (quello che preferite, latte di mandorle, di riso, di noci…) – È anche possibile con latte vaccino, o di capra.
  • 1 cucchiaino di olio di mandorle dolci o di cocco
  • miele per dolcificare ( attenzione: il miele se inserito a temperature superiori ai 40° diventa nocivo, modificandosi i suoi principi attivi! Quindi va messo dopo aver fatto leggermente raffreddare la bevanda).
  • Per dolcificare si può anche usare lo sciroppo d’acero

Preparazione

Per preparare il latte d’oro fate scaldare a fiamma media in un pentolino per un paio di minuti il latte vegetale con la pasta di curcuma e l’olio, fino ad ottenere un composto denso e corposo.

Mescolare continuamente per evitare che arrivi a bollore. Togliere dal fuoco e versare in una tazza. Aggiungere il miele (o altro) per dolcificare un po’, a proprio gusto.