in quel momento, in ogni momento

 

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SABATO 15 OTTOBRE 2022

SANTA TERESA DI GESÙ, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ef 1,15-23

Salmo: Sal 8

Vangelo: Lc 12,8-12

Il Signore ci dona lo Spirito Santo come via in grado di illuminarci il cuore. È la presenza di Dio da invocare in ogni nostra azione: siamo invitati a farlo, per essere nelle piccole cose quotidiane alla presenza di Dio.

È un ancora che ci sorregge, ci ricorda che siamo davvero nel cuore di Dio, non dobbiamo mai stancarci di pensarlo, oppure dimenticarlo, perché se vogliamo cercare chi siamo, qual è la nostra essenza, è possibile solo percependoci all’interno di questa circolarità di amore, tra Padre e Figlio.

Ogni pezzo della nostra storia ha in sé il segno dello Spirito Santo, perché non c’è giorno che Dio non sia con noi. È proprio per questo che Gesù dice nel Vangelo strada Amore di oggi: “lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire”, in quel momento, in ogni momento Egli è accanto a te! Potrai non crederci e continuare la tua strada, non pensando a Lui, ma certo Dio non smetterà di vegliare su di te.

Quando un giorno volgendoti indietro, guarderai al tuo passato con gli occhi del cuore, scoprirai che mille volti sono passati, ma il Volto del Padre è rimasto e rimarrà per sempre, con amore e per amore, in quel momento, in ogni momento.

“Signore,

fammi credere che sei con me,

accanto, nonostante tutto.

Il Tuo amore è per sempre

ed io voglio esserci,

non come uno spettatore disordinato,

ma come una persona che ha toccato l’Amore.

Possa il Tuo amore attraversare i nostri cuori

e illuminarli del tuo Santo Spirito,

così da poterti sentire e vivere, in ogni momento”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

L’amore di Dio e la giustizia

l'amore di Dio e la giustizia

 

12 OTTOBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gal 5,18-25

Salmo: Dal Sal 1

Vangelo: Lc 11,42-46

Oggi il Signore mette di pari passo l’amore di Dio e la giustizia, e sgrida chi tende a trascurarle. C’è un amore che ci precede, è prima di ogni nostro gesto e la giustizia è il volto di quest’amore.

Ma cos’è la giustizia? Tendenzialmente è associata a un “mettere a posto le cose”, a farle rispettare, niente sbagli, nessun margine di errore, l’opposto di giusto è infatti sbagliato.

Eppure abbiamo una riconsiderazione da fare, la giustizia di cui si parla nel testo, è davvero un sinonimo di fedeltà, Dio è giusto perché è fedele alla Sua promessa, che è una promessa di amore. Pertanto, ogni nostro inciampo trova in Dio un luogo di rifugio dove ripartire, e questo luogo è il cuore di Dio.

Gesù rimprovera coloro che fanno cadere pesi insopportabili sugli uomini, perché Egli se li è caricati su di sé, la Sua giustizia è calibrata sull’amore e non sul fare delle cose, per ricevere il perdono.

La Misericordia è la bilancia su cui è pesato il nostro peccato, affinché perdonato non sia più un peso sul cuore e possa rimanere solo il segno di un amore ricevuto, in grado di rialzarci. Abbiamo sempre un luogo, il suo cuore, dove poter tornare e chiedere perdono, e la misura che ci solleverà sarà il Suo amore che è fedeltà.

“Signore,

quando mi sembra di toccare il fondo,

ci sei Tu a sollevarmi,

quando inciampo, è sempre la Tua mano a sostenermi.

La Tua giustizia è amore che perdona

e per quanto sbagli

ci sei sempre a dirmi: dove sei?

Seduto, dopo la mia caduta,

ti scopro lì con me,

la tua mano mi è dinnanzi,

pronta a rialzarmi nuovamente

e a scaldare il cuore dal mio gelo”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

“Date in elemosina quello che c’è dentro”

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11 OTTOBRE 2022

MARTEDÌ DELLA XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gal 5,1-6

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 11,37-41

 

“Date in elemosina quello che c’è dentro e tutto sarà puro”.

Per purificare il cuore c’è bisogno di un atto interno, un gesto che dall’interno sporga verso l’esterno e non il contrario. Questo segno è l’elemosina, spesse volte vista come “dare la monetina”, un atto di carità fatto dai ricchi verso i poveri, quasi che alla fine sia l’avanzo di una ricchezza. Invece, l’elemosina è una forma di condivisione con il povero, e nessuno è così povero da non poter donare nulla.

Il brano del Vangelo di oggi, ci dice infatti, di dare non tanto delle cose materiali, sebbene necessarie a vivere, bensì donare quello che c’è dentro, che viene dal cuore.

Si tratta di sostituire a una purezza esteriore, una purezza interiore e questa è data da un atteggiamento di amore, di misericordia verso il fratello, che benché provenga dal cuore spesso è pieno di tanto altro da dimenticare persino se stesso e chi ha intorno. L’unica cosa che davvero purifica è l’amore ricevuto e donato, capace di restituire la sua iniziale bellezza.

L’elemosina che possiamo fare è condividere pensieri, parole, sorrisi, tempo, gioia, preghiere, amore, misericordia e persino sofferenze e fatiche con chi ci è accanto per aiutarlo. È rendersi conto che siamo tutti sullo stesso piano, feriti per vari motivi, ma degnamente amati da Dio.

Apriamo il nostro cuore all’amore che Dio vi ha riversato, cosi che passi dal cuore alle nostre mani e sia dono per i fratelli.

“Signore,

purifica il mio cuore

dalla presunzione di farcela da solo

e dall’egoismo che mi trattiene dall’amare.

Aiutami a donare tutto quello che ho ricevuto,

perché faccia del bene,

commuova i cuori,

affinché si volgano a te

e ti riconoscano come datore di bene, datore di vita.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Alza il capo

 

alza il capo

 

28 SETTEMBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gb 9,1-12.14-16

Salmo: Sal 87 (88)

Vangelo: Lc 9,57-62

 

Seguire Gesù, è seguire un uomo che non ha dove posare il capo, il quale non si preoccupa per sé stesso, ma per noi. Egli rinuncia alle Sue sicurezze, ci fa dono della Sua vita, affinché fosse Lui il luogo dove poter posare il cuore.

Quante volte ci può essere capitato di sentirci soli, smarriti, con il rischio di cercare un rifugio in altro: persone, cose. Persino la vergogna dei nostri sbagli ci butta giù, abbassiamo la testa quasi a voler sparire. Eppure nonostante tutto, c’è un Amore più grande capace di rialzarci, è un amore che ci viene a cercare, esso non ha tempo di posare il capo, perché non può riposare sapendo i Suoi figli in quella condizione. Si mette in viaggio, affinché il nostro cuore si rassicuri e capisca che seguire Gesù, è imparare a vivere con la testa sul collo, non “penzolante”, e questo modo di vivere viene dalla certezza del Suo amore.

Egli che per primo non ha saputo dove posare il capo, ha fatto di Lui il luogo dove posando il cuore, la nostra testa non potesse cedere, e levata in alto respiri l’aria fresca di ogni nuovo giorno, in cui nonostante la fatica si riconoscesse amata da Dio, una creatura piena di dignità.

“Alza il capo,

eleva la testa,

Dio ti ha guardato con Misericordia,

ti ha rialzato da ogni tuo abisso,

affinché ogni cuore smarrito

avesse una casa,

un luogo dove poter ricominciare

a testa alta”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Coraggio

 

coraggio

 

24 SETTEMBRE 2022

SABATO DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Qo 11,9-12,8

Salmo: Sal 89 (90)

Vangelo: Lc 9,43b-45

Anche a noi può essere capitato di avere timore per qualcosa, un problema, una difficoltà, e questa paura spesso ci ha bloccato come i discepoli, al punto che dinanzi all’affermazione di Gesù temono e non chiedono.

Gesù oggi si mostra, nonostante sia a conoscenza di ciò che sta per accadere, come coLui che non ha paura, questo è rassicurante perché ci permette di affidarci, di acquisire sicurezza e provare ad aver coraggio.

Da dove viene il Suo coraggio?

Dalla forza del Padre. Egli sa bene che sarà consegnato, ma il Suo cuore e la Sua vita non sono nelle mani degli uomini, bensì nel palmo di Dio.

Il Signore ci insegna ad affrontare tutto ciò che viviamo nella certezza di un Qualcuno, Dio, più grande della paura, del fallimento e dell’angoscia. Abbiamo un Padre dal cuore grande, capace di contenerci tutti e ogni nostro dolore trovi la forza proprio da lì. Gesù che ha provato la sofferenza, sa bene cosa stiamo vivendo e ed è proprio per questo che non ci lascerà soli, affinché la sua sicurezza sia anche la nostra.

“Signore,

affido il mio cuore a Te,

affinché tutto ciò che provo

abbia un senso.

Tutti abbiamo bisogno di un rifugio

cosi che a fine giornata,

possiamo riposare sicuri

nonostante tutto

e questo luogo sei Tu

per tutti noi,

perché il Tuo cuore è la casa per il nostro”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

E il mio cuore ha iniziato a conoscerti

 

E il mio cuore ha iniziato a conoscerti.

 

VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2022

SAN PIO DA PIETRELCINA, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Qo 3,1-11

Salmo: Sal 143 (144)

Vangelo: Lc 9,18-22

 

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che domanda ai suoi discepoli chi Lui sia per le folle e poi per loro.

Noi in questo momento lasciamo da parte le definizioni teologiche e mettiamoci in preghiera, come ha fatto Gesù prima di porre la domanda; da qui cominciamo a capire qualcosa di chi sia il Signore. Non si tratta di una comprensione intellettuale, ma di entrare nell’ambito dell’esperienza della comunione con Lui e di Lui con noi.  In questa relazione lasciamoci interrogare, mettere in discussione  per cominciare a capire qualcosa dell’Altro e di me.

“Ma voi, chi dite che io sia?”. Chi è Lui per me? Quale novità rappresenta nella mia vita?

È in gioco il centro della fede, perché non abbiamo risposte scontate.

È Gesù che personalmente si rivolge a me, per chiedermi che cosa significa questo rapporto “Io-Tu”, cosa dice il mio cuore di Lui, della nostra esperienza.

La risposta esatta ce la indica Pietro: “Il Cristo di Dio”. Il Cristo è il Messia, colui che avrebbe compiuto tutte le promesse e i desideri dell’uomo, ma non come pensa l’uomo. Lui è il Messia povero, umile, servo di tutti, non domina, non ha ricchezze, vincerà il male con la croce, cioè con un amore che sa dare la vita per me e per tutti. Per Lui, il Dio della mia salvezza, possa anch’io esclamare come Giobbe: “ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto” (Gb 42,5), e il mio cuore ha iniziato a conoscerti.

 

L’incontro

l'incontro

 

22 SETTEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Qo 1,2-11

Salmo: Sal 89 (90)

Vangelo: Lc 9,7-9

 

Nel Vangelo di oggi, Gesù non parla, eppure la sua persona suscita interesse. Troviamo Erode che cerca di capire chi è Gesù, di cui si sente tanto parlare. Molti saranno stati i motivi per cui desiderava anche incontrarlo, ma al di là di questi, prima di tutto c’è un Dio che va verso l’uomo.

Per quanto ogni essere umano possa credere o non credere in Lui, non esiste nessuno su questa terra che non sia spirituale, ovvero su cui Dio non abbia soffiato lo spirito di vita (Gn 2). In quel soffio il nostro cuore ha cominciato a battere, e con lui la sede delle sue decisioni, con la libertà persino di poterLo anche rifiutare. In noi è sempre presente questo spirito, è una parte seppur minima che lo cercherà, attirato da quel soffio vitale iniziale; un respiro incondizionato che non  puoi controllare, dove Dio aspetta solo di poter comunicare.

L’incontro con questo Dio allora non ci lascia più come prima, perché il suo soffio vitale ci ha resi figli, capaci di riconoscerlo come amore, misericordia, dono, e  perdono. Non esiste un luogo o un momento particolare per incontrarlo, a tutti e dovunque è dato, poiché la differenza tra l’uomo e Dio, consiste nel fatto che mentre l’uomo cerca, fugge o ha paura di non trovarLo,  Dio cerca ed è sempre presente, è già lì prima del tuo arrivo.

“Signore,

Tu mi parli ed io desidero ascoltarti,

è come se risuonassi in me.

Tutto è cominciato semplicemente:

una Parola, uno Spirito, un soffio, un colpo di vento

e dalla narici è subito vita.

Ti vengo a cercare,

perché sei il Tu, che mi corrisponde

e nonostante tutti i miei sbagli,

sei sempre qui, dietro alla mia porta

ad aspettare che io apra

le serracinesche di un cuore ferito”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

La nascita di Maria

 

La nascita di Maria

 

GIOVEDÌ 08 SETTEMBRE 2022

NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Mic 5,1-4a oppure Rm 8,28-30

Salmo: Sal 12 (13)

Vangelo: Mt 1,1-16.18-23

 

Quello di Maria è un cammino di Luce.

Oggi di Lei si celebra la sua nascita, il suo essere venuta alla luce ed era già nella mente di Dio, che quella dolce neonata un giorno avrebbe concepito il Figlio di Dio.

Ella è stata un ponte tra la terra il cielo, illuminando i cuori di tutti noi cresciuti, che a volte ci dimentichiamo di essere parte della Sua luce. Abbiamo avuto bisogno di Maria, di una madre che ci donasse la possibilità di ritornare nonostante i nostri sbagli, a quella promessa originaria di un Dio che ci ama e ha cura di noi.

La nascita di Maria rappresenta la nostra rinascita, dove ogni cuore nel dolore o nella gioia possa affidarsi a Lei, confidare e pregare dinanzi a una Madre che ci ama e per ogni figlio che viene alla luce, Ella lo benedice, lo custodirà nel Suo cuore per sempre come fosse il primo giorno.

“Maria,

per Te la luce di Dio è stata la Tua forza,

illumina la mia vita.

Tienimi per mano e

fammi sentire vicino al cuore del Tuo figlio.

Rafforza la mia fede, consola il mio cuore

e donami la gioia di saperti accanto, o Madre.

La semplicità del focolare di Nazareth

sia anche la mia casa,

dove poter dire anch’io Si a Dio,

nelle piccole cose”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

 

Quella mano paralizzata

 

Quella mano paralizzata

 

05 SETTEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 5,1-8

Salmo: Sal 5

Vangelo: Lc 6,6-11

 

Oggi Gesù ci mostra ancora una volta, che il centro della sua opera di salvezza è l’uomo con le sue debolezze, le sue fragilità, i suoi limiti, e persino con il suo peccato.

La mano paralizzata, per l’uomo rappresenta l’impossibilità di fare qualsiasi cosa, di prendere e di donare, ma nel momento stesso in cui Gesù lo chiama a mettersi nel mezzo e a tenderla, avviene la guarigione. Tuttavia non è solo la mano a rinvigorirsi, qui l’intera vita dell’uomo viene salvata. Quella mano paralizzata ha potuto raccogliere il dono di Dio, ed ora è pronta per lavorare, accarezzare, mangiare, pregare, consegnare, ricevere e ancora ridonare, perché la vita è un continuo rifluire dell’amore ricevuto.

Gesù invita ciascuno di noi ad alzarci per metterci in mezzo, non importa quanto le nostre mani siano povere e aride, Egli saprà darci una vita nuova. Siamo al centro del Suo cuore e le mani raccontano la pienezza d’amore, il perdono ricevuto, la tenerezza di un Dio che si prende cura di tutto l’uomo.

“Signore, oggi ci sono anch’io.

“Alzati”,

perché me lo chiedi?

Preferirei non vedessero la mia mancanza.

Tu l’hai vista, perché sono al centro del tuo cuore

e nel momento che ti tendo la mano acquisto vigore,

la mia mano “formicola”, riprende a funzionare.

Hai fatto questo per me

e ogni volta che guarderò la mia mano, Ti ricorderò.

Alle paralisi di questo tempo

inviterò a credere in Te,

perché in fondo ciascuno di noi

ha una mano da tendere,

per ricevere quell’amore che solo Tu sai donare”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Conosciuto nel profondo

 

conosciuto nel profondo

 

 

MERCOLEDÌ 24 AGOSTO 2022

SAN BARTOLOMEO, APOSTOLO – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ap 21,9b-14

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Gv 1,45-51

 

Gesù elogia Natanaele per la sua coerenza ancor prima che effettivamente si incontrino, Egli riesce a leggere le intenzioni dei cuori e Natanaele ne rimane colpito al punto da esprimere una professione di fede: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». L’esperienza di sentirsi conosciuto nel profondo, lo fa entrare nella comprensione del mistero dell’amore di Dio.

Pensando a questo stupore, vengono in mente le parole del salmo 138: “prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo”,”tu sai quando mi siedo e alzo, penetri da lontano i miei pensieri”. Qui il salmista fa una lode a Dio, perché sa che con Lui il suo cuore è al sicuro, ancora prima che ogni nostra parola sia pronunciata il Signore già la conosce tutta.

Siamo dinanzi a un Dio che ci conosce in profondità perché siamo Sue creature e nulla di noi e all’oscuro, anche i nostri errori, le nostre parole sono illuminate dalla conoscenza di Dio.

E quando ci sembra di non sapere cosa dire, quando a volte il dolore è così grande da non sapere quale parola pronunciare, mettiamoci semplicemente davanti a Gesù e sfoghiamo il nostro cuore, ci sentiremo capiti, compresi come mai nessuno sa fare e ciò sarà la forza per ricominciare.

“Signore,

sono qui dinanzi a Te senza parole,

inerme, e con un dolore nel cuore.

Vorrei gridarti:

quant’è difficile, Signore!

Ma tu sai già cosa sento e

questa è la mia unica consolazione.

Lascio che siano il silenzio e le mie lacrime a parlare,

faccio di esse una preghiera

per ritrovare la pace,

la forza ed il coraggio in te,

nel Tuo amore sapiente di cosa posso diventare

e dal cuore nasce una speranza:

perché io sono nelle tue mani ieri, oggi e sempre

e questo nonostante tutto non cambierà mai”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)