Tanta poesia e tanta musica raccontano della passione, soprattutto quando questa è ostacolata, in qualche modo, dalla realtà oggettiva.
Un poeta anche passionale è stato Iosif Brodskij. In questa sua “io ero solamente ciò” racconta una passione forte e intensa, che però, come una sfera, ruota e va…
E pensando alle passioni clandestine o comunque contrastate e finite, una canzone di Agnes Obel, “Familiar”, racconta l’amore clandestino e la sofferenza per questa clandestinità. In questo video dal vivo la particolarità di questa musicista e dei suoi arrangiamenti, oltre alle bravissime polistrumentiste che l’accompagnano dal vivo.
Buona lettura e buon ascolto. 🙂
IO ERO SOLAMENTE CIO’ [Iosif Brodskij]
Io ero solamente ciò
che tu toccavi, quello
su cui – notte fonda, corvina –
la fronte reclinavi tu.
Io ero solamente ciò
che tu là in basso distinguevi:
sembiante vago, prima, e poi
molto più tardi, tratti.
Sei tu ardente, che
sussurrando hai creato
la conchiglia dell’udito
a destra, a manca, là, qui.
Tu che nell’umida cavità,
tirando quella tenda,
hai messo voce, perché
potesse te chiamare.
Cieco ero, nulla più.
Tu, sorgendo, celandoti,
hai dato a me la facoltà
di vedere. Si lasciano scie
così, e si creano così
mondi. Spesso, creati,
si lasciano ruotare così,
elargendo regali.
E, gettata così,
in caldo, in freddo, in ombra, in luce,
persa nell’universo,
ruota la sfera e va.