Piccoli

 

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21 MAGGIO 2024

MARTEDÌ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Il Vangelo di oggi ci consegna una verità: vuoi essere grande? Fatti piccolo!

Una piccolezza che non vuol dire sminuirsi, ridursi a poca cosa, no! Essere piccoli è sapere che abbiamo bisogno di Dio, riconoscere che su di Lui possiamo contare. Essere piccoli, vuol dire non anteporre la nostra diffidenza umana sull’efficacia di Dio, perché il suo amore è vero ed Egli ci ama, perché Lui è così.

Essere piccoli è fare un cammino di decrescita del nostro io, a volte così imponente, che tende di scaraventare a terra chi ci è accanto. Essere piccoli è diventare servi di Dio, non schiavi, riconoscendo che tutto viene dalla sua mano.

Essere piccoli è riconoscere il nostro peccato, la nostra fragilità, per affidarlo a Lui così che lo risani, ma non è magia. Dio per farci guarire ha bisogno di noi, di ciascuno che nel segreto del proprio cuore dica: “Signore, io sono anche così, aiutami”.

Allora oggi facciamo un elogio alla piccolezza e proviamo a vivere una o più di queste cose, in modo tale che piano piano, scendano nel nostro cuore e diventino un cammino.

Buon cammino a tutti, nella certezza che siamo già amati da un Dio che desidera sempre il meglio per noi ed in questo momento ci sta abbracciando.

“Signore,

aiutami a sentirmi piccolo,

così da sentire il Tuo abbraccio.

Mi basterebbe solo quello:

un abbraccio,

capace di confortare il mio cuore

e togliere tutto il dolore

della mia storia.

Perdona Signore la mia debolezza,

il mio peccato e la mia fatica!

Scendo in me,

alla ricerca del Tuo abbraccio,

alla ricerca di Te,

così da prendere quella forma

che Tu da sempre hai pensato.

Una forma piccola

per un grande amore:

il Tuo per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Lazzaro: Dio mi ha aiutato

Lazzaro: Dio mi ha aiutato

 

29 FEBBRAIO 2024

GIOVEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

“C’era un uomo ricco”. Così inizia il Vangelo di oggi, un uomo che viene descritto per le ricchezze che ha e per il suo tenore di vita, ma è un uomo che non ha nome, tra tutti i suoi beni gli manca la cosa più essenziale la sua identità, la sua essenza di vita. Dare un nome è come chiamare all’esistenza, avere vita, entrare nelle relazioni. Quest’uomo come tiene chiusa la porta della sua casa, cosi ha chiuso la porta del suo cuore, non si accorge degli altri, non si accorge del povero Lazzaro, che bussa alla sua porta e rimane fuori.

Lazzaro rappresenta bene il grido dei poveri di tutti i tempi, poveri che diventano invisibili agli occhi di chi è troppo preso dalla propria autosufficienza.

Chiediamo allora, l’aiuto al Signore perché la parola ascoltata ci faccia aprire gli occhi e il cuore, per riconoscere quel Gesù che si identifica in ogni povero. “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40), dice Gesù. Sono i poveri a guidarci all’incontro con il Signore; in loro si “nasconde” il mistero della nostra salvezza, dove Cristo unisce la povertà alla misericordia, perché la misericordia di Dio verso di noi è legata alla nostra misericordia verso il prossimo. Aprire la porta del cuore al povero, è aprire la porta del cuore a Dio, è ritrovare quella fonte della vita, che ci spinga a donarci, ad essere generativi cosi da accorgerci che ciò che abbiamo è un dono da condividere col fratello. Nessun uomo in questo modo rimarrà più senza nome, ma si chiamerà come Lazzaro che dall’ebraico significa: Dio ha aiutato.

“Signore,

abbi cura della mia vita,

risanala dal profondo del mio peccato

e fa che l’unico nome che senta è il Tuo,

sei grande, sei l’Altissimo

il Tuo nome io non oso pronunciare, ma Tu parla al mio cuore,

chiamami,

così che senta la Tua voce

e riconosca in Te la mia dignità

perduta tra le piaghe della mia storia

e possa dire a tutti i Lazzaro del mondo:

fratello, Dio mi ha aiutato

e lo farà anche con Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Ti rendo lode

ti rendo lode

 

19 LUGLIO 2023

MERCOLEDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 3,1-6.9-12

Salmo: Dal Sal 102 (103)

Vangelo: Mt 11,25-27

Gesù rende lode al Padre davanti ai piccoli, ai semplici, a chi ha il cuore limpido come i bambini.

Dio, che è il più grande, si fa piccolo per condividere la vita di ogni uomo, fatta di gioie e di fatiche, di attese e di speranze,  per colmare il bisogno di essere amati e perdonati nel profondo, da un amore grande che solo Lui può dare.

Gesù rivela i suoi doni a chi lo accoglie a chi si fa semplice, e non presume di salvarsi da solo, a quanti vogliono imparare dal suo cuore.

L’amore non è un concetto, ma un’arte del cuore per la vita, che porta a pienezza la nostra umanità, tutti possono amare, nessuno in Gesù può restare analfabeta del cuore. Cosi Gesù può veramente  rendere lode al Padre, per tutti quei piccoli che egli stesso gli ha affidato.

Qualche tempo prima di morire Bonhoffer scriveva: “Dio è vicino a ciò che è piccolo, ama ciò che è perduto, ciò che è insignificante, reietto, ciò che è debole, spezzato. Quando gli uomini dicono: ‘perduto’, Egli dice: ‘trovato’; quando gli uomini dicono: ‘condannato’, Egli dice: ‘salvato’; quando gli uomini dicono: ‘no!’, Egli dice: ‘sì!’. Quando gli uomini distolgono il loro sguardo con indifferenza o con alterigia, ecco il Suo sguardo ardente di amore come non mai. Gli uomini dicono: “abietto!”, e Dio esclama: “beato!”.

Lasciamoci amare da Lui, non temiamo la condizione di peccato o fatica in cui siamo. Egli effonde nel nostro cuore parole in grado di risanarlo nel profondo, così che il Suo amore sia sempre con noi e doni vita, per sempre.

“Signore,

dammi la forza di sentirti accanto,

la forza di cercare e lasciarmi trovare da Te.

Fa che le tue parole entrino nel mio cuore

e possano guarirlo.

Aiutami a vedere il tuo amore,

perché è in Te la mia speranza e la mia vita,

ogni giorno, per sempre.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

La porta stretta

la porta stretta

 

27 GIUGNO 2023

MARTEDÌ DELLA XII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 13,2.5-18

Salmo: Sal 14 (15)

Vangelo: Mt 7, 6.12-14

Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!

Per avere vita, il Signore ci indica una porta stretta. Non vi sono molte alternative, per passarla bisogna essere piccoli, è necessario uno sguardo attento per trovarla ed avere il coraggio di percorrerla.

É bello che non vi siano indicazioni su come attraversala, poiché è per tutti. Ciascuno di noi troverà il modo per passarvi, certo è che bisogna lasciarsi indietro tante zavorre, poiché quando ci si muove nel piccolo bisogna essere leggeri; è come quando si cammina in montagna, non sono necessari carichi pesanti.

Allora come trovare quella porta? É necessario lasciare nel corso del tragitto quei pesi a Dio, lasciare che sia Lui a liberarci con il suo amore, anche se è difficile ammettere i nostri errori, le nostre fatiche, ma Egli è qui per ascoltarle. Pochi trovano quella strada perché in fondo i nostri pesi li conosciamo, li teniamo stretti per paura di averne di nuovi, di difficile gestione, questi ormai li sappiamo e quindi si tende ad andare avanti così; nel tenerli si perde di energia, l’energia necessaria per trovare quella porta che conduce alla vita.

Non teniamo di camminare, poiché è la strada della vita.

Andiamo avanti, camminiamo certi che non siamo soli, i passi dell’amore sono da Dio accompagnati e tanti santi prima di noi hanno camminato per le nostre strade, proviamo a conoscerli, li troveremo accanto come compagni di viaggio. Vi saranno poi altri santi della porta accanto, che come noi ci accompagnano e camminano accanto, fedeli alla ricerca di quella porta, stretta, promessa ma che conduce alla vita.

“Signore,

ai Tuoi piedi ti lascio ogni mio errore,

dinanzi a Te ripongo il mio cuore.

Tu sai quanto grande è il mio dolore

ed il peso che ha dovuto sopportare,

eppure io quella porta stretta desidero varcarla,

come un viandante la cerco,

e ad ogni passo, lascio indietro un pezzo di me,

così da lasciare spazio al Tuo amore venirmi incontro,

per trovare la porta e da essa la vita.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Esulta di gioia

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29 NOVEMBRE 2022

MARTEDÌ DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 11,1-10

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Lc 10,21-24

Gesù esulta di gioia nello Spirito Santo. L’avvento viene anche definito come il tempo della gioia, allora lasciamoci pervadere dallo Spirito, apriamo gli occhi del cuore e della della mente per vedere la salvezza, per capire quanto il Signore ci ama da darci Suo Figlio.

A volte pensiamo che questo mistero sia troppo grande per noi da non riuscire a comprenderne appieno la sua portata, eppure il Signore sembra dirci: impara la gioia dei piccoli, perché lì è il segreto della mia grandezza; accogli il dono di me stesso, perché lì è la vera gioia.

Non c’è tempo per la tristezza, non c’è tempo per rimanere fermi, bisogna esultare di gioia. Come fare se il nostro cuore non riesce ad esultare? Come gioire se la fatica del tempo presente invade l’animo?

Ascoltiamo Gesù che ci chiama beati, non perché le cose sono andate bene, ma perché i nostri occhi possono vedere, il nostro cuore è messo in grado di comprendere la grandezza di un Dio bambino per noi, piccolo fra i piccoli.

Siamo creati con la capacità di poter toccare questo amore sopra ogni limite, oltre ogni dolore o affanno ed esserne testimoni. Mediante Gesù, dal Padre ci è stato dato tutto, un Dio in cui poter credere proprio quando nessuno ci comprende, quando il cuore nel buio completo cerca la luce. Il Suo amore impresso nella storia, ha fatto la nostra storia e l’ha resa sacra, perciò esultiamo di gioia nello Spirito, perché Egli è qui per nascere, rinascere ancora e noi con Lui

 “O tu Sole,

che lasci la Tua impronta sulla terra,

fa che il mio cuore

possa trovare in Te la gioia.

Aiutami a comprendere il dono di un Dio bambino,

grande e nel contempo piccolo,

tra le braccia di nostra madre.

Si, perché grazie a te,

Tua madre è diventata la nostra

e la Tua vita è diventata la speranza per la mia,

perché sei Tu la mia gioia.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

“Le hai rivelate ai piccoli”

 

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SABATO 01 OTTOBRE 2022

SANTA TERESA DI GESÙ BAMBINO, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gb 42,1-3.5-6.12-16 (NV) [ebr. 1-3. 5-6.12-17]

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 10,17-24

“Le hai rivelate ai piccoli”, non ai grandi, ai piccoli, ovvero a tutte le persone semplici, che nel quotidiano cercano parole buone: alcuni direttamente da Dio, attraverso la fede e i sacramenti, altri persino in posti o luoghi dove sembra non esserci, quello che li accomuna è il cercare.

Il Signore ci insegna a comprendere come il Vangelo sia dei “ritrovati”. Da ogni parte, in qualunque situazione siamo, c’è un’iniziativa di Dio che è precedente all’incontro tra noi e Lui. Il desiderio di trovarci, supera quello di ricerca ed in fondo il nostro voler cercare, ha in sé la stessa radice che spinge il trovare, ovvero: l’amore.

“Ti rendo lode”, tra il Figlio e il Padre c’è sintonia, entrambi cercano i piccoli, e non solo anagraficamente: i malati, i poveri, gli afflitti, perché il Vangelo non è scritto per i perfetti, ma per tutti. Attraverso l’incarnazione, in cui Dio si fa “piccolo”, un bambino, riusciamo a comprenderne come la Parola sia il Vangelo dell’incontro.

Non dobbiamo fare altro che lasciarci incontrare e stupire da Dio.

Siamo invitati a credere alla possibilità che ci dona ogni giorno per poter ricominciare, e di questo i piccoli sono i maestri. I fanciulli hanno negli occhi lo stupore della novità. Vuoi far ridere un bimbo? Guardalo negli occhi e vedi come il suo sguardo osserva i particolari, passando da un dettaglio all’altro e sorride, perché ne coglie un segno di affetto, gioco, amore. Non c’è rigidità o paura di inganno, c’è fiducia in chi ha di fronte. I bambini gattonando o camminando, cadono e si rialzano, non mollano al primo ostacolo e ricominciano sempre.

Sia cosi anche per noi: ritrovare in Lui la forza del nostro camminare attraverso lo sguardo semplice di noi piccoli già grandi!

“Signore,

insegnaci la semplicità,

quella dei piccoli

che hanno più coraggio dei grandi.

Crescendo si perde fiducia,

il cuore vive delusioni

e perdiamo la nostra piccolezza.

Tu ci vieni incontro, ci ami,

affinché possiamo camminare

per le strade del mondo

e rafforzare il nostro cuore

nella consapevolezza del Tuo amore”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Sentirci piccoli

sentirci piccoli

 

26 SETTEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXVI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gb 1,6-22

Salmo: Sal 16 (17)

Vangelo: Lc 9,46-50

Gesù molte volte parla della piccolezza, oggi mette in mezzo un bambino per spiegare ai suoi, qual’è la vera grandezza. Spesso, può essere capitato anche a noi, di sentirci piccoli in mezzo a delle situazioni più grandi, ed è proprio in quella piccolezza che scopriamo quanto è grande il Signore!

Egli ci aiuta, ci sostiene, ci ama, ha cura di noi in maniera grande ed esponenziale. In fondo, anche i discepoli erano dei piccoli che volevano essere dei grandi, senza aver capito che è un’altra la vera grandezza.

Vuoi essere grande? Mettiti in mezzo da piccolo, non lottare per cercare posti alti e non temere la tua fragilità, perché agli occhi di Dio siamo grandemente amati e questo è già abbastanza, per cominciare a salire la scala alta della piccolezza!

“Signore,

donami il coraggio di essere piccolo,

non inferiore,

semplicemente piccolo,

capace dal basso

di vedere le tue cose grandi

per scoprirmi amato, voluto

e soprattutto grande agli occhi di un Padre,

che vede il Suo figlio crescere

nella strada della piccolezza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Un respiro di sollievo

 

un respiro di sollievo

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 1,5-2,2

Salmo: Sal 102 (103)

Vangelo: Mt 11,25-30

 

Quanta pace è possibile trovare nelle parole del Vangelo di oggi: “venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. In tutti quei giorni pieni di fatica, a volte interminabili, viene in nostro soccorso una Parola a darci ristoro.

Questo testo è per tutti, chiunque si sia sentito oppresso o ne stia provando ora il peso, l’augurio è di cogliere l’invito di Gesù a trovare in Lui un rifugio e di scoprirsi tra quei piccoli a cui si è rivelato.

Spesso sentirsi piccoli è visto come qualcosa di negativo, piccoli rispetto a qualcuno di più grande, invece Dio ha scelto proprio dei piccoli, affinché potesse accadere qualcosa di grande, e ne ha fatto strumenti in grado di portare avanti il Suo nome. Pensiamo ai Santi, ai beati, ai chiamati e a quanti hanno testimoniato, sofferto e offerto nella loro vita per il Vangelo, pur sentendosi sempre piccoli.

E noi che a volte ci sentiamo piccoli, peccatori o solamente con un po’ di fatica da offrigli, oggi il Signore ci dona la grazia di mostrarsi nella nostra piccolezza. Essa diventa il luogo dove stanchi e oppressi, possiamo trovare lo spazio per sostare davanti a Lui, quasi come un respiro di sollievo.

Andiamo a Lui noi piccoli, stanchi e oppressi, gettiamo nel Suo grande cuore il giogo che ci pesa, sostiamo dinanzi al Padre, così da sentire la forza per affrontare, continuare e vivere giorno dopo giorno.