A CHE SERVE LA GRATITUDINE ? QUANDO E’ COSI’ FACILE ESSERE INGRATI ?
E Confucio come sempre ha ragione…
A CHE SERVE LA GRATITUDINE ? QUANDO E’ COSI’ FACILE ESSERE INGRATI ?ultima modifica: 2021-07-15T13:58:05+02:00da un_uomonormale0
5 pensieri riguardo “A CHE SERVE LA GRATITUDINE ? QUANDO E’ COSI’ FACILE ESSERE INGRATI ?”
L’ultima cosa da non calcolare, quando pensiamo o decidiamo di giovare a qualcuno con un nostro interessamento , aiuto , perfino, accudente amicizia, e,comunque, con finalità di bene, è il non aspettarsi mai la contropartita. Dico questo,perché l’orgoglio, sicuramente stupido e inopportuno, di chi riceve da altri , ciò che da se stesso non sa o non può procurarsi, lo rende, nel tempo, in un certo senso, ostile e ,dunque, quasi sempre incapace di gratitudine. Quindi, secondo me, mai esagerare con il bene verso gli altri, a meno che non si sia proprio spinti a farlo da pressanti necessità. Ho una esperienza abbastanza consolidata in questo. Il male peggiore,ingiustificato, almeno quale sofferenza psichica, nella mia vita, l’ho ricevuto proprio da coloro per i quali mi sono sempre prodigata senza riserve.In situazioni del genere, il nostro Dio, ci chiede di porgere l’altra guancia, di perdonare, ma non sempre si può avere la forza di farlo. Buone cose, Dott . Ciao
Mia cara, alla tua deliziosa osservazione circa l’oggetto dell’argomento rispondo col pensiero di Cicerone:” la mancanza di gratitudine è una seria minaccia per l’umanità. Per questo molti pensatori hanno descritto l’ingratitudine come uno dei peccati più basilari. Il Talmud ( testo sacro riconosciuto solo dall’ebraismo ) dice che l’ingratitudine è peggio del furto. E Goethe sostiene: “L’ingratitudine è sempre una forma di debolezza; di voragine interiore. Non ho mai visto persone virtuose essere ingrate “. Un abbraccio a te cara
Una risposta, la tua, sostanziale e colta, che non può che comformarsi a verità assolute: filosofiche e religiose . Concordo in pieno con il grande Goethe, poeta e pensatore di profonda saggezza, oltre che di raffinata sensibilità e indiscussa umanità.
Buona serat, Dott.
Hai visto cara? Per ben figurare devo fare ricorso al pensiero dei grandi “pensatori”.
Tu , mio Dott., sei profondo di tuo ! Ma c’è il caso che si possano citare i cosiddetti grandi non per avvalorare, bensì per supportare una tesi…Un sorriso.
L’ultima cosa da non calcolare, quando pensiamo o decidiamo di giovare a qualcuno con un nostro interessamento , aiuto , perfino, accudente amicizia, e,comunque, con finalità di bene, è il non aspettarsi mai la contropartita. Dico questo,perché l’orgoglio, sicuramente stupido e inopportuno, di chi riceve da altri , ciò che da se stesso non sa o non può procurarsi, lo rende, nel tempo, in un certo senso, ostile e ,dunque, quasi sempre incapace di gratitudine. Quindi, secondo me, mai esagerare con il bene verso gli altri, a meno che non si sia proprio spinti a farlo da pressanti necessità. Ho una esperienza abbastanza consolidata in questo. Il male peggiore,ingiustificato, almeno quale sofferenza psichica, nella mia vita, l’ho ricevuto proprio da coloro per i quali mi sono sempre prodigata senza riserve.In situazioni del genere, il nostro Dio, ci chiede di porgere l’altra guancia, di perdonare, ma non sempre si può avere la forza di farlo. Buone cose, Dott . Ciao
Mia cara, alla tua deliziosa osservazione circa l’oggetto dell’argomento rispondo col pensiero di Cicerone:” la mancanza di gratitudine è una seria minaccia per l’umanità. Per questo molti pensatori hanno descritto l’ingratitudine come uno dei peccati più basilari. Il Talmud ( testo sacro riconosciuto solo dall’ebraismo ) dice che l’ingratitudine è peggio del furto. E Goethe sostiene: “L’ingratitudine è sempre una forma di debolezza; di voragine interiore. Non ho mai visto persone virtuose essere ingrate “. Un abbraccio a te cara
Una risposta, la tua, sostanziale e colta, che non può che comformarsi a verità assolute: filosofiche e religiose . Concordo in pieno con il grande Goethe, poeta e pensatore di profonda saggezza, oltre che di raffinata sensibilità e indiscussa umanità.
Buona serat, Dott.
Hai visto cara? Per ben figurare devo fare ricorso al pensiero dei grandi “pensatori”.
Tu , mio Dott., sei profondo di tuo ! Ma c’è il caso che si possano citare i cosiddetti grandi non per avvalorare, bensì per supportare una tesi…Un sorriso.