Preghiera 2
Il pensiero riposa sul ricordo mielato di giochi azzurri,
s’innalza timidamente nelle nuvole di antiche aurore,
nel sole dei nuovi giorni, imbrattati da nebbie crudeli
che nascondono le linde figure del mio paese allegro.
Genuflesso sulle ginocchia invoco la preghiera silente,
al di sopra delle nubi si libra, vola sul mare dei Giganti,
dove lumi di legni smagano all’orizzonte, svaniscono
come immagini della memoria volteggiante.
Negli occhi vigili brilla questa vita assetata di luce,
un sorriso fuori dal tempo, un atomo dell’anima.
Tornare ad esistere dopo attimi di assenza mi regala
una chance di salvezza, una prova per sperimentare
e penetrare il labirinto di mondi che si muovono,
che sontuosamente affiorano, reali e cangianti.
Ora saranno gioiosi i giorni, perché dentro mi ride
la donna dei fiori, perché ama i fiori, e forse pur me.
Chi se non lei potrò, in questa esistenza, amare?
Una mano umana, due occhi che vedono e vedo.
Come potrei questa sera pregare il buio infinito,
illudermi in questo attimo di lucidità strabiliante,
e come potrei questa sera pregare se non per lei?
Fra le vite parallele il mio sogno ripercorre strade
che appaiono immutabili, e lo spirito si alimenta,
attraversa spazi che si rivelano, di volta in volta,
uguali e inalterabili, e tutto è già accaduto.
Quello che chiamate futuro è nella nostra memoria.