Ascolta e ama

ascolta e ama

 

20 APRILE 2023

GIOVEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 5,27-33

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 3,31-36

“Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito”.

Gesù ci conferma come la sua parola provenga dal Padre. Grazie a Lui noi siamo uniti al Padre, Dio non è più lontano, ha un volto e soprattutto ora sappiamo quanto siamo nel Suo cuore, quanto gli stiamo a cuore.

La vera salvezza è riconoscerci amati e nelle parole di Gesù traspare sempre quanto amore ha per noi: amore che perdona, amore che chiama, amore che si mette a servire, amore che guarisce e amore che offre tutto se stesso.

Vuoi sapere cosa vuol dire amare? Ascolta! Ascolta la parola che Dio per mezzo di Gesù ha da dirti. Ascolta quanto prima che tu nascessi Dio aveva preparato per te, affinché in ogni tua situazione tu possa cogliere la sua Parola e trovare la forza.

Ascolta e ama. Ama come puoi, fa che questa parola ascoltata entri in te e faccia parte della tua vita in pienezza, perché l’amore da quella Parola ascoltata, avrà attraversato il tuo cuore così da renderlo simile al Suo.

 “Signore,

aiutami a saper ascoltare

non solo con le orecchie, ma con il cuore,

così che ogni Tua Parola non mi sfugga via.

Aiutami ad ascoltare ed amare,

poiché esso sarà il segno che avrò compreso

tutto quello che mi dici da tempo.

Possa il mio cuore prendere esempio dal Tuo

e possa riconoscere in me

quelle mancanze di ascolto e di carità,

che Tu però mi hai perdonato,

affinché io possa ricominciare.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Dio ha tanto amato il mondo

Dio ha tanto amato il mondo

19 APRILE 2023

MERCOLEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 5,17-26

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 3,16-21

“Dio ha tanto amato il mondo”, dovremmo ripeterlo, ricordarcelo, specialmente nei momenti dove pare che non ci ami nessuno o ci sentiamo desolati, stanchi e delusi.

“Dio ha tanto amato il mondo”, si, ha amato tutto il mio mondo, quello che mi porto dentro, ed oggi mi chiede di fare un passo in avanti: credere in questo amore!

Credere non è una magra consolazione alle sconfitte, ma è mettere una luce a tutte quelle situazioni di buio, per aver la forza di andare avanti.

Se ci sentiamo amati la forza ci viene, e chi più di Dio che conosce interamente il nostro cuore, la nostra storia e persino il nostro peccato, potrebbe amarci così?

Non siamo soli, non siamo dimenticati, siamo amati da Colui che per darci conferma manda suo figlio, perché chi ama non vuole perderti e dona tutto se stesso.

Allora chiediamo al Signore l’aiuto di riconoscere per noi così tanto amore, esso è la forza per vivere in questo mondo già pieno di vita eterna, dove sarà più facile credere che Lui era già lì a dirci: figlio, ti ho sempre amato e ti amerò per sempre.

“Signore,

donami la forza di credere nel Tuo amore,

affinché da esso possa trarne la forza.

Aiutami a credere oltre quella paura che mi blocca

e non mi fa vedere niente,

oltre quel dolore,

così da poter camminare con fiducia.

Fa che sia capace di dare amore lì dove non vedo nulla,

proprio come hai fatto Tu con me

quel giorno, tutti i giorni,

in quel mondo che è il mio

e che mi rendo conto non aspettava altro che Te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Guardare in alto

guardare in alto

 18 APRILE 2023

MARTEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 4,32-37

Salmo: Sal 92 (93)

Vangelo: Gv 3,7-15

Gesù nel dialogo con Nicodemo dice che bisogna rinascere dall’alto. Non c’è rinascita dal basso, ossia dai nostri progetti terreni, quando crediamo di farcela da soli; la rinascita viene solo dall’alto, dal vivere la vita con il Signore Risorto.

Lo Spirito soffia e rigenera a vita nuova. Nascere dallo Spirito significa allora, vivere a partire dall’intima convinzione che l’amore di Dio è sempre fedele, ed è talmente forte che neppure il peccato e la morte lo possono distruggere.

Siamo chiamati a guardare in alto, non più ad un serpente di rame, fatto da Mosé per salvare il popolo d’Israele, bensi al Cristo, all’infinito amore che la Croce significa e ci comunica.

Lo Spirito è quella forza d’amore che gonfia le nostre vele, e come il vento non si può fermare, non si può contenere, bisogna sempre lasciarci sospingere sicuri che è Dio ad indicarci la rotta, a gonfiare le nostre piccole vele per condurci in porto e poter rivolgerci a Gesù con cuore confidente e dire:

“Signore,

elevo il mio sguardo in alto,

perché è da lì che vorrei rinascere,

per lasciar andare tutto cio che dal basso mi tira più giù.

Aiutami a rinascere con Te,

affinché la mia vita

trovi la sua svolta,

trovi il suo posto,

non grazie ai miei sforzi,

ma per l’amore che hai per me.

Un amore che è sceso in basso,

per tirarmi su, per farmi rinascere.

Con Te, io sono già rinato.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Rinascere dall’alto

rinascere dall'alto

 

17 APRILE 2023

LUNEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 4,23-31

Salmo: Sal 2

Vangelo: Gv 3,1-8

Nicodemo è un capo dei Giudei, un uomo di cultura e riconosce Gesù come inviato da Dio, un maestro della legge, tuttavia non riesce a comprendere il messaggio nuovo che Gesù porta: rinascere mediante lo spirito.

Gesù afferma: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Nascere dallo Spirito equivale a rinascere di nuovo, è lasciare che questo entri in noi e che sia lo Spirito a guidarci con una nuova libertà.

Essere cristiano non è soltanto seguire dei Comandamenti, seppur vero, è avere la certezza che siamo rinati nell’amore di Dio e così ascoltare il dono dello Spirito che ci porta dove Lui vuole.

Nella nostra vita cristiana tante volte ci troviamo come Nicodemo ad andare a Gesù di notte, ovvero nell’incomprensione della fede, perché questa non è il frutto di una riflessione su Gesù, ma di una comunicazione della vita che proviene da Dio, una riplasmazione del nostro essere che accade quando nel cuore viene acceso il dono della fede.

È lo Spirito che ci fa partecipi della Vita che è in Dio. È lo Spirito che ci fa vivere al ritmo dell’Amore che Lui ha per noi.

Ogni uomo vecchio viene così trasformato in uomo nuovo e può camminare seguendo la libertà dello Spirito, che lo conduce sulle sue vie, verso la pienezza di un amore, che più ne coglie la portata, più ne aumenta la grandezza da scoprire.

Solo chi nasce dallo Spirito può avere questa qualità di Vita, questa qualità di Amore.

“Signore,

aiutami a rinascere,

fa che la mia vita

cominci dal Tuo amore.

Il Tuo spirito mi consoli,

mi doni la forza di camminare,

e mi guidi in ogni istante,

cosi che ad ogni mio passo

ti riconosca accanto

e nella fatica ritrovi il coraggio.

Tu spirito di vita,

che non ti stanchi di soffiare,

riscalda i cuori, risana le ferite

e donaci la grazia di riconoscerti

per rinascere in te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

A porte chiuse

a porte chiuse

16 APRILE 2023

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 2,42-47

Salmo: Sal 117 (118)

Seconda lettura: 1Pt 1,3-9

Vangelo: Gv 20,19-31

Oggi il Vangelo dell’ottava di pasqua si concentra su Tommaso. Egli era uno dei discepoli, l’unico che alla sera quando venne Gesù non lo vide, poiché il testo ci narra non essere presente. Tommaso vive otto giorni da “separato in casa”, i suoi compagni avevano fatto esperienza di Gesù risorto mentre Lui era rimasto alla passione. È proprio per questo che se la prende ed esige una pretesa: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

Ma Gesù ritorna, perché l’amore torna sempre. Gesù non lascia Tommaso nella sua condizione di difficoltà e realizza addirittura la sua pretesa. Egli non solo vedrà Gesù, ma toccherà i segni di quell’amore, i segni di Risurrezione.

Anche per noi il Signore torna, o meglio, è presente nella nostra storia quando chiudiamo le porte del nostro cuore alla novità, alla vita. Egli entra nelle “porte chiuse” del cuore, per togliere i segni della passione e della morte e lasciare germi di Risurrezione. Non importa se saremo lontani dal nostro cuore, se inganniamo noi stessi lasciando che le nostre ferite non ci facciamo proseguire, Egli verrà per liberare ogni cuore da ogni macchia di peccato.

Oggi è il giorno della festa della divina misericordia, alle porte chiuse del nostro cuore vi sono due braccia spalancate di amore pronte a difenderci, ad amarci non solo oggi, ma per tutta la vita.

“Signore,

entra nelle porte chiuse del mio cuore

e dona vita.

Fa che il Tuo amore sia più forte della mia durezza

e sciolga il gelo che mi separa da Te.

Aiutami a vedere Te, il Tuo volto

venirmi incontro,

poiché io lo so, sei Tu la mia forza.

Finalmente anch’io ho un posto dove poter andare:

nel tuo cuore,

aperto, spalancato, pieno d’amore,

tanto da sciogliere il mio gelo in tante lacrime di commozione,

poiché i miei occhi hanno visto il Tuo amore.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Gesù presente e vivo

Gesù presente e vivo

15 APRILE 2023

SABATO FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Prima lettura: At 4,13-21

Salmo: Sal 117 (118)

Vangelo: Mc 16,9-15

Il Vangelo di oggi ci invita a pensare Gesù presente e vivo nella nostra vita. Egli si manifesta da risorto a chi prima aveva già incontrato per vari motivi. È così anche per noi: la nostra vita è attraversata dalla sua presenza in modi differenti, poiché sempre Egli  ha cura di noi.

Il rischio è: ma ci crediamo? Crediamo ad un Dio presente davvero nella nostra vita, oppure viviamo questa relazione come un Dio che invoco ogni tanto?

Credere non è un punto di arrivo, è il primo passo: Maria di Màgdala ha fatto quell’esperienza iniziale con Gesù che è stata un mezzo che l’ha portata a credere in Lui risorto, così i suoi discepoli, c’è sempre un momento che prepara a quel nuovo incontro con Gesù risorto.

Dobbiamo chiedere al Signore l’aiuto di sentirlo vivo e accanto a noi, di liberare il nostro cuore da tutto ciò che frena o può frenare la nostra relazione con Lui, così da poter scorgere segni di Risurrezione, segni di Dio nella nostra vita, che non esclude la fatica quotidiana, ma essi saranno la forza da cui attingere. Diventeremo anche noi dei risorti, ovvero persone capaci di Dio, in grado di mettere luce, di far brillare la nostra vita persino in quelle parti più buie, poiché Lui le ha già perdonate e per il quale ha amato e ha dato tutto, tutto se stesso.

“Signore,

illumina la mia vita del Tuo amore risorto.

Aiutami a credere sempre,

nonostante il dolore o la fatica.

Aiutami a ricordare quel primo giorno

in cui ho percepito il Tuo amore,

affinché possa guardare

la mia vita con speranza,

una speranza che viene dall’esperienza

che Tu per me, o Signore, ci sei”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

È il Signore

è il Signore

14 APRILE 2023

VENERDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 4,1-12

Salmo: Sal 117 (118)

Vangelo: Gv 21,1-14

Nel Vangelo di Giovanni, possiamo leggere per ben due volte l’episodio della pesca miracolosa; una prima della Risurrezione in Gv 5,1-11 e l’altra dopo la Risurrezione, che viene presentata nel testo della liturgia odierna.

Giovanni riconosce che è Gesù proprio da quel medesimo gesto avvenuto anni prima, ma che nel corso del tempo aveva reso i discepoli diversi, ora non sono più titubanti nel gettare la rete, avevano già fatto esperienza della possibilità di Dio.

Quello che oggi potremo chiederci è: a distanza di tempo anche noi accostandoci ai vangeli a che punto siamo? Il Signore della vita ci spinge a fare un percorso di vita, e si è vivi se si cresce, o perlomeno se si tende a farlo. Non dobbiamo spaventarci se invece ci sentiamo arenati, perché è proprio questo vangelo a dirci che lì dove è impossibile, la Sua possibilità bussa alla nostra porta.

Chiediamo al Signore l’aiuto e la forza per fare della nostra vita un luogo di incontro e di memoria, un luogo in cui tra le mille impossibilità emerga la Sua possibilità, in grado di farci esclamare come Giovanni: è il Signore.

Pace

pace

13 APRILE 2023

GIOVEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 3,11-26

Salmo: Sal 8

Vangelo: Lc 24,35-48

In questa ottava di Pasqua continuiamo a sentire forte e vivere l’annuncio della risurrezione di Gesù.

“Pace a voi” è il saluto che ci dona Gesù, perché il nostro cuore possa dimorare in quella vita nuova frutto della risurrezione, che abbatte ogni limite umano, avvolge di misericordia il peccato e annuncia la possibilità di vivere sempre da redenti.

Veramente questo è il giorno che il Signore ha fatto per noi, dove salvati dall’amore cantiamo un canto nuovo, poiché la gioia e la pace di Cristo ci travolgono. Non abbiamo paura. Non sia turbato il nostro cuore, il Signore della vita ha avvolto tutte le nostre morti. Cio che è avvolto dall’amore è strappato alla morte. Cosi ogni volta che il nostro cuore vive la paura, possiamo ricordarci di questa certezza e attingere forza.

Gesù non è un fantasma, è il risorto che mangia con noi, che ci invita alla sua tavola, che condivide tutto se stesso e ci chiama ad essere testimoni, a vivere la comunione con Lui e con i fratelli, dicendo a tutti che il suo amore trasforma, ama e perdona sempre, ciascuno può vivere una vita nuova da risortio e sperimentare la sua pace.

Allora, lasciamo che il nostro cuore si abbandoni, viva la pace di Cristo, essa è la pace ché non è stata esonerata dalla sofferenza, ha condiviso il dolore, eppure c’è sempre stata. Sia cosi anche per noi: quando nella fatica ci sentiamo soli e non sappiamo come fare, ascoltiamo nel profondo del nostro cuore quella voce di Dio che ci dice: pace, poiché io sono con te e non ti abbandonerò mai, per te ho dato la mia vita e tu affidami il tuo cuore.

Resta con noi

resta con noi

12 APRILE 2023

MERCOLEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 3,1-10

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Lc 24,13-35

“Egli fece come se dovesse andare più lontano”

Il Signore non si impone mai alla nostra volontà, ma fa sorgere in noi la nostalgia del suo incontro. La sua vicinanza fa ardere il cuore della sua presenza, che non possiamo più trascurare.

Allora come i discepoli esclamiamo: “resta con noi perché si fa sera”. Senza la sua presenza non vediamo bene, ci viene meno la lucidità della fede e la magnanimità del cuore, abbiamo bisogno della Sua luce nella nostra notte.

Gesù ci conosce e fa della sua presenza un luogo in cui ci è possibile sentire il cuore ardere, ovvero: sentirlo vivo in noi, al punto da non poter piu stare senza di Lui. Siamo invitati a dire al Signore: “resta”, resta nelle nostre case, nel nostro cuore, resta, perché senza di te il nostro cuore non arderebbe.

Gesù è il presente, per questo è nato, morto e risorto, per poter essere sempre con noi, con tutti, anche con chi non lo conosce, con quanti non lo cercano affatto.

Un Dio che per restare sempre sceglie un pezzo di pane, la cosa piu semplice di questo mondo, ma anche la piu unica, perché chiunque riceverà di quel corpo, non potrà che sentire il cuore ardere, poiché l’amore scalda, brucia, si consuma e sopratutto non finirà mai.

“Perché piangi? Chi cerchi?”

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11 APRILE 2023

MARTEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 2,36-41

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Gv 20,11-18

Il Signore chiede a Maria il motivo delle sue lacrime: “Perché piangi? Chi cerchi?”. Gesù lo chiede oggi anche a noi. Ci può capitare di non riconoscerlo, eppure Lui sa chi siamo e quali sono le domande che fanno bene al nostro cuore.

Chi cerchi?  La risposta al nostro cercare è colui che ci fa la domanda. Si pone di fronte a noi, affinché al nostro cuore inquieto sia possibile dare una risposta di pace, una risposta risorta.

Non piangere Maria, perché il maestro è qui con te. Anche noi non dobbiamo piangere, ma credere nel Dio della vita che ci consola e desidera dare forza a tutto il nostro essere.

Quanto è difficile riconoscere il Signore quando nella difficoltà ci troviamo attoniti, bloccati e desiderosi di qualcosa diverso. Oggi il Vangelo ci insegna che non siamo indifferenti al cuore di Dio, Egli parla direttamente al nostro cuore e come a Maria, ci chiama per nome. Siamo dinanzi a un Dio che ci conosce, che appena risorto non va via, si mostra a chi ha nel cuore per donare speranza, per aiutarci a comprendere che non siamo abbandonati, ma da Lui custoditi.

Quest’ottava di Pasqua sia per noi un rafforzare la consapevolezza che accanto abbiamo il Signore risorto, e quando ci sembra che dentro di noi vi sia un inferno, a questo vi è una risposta di Risurrezione, un volto, una mano capace di tirarci su e collocarci in un giardino dove li tutto è iniziato, e dove Dio dà sempre sapeva che tu, caro fratello o sorella, eri “cosa buona” di Lui.