Testimoni

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venerdì 20 Settembre 2024

SANTI ANDREA KIM TAE-GÔN, PRESBITERO, PAOLO CHÔNG HA-SANG, E COMPAGNI, MARTIRI – MEMORIA

Gesù è in cammino e dove passa lascia segni dell’amore di Dio.

“Al tuo passaggio stilla l’abbondanza. Stillano i pascoli del deserto

e le colline si cingono di esultanza”. Così recita il Salmo 64. Il Signore della vita percorre ancora oggi le nostre strade per ridonare la freschezza della sua parola, annuncio della buona notizia che è Lui stesso: sguardo che perdona, mano che guarisce, voce che libera dagli spiriti cattivi, vita che rifiorisce in tutta la sua umanità.

Gesù cammina, ma non è da solo, con Lui ci sono gli apostoli e alcune donne che si sottolinea: “erano state guarite”, ovvero sono già testimoni della grandezza di Dio, della misericordia che ha avuto nei loro confronti. Donne che si mettono al “servizio” di Gesù, perché per prime sono state “servite” da Lui. Donne che concretizzato l’immagine vera di Gesù, venuto per servire la vita. Donne che mostrano il volto bello di Dio, del regno e della sua forza di comunione.

Anche noi mettiamoci in cammino con Lui, semplicemente cosi come siamo, con le poche forze che abbiamo, perché grande risulti essere solo la sua parola.

“Signore,

fa che i miei occhi

vedano il tuo amore,

che il mio cuore

riconosca la tua presenza.

Sei tu la mia forza,

prima di tutto e di tutti.

Dio mio,

quanto è grande il tuo amore,

mi siedo e aspetto che tu torni

e la tua Parola

diventi la mia forza.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Croce

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sabato 14 Settembre 2024

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE –

Nell’amore di Dio nulla va perduto, tutto è salvato e redento dalla croce di Cristo, che unisce il cielo alla terra e abbraccia tutta l’umanità. Non c’è un tempo, non c’è uno spazio, non esiste una dimensione in quell’amore che salva, perché tutto e reso eterno per sempre. L’amore di Dio è infinito! Gesu si è consegnato alla croce per scendere in tutto il dolore dell’uomo. La croce non è più solo atto di crudele follia umana, ma si trasforma in gesto di infinito e indescrivibile amore di Dio per tutta l’umanità ferita dal peccato. Le sue ferite saneranno le nostre, ora possiamo contemplare la croce con gli occhi della risurrezione.

Oggi sostiamo davanti alla croce per lasciarci amare, deponiamo lì i nostri pensieri, le tribolazioni, le fatiche; a Lui possiamo consegnare tutte le nostre ferite, il suo amore trasforma e ci indicherà una via per attraversare il nostro dolore e quello del mondo. La croce e amore donato che salva il mondo e lo riconsegna alla vita vera, una vita dove l’amore non finirà mai.

“Signore,

dalla tua croce guarda il mio dolore

e abbine cura Tu.

Stai accanto a me,

nella fatica di questo tempo,

di ogni tempo.

Guardo alla tua croce e ti vedo,

non posso neanche immaginare quello che senti,

ma so tu sai il mio.

Sei il mio coraggio, la mia forza,

prima di me, con me

e nel silenzio tienimi con te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Forza del cibo

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11 AGOSTO 2024

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

La prima lettura di oggi ci offre l’immagine di un Elia stanco, affaticato, carico di pesi da sopportare; è bellissimo vedere quanto il Signore si prende cura di lui attraverso l’angelo e il racconto si conclude cosi: “Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb”.  È la forza di quel cibo che ci fa camminare, è la forza di un Dio che non ci abbandona, che ci ama.

Quando le nostre gambe non ce la fanno, quando il nostro cuore è in fatica abbiamo con noi una forza: la forza di quel cibo che è Lui stesso. Non è qualcosa di esterno, superficiale, il cibo entra in noi, fa parte di noi perché nel nostro cuore torni il vigore di un tempo. È da credere?

Si, bisogna credere all’amore di un Dio che si rivela dicendo: “Io sono il pane della vita”, ovvero: sono il cibo di cui tu hai bisogno per esistere, affinché tu possa camminare e sentire la mia forza. Eccomi per amore ti do tutto me stesso. Tu devi solo alzarti e mangiare, perché da sempre io sono con te.

Il Signore sia la nostra forza sempre!

“Pane del cielo che sei Dio,

entra in me

donami la tua forza,

così che la mia vita

si senta unita alla tua,

non per un istante ma sempre.

Dammi la forza,

sostieni il mio cuore

aiuta i miei cari,

perché quel cibo si consumi

fino ad essere parte di me

e io riprenda il cammino

con la forza di Dio,

con la forza di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Spiegazioni

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MARTEDÌ 30 LUGLIO 2024

SAN PIETRO CRISOLOGO, VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA FACOLTATIVA

I discepoli si ritrovano in casa con Gesù e gli chiedono spiegazioni circa la parabola che aveva raccontato loro. Questo vale anche per noi oggi, quando vogliamo capire l’insegnamento di Gesù per la nostra vita, il senso del nostro essere in Lui e del vivere una vita buona in questo mondo.

Accostiamoci a Gesù come all’amico più caro, il nostro confidente, Lui che sa tutto del nostro cuore, anche quello che vorremmo nascondere a noi stessi, perché è quel male che ci fa stare male. Solo Gesù è il Maestro che insegna, noi dobbiamo fermarci ad ascoltarlo e metterci in discussione con i fratelli, perché nel confronto troviamo la verifica di quanto abbiamo compreso. Qui non si tratta però di selezionare idee, quanto piuttosto di condividere i doni stessi che la Parola fa; questa Parola di Dio seminata qui e ora, in questo mondo dove convivono realtà buone e meno buone, bene e male, speranza e sofferenza.

Lasciamo sia Lui a parlare, a spiegare nel nostro mondo, che è nella Sua presenza la nostra forza, il nostro conforto e rifugio.

“Signore,

spiegami la tua Parola,

affinché in essa trovi fiducia.

Spiegami quanto è grande il tuo cuore,

parlami di Te,

e di tutto quello che il Padre ti ha donato.

Perché in quel germoglio

c’è la mia storia

che con Te è diventata

una storia d’amore.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Centuplo

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28 MAGGIO 2024

MARTEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Quel lasciare tutto di cui parla il Vangelo di oggi, ci porta a riflettere sulle scelte della nostra vita, circa l’essenzialità, la povertà che Gesù insegna e chiede, come elemento fondamentale per mettersi alla sua sequela.

La povertà diventa una scommessa importante per il cristiano di oggi, che seppur usando necessariamente delle cose, deve imparare a tenere il cuore e la mente rivolti alla ricchezza più grande, che è Cristo Signore.

“Alla ricchezza, anche se abbonda,

non attaccate il cuore” (Sl 61,11), perché quando il nostro cuore e la nostra mente sono presi dai beni materiali, non possono lasciarsi coinvolgere da l’unica realtà, che può veramente saziare il desiderio di felicità, che alberga nel cuore di ogni persona umana.

Allora mettersi alla sequela di Gesù, non significa rinunciare a quanto serve per vivere, bensi a rinunciare alla zavorra che ci impedisce di moltiplicare e dividere, di vivere una vera vita libera. A seguire Gesù non si perde nulla, Lui è esperto nel moltiplicare.

La logica del regno ci insegna la donazione di noi stessi, mentre quella del “mondo”, ci porta a ricercare solo l’interesse, cosi il mondo ci scarta, ci rifiuta: se non rendi non vali. Il vero valore non sta nel possedere cose, persone, ne tanto meno Dio, ma nel donare ciò che si può e ciò che si è.

“Signore,

aiutami a essere parte

del centuplo di qualcun altro;

spesso si pretende amore,

Tu insegnami a donarlo.

Libera il mio cuore

affinché Tu sia il mio tutto,

perché ritrovando Te,

io ritrovi me stesso

e sappia riconoscere la Tua presenza in ogni prova della vita,

perché solo Tu sei la mia forza. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Coraggio

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13 MAGGIO 2024

LUNEDÌ DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

Il Vangelo di oggi, ci presenta Gesù attestare questa verità ai suoi: “Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.

Vi ho detto questo perché abbiate pace in me.”

Dinanzi all’abbandono dei suoi, Gesù reagisce in maniera inaspettata: con la forza del Padre. Non recrimina, non si lamenta anzi lo sa. È spiazzante. Chi di noi avrebbe reagito così? E Gesù aggiunge, che lo dice: affinché avessero pace in Lui. Non afferma questo per mettere i suoi in difficoltà, ma per dire a loro e a noi: stai in pace, perché io ti amo nonostante tu non lo capisca o mi rifiuti. Sembra di sentire eccheggiare l’Apocalisse:”io sto alla porta e busso” (3,20). Bussa perché ti ama e non vuole perderti.

Gesù è la forza che ci manca in tutti i nostri piccoli rifiuti, rinnegamenti fatti o subiti; Lui è la forza che dobbiamo cercare per vivere in pace.  Solo così ogni tribolazione può trovare un modo per andare avanti, e non vivere di aporie, perché la verità è, che sempre la nostra forza non basta; abbiamo bisogno di Lui. Siamo creati con una presenza già in noi, che cresce quanto più gli facciamo spazio e lo lasciamo entrare nelle pieghe della nostra storia.

Oggi apriamo la porta del cuore a Colui che è lì e bussa e lo fa per darti la sua forza: tienila, prendila è tua. È un ennesimo atto di amore del tuo Dio. La sua forza, è in quel legame che solo tu e Lui potete capire, e che per quanto tu possa a volte lasciare Egli non lascerà mai, perché si compia la sua promessa ieri, oggi e sempre: “Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!”.

“Signore,

a chi ti chiede il coraggio,

tu rispondi con la tua presenza;

a chi ti chiede la forza: eccoti.

Oggi ti chiedo: resta accanto a me,

persino quando non ci sono più io.

Resta.

Il tuo amore è così forte,

lo sento e mi commuovo,

perché nel mondo non c’è uomo o donna

che possa sentirsi solo.

Aiutami ad alzare lo sguardo,

per vedere in te la stessa forza,

lo stesso amore che hai messo in me,

così che diventi CORAGGIO.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Giuseppe

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MERCOLEDÌ 01 MAGGIO 2024

SAN GIUSEPPE LAVORATORE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Oggi celebriamo la memoria di San Giuseppe lavoratore, un uomo giusto come lo definisce il Vangelo, che con il lavoro delle sue mani, provvedeva il sostentamento per la famiglia.

Ogni lavoro che svolge l’essere umano lo rende costruttore della terra, compartecipe di quel primo lavoro che Dio ha creato e consegnato alle mani dell’uomo, perché vi possa vivere e lo possa custodire.

Scrive Isaia: “egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l’ha resa stabile, non l’ha creata vuota, ma l’ha plasmata perché fosse abitata”(45,18).

San Giuseppe nella quotidianità della sua vita e del suo lavoro, non ha custodito solo il creato, ma con amore di padre, si è preso cura del suo stesso creatore nella persona di Gesù, del Figlio di Dio.

L’umile falegname partecipa in tutto e per tutto al piano di salvezza di Dio: insegna a Gesù la sua arte, cosi che anche Lui lavorerà con mani d’uomo, su questa terra, dove Dio lo ha inviato; insegna a Gesù con l’esempio l’obbedienza alla volontà di Dio, a quel piano di salvezza che porterà a compimento per tutta l’umanità.

A San Giuseppe affidiamo tutto il mondo del lavoro, perché ogni opera compiuta sia strumento di crescita e di sviluppo, conservando quella dimensione spirituale di cooperazione all’opera creatrice di Dio, dono per il bene di tutti gli esseri umani.

“O Giuseppe,

a te rivolgo la mia preghiera,

affinché tu obbediente nella tua famiglia,

mi aiuti a camminare nella mia.

Sostieni i miei passi stanchi,

affinché sappia dare a Dio il frutto di ogni mio lavoro: l’amore.

Sia capace di ascolto, di perdono

e nella mia umana incertezza,

possa la tua famiglia di Nazareth donarmi la forza di guardare in alto, presso Dio.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Credere

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06 APRILE 2024

SABATO FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Il Vangelo di oggi, ci invita a renderci conto di quanto non è scontato credere, anche dinanzi a degli annunciatori pronti a dire che il Signore è risorto: il rischio è di non credere fino in fondo.

Sono passati tanti anni, eppure noi siamo ancora così… increduli!Crediamo a tante cose, ma su Dio non sempre la fiducia è totale, non lo possiamo vedere, né sentire, come credergli fino in fondo?

Magari il nostro cuore vorrebbe, ma le delusioni, le fatiche spesso lo chiudono alla relazione con Dio. Ecco che forse il tempo di Pasqua ci può aiutare; se prima abbiamo fatto fatica a credere a Gesù, che mutava l’acqua in vino, che guariva i malati, e in ultima analisi, se la nostra storia passata non ha dato a Dio un posto, ora ci viene consegnata un’occasione per credere in Gesù risorto.

Credere non in un futuro, ma in quel presente già preparato nel passato di Dio, e che per te, apre un nuovo futuro. L’evento della Risurrezione ci permette di poter “frequentare” un Gesù risorto, che a tutte le morti ha dato un senso, ha dato luce; persino il nostro non credere tenebroso, ha visto la luce di Dio, è avvolto dall’amore del risorto.

Non vi sono più preoccupazioni su come credere, perché il “come” è Lui, e quel “volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”, diventa lo sguardo che Lui volge a noi trafitti dalla vita, ma il suo sguardo è quello di un uomo risorto. Allora poniamo in Lui quella fatica di non credere mai abbastanza, lasciamo che la Sua luce invada il nostro cuore, così da poter scorgere quello sguardo, vivere di quella luce, credere e portare altri a credere in Dio.

“Signore,

aiutami a vedere il Tuo sguardo posarsi su di me,

Tu luce risorta,

illumina la mia oscurità.

Tu hai fiducia in me,

il Tuo amore non mi abbandona,

mio Dio, fa che queste convinzioni

scendano nel mio cuore,

affinché possa dire: credo.

Signore aiutami a credere in Te,

perché so che posso

grazie alla Tua forza.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Tu sei la mia forza

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SABATO 28 OTTOBRE 2023

SANTI SIMONE E GIUDA, APOSTOLI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ef 2,19-22

Salmo: Dal Sal 18 (19)

Vangelo: Lc 6,12-19

“Da lui usciva una forza che guariva tutti”. il Signore è la nostra forza, dobbiamo dircelo, ripeterlo al nostro cuore quando è gonfio di dolore, quando fa fatica e quando vive di gratitudine: Il Signore è la nostra forza!

E come il Figlio trae forza da una notte di preghiera con il Padre, così nelle nostre notti non siamo soli, Egli è con noi.

Affidiamo il nostro cuore a Lui. Lasciamo che ci ricarichi con la Sua forza. Ad ogni passo impariamo a dialogare con il Signore, chiediamogli di starci accanto, così che il Suo amore ci aiuti a guarire le nostre debolezze, poiché solo l’amore come filo sottile, sa penetrare nel profondo e togliere via ciò che pesa del passato e le paure del futuro.

Egli è qui e non ci abbandonerà perché tiene a noi, tanto da donarci tutto di sé. Come un padre e una madre fanno l’impossibile per i figli, affinché crescano bene e donano tutto loro stessi, così Dio ci dona tutto di Lui compresa la Sua forza.

“Signore Tu sei la mia forza.

Quando il mio passo è più lento

e quando sperimento la mia debolezza,

sento nel mio cuore la Tua forza darmi coraggio.

Quanto amore hai per me!

Tu sei la mia forza!

Guidami e rafforza il mio cuore,

parlami e starò in vita,

tienimi con Te, nel Tuo cuore

ed io ce la farò.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Diede loro la forza

Diede loro la forza

 

MERCOLEDÌ 27 SETTEMBRE 2023

SAN VINCENZO DE’ PAOLI, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Esd 9,5-9

Salmo: Da Tb 13

Vangelo: Lc 9,1-6

 

“Diede loro la forza”. Per guarire e far guarire c’è bisogno di forza. Non una forza qualsiasi, data dai nostri innumerevoli sforzi, ma la forza di Dio. Egli ci chiama e in questa chiamata troviamo anche la forza. A volte però non sembra, le preoccupazioni, le paure e le fatiche offuscano il nostro cuore e non riusciamo a percepire alcun tipo di aiuto. Che fare? Fermarsi e chiedere a Lui la forza.

L’affanno del tempo presente, spesso ci spinge a fare, fare, “tirando la corda”, invece, proviamo a fermarci un momento dinanzi a Lui, ricarichiamoci, raccogliamo le forze, confidiamo in Dio.

Il Signore chiama anche noi a vivere della Sua forza. Questo è molto bello, perché dopo tanta fatica, arriviamo a comprendere che possiamo contare su di Lui, sul Suo amore. Egli non si sostituisce a noi, l’ha già fatto una volta e per sempre sulla croce, e da quella croce nasce la nostra forza. Quando ci sentiamo “crocifissi” lasciamoci vivere, liberare ed amare da Dio, che con cura ci farà scendere dalla croce, salirà per noi Suo figlio, affinché da tutte le croci che verranno, sappiamo alzare lo sguardo e trovare la forza.

“Signore prenditi cura di me

e del mio cuore.

Donagli la forza necessaria

per vivere e far vivere chi mi è accanto

di quello stesso amore che Tu  hai generato.

Ad ogni passo, in ogni momento,

possa sentire la Tua mano forte

sostenermi.

Possa sentirmi custodito da Te

e vivere di questa certezza”. (Shekinaheart eremo del cuore)