Tempo di Quaresima

tempo di Quaresima

14 FEBBRAIO 2024

MERCOLEDÌ DELLE CENERI

“State attenti”. Cominciamo questo tempo forte che è il periodo della quaresima con un invito che riecheggia la vigilanza, proprio come il tempo di avvento.

Entrambi i tempi possono collegarsi a questo tema: prestare attenzione,, vigilare, entrare più in profondità per scoprire il volto di un Dio che ci ama fino alla fine. Quanto amore ci è dato! Quanto tempo per comprenderlo!

Iniziamo oggi la Quaresima con il segno delle ceneri, segno di un amore che arde, brucia per ciascuno di noi. Viviamo questo tempo nell’ascolto, nella preghiera e nella penitenza, senza però ridurlo ai classici fioretti che fanno bene alla nostra coscienza; cerchiamo di scendere più in profondità, offrendo a Dio qualcosa per purificare il cuore, per aiutarci a comprendere che cos’è il vero amore.

Viviamo questo tempo nel segreto del cuore, un segreto che leggiamo nel Vangelo, ha una promessa che è una ricompensa. Di cosa si tratta? La vera ricompensa è riconoscere che l’abbiamo già ricevuta, quando Gesù sulla croce ha detto: “tutto è compiuto”.

La tua promessa si è già compiuta, l’amore si è fatto carne e per essere più amore, è salito nel punto più alto, su una croce più grande, così da poter abbracciare la tua, ora alza il capo e contempla, ecco il tempo della quaresima: tenere lo sguardo in alto e sentire dalla croce l’abbraccio di Dio.

“Signore,

ecco il tempo per rialzare lo sguardo,

ecco il tempo affinché il mio dolore, sulla Tua croce trovi un senso.

Sto fermo e ti guardo,

uomo dei dolori, quanto hai sofferto!

Le mie lacrime scendono,

so cos’è il dolore,

mi dispiace così tanto che vorrei toglierne a Te

e proprio in quell’attimo

comprendo che sei lì perché Tu hai sentito questo per me.

Ed eccomi accanto a Te,

io con la mia croce

e Tu che abbracci la mia

e anche se è grande non me la fai pesare,

perché l’amore rialza, l’amore non fa pesare

e Tu Rabbì, di questo sei il mio maestro”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Maria presso la croce

Maria presso la croce

 

VENERDÌ 15 SETTEMBRE 2023

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA – MEMORIA

Prima lettura: Eb 5,7-9

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Lc 2,33-35 oppure Gv 19,25-27

Oggi nella memoria della Beata Vergine Addolorata, sono proposti due vangeli, noi scegliamo il primo, ma entrambi esprimono le caratteristiche di questa grande Madre di cui ciascuno di noi è figlio.

Maria sta presso la croce, quante madri possono trovarsi in questa situazione, dinanzi alle preoccupazioni di un figlio malato, tribolato, quella croce del figlio diventa sempre più la croce della madre.

Maria sta, non si tira indietro, sta dinanzi alle nostre croci e con tutto il cuore ne sostiene il peso. Non parla, silenzio, è il silenzio del rispetto, quel silenzio è il grido più forte e assordante di qualsiasi urlo.

Anche noi dalle nostre croci impariamo a stare in silenzio, per sentire nel cuore la sua presenza, per sentirci dire: sono qui figlio mio.

Maria è accanto a noi, non c’è dolore che il Suo cuore non possa tenere; come custode della Parola diventa custode della croce, ma non solo quella del figlio, poiché come la parola è per tutti, lo stesso la croce.

Impariamo da lei a stare, impariamo quel silenzio che accompagna, lasciamoci amare da Maria. Ella madre di ogni tempo sta, e nel suo stare prega per tutti noi suoi figli, affinché ogni cuore si senta generato da Dio e possa sentire su di se le parole dette a Giovanni: ecco tua madre.

Ecco la madre che sta presso la tua croce e tu figlio non sarai solo, nessuna lacrima cadrà a terra prima che lei non l’abbia colta.

Nel Suo cuore, vi é tutto quell’amore talmente grande da straripare nel tuo e non  sentire più solo dolore, ma un leggero sollievo, un soffio di vento, un  sospiro di consolazione, capace di consolare il tuo cuore. Eccola è Lei ed è presso di te, nelle tue giornate stanche e doloranti, in quelle fitte che la vita purtroppo vive, per dirci: figlio non sei solo, ci sono io, le prendo tutte per te.

“O Maria,

quanto è grande il mio dolore

e tu lo vedi.

Sei presso la mia croce,

sei qui con me.

Il tuo volto è buono o madre,

il tuo volto mi è di conforto,

stai con me Maria,

parlami di Gesù,

parla al mio cuore cosi che trovi consolazione

e dopo averlo sentito non scendo, poiché non voglio vederti salire al mio posto,

tu lo faresti, una mamma lo farebbe.

Stiamo insieme presso quella grande croce,

che da un senso alla mia e alla tua.

Stiamo, io ti guardo e tu guardi me,

stiamo in silenzio,

in questo silenzio assordante.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Sequela

sequela

DOMENICA 02 LUGLIO 2023

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Re 4,8-11.14-16a

Salmo: Dal Sal 88 (89)

Seconda lettura: Rm 6,3-4.8-11

Vangelo: Mt 10,37-42

Mettersi alla sequela di Gesù comporta un impegno di vita costante, ma si può essere presenti in questa relazione?

Gesù quando racconta le parabole del regno, pone la sottolineatura evidente che entrare nella familiarità con Lui, significa stabilire un legame ancora più forte di quello di sangue.

Si entra nel mistero dell’alleanza tra Dio e l’uomo, incontro nell’intimità che porta a pienezza il cuore dell’uomo, tanto da non restare solo chiuso nella cerchia della propria parentela, quanto di accogliere gli altri nella familiarità con il Figlio di Dio.

L’invito che Gesù fa di prendere la propria croce e di seguirlo, ha a che fare con il voler essere suo discepolo, con il voler stare e andare con Lui.

Prendere la croce allora, significa portare ogni cosa in vista di quel regno promesso, che è già davanti a noi, alla nostra portata, perché Gesù ce lo apre, facendoci fare l’esperienza del trovare un amore senza fine, una grazia che rimane per sempre come preghiamo nel salmo di oggi (crf. Sl 88).

“Signore,

fai della mia vita

la Tua sequela,

dove oltre che portare la croce;

io porti amore.

Tu sei il mio sollievo,

poiché oltre la croce porti me stesso.

Sostienimi sempre, stammi accanto

e libera il mio cuore da tutto cio che non sei Tu,

per sentirti sempre accanto.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA

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SABATO 17 GIUGNO 2023

CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 61,9-11

Salmo: 1Sam 2,1.4-8

Vangelo: Lc 2,41-51

Il giorno seguente la solennità del Sacro Cuore di Gesù, si fa memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria. Madre e figlio sono sempre uniti. Il cuore di una madre rimane sempre in apprensione per il figlio, soprattutto quando teme per la sua vita, per la sua incolumità.

Maria resta in angoscia come tutte le madri che non trovano i loro figli e ancora di più, come quelle che li perdono. Non c’è maggior dolore per una madre che perdere il figlio.

Maria perderà suo figlio, perderà il Figlio di Dio. Il cuore della Madre, come di ogni madre sarà gonfio di dolore. Ma il cuore di Maria, sebbene straziato, accostandosi al mistero della croce prima e della risurrezione dopo, comprenderà quelle parole che attraverso il tempo, conservava nel cuore con fede e con perseveranza.

Anche noi come Maria, impariamo a conservare nel cuore con fiducia ciò che oggi non si capisce, un giorno la risposta verrà e sarà luce.

Solo il cuore può conservare, perché l’amore che lo inabita è capace di portare gioie, speranze, dolori, fatiche, il tutto della vita.

Affidiamoci a Maria che sa come conservare il tutto della nostra vita e conservarci con Gesù suo Figlio.

“Maria,

conservami nel Tuo cuore,

abbi cura di me, della mia vita.

Al Tuo cuore mi rifugio,

e so che non resterò deluso,

perché Tu che hai conosciuto il dolore, sai il mio,

e per questo a Te mi affido.

Madre, abbraccia il mio cuore e consolalo Tu,

perché le parole a volte non rimangono,

ma il Tuo amore, fa che resti in me per sempre.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Il compimento della legge

Il compimento della legge

14 GIUGNO 2023

MERCOLEDÌ DELLA X SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

La pienezza della legge è Gesù. Una legge che Lui non è venuto ad abolire ma a dare compimento. Di quale legge si tratta? Dell’amore. L’amore è ciò che regolamenta la nostra vita, e Dio ne fa una legge.

Spesso quando si pensa ad una legge si teme, poiché abbiamo l’idea della rigidità; se non si rispetta una legge c’è una punizione, dobbiamo pagare qualcosa. Qui la legge dell’amore è stata pagata tutta da Gesù. Ogni volta che abbiamo mandato in frantumi l’amore con i nostri gesti, Egli ha pagato tutto con un amore più grande: la croce.

Quella croce è il segno del compimento della legge, è il gesto di un amore più grande venuto a dare compimento al nostro cuore. Ora tale legge è dentro di noi, fa parte di noi, perché Egli da quella croce ci ha già amati; quel compimento è un’eredità, è la promessa che possiamo fare del bene, perché si è già compiuto nel nostro cuore.

Allora affidiamogli il nostro cuore e chiediamo di custodirci, così che la legge dell’amore sia il motore delle nostre azioni.

“Signore,

alla fatica, al dubbio e all’errore,

aiutami a rispondere con l’amore

ed ogni mio gesto

che dà solo sarebbe vuoto,

fa che esso inizi e finisca con Te.

Fa che la Tua legge diventi la mia,

agisci Tu per me,

rendi il mio cuore libero

dall’inganno di non sapere amare,

perché Tu

hai messo nel mio cuore

 una legge ed il suo compimento.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Per amore

per amore

 

08 GIUGNO 2023

GIOVEDÌ DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Tb 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9

Salmo: Dal Sal 127 (128)

Vangelo: Mc 12,28b-34

L’amore vale più di molti sacrifici, perché quando amiamo qualcuno siamo disposti a sacrificarci. A volte si usa dire che: “per amore facciamo pazzie”. Gesù è proprio stato così, per amore nostro ha fatto la “pazzia” del dono totale di se stesso sulla croce. Noi ci fidiamo, ci abbandoniamo a qualcuno solo quando ci sentiamo amati, protetti, custoditi, e l’amore di Dio per noi è questa totalità.

Gesù ci invita ad ascoltare tutto l’amore che Lui ci ha gia dato, e poi a ridonarlo. Cuore, mente, anima, forze, sono la nostra ricchezza per rispondere a questo Dio, che ci chiede anche Lui di essere amato, perché desidera che ci nutriamo del suo amore così da moltiplicarsi, desidera la nostra felicità, la comunione con Lui: “Non sei lontano dal regno di Dio”.

Amerai il tuo prossimo come te stesso”, quindi amati, vogliti bene, non dimenticare e non disprezzare te stesso, perché  sei amato immensamente da Dio, e con questo amore ama Lui e tutti i fratelli.

Ama ogni vita e farai risplendere l’immagine di Dio che è dentro di te, perché l’amore trasforma ciò che ama, fa “pazzie” per amore, e con S. Caterina da Siena esclamare: “O Dio, pazzo d’amore! / Non ti bastò incarnarti, / ma volesti anche morire! / Vedo che la tua misericordia / ti costrinse a dare anche di più all’uomo, / lasciandogli te stesso in cibo. / E così noi deboli abbiamo conforto, / e noi ignoranti smemorati / non perdiamo il ricordo dei tuoi benefici.”

“Signore,

insegnami ad amare

come hai fatto Tu: con tutto te stesso.

L’amore non ha senso

se non prende tutto di noi,

se scarta ed annulla non è amore,

è illusione di affetto,

che tanto pretende e divide,

che rimane una fiamma smorta

e io invece voglio amare

della stessa Tua fiamma

che in croce

Ti ha reso vivo e mi ha reso vivo,

perché l’amore fa vivere”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

«Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

«Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».%0A

 

07 APRILE 2023

VENERDI SANTO – «PASSIONE DEL SIGNORE»

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 52,13-53,12

Salmo: Sal 30 (31)

Seconda lettura: Eb 4,14-16; 5,7-9

Vangelo: Gv 18,1–19,42

«Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».

Oggi venerdì santo, è il giorno in cui siamo tutti invitati ad alzare lo sguardo, a rivolgere i nostri occhi non su noi stessi,. ma su Gesù, per vedere che è Lui dalla croce a guardarci.

La croce, la cui parola non fa che pensare al dolore, diventa per noi segno di amore. Quando l’amore dona tutto se stesso senza pretendere, quello è vero amore. Quando l’amore richiede il cuore e non trattiene, allora si, che la strada verso il cielo è tracciata.

Il cammino dell’amore passa attraverso la croce, ma Dio sapendo che per noi sarebbe stato un peso troppo grande, manda suo Figlio, affinché caricandoci su di Lui ci sentissimo custoditi.

Allora, oggi lasciamo le nostre croci ai suoi piedi, così che Lui stesso le consegni al Padre, e nel silenzio e nel pianto, ci faccia il dono di sentirlo accanto, per ricevere dal cielo la forza di vivere una vita seppur a volte crocifissa, ma con uno sguardo da risorto, quello di Dio che ormai abita in noi.

“Ai tuoi piedi Gesù mi consegno.

La mia croce è più piccola della tua,

ma fa male.

Quanto dolore hai dovuto sopportare,

quanto è grande la fatica di amare.

Eppure Tu innalzato in alto,

ti ricordi di me e mi guardi

con lo sguardo di chi

non smetterà mai di amarmi.

Aiutami a vedere il Tuo amore,

aiutami ad alzare gli occhi

dal basso di quella terra,

che calpesto e mi calpesta,

per ritrovare Te lassù in alto

a dirmi: coraggio ci sono io che ti amo.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Un cammino di verità

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30 MARZO 2023

GIOVEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 17,3-9

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Gv 8,51-59

“Chi credi di essere?”. È la domanda impertinente che i Giudei pongono a Gesù. Egli, infatti, sta turbando il loro modo di credere in Dio, troppo legato ad un’osservanza di pratiche devote e statiche, ignorando che la Parola di Dio è viva e garantisce la vita di chi l’ascolta. Solo l’adesione a ciò che è vivo può dare la vita, altrimenti si resta legati ad una legge morta.

Una persona può essere viva, e vivere da morta. Gesù parla di una morte che non è quella temporale, ma i Giudei non capiscono, perché il loro cuore non è aperto ad accogliere una parola viva, per loro tutti muoiono, Abramo è morto.

Paradossalmente quella domanda può essere l’inizio di un cammino di verità che non porterà alla morte, bensì alla vita. Forse quei Giudei sapevano che Gesù aveva ragione, ma non volevano dargliela.

In quella domanda si incontrano il disegno umano con quello divino. Gesù si mostra come il figlio che prende la gloria dal Padre. Dio non è il datore della legge che immaginavano, ma è suo Padre e Padre nostro. Padre e Figlio hanno le stesse caratteristiche: donare amore. Sulla Croce, Gesù rivelerà tutto l’amore del Padre per noi.

Decidere di stare con Gesù è una scelta coraggiosa, impegnare la nostra vita per Lui, è compiere un salto fondamentale di fede, perché lo riteniamo degno di essere ascoltato e creduto. Chi sei o Signore, se non il Dio della mia vita?

“Signore,

cos’è la verità se non il Tuo volto?

Oggi mi chiami a questo:

a compiere in cammino verso di Te.

Sostieni i miei passi per avere la forza di cambiare,

per gettare dietro alle spalle tutto ciò che vi è d’inciampo.

E Tu, stammi accanto

passo dopo passo,

affinché guardandoti possa

sentire la Tua forza, e andare avanti.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo”

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28 MARZO 2023

MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Nm 21,4-9

Salmo: Sal 101 (102)

Vangelo: Gv 8,21-30

Gesù sente avvicinarsi il momento in cui dovrà consegnare la sua vita. L’incomprensione continua, la sua predicazione, i miracoli che ha compiuto, non sono serviti a far comprendere il volto misericordioso del Padre. Gesù dovrà salire in croce.

La croce rappresenta tutto il male che ogni uomo costruisce quando ignora la luce del bene, per sé e per i suoi fratelli, quando vive da figlio delle tenebre.

Dio lascerà morire in croce suo figlio, perché l’uomo capisca finalmente la misura colma del suo amore, la portata del suo dono, la sua potenza che redime e salva. Non poteva fare altrimenti, ma quell’unico sacrificio ha salvato e redento tutto per sempre.

Per questo il Padre non abbandona il figlio: “Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo”. Come il padre è vicino al figlio, così lo è con noi, sempre.

Quando il dolore e la solitudine ci stringono il cuore, non siamo abbandonati: Dio è presenza.

Se una persona cara che ci ama e che amiamo ci dice “Sono io”, ci tranquillizza, perché risveglia in noi una relazione di fiducia e di amore, cosi Dio vuole entrare in comunione con noi, per far nasce una storia di dialogo, una vita avvolta dall’amore. Ti strappa dalle paure e dal peccato per renderti libero di amare.

“Signore, io nonostante tutto lo so,

quando cado e provo a rialzarmi,

quando la fatica prende il sopravvento.

Tu mi sei vicino,

poiché il tuo cuore così grande

mi abbraccia sempre

e per amore,

Tuo figlio ha preso su di sé tutto,

persino me stesso,

affinché io sappia che non sono solo

e che Tu sarai la mia forza per sempre”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

“Non è ancora giunta la sua ora”

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24 MARZO 2023

VENERDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sap 2,1a.12–22

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 7,1-2.10.25-30

Le ostilità verso Gesù si fanno sempre più aspre tanto che vogliono arrestarlo, ma “non è ancora giunta la sua ora”, ovvero quel momento fissato dal Padre per il compimento dell’opera di salvezza.

Gesù resta in balìa del giudizio delle persone e della loro ira. Attenderà la Pasqua, la grande ora nella storia del mondo, l’ora della redenzione, dove consegnerà la sua vita e il tempo sarà compiuto.

È questa l’ora dell’amore, un dono supremo, un sacrificio grande e perfetto, più di così non avrebbe potuto amarci!

Tutta l’umanità è salvata. La nostra vita spirituale, progredisce a partire dalla scoperta di essere già dei salvati, da ora e per tutto il nostro futuro. Non abbiamo fatto nulla per meritarcelo, è tutto puro dono di grazia.

O meravigliosa grazia! Ci fa ricevere il bene da Dio, la misericordia, la sua pace, la sua Presenza. La grazia ci fa avere la promessa, che Dio non ci lascerà mai.

Nulla succede invano, e nessuna situazione in cui l’essere umano si trova immerso, è completamente refrattaria all’amore. Il Signore viene incontro a tutti, nessuna vita è sbagliata, Gesù ama e si dona. Il nostro futuro allora, è vivere da salvati, perché pensati dall’eternità nel disegno di amore di Dio; pensati in quell’ora di Gesù dove tutto si è compiuto per noi.

“Per me, Signore,

hai offerto la tua vita.

Per me, Signore hai sofferto,

così che fossi salvato una volta per tutte,

nonostante continui a inciampare.

Per Te, sono qui

ai piedi di quella croce che è la nostra,

dove Tu innalzato,

distendi le tue braccia e chini il capo verso di me.

Io ti affido il mio cuore, crocifisso dai dolori della vita,

ma con tanta voglia di riscatto,

di staccarmi da quella croce e andare via.

Una croce che Tu hai accettato, affinché io potessi andare

e vivere una vita da salvato,

con i segni di un amore che mai finirà,

perché è una vita sotto il segno della croce.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)