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Marzo

Post n°91 pubblicato il 01 Marzo 2013 da Less.is.more
 

 

Quando alle 18.00 c'è ancora la luce del giorno, per me è già primavera

 

Eugène Grasset, Marzo da "Le calendrier de la Belle Jardinière", 1896

 

"È dolce, quando i venti sconvolgono le distese del vasto mare
guardare da terra il grande travaglio di altri;
non perché l'altrui tormento procuri giocondo diletto,
bensì perché t'allieta vedere da quali affanni sei immune.
E' dolce anche guardare le grandi contese di guerra
ingaggiate in campo, senza alcuna tua parte di pericolo.
Ma nulla è più dolce che abitare là in alto in templi sereni
del cielo saldamente fondati sulla dottrina dei sapienti,
da dove tu possa abbassare lo sguardo sugli altri e vederli
errare smarriti cercando qua e là il sentiero della vita,
gareggiare d'ingegno, competere per nobiltà di sangue,
e sforzarsi giorno e notte con straordinaria fatica
di giungere a eccelsa opulenza e d'impadronirsi del potere."

 

Lucrezio, De rerum natura,  I sec. a. C.

 

 
Rispondi al commento:
nobileateniese7
nobileateniese7 il 03/03/13 alle 00:13 via WEB
Certo. Continua ad esistere nel suo significato, nei suoi contenuti ma non nel valore poetico della parola, del linguaggio. Ne parla Dante nel suo Convivio.
Che si provi a tradurre " Dolce e chiara è la notte e senza vento" oppure
" la bocca mi baciò tutto tremante" oppure
" conobbi il tremolar della marina" oppure
" Era già l'ora che volge il disio
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo dì c' han detto ai dolci amici addio"....oppure
" Infandum regina iubes renovare dolorem" oppure
" Menin aeide, tea,Peleiadeo Akileos
oulomenen, e muri Akaiois alge eteke
pollas d'iftimous psiukas Aidi proiapsen...."( incipit Iliade)
....e potrei contunuare , come ben puoi immaginare. La poesia è altissima, ma nulla e niente restituisce integra la musicalità della parola e del verso e del suo ritmo propri di ogni idioma. Ricordo d'aver ascoltato molto tempo addietro, un disco in cui la Callas cantava il Tristan und Isolde , e specialmente il sublime Liebestod finale
"Mild und leise wie er lächelt, wie das Auge hold er öffnet...." in italiano : la costrinsero, roba da far rabbrividire, da far tremare le vene e i polsi... a dirla con il Sommo. Successe al Teatro La Fenice di Venezia. Mi trovi d'accordo sul grandissimo valore dei contenuti, ma non sul valore poetico del verso, ancor più se cantato. Mi sono permesso.
Kostis
 
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