“Lo avete fatto a me”

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27 FEBBRAIO 2023

LUNEDÌ DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Lv 19,1-2.11-18

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 25,31-46

Oggi il Signore ci invita ad alzare lo sguardo, a renderci conto che nell’incontro con l’altro c’è una presenza da ricercare, rispettare e servire, perché in essa c’è Lui stesso.

Il Signore non è da cercare lontano, è li accanto a noi, è in noi. Forse a volte non riusciamo a sentirlo, ma il cuore batte anche se non si percepisce.

“Lo avete fatto a me”: l’amore prende carne, diventa vita che continua nel tempo sebbene con modalità differenti, eppure ciascun tempo ha il suo modo per sentirsi dire: “lo avete fatto a me”, ed ogni giorno sarà particolare, non risuonerà mai allo stesso modo e tutto quello che rimarrà sarà l’amore.

Tutto ci parla di Dio, l’amore riempie sempre nella totalità così che l’unico pensiero sia: “lo avete fatto a me”, si! Come Lui ha fatto con noi e con ogni creatura, ed in virtù di questo amore ricevuto, diveniamo capaci di amore, capaci di vedere Dio in ogni circostanza e da lì ricevere la forza

“Signore,

dilata il mio cuore,

rendimi capace di dono,

fa che non ti passi accanto distratto,

ma sappia essere attento

a chi mi è accanto

e mi parla di Te.

Tu rendi il mio cuore sensibile,

cancella ogni indifferenza,

cosi che ciascuno possa sperimentare

quanto è grande l’amore di Dio tra di noi.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Nel segreto

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22 FEBBRAIO 2023

MERCOLEDÌ DELLE CENERI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gl 2,12-18

Salmo: Sal 50 (51)

Seconda lettura: 2Cor 5,20-6,2

Vangelo: Mt 6,1-6.16-18

Cominciamo oggi con il mercoledì delle ceneri, il tempo della Quaresima. La iniziamo come ci suggerisce il Vangelo, nel segreto del cuore.

Siamo chiamati ad entrare in questo segreto, ovvero, in noi stessi, per ritrovare Dio. Il digiuno ha questo senso: liberare il cuore da tutto ciò che abita nel nostro segreto, ma che non è il suo posto. Attraverso il digiuno materiale, l’elemosina e la preghiera, possiamo percorrere svariate forme di digiuno in grado di liberare il cuore.

Digiuno di parole che in fondo, dette farebbero male; di gesti che scaturiscono da un desiderio di approvazione; di situazioni in cui guardiamo solo a noi stessi e non a chi abbiamo accanto; e ancora potremmo aggiungerne altri alla lista.

Nel segreto del cuore dinanzi a Dio, ciascuno di noi sa a che punto è, cosa deve cambiare o crescere, ed è per questo che l’invito è vivere all’interno di tale segreto, per farci guidare da Dio.

A volte è necessario chiudere la porta per ritirarsi in questo spazio vitale, per essere più vivi, quando aprendola troveremo persone in cammino accanto a noi.

Sapremo fare gesti migliori, dire parole giuste, compiere azioni ben pensate, solo se abbiamo il coraggio di passare del tempo nel segreto del nostro cuore, dove l’unico a vederci sarà Dio.

Sia per tutti questa Quaresima un tempo di rinascita, in cui tornare a Dio con tutto il cuore, un tempo dove scoprire quanto amore nonostante tutto Dio ha per ciascuno. E di Pasqua in Pasqua, questo segreto diventi manifesto, segno di un amore risorto che ha colmato le nostre vite e che sempre ci accompagnerà, passo dopo passo.

“Nel segreto del mio cuore,

purifica ogni mia intenzione.

Nel silenzio, dimmi Tu la Parola giusta per me.

Alzo le mani in alto ed in ginocchio ti prego: Signore guardami!

Sono qui per ascoltarti e per parlarti,

per dare un senso alla mia sete,

per rinnovare ciò che ha bisogno di novità.

Entra nel mio cuore abbine cura Tu,

ti affido tutto di me, poiché sarò me stesso a partire da Te,

da quell’amore che mi hai donato

in quel segreto manifestato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Come il bambino

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21 FEBBRAIO 2023

MARTEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 2,1-13

Salmo: Sal 36 (37)

Vangelo: Mc 9,30-37

Mentre i discepoli discutono su chi sia il più grande, Gesù si fa piccolo come un bambino. Nella vita c’è chi sale e vuole apparire e chi invece, vorrebbe solo contare qualcosa agli occhi di qualcuno.

Gesù è venuto per tutti, si pone in mezzo, affinché guardando a quel bambino non vedano solo un infante, ma un  grande uomo, Dio, venuto a liberare il nostro cuore da tutto ciò che blocca la nostra relazione con Lui. Quel bambino è il nostro equilibrio: semplicità e fiducia, abbandono e amore sono le caratteristiche che si intrecciano, affinché possiamo incontrare il volto del Padre.

Siamo invitati ad accogliere Gesù nella nostra vita ed abbracciarlo, come Lui ha fatto con il bambino nel Vangelo, Non è solo una dimostrazione di affetto, ma è contenere in noi, tra di noi, tanto amore, così che penetri in quella profondità che ha bisogno di essere sanata, amata ed accolta.

Gesù ci è accanto, ci stringe a sé per dare soliievo al nostro cuore, per assicurarci che con Lui la sofferenza passerà presto, non sarà l’ultima parola. Allora affidiamoci a Lui, accogliendo lui, accoglieremo il padre e ci sentiremo finalmente parte di una famigia divina, in grado di sanare quella terrena e di portare luce lì dove c’è ancora oscurità.

“Gesù, aiutami ad accoglierti,

come Tu hai accolto me da sempre,

prima ancora che me ne rendessi conto.

Fai del mio cuore tua dimora,

capace di ritrovarti

quando il buio si fa più fitto,

così che la mia speranza abbia un volto a cui guardare: Tu.

Tu nel mezzo, fai di me stesso

il luogo dove ti possa abbracciare,

specialmente quando è dura confidare

e ritrovi in Te la mia forza.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Tutto è possibile

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20 FEBBRAIO 2023

LUNEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 1,1-10

Salmo: Sal 92 (93)

Vangelo: Mc 9,14-29

Ci sono dei miracoli che nemmeno i discepoli possono esaudire, e anche nei giorni nostri, vi sono delle situazioni dove solo il Signore può operare. La fede ci aiuta, ci sostiene, ma dinanzi ad alcuni eventi ci è chiesto di essere come il padre del Vangelo di oggi, per dire a Gesù: “credo aiuta la mia incredulità”.

Tale risposta attesta una sincerità d’animo, perché in fondo una parte di noi teme sempre dinanzi alle difficoltà. Questo è normale, la nostra umanità avrà sempre bisogno di conferme, l’importante è alimentare nel nostro cuore quella confidenza in Dio così da metterci nelle sue mani.

Siamo chiamati ad alzare lo sguardo oltre il dubbio, oltre la paura, per renderci conto di un Dio padre che ci dice: “tutto è possibile!”.

Tutto, un amore totale, pieno, ci viene incontro attraverso le possibilità della vita, affinché la nostra esperienza ci faccia comprendere che c’è un Dio su cui contare e non siamo soli. Alla fine l’unica cosa capace di restare è la fede e se ho questa ho tutto, persino esclamare un’incredulità, ovvero, una fede ancora informe, che crescerà nel tempo e che custodita nelle mani di Dio, renderà tutto possibile.

“Signore,

ti credo, altrimenti non sarei qui.

Aiutami, ho bisogno di Te,

oltre ogni speranza vengo a Te.

Fai Tu, di una parola, fai un gesto,

sono qui e aspetto.

Non lascerò che il mio cuore viva nel dubbio.

Non cederò il passo all’incertezza,

ma se dovesse capitare,

so che Tu sarai sempre, accanto, vivo, vero,

per questo ti prego: aiuta la mia incredulità”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Un amore che trasfigura

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18 FEBBRAIO 2023

SABATO DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 11,1-7

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Mc 9,2-13

Gesù si trasfigura davanti ai suoi, è un momento intimo e particolare. Egli rivela la sua luce in toto, così che viene paragonata allo splendore dei lavandai. Un esempio semplice, quasi banale, ma che ci aiuta a comprendere il candore di questo giorno.

La Trasfigurazione di Gesù, per i discepoli, consiste nel contemplare l’amore trasformante di Dio. Anche noi rimaniamo trasfigurati da quella Sua luce. È l’amore di Dio che trasfigura, è l’amore di un Altro che mi aiuta a vivere.

Egli mi ama talmente tanto da dare la vita per me. Mi dona parte del suo bagliore, affinché possa illuminare me stesso e chi mi è accanto. Divengo possessore di una luce, quella di Dio, che fa di tale evento un segno.

Cosa dice a noi il Vangelo di oggi? Ci invita a non temere persino quando tutto sembra non funzionare, poiché anche attraverso tali situazioni passerà la luce, ovvero: Gesù ci camminerà di fianco e si mostrerà nel Suo splendore, perché possiamo fare esperienza di un amore che si dona.

Siamo tutti destinati a contemplare in noi la gloria del figlio di Dio, quel Dio che è amore, pace, gioia, pazienza, benevolenza, fedeltà, mitezza e libertà per tutti e per ciascuno.

“Signore,

la Tua luce mi guidi sempre

e mi dia pace.

Quante situazioni da affidarti.

Sono qui per vedere Te,

Un volto di Padre nascosto,

innestato nel sorriso del Figlio;

una luce che avvolge e

scalda qualsiasi cuore.

Tu, luce di speranza scalda il mio cuore e fanne Tua dimora

così che io abbia coraggio”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Vedere da lontano

vedere da lontano

15 FEBBRAIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA VI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 8,6-13.20-22

Salmo: Sal 115 (116)

Vangelo: Mc 8,22-26

Il Signore guarisce un cieco, a differenza di altre volte non parla soltanto, ma compie dei gesti di cura che ripete. Egli si presenta proprio come il medico, i due si parlano, c’è una gradualità nella guarigione, a testimonianza di come ogni piccolo passo davvero è sostenuto da Gesù e tali dettagli, ci testimoniano quanto Egli sia venuto per curare ciascuno di noi!

“Vedi qualcosa?”

È la domanda che Gesù fa al cieco.

E noi? Cosa vediamo all’interno della nostra realtà a volte opacizzata dalla fatica? Dobbiamo chiedere al Signore di purificare lo sguardo, di diventare come quell’uomo che guarito, da lontano, vedeva ogni cosa, poiché vedere da lontano è come vedere il futuro, è riuscire a comprendere quanto il futuro è plasmato dalle mani di Dio.

L’occhio diventa l’organo della speranza in grado di cogliere le sfumature del Suo passaggio nella nostra vita, così che il cuore possa risollevarsi e continuare a credere.

“Signore,

fammi vedere il Tuo amore.

Aiutami, poiché a volte, è talmente tutto così buio

che non vedo nulla.

Ti cerco,

fa che possa vedere la Tua presenza nella mia vita.

Prenditi cura di me, proteggimi,

consola il mio cuore,

affinché al di là delle ombre,

veda, di nuovo la Tua luce,

il Tuo sguardo,

il Tuo amore che si posano di me”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

A due a due

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MARTEDÌ 14 FEBBRAIO 2023

SANTI CIRILLO, MONACO, E METODIO, VESCOVO PATRONI D’EUROPA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 13,46-49

Salmo: Sal 116 (117)

Vangelo: Lc 10,1-9

Gesù chiama i suoi discepoli a due a due, uno a sostegno dell’altro, così che insieme possano annunciare ciò che il maestro ha insegnato, quello che hanno compreso.

C’è un dettaglio: “li mandó in città o luogo dove stava per recarsi”, quindi in verità non saranno più due, ma tre perché il Signore è con loro. “L’essere con” è un elemento importante di Gesù, che spesso nel Vangelo si legge: “dove due o tre sono uniti nel mio nome io sarò con loro”, “sono con voi tutti i giorni”.

Non siamo soli, siamo con Gesù. Egli ha voluto esserci, stare, abitare, vivere con noi, perché l’amore vive con l’amato non può stare separato.

Quando ci sentiamo soli, nella fatica oppure nella gioia senza nessuno con cui gioire, eleviamo il nostro pensiero a Lui e crediamo davvero che Egli è qui con noi, in questa situazione, in questo momento.

Non ci ha mai lasciati, è sempre stato qui da quando ciascuno ha aperto gli occhi al mondo, quando abbiamo pianto ed ad ogni nostra riuscita. Dio ci dice: sono qui e ci sarò per sempre.

“Signore,

aiutami a sentirti accanto,

perché solo così posso farcela.

Solleva il mio cuore,

donagli pace,

affinché creda che Tu hai cura di me.

Perdonami per tutte le volte che

non mi sono accorto del Tuo passo,

anche quando cercandoti,

ho sbagliato strada

e Tu, infinito amore, eri qui

in me, a viaggiare su quella strada

per donarmi la forza

e dirmi che ci sei ovunque andrò

e questo non cambierà mai”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Ora lo sento

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VENERDÌ 10 FEBBRAIO 2023

SANTA SCOLASTICA, VERGINE – MEMORIA

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 3,1-8

Salmo: Sal 31 (32)

Vangelo: Mc 7,31-37

Se il Signore dicesse a ciascuno di noi, in questa momento la Parola “apriti”, come risuonerebbe? Cosa devo aprire? A che cosa devo aprirmi?

Non abbiamo bisogno di molte parole, ma di un’unica Parola che vada dritta al cuore: quella di Gesù.

Non si tratta più solo di orecchie che si aprono, del nodo della lingua che si scioglie, ma l’apertura riguarda l’accoglienza, la relazione che fa vivere.

Si guarisce prima nell’ascolto, nell’udito e poi si sarà anche in grado di dire, di parlare.

Essere capaci di ascoltare la sua Parola non è sempre scontato, è una grazia da chiedere, perché vinca le nostre resistenze e ci sveli la nostra identità di figli amati e guariti.

Quando si aprono gli orecchi e si scioglie il nodo della lingua, si può parlare correttamente perché divenuti capaci di dire la parola di verità che vive dentro noi, di esprimere l’amore che abbiamo ascoltato. Non possiamo più tacere i benefici e la Misericordia ricevuta.

“Effatà.

E Tu eri l’unico a sapere cosa

avevo bisogno di essere aperto, risanato, da Te toccato.

Subito cominciai a sentire

come se non avessi mai smesso.

Il mio cuore batteva forte,

che c’entra mi direte,

eppure qualsiasi cosa rimanga chiusa

il cuore ne risente.

Effatà, apriti.

Non dimenticherò mai le Sue parole

le sento ancora, e non è solo un ricordo,

perché Colui che mi sanato è sempre con me

ed io ora lo sento”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

 

Sale e luce

sale e luce

DOMENICA 05 FEBBRAIO 2023

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,7-10

Salmo: Sal 111 (112)

Seconda lettura: 1 Cor 2,1-5

Vangelo: Mt 5,13-16

A Gesù sta a cuore il nostro cammino, proprio per questo ci invita non solo ad essere sale della terra e luce del mondo, ma anche a non perdere il sapore e a non restare spenti.

Egli ci aiuta ad entrare nella profondità di noi stessi, creati da Lui per cose buone, amati, sorretti, affinché non ci perdiamo.

Sale e luce sono esempi semplici, alla portata di tutti, essenziali così da non poter neanche dire: “non lo so”, perché in verità, se stiamo perdendo sapore o luce lo si comprende bene.

È un cammino di verità quello del Vangelo di oggi, per chiederci: dove stiamo andando? So essere sale e luce per chi mi è intorno?

Se ciò non fosse, dobbiamo chiedere a Dio creatore di tutto, di aiutarci a migliorare, a capire come crescere, non per svolgere un “compitino”, ma per realizzare noi stessi.

E questo sarà per noi la via della felicità, poiché corrispondere a ciò per cui siamo chiamati, non è solo fatica e sacrificio, è anche gioia e pace. Come quando mangi qualcosa ed esclami: “buono!”. Oppure in una giornata splendente di sole e dici: “bello!”. Sia così la tua vita, una scoperta della bellezza del creatore, una scoperta di cose belle di cui tu ne fai già parte!

“Signore,

insegnami a dare gusto alla mia vita ed essere luce.

Fa che trovi il coraggio di cambiare ciò che è necessario,

affinché ogni giorno, passo dopo passo,

cammini costruendo me stesso.

Nella difficoltà ch’io possa sentire

la tua mano sostenermi, per darmi coraggio.

Ed io sappia esserlo

per chi accanto ha paura,

teme di cambiare o non sa come fare.

Aiutami ad essere sale della terra e

luce del mondo”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

 

Un tocco che salva

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MARTEDÌ 31 GENNAIO 2023

SAN GIOVANNI BOSCO, PRESBITERO – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 12,1-4

Salmo: Sal 21 (22)

Vangelo: Mc 5,21-43

Il Vangelo di oggi è un testo di speranza, di lotta, di fede. Sia Giairo che la donna emorroissa avevano compreso la grandezza di Gesù, al punto che nel toccare o essere toccati, ossia in un contatto diretto con  il maestro, la vita sarebbe stata piena.

C’è una lotta tra la vita e la morte, sia della bambina, apparentemente morta, sia di quella donna, che perdeva sangue da dodici anni, ovvero: a poco a poco perdeva la vita. Gesù è nel mezzo di questa lotta, tra la folla, oppure nella casa ed è la sua presenza ad essere salvezza.

Qui c’è di più di una guarigione, vi è una forza che esce da Lui stesso, per abitare nei cuori di chi, con fede, chiede solo di vederlo, di toccarlo per essere guarito, ma Egli fa di più, rende quel’incontro: la forza di Dio.

Nelle nostre difficoltà sentiamo il Signore come la nostra forza? Abbiamo la fede di chi crede basti solo toccare il lembo di un mantello?

Lasciamoci toccare da Dio, è Lui oggi a voler toccare anche solo una parte del nostro cuore, fiducioso che la parte di quel tutto sarà capace di ridonarci la forza per sperare, per lottare nonostante tutto, per credere che oltre a quello che sto vivendo, la mia è già una storia di salvezza.

“Signore, ti cerco,

un lembo, una parola, uno sguardo,

segni, briciole di amore

che mi parlino di Te.

Sono qui, donami la forza.

Nonostante tutto

non saprei dove essere se non qui,

perché sei Tu la mia salvezza.

Tocca il mio cuore,

fallo vivere di nuovo,

non smetterò mai di chiedertelo,

perché io Gesù confido in Te”.

(Shekinaheart eremo del cuore)