“…per tutti i suoi figli”

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MERCOLEDÌ 20 SETTEMBRE 2023

SANTI ANDREA KIM TAE-GÔN, PRESBITERO, PAOLO CHÔNG HA-SANG, E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Tm 3,14-16

Salmo: Dal Sal 110 (111)

Vangelo: Lc 7,31-35

Tutti a volte facciamo parte di quella generazione che si lamenta e lo facciamo anche con Dio. Abbiamo fatto questo, ma…. Abbiamo detto questo ma… È proprio Gesù a introdurre un nuovo “ma”. “Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli”. Ma non c’è bisogno che tu faccia niente, perché c’è una sapienza quella di Dio che non vuole niente in cambio, in quanto sei Suo figlio; il Suo amore ti ha reso giusto e ogni azione svolta così, non sarà più per sentirci giusti, ma come frutto del dono di essere figli, resi giusti.

Cosa è giusto? È giusto comprendere che sei figlio, il dono più grande che Dio poteva fare, così che tu non fossi più schiavo delle tue azioni, ma viva nella logica libera dell’amore di Dio. Essa non è far ciò che si vuole, richiede sapienza, ovvero: la capacità non solo di scegliere bene o male, ma anche tra bene e meglio.

Ogni figlio piano piano cresce. Si comincia a camminare gattonando e si cade e da quella caduta ve ne saranno altre. Oggi Dio tuo padre, ti inserisce in questa consapevolezza: puoi sbagliare, cadere, ma Lui sarà sempre lì a rialzarti, perché non ti vuole vedere a terra ma in piedi, eretto; desidera per te una vita dignitosa, dove ciascuno possa essere se stesso e soprattutto credere fino in fondo in questa figliolanza.

“Dio, fa che mi senta Tuo figlio.

Aiutami a credere fino in fondo nel Tuo amore,

sopratutto quando nella fatica non vedo.

Rimango a terra dopo qualche passo

e mi spavento.

Fa che senta Te rialzarmi

e così ritrovi il coraggio di un altro passo,

e ad ogni caduta,

rafforzi in me la consapevolezza di Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Non piangere

non piangere!

19 SETTEMBRE 2023

MARTEDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Tm 3,1-13

Salmo: Dal Sal 100 (101)

Vangelo: Lc 7,11-17

La compassione di Gesù spiazza il cuore. “Non piangere!”. Chi se non proprio Lui poteva comprendere il dolore di una madre? E quasi nel pensiero della sua, togliere almeno a lei quel dolore.

Così Gesù fa con noi, toglie il nostro dolore, lo prende su di sé. La sua vita, è per noi il segno che la nostra è già salvata, è segno e risposta che al nostro dolore, c’è un amore più grande. L’amore più grande viene da Dio, che si china su di noi e ci dice: “Non piangere!”.

“Non piangere!”. Questa parola oggi è per te, che ti senti di aver perso tutto, di non avere speranze: “Non piangere!”. Tu che credi di essere fallito/a e la tua vita non abbia senso: “Non piangere!”. Egli è qui con te e la sua compassione non è una magra consolazione, è amore vero riversato per te, affinché tu non soffra più. E se anche dovessi ancora soffrire, possa tu comprendere che non sei solo, perché Dio ha toccato il tuo cuore e ti ha detto: figlio mio vivi, rinasci, io sono qui con te. Il mio amore è vivo ed è per te; il mio amore riempia il tuo cuore; il mio amore ti sia di forza, non lasciar scendere le lacrime, perché non desidero vederti soffrire, voglio per te una vita in cui serenamente tu possa esistere e far esistere.

Sia davvero per ciascuno il tempo in cui sentirsi colmare, toccare il cuore da Lui e possa consolarci ora e sempre, possa ciascuno di noi vivere una vita piena di Dio!

“Signore,

consola il mio cuore,

a volte gonfio, a volte vuoto;

riempilo di Te, del Tuo amore.

Possa sentire per me

le parole del vangelo di oggi: “Non piangere! “.

Non so come fare,

a volte mi viene così naturale,

ma Tu, che sei con me, lo sai.

Tocca il mio cuore,

donagli conforto

e in Te ritrovi la vera vita che tanto desidero

e che  posso solo con Te”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Da distanza

da distanza

18 SETTEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Tm 2,1-8

Salmo: Dal Sal 27 (28)

Vangelo: Lc 7,1-10

La distanza non impedisce al centurione di sentir parlare di Gesù, al punto da credere che nonostante la distanza, basti una sola parola ed il suo servo guarirà.

Oggi ci viene chiesto di credere in Lui anche quando ci sentiamo distanti, poiché Lui c’è. Non c’è distanza che Lui non possa attraversare.

Quel servo guarirà grazie alla fede del suo padrone, infatti non leggiamo nel testo che quel servo chiedeva la guarigione.

Dovremo anche noi farci voce di chi non ha voce, non se la sente o pensa che Dio è troppo distante; dovremmo far fare agli esperienza di vicinanza. Quella guarigione è il segno di una fede grande, è il segno che Dio è nelle nostre relazioni e che possiamo essere noi stessi segno dell’amore di Dio.

Gesù di una parola! Il Signore ogni giorno ci dona una parola per sanarci. Quale è la tua di oggi? Leggila, fermati, medita, fai che essa ti guarisca nel profondo e confida in Dio, le cui parole annullano le distanze e ci aiutano a credere in Lui. Non c’è luogo dove Dio non ti raggiungerà per cercarti, poiché mentre lo invochi è gia in cammino, non perché era distante, ma perché in verità il cammino è tuo, sei tu che riuscirai a comprendere la Sua vicinanza e questa sarà la guarigione piu grande.

“Signore,

fa che non mi senta solo,

aiutami a comprendere che Tu ci sei.

Alla distanza che il mio peccato pone,

porta la tua Parola

per rafforzare il mio cuore,

per essere quella luce

in grado di chiedere per altri la guarigione,

ed il mio cuore senta il Tuo amore attraversarlo pienamente, totalmente

ed io non tema piu nulla,

perché l’unica distanza tra me e Te, sono io,

ed io voglio stare con Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Perdonare

Perdonare

 

17 SETTEMBRE 2023

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 27,33 – 28,9

Salmo: Dal Sal 102 (103)

Seconda lettura: Rm 14,7-9

Vangelo: Mt 18,21-35

Tutta la liturgia di questa domenica, ci parla del perdono che Dio ha profuso in abbondanza per ciascuno di noi.

Gesù racconta la parabola del debitore spietato, in risposta alla domanda stupita di Pietro, sulla capacità reale di offrire il perdono ai fratelli, ben più di un numero di volte indicato da una legge. Quante volte? Ma l’amore di Dio, il Suo perdono non ha un numero è infinito, immenso, eterno. Pietro dalla risposta di Gesù capirà che perdonare è dono di Dio.

Così preghiamo nel Salmo 102 di oggi: ” Egli perdona tutte le tue colpe. / Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe./ Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia.”

Veramente il “Signore è buono e grande nell’amore” talmente tanto, che noi non riusciamo a comprenderne appieno la portata. Il perdono è in funzione dell’esperienza che facciamo di Dio e non della nostra bontà di cuore. Il perdono è un incontro con Dio che annulla qualsiasi distanza tra noi e Lui. Un incontro che mette al centro la fede, la nostra miseria, il nostro errore e fa esaltare la bellezza del Suo perdono, in grado di dirci che noi non siamo l’errore commesso, ed il perdono diventa la certezza di una nuova possibilità, di poter cambiare e crescere.

Credere è prendere coscienza dell’alleanza con Dio, che ci viene rivelata proprio perdonandoci il nostro peccato e dandoci la capacità di vivere in comunione con Lui.

Il miracolo che oggi si impone al nostro cuore è quello di vivere il perdono al fratello, come un segno di quella vita divina, di cui siamo diventati partecipi.

“Signore nella Tua misericordia affido il mio peccato,

aiutami a perdonare, aiutami a perdonarmi.

Donami la Tua forza,

poiché l’amore che viene da Te

è più forte di ogni divisione.

Possa il mio cuore sentire il Tuo perdono,

possa vivere della Tua presenza,

possa sentire il dispiacere per ogni mio errore,

così da non offenderti più.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Frutti nuovi

 

fruttibuoni

SABATO 16 SETTEMBRE 2023

SANTI CORNELIO, PAPA, E CIPRIANO, VESCOVO, MARTIRI -MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Tm 1,15-17

Salmo: Sal 112 (113)

Vangelo: Lc 6,43-49

Qual’è quella casa che costruita in profondità non vacilla? È il nostro cuore!

Il Signore nel Vangelo di oggi ci invita a scendere in profondità, a creare fondamenta, affinché il nostro cuore non vacilli.

Questa lettura considera basilare, oggi possiamo farla diventare un po’ più profonda. Oltre a cercare di costruire la relazione con Dio con solidità, vi è la prima parte del testo che parla di frutti buoni o cattivi. Dovremmo chiederci: in noi cosa esce? Nelle nostre relazioni, nella vita quotidiana, sono più le parole che costruiscono o quelle che distruggono? Questo perché ciò che esce ci permette di comprendere come si sta costruendo. E non è un caso che proprio il Vangelo ci chieda cosa esce e poi come costruire.

Mettiamoci davanti a Lui disarmati, senza temere di cosa possiamo scoprire di noi, perché siamo dinanzi a un Dio che è Padre e il Suo volto non fa paura. A Lui possiamo dire: papà sono cosi. Cosa accadrà? Ci sentiremo amati persino in quel frutto cattivo, che piano piano cadrà. Nascerà da quello stesso ramo un frutto buono; nato, irrigato tra molte lacrime e molti sbagli.

Il nostro essere forti non sarà durezza, bensì la certezza di aver trovato un amore corrisponderci, anche quando non eravamo capaci di amare. E sarà quell’amore il nostro fondamento.

Non vacillerai più, se cadrai saprai rialzarti, perché Dio non ti ha creato per vederti a terra ripiegato, ma in piedi, risanato. Lascia ciò che ti fa soffrire a Lui, portagli il tuo peso, fosse anche l’unica cosa che sai donargli, ed il Suo amore t’invaderà; una traboccante forza inonderà il tuo cuore e ti scoprirai non più solo, ma parte di una storia con Dio, le cui radici ora sono profonde.

“Signore,

donami la forza di venire da Te.

Donami il coraggio di dirti:

sono così.

Solo così sarò guarito,

perché solo guardando l’amore ci si può scoprire amati.

Libera il mio cuore,

liberalo dalla presunzione di fare da solo

e guidalo affinché cresca e si fortifichi e quel frutto cresca,

perché il Tuo amore l’ha toccato,

perché il Tuo amore mi sanato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Maria presso la croce

Maria presso la croce

 

VENERDÌ 15 SETTEMBRE 2023

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA – MEMORIA

Prima lettura: Eb 5,7-9

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Lc 2,33-35 oppure Gv 19,25-27

Oggi nella memoria della Beata Vergine Addolorata, sono proposti due vangeli, noi scegliamo il primo, ma entrambi esprimono le caratteristiche di questa grande Madre di cui ciascuno di noi è figlio.

Maria sta presso la croce, quante madri possono trovarsi in questa situazione, dinanzi alle preoccupazioni di un figlio malato, tribolato, quella croce del figlio diventa sempre più la croce della madre.

Maria sta, non si tira indietro, sta dinanzi alle nostre croci e con tutto il cuore ne sostiene il peso. Non parla, silenzio, è il silenzio del rispetto, quel silenzio è il grido più forte e assordante di qualsiasi urlo.

Anche noi dalle nostre croci impariamo a stare in silenzio, per sentire nel cuore la sua presenza, per sentirci dire: sono qui figlio mio.

Maria è accanto a noi, non c’è dolore che il Suo cuore non possa tenere; come custode della Parola diventa custode della croce, ma non solo quella del figlio, poiché come la parola è per tutti, lo stesso la croce.

Impariamo da lei a stare, impariamo quel silenzio che accompagna, lasciamoci amare da Maria. Ella madre di ogni tempo sta, e nel suo stare prega per tutti noi suoi figli, affinché ogni cuore si senta generato da Dio e possa sentire su di se le parole dette a Giovanni: ecco tua madre.

Ecco la madre che sta presso la tua croce e tu figlio non sarai solo, nessuna lacrima cadrà a terra prima che lei non l’abbia colta.

Nel Suo cuore, vi é tutto quell’amore talmente grande da straripare nel tuo e non  sentire più solo dolore, ma un leggero sollievo, un soffio di vento, un  sospiro di consolazione, capace di consolare il tuo cuore. Eccola è Lei ed è presso di te, nelle tue giornate stanche e doloranti, in quelle fitte che la vita purtroppo vive, per dirci: figlio non sei solo, ci sono io, le prendo tutte per te.

“O Maria,

quanto è grande il mio dolore

e tu lo vedi.

Sei presso la mia croce,

sei qui con me.

Il tuo volto è buono o madre,

il tuo volto mi è di conforto,

stai con me Maria,

parlami di Gesù,

parla al mio cuore cosi che trovi consolazione

e dopo averlo sentito non scendo, poiché non voglio vederti salire al mio posto,

tu lo faresti, una mamma lo farebbe.

Stiamo insieme presso quella grande croce,

che da un senso alla mia e alla tua.

Stiamo, io ti guardo e tu guardi me,

stiamo in silenzio,

in questo silenzio assordante.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

C’è bisogno

c'è bisogno

 

 

GIOVEDÌ 14 SETTEMBRE 2023

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE – FESTA

Prima lettura:Nm 21,4b-9 Oppure:Fil 2,6-11

Salmo: Dal Sal 77 (78)

Vangelo: Gv 3,13-17

“Così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”. C’è bisogno di Dio in questo mondo. Il Signore sa, conosce quel desidero profondo di Lui che si può manifestare in tanti modi, a volte anche nel rifiutarlo.

C’è bisogno di un Dio vicino, ma posto anche in alto, affinché il nostro cuore fatto per il cielo, risplenda di speranza.

Abbiamo avuto bisogno della croce, perché ora ogni volta che la guardiamo, possiamo sentirci dei salvati.

La festa dell’esaltazione della croce è la festa dell’estensione del Suo amore, di un amore così grande, che non esiste cuore che non possa farne esperienza. Sia questa festa, un modo per ritornare a guardare il crocifisso con gli occhi della speranza, la speranza che per noi crocifissi dalla vita, è aver incontrato un Dio in grado di farsi carico di ogni difficoltà o dolore, persino del nostro peccato

Alziamo lo sguardo a colui che hanno trafitto, noi trafitti di strada, carichi delle fatiche di ogni tempo, volgiamo gli occhi a Colui che in ogni tempo rinnova il Suo amore.

L’amore, l’offerta della sua vita, vale ora come in quel tempo, è costante, affinché tutti possiamo ritornare da Lui. Non importa quanto tu ti sia perso, cio che conta è che Dio ha avuto bisogno di trovarti, perché nessun figlio mai sarà disperso, perché mentre tu cerchi il Suo sguardo, Egli ti ha già guardato ed in quello sguardo vi è la salvezza, in quella croce la speranza ed il segno che su questo mondo, c’era bisogno di Dio.

“C’è bisogno di Te, Signore!

Io ho bisogno di Te, del Tuo amore, del Tuo perdono,

di quella speranza capace di farmi alzare al mattino,

perché anche se non so

come andrà la giornata,

sarò amato da Te.

C’è bisogno di Te,

di un Dio messo in croce per amore, per me, per tutti.

C’è bisogno di una presenza pronta ad accogliere,

perché quando nel dolore

diciamo: mio Dio,  Tu ci rispondi:  sono qui.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Beati i poveri

Beati i poveri

 

Beati voi, poveri, sono parole sconvolgenti quelle che pronuncia Gesù. Parole che cambiano la logica ci obbligano a guardare la storia con occhi diversi.

Beati voi, poveri! Non beata la povertà.

I poveri hanno il cuore al di là delle cose. Povero sono io quando comprendo che non basto a me stesso, che ho bisogno degli altri per vivere, che la mia vita è legata a quella dei fratelli, allora mi affido, chiedo perdono e vi­vo la comunione.

Beati voi, poveri, vo­stro è il Regno, già adesso, perché Dio regala gioia a chi produce amore: quando uno si fa carico della felicità d’altro, il Padre si fa ca­rico della sua felicità.

Con i poveri Dio cambierà la storia, quei poveri liberi dalla smania di possedere, con la pace nel cuore per tutto cio che potrebbe dargli potere, perché la vera ricchezza sta nella beatitudine che ti cambia il cuo­re a misura di quello di Dio.

Chi meglio di Maria può essere proclamata beata da tutte le generazioni, perché ha creduto a quella Parola che il Signore le ha annunciato. Lasciamoci guidare da Lei nel cammino per essere liberati dall’illusione dell’autosufficienza, riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, della sua misericordia, ed entrare così nel suo Regno di giustizia, di amore e di pace, ed essere anche noi chiamati beati.

“Signore,

mi sento povero, ma non beato,

mi sento solo e non gaio.

Aiutami, guarisci il mio cuore,

perché i poveri sono coloro

che saranno con Te per sempre.

Allora, non sono povero

ho in me una povertà

che mi tiene lontano da tanti,

ma non da Te.

Allora sono ricco di un amore che fiorisce,

sono ricco, perché il tuo amore

mi ha rivestito di una veste di gioia,

ed il mio peccato

non ti ha tenuto lontano.

Sia il mio cuore lieto

perché il tuo è la mia ricchezza più bella.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Notte in preghiera

notte in preghiera

12 SETTEMBRE 2023

MARTEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Col 2,6-15

Salmo: Dal Sal 144 (145)

Vangelo: Lc 6,12-19

 

Tutti cercano di toccare Gesù, perché Lui emana una forza che fa guarire tutti. Da dove gli arriva tale forza? Dal Padre, da quelle notti in preghiera, in cui il Figlio sente solo la voce del Padre.

Mentre scende la sera e il giorno  passa, il Figlio dell’uomo comincia il suo dialogo con il Padre e quella forza, sarà la forza per tutte le nostre notti, dove con la luce spenta nel cuore, non abbiamo neanche la forza di pregare.

Benedetta quella notte tra Gesù e il Padre, poiché da essa tutti noi chiamati figli, possiamo attingerne la forza.

Gesù chiama i suoi discepoli, non troviamo scritto qual’è il loro compito, quali criteri usa per scegliere, sappiamo di qualche legame parentale tra i discepoi, di Giuda che lo tradirà. Non è una dimenticanza è un dono fattoci per comprendere cio che conta: che imparino a vivere le notti con Dio, per toccare il cuore di Dio e sentirsi toccati.

La preghiera è toccare il cuore di Dio è sentirsi amati nel profondo. Solo l’amore guarisce, sia sempre il Suo cuore capace di guarirci dalla notte e ritrovare anche li, sfumature di luce, sfumature di Dio.

“In questa notte o Padre

ti affido tutte le mie notti,

affinché Tu sia la mia forza.

Reggimi, Sostienimi,

ho bisogno di Te,

del Tuo cuore capace di consolare il mio,

per donare pace a tutti quei giorni

un po’ meno luminosi,

ma pieni della Tua presenza,

perché anche se non ti scorgo accanto,

Tu sei lì a tenere il cielo sopra di me,

affinché subentri il giorno

ed io mi accorga non solo della notte passata,

ma della luce del giorno che mi hai preparato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Mettiti qui nel mezzo

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11 SETTEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Col 1,24-2,3

Salmo: Dal Sal 61 (62)

Vangelo: Lc 6,6-11

Gesù nel vangelo di oggi, mette al centro un uomo con una mano inaridita; un uomo con le sue fragilità, con un’impotenza a compiere delle azioni, ma sempre un uomo.

Nella mano c’è tutto. L’uso della mano è questione di vita o di morte, costruisce o distrugge; può stringere la pace o fare la guerra.

La mano può essere aperta o chiusa. La mano aperta riceve, accoglie, elargisce doni, accarezza, cura, lavora.

La mano chiusa trattiene, spacca, vuole possedere.

L’uomo è preso dall’inganno del possesso sia delle cose, come delle persone. Chi vuol possedere tutto rende la sua mano morta atrofizzata, perché rimarrà schiavo delle cose che vuole possedere.

La vita è relazione, è dono, e in quanto tale non può essere posseduta, ma vissuta e donata.

Gesù stesso si consegnerà nelle mani degli uomini, e questi lo metteranno a morte. Eppure, Egli ogni giorno  continua a mette la sua vita nelle nostre mani, nelle mie mani, si fida proprio di me, perché questo dono si comunichi e le mie mani possano vivere aperte alla vita.

«Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Metti nel mezzo della tua vita la tua mano, cosi che trovando la Sua, tu possa guarire ed essere segno dell’amore di Dio che per noi desidera una vita piena, piena di Lui.

“Signore,

metto nelle Tue mani la mia vita,

abbine cura Tu.

Tu, che conosci ciò che sono,

le mie fragilità, le mie paure,

oggi le metto nel mezzo,

nel mezzo del Tuo cuore, cosi da sentirmi al sicuro.

Tu prendimi per mano e non lasciarmi,

ed io guariró

per mezzo di quell’amore,

che sempre mi hai promesso

e che oggi mi fa stare nel mezzo,

tra le Tue mani.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)