Amarci gli uni e gli altri

Amarci gli uni e altri

 

12 MAGGIO 2023

VENERDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 15,22-31

Salmo: Sal 56 (57

Vangelo: Gv 15,12-17

Amarci gli uni gli altri come Lui ha amato noi, non è solo un comandamento, è il desiderio profondo di Dio di entrare in comunione con tutti e che tutti vivano questo amore.

É l’esperienza dell’incontro con Dio che fonda il nostro stesso essere, il nostro relazionarci come persone, la nostra stessa percezione del mondo e di tutto ciò che lo compone.

Non si ama l’umanità in generale, si amano le persone una ad una, e il dono di noi stessi si gioca sulla gratuità, sulla qualità della relazione, dove l’amore autentico passa sempre attraverso un esodo da sé, una fatica, un’uscita dai propri schemi, per andare verso la realtà dell’altro, la sua vita e le sue necessità.

Amarci non è un dovere, bensì un dono che ci facciamo; amarci con lo stesso amore di Dio per ritrovare in ciascuno un piccolo pezzetto di Dio, amarci come ci ama Dio, per diventare il meglio di ciò che possiamo diventare, per pensare in grande e volare alto.

L’amore è la spiegazione di tutto, il principio di tutte le cose. Scrive Tagore: “L’amore è il significato ultimo di tutto quello che ci circonda. Non è solo una sensazione, è la verità, è la gioia che è la fonte di tutta la creazione”. L’amore è la possibilità di esistere che il Signore ci dona e che ha effuso in tutta la creazione, perché l’essere umano possa ritrovarsi amato, salvato e custodito, donato e donante di amore eterno.

“Signore,

rendi il mio cuore capace di amare

poiché solo così sarà vivo;

esso non è solo carne,

è il luogo dove poter custodire coloro che mi fai incontrare.

Aiutami a donare loro un po’

dell’amore che hai donato a me,

cosi che in questo mondo

tanti cuori battano la sinfonia di Dio,

la sinfonia di un amore donato sino alla fine.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Perché la vostra gioia sia piena

perché la vostra gioia sia piena

 

11 MAGGIO 2023

GIOVEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 15,7-21

Salmo: Sal 95 (96)

Vangelo: Gv 15,9-11

Siamo tutti amati da Dio come Egli ama il suo stesso figlio unigenito, e in forza di questo amore, siamo eredi di una gioia profonda. È di questa gioia che Gesù parla, ovvero di un’esperienza di amore: egli si è sentito amato e rimane nell’amore del Padre fino alla fine. La gioia dell’amore del Padre è ciò che ha riempito tutta la sua vita, ne è il senso, un senso che viene lasciato in eredità ai discepoli, perché essi ne facciano tesoro e diventi anche la loro gioia.

La gioia evangelica è il respiro di vita del cristiano, non un sentire qualunque, ma ha una radice profonda nel cuore della fede.

Romano Guardini scriveva: “La sorgente dell’allegria, si trova nel più profondo dell’essere di una persona (…). Lì risiede Dio. Allora, l’allegria si espande e ci fa luminosi. E tutto ciò che è bello è percepito con tutto il suo splendore”.

Viviamo la gioia! Perché questa è un fatto di vita, la gioia è questione di senso che riguarda l’essere e il vivere.

Non abbiamo paura, camminiamo sulle orme di Gesù per imparare a superate resistenze e timori; lasciamoci amare e prendere per mano da Dio, perché “grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia” (Sal 126,3). Cerchiamo la gioia del Signore e sarà Lui ad esaudire i desideri del nostro cuore (cfr Sal 37,4). Impariamo a gustare tutte le gioie che il Signore mette sul nostro cammino: “gioia esaltante dell’esistenza e della vita; gioia dell’amore; gioia pacificante della natura e del silenzio; gioia talvolta austera del lavoro accurato; gioia e soddisfazione del dovere compiuto” (Gaudete in Domino, n. 1).

“Insegnami a gioire nonostante la fatica,

fa che il mio sguardo salga verso il cielo,

dove il mio cuore

alla ricerca di ossigeno con Te,

possa respirare.

Insegnami a dire parole di gioia e di meraviglia,

così da essere un Tuo raggio di sole,

anche dopo tanta pioggia.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Tralci

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10 MAGGIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 15,1-6

Salmo: Sal 121 (122)

Vangelo: Gv 15,1-8

“Rimanete in me e io in voi”. Rimanere ancorati a Dio, perché anche noi siamo tralci di quella pianta dove scorre la linfa vitale. C’è un amore che ci ha raggiunto, ci avvolge, ci penetra, risale nella nostra vita.

Tante volte non ci rendiamo conto di quanta vita abbiamo: vita Divina. Siamo quei tralci di cui il Signore si prende cura per farli crescere più rigogliosi. Pota il superfluo per farci vivere l’essenziale. Siamo quei tralci che il Signore vuole far fiorire, vuole far sì che portino molto frutto.

La mia linfa vitale viene da prima di me e va oltre me; viene da Dio, e va in amore, va in frutti d’amore; viene da Dio, radice del vivere, e dice a me, piccolo tralcio: ho bisogno di te. Staccarci da Dio equivale a perdere tutta la linfa vitale, un tralcio secco non produce più frutto.

Quel Dio che ci scorre dentro desidera solo dare linfa, dare vita, ci svela quel segreto dell’amore che avevamo già in noi. Siamo un miracolo di Grazia e di valori e diventiamo grappoli della vita di Dio.

“Rimanete in me e io in voi”. Rimanere in lui avvinghiati come i tralci, cosi che tutto cresca secondo il suo dono di vita, un amore che si arrampica in tutte le stagioni della vita.

“Signore,

desidero rimanere ancorato a Te,

cosi come sono.

Sono un Tuo tralcio,

che ha bisogno di Te per vivere.

Sono vivo grazie al Tuo amore

che nonostante me, i miei errori,

non si arrende,

con quella pazienza

che solo Tu,

Padre potevi donare al mio cuore

e mi riporta da Te, ancora ed ancora,

perché sei Tu la vite della vita mia”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

La Sua pace

la sua pace

09 MAGGIO 2023

MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 14,19-28

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Gv 14,27-31a

Siamo vicini ai giorni della passione, e le parole che Gesù dice ai suoi discepoli, non sono per loro facilmente comprensibili. Per comprendere e vivere quegli eventi hanno bisogno di un aiuto, un dono, non oggetto di scambio, che non si compra e non si vende: la pace di Cristo.

Gesù comunica la sua pace ai discepoli, perché vuole rassicurare i loro cuori dai turbamenti che li assalgono.

il  dono  della  pace  di  Cristo  è  ciò  che  deve  far  scomparire  ogni  paura,  ogni  timore:  «Non sia  turbato  il  vostro  cuore  e  non  abbia  timore». Ovvero restati saldi, siate forti, non fatevi spaventare dagli eventi, non fatevi prendere da quella agitazione emotiva che nasce da  situazioni impreviste, che non si sa come gestire. Non permettete alle tempeste della vita di togliervi la pace e di soffocare la speranza.

Restare radicati nell’amore del Padre come Gesù ha fatto, ci fa recuperare il baricentro della nostra umanità, il punto dove raccogliere quei pensieri che ci turbano la mente e il cuore. Non possiamo evitare tutte le tempeste, ma la pace che Gesù dona frutto del suo grande amore in comunione con il Padre, ci permette di attraversarle.

“Signore,

dona pace al mio cuore,

liberalo dalle paure.

Tu sei la mia forza,

il mio rifugio,

fa che senta la Tua pace su di me.

Possa io attraversare ogni istante della mia vita,

consapevole della Tua presenza

e sia cosi non solo per me, ma per tutti,

cosi che ciascuno trovi in Te

la sua pace.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

“Questi è colui che mi ama”

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08 MAGGIO 2023

LUNEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura:At 14,5-18

Salmo: Sal 113 B (115)

Vangelo: Gv 14,21-26

Gesù nel Vangelo di oggi, ci ribadisce una cosa abbastanza ovvia, ma necessaria da comprendere per il nostro cammino: “chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama”. Si, perché non ascoltiamo o obbediamo a qualcuno che in verità non amiamo.

La fiducia e l’obbedienza, passano da un cuore che vede nell’altro che ci guida una via di bene, toccano nel profondo noi stessi e ci mettono nella disposizione di ascoltare quel qualcuno per cui il nostro cuore prova qualcosa: stima, affetto, amore.

La domanda implicita è: amiamo il Signore? Egli è parte del nostro cuore?

Non bisogna aver una particolare vocazione per amare Dio, poiché ciascuno in ogni sua forma, mediante il dono del Suo amore riversato nel nostro cuore, è reso capace e chiamato ad amarlo. Perché? Per essere semplicemente noi stessi, perché ascoltando e vivendo i comandamenti li ritroveremo già in noi, intessuti nel nostro cuore; e non è un caso che l’unico comandamento che Gesù ci dona è quello dell’amore.

Allora, chiediamo a Gesù di renderci consapevoli di questo amore, di essere capaci di renderlo attuale nella nostra vita di tutti i giorni, dove l’amore prende forma, si dona, e risana tutte quelle parti in noi di non amore, che hanno bisogno di quel paraclito che il Padre manderà, per insegnare e ricordare e dire a noi stessi, quanto è grande l’amore di Dio nel cuore mio.

“Signore,

insegnami a riconoscere

quanto è grande il Tuo amore,

ed a farne memoria, quando nello scorrere del tempo

ne avrò bisogno.

Come in un abbraccio, che a Te, o Padre, desidero dare,

possa sentire il Tuo amore avvolgere il mio cuore,

così che ricominci a battere non per inerzia,

ma poiché è vivo,

vivo perché amato, vivo perché ama,

vivo con Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Dove vai

dove vai

 07 MAGGIO 2023

V DOMENICA DI PASQUA – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 6,1-7

Salmo: Sal 32 (33)

Seconda lettura: 1Pt 2,4-9

Vangelo: Gv 14,1-12

Nel Vangelo di oggi Gesù dice che va a prepararci un posto, perché dove sarà lui saremo anche noi. Gesù parla di un “dove”, ma i discepoli non comprendono.

Ecco che Tommaso, l’uomo ardente e con i piedi per terra, domanda: ma se non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?

Quel “dove” di cui parla Gesù non è soltanto un luogo, ma una via, comprende una direzione, un movimento di riportare tutto al Padre.

Gesù conduce, guida i suoi discepoli perché, in lui, diano la loro vita ai fratelli, perché tutti conoscano l’amore di Dio.

In quelle tre parole che Gesù dice a Tommaso: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, si racchiude tutta la storia di salvezza, il sogno più grandioso di amore, di libertà, di bellezza e di comunione con Dio, che ogni essere umano possa mai desiderare.

Il “dove” di Dio è sempre nel suo amore e per amore. Così la fede dei discepoli in Cristo Gesù è sempre ritrovarsi in Lui per essere inviati, perché il mondo conosca che amiamo il Padre e facciamo quello che il Padre ha comandato, cioè di amare tutti.

“Signore,

fai del mio cuore la Tua dimora,

affinché io possa trovare il mio posto in Te.

Sii il mio aiuto,

il luogo dove stanco possa trovare rifugio

e dove possa gioire sempre.

Ti affido la mia vita,

in ogni turbamento, in ogni momento.

Ho fede in te,

non perché desideri cose straordinarie,

ma perché so che Tu sei con me e questo è già abbastanza”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Riconoscere

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Filippo chiede a Gesù di mostrargli il Padre. Gesù rimane quasi sconcertato, poiche dopo tanto tempo i discepoli ché erano con lui, non avevano ancora compreso quale fosse il volto del Padre.

In parallelo, viene da domandare anche a noi, se dal tempo in cui siamo credenti, cosa abbiamo conosciuto di quel volto del Padre? Cosa abbiamo visto in Lui?

Gesù afferma: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”.  Gesù è la rivelazione piena del Padre. Chi vede Gesù, il Figlio amato dal Padre, vede esattamente il Padre, perché solo il Figlio è uguale al Padre.

Perché allora è così difficile riconoscerlo? Forse perché questo Dio è disarmante non ha un potere terreno forte, non è un re potente con un esercito, come quello dei romani a quel tempo; è un Dio debole, che si lascia uccidere, è un Dio debole perché ama, perché l’amore molto spesso viene scambiato per debolezza e non invece al contrario, per una grande fortezza: il potere più forte.

I discepoli vivevano da tempo con Gesù, avevano visto segni e miracoli, eppure mancava loro ancora qualcosa per fare una conoscenza vera profonda.

Dobbiamo imparare a leggere i segni che il Signore lascia nel nostro cammino; ogni cosa che ci accade ha un significato, è compreso nel mistero della vita.

Chiediamo al signore che ci aiuti a fare sempre di più esperienza e conoscenza della sua vita, ci illumini la mente ed il cuore così da esclamare come ha fatto Giobbe: “io ti conoscevo per sentito dire ma ora i miei occhi ti vedono”(Gb 42,5).

“Signore,

aiutami a riconoscere Te nella mia vita,

in tutti quei passi che ogni giorno percorro;

cosi che quando confuso non saprò cosa fare,

mi verrà incontro la certezza che Tu sei con me.

A volte ho bisogno di segni,

la mia fede ha bisogno di gesti

e più passa il tempo,

più mi accorgo che Tu sei, altro.

Tu sei la mia meraviglia

che al mattino mi fa alzare

e credere che non sono solo,

perché Tu hai cura di me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Non sia turbato il vostro cuore

Non sia turbato il vostro cuore

 

05 MAGGIO 2023

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 13,26-33

Salmo: Sal 2

Vangelo: Gv 14,1-6

“Non sia turbato il vostro cuore”. Con queste parole Gesù intende darci una tranquillità riguardo al futuro: “Io me ne andrò, ma state tranquilli”. Questa tranquillità viene dalla fede, dal continuare a credere in Dio e in Gesù, perché il suo andarsene non equivale a scomparire, Egli va ad aprirci la via alla verità e alla vita, in modo che noi sappiamo percorrere il cammino di figli verso il Padre.

La morte di Gesù, il suo andarsene, il suo dare la vita per amore nostro, ci comunica la nostra vera identità: la pienezza dell’amore del Padre che ci rende figli.

Amati dal Padre, rassicurati dal suo amore, possiamo sempre restare nel suo cuore, poiché ogni uomo ha un posto nel cuore di Dio per tutta l’eternità.

Il turbamento allora, non ci deve spaventare, ma divenire un’occasione di crescita nella fiducia e nel coraggio.

L’antidoto efficace per affrontare la prova è sempre la fede in Dio, quella fede che fa sì, che affidando la vita al suo cuore, facciamo il più grande investimento della nostra storia di amore con il Signore.

“Ai turbamenti del mio cuore, Signore, sii Tu la mia forza.

Fa che il mio cuore ti resti accanto,

ed ogni passo del mio cammino

io lo compia con Te.

Aiutami a vivere di fede,

affinché nonostante la fatica,

io possa vedere uno spiraglio di luce

e anche se è solo uno spiraglio,

fa che io scelga sempre di ancorarmi a Te,

per tutta la mia vita,

così che essa sia una vita di fede, una vita di amore.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Accoglierti

accoglierti

04 MAGGIO 2023

GIOVEDÌ DELLA IV SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 13,13-25

Salmo: Sal 88 (89)

Vangelo: Gv 13,16-20

Per raggiungere il Padre bisogna accogliere il Figlio da lui inviato; dice infatti Gesù: “chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”.

Accogliere è un verbo dal sapore di dono: accogliere un regalo, accogliere ogni persona dove è impresso il volto di Dio, accogliere Dio stesso.

Accogliere è un verbo che nella nostra vita può fare la differenza. Dio infatti non lo si merita, lo si accoglie: “A quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv1,12); il potere, non solo la possibilità o l’opportunità, ma un’energia, una vitalità, una forza più grande di noi, un bene grande che alimenta il nostro amore, una vita piena che può riempire la nostra piccola vita e fare di questa esistenza una liturgia.

Il volto di Dio inizia dal volto dell’altro. Per un cuore aperto all’accoglienza basta poco, è sufficiente un sorriso, un gesto, un saluto, perché tutto ciò che parte dal cuore avvicina a Dio.

“L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuore” (1 Sam 16, 7). Un uomo vale a partire dal suo cuore, non conta il mestiere che esercita, la sua posizione sociale o economica, la sua vocazione,conta il suo offrirsi all’altro e il suo accogliere l’altro. Gesù non ha amato per scherzo, ma con i fatti; è il racconto inedito della tenerezza del Padre, è la parabola vivente della misericordia di Dio che accoglie tutti.

“Signore,

aiutami ad accoglierti nella mia vita,

nonostante le mie mani vuote

e la fatica dei giorni.

Fa che riesca a prepararti il cuore,

affinché Tu possa farti spazio

e non restare stretto in un angolo,

trascurato.

Aiutami ad allargare i confini di Te, o Dio, in me;

solo così scoprirò che Tu mi hai accolto per primo,

solo così toccherò il Tuo amore”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Gesù è la via

Gesù è la via

 

MERCOLEDÌ 03 MAGGIO 2023

SANTI FILIPPO E GIACOMO, APOSTOLI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1 Cor 15,1-8a

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Gv 14,6-14

Il desiderio del cuore dei discepoli di conoscere il Padre, Gesù ci svela che è già in atto, perché conoscere lui è conoscere il Padre. Gesù è la via. Alla sete del nostro cuore che brama pace, misericordia e amore, la risposta è solo una: Gesù che è la via.

Sebbene i nostri vissuti possano essere diversi, ciò che ci accomuna è il Padre, e Gesù è la via per comprenderlo.

Gesù possa colmare il nostro cuore, possa renderlo capace di dono e di ascolto, così che sappia chinarsi sugli altri per donare un aiuto, piuttosto che su se stesso.

Vuoi conoscere il Padre? Guarda il figlio. Guarda nel profondo e senti l’amore che Dio ha per te, un amore che ti precede quando non ce la fai, un amore che ti riporta sulla strada di casa: il cuore di Dio e troverai due braccia aperte ad accoglierti, e quando tu dirai: Padre mio sono tornato, Egli ti dirà: ho mandato mio Figlio, affinché sapessi che ci sono sempre stato e sarò con te per sempre. E quando toccherà essere a te padre o madre, ricorda quel Suo sguardo, ricorda il Suo amore e riversalo nel cuore dei tuoi figli, così che quella via sia familiare anche per loro.

“Signore,

fa che riconosca il Tuo volto,

e sappia contemplarlo.

Fa che i miei occhi incrocino il Tuo sguardo,

così da sapere che Tu o Dio

mi sei accanto da sempre,

prima di tutto, prima di me,

e che nel Tuo cuore

c’è un posto anche per me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)