GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

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X ASPIRANTI SCRITTORI ESORDIENTI: La mia esperienza personale verso l'odissea della pubblicazione...

Post n°504 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da sergioemmeuno
 

  

   Salve a tutti. Quanto è duro per un esordiente che ha scritto un romanzo, racconti o poesie convincere un editore per farsi pubblicare? Credo che, a confronto, le Dodici fatiche di Ercole siano state più agevoli! Questa sera vi racconterò le mie esperienze.

 

   Innanzitutto va detto che le poesie e, in parte, i racconti non hanno un grande mercato in Italia, per cui è bene mettersi subito l’anima in pace…

   Passiamo ad alcune cifre per farsi un’idea. In Italia, grazie anche ai contributi richiesti, ogni anno escono circa 450 libri. Tanti vendono poche decine di copie; un buon numero 400 - 500 copie;  pochissimi tra le 1500 - 2500  copie (già un risultato soddisfacente). Infine, 30 - 40 libri supereranno la soglia delle 10.000 copie.

 

   Per quanto riguarda i romanzi, ogni anno migliaia e migliaia di manoscritti inediti arrivano alle case editrici che, nella maggior parte dei casi, non si degnano nemmeno di una risposta. Nei casi più fortunati, si riceverà una lettera presumibilmente standard, che è una sorta di “rifiuto cortese”.

   Mi è successo con la Adelphi (il suo lavoro non rientra nei nostri piani editoriali ecc…) e con la Fazi Editore di Roma, ove sono stati più originali (il suo testo risulta di difficile collocazione all’interno delle nostre collane)… Beh, già è qualcosa: se è di difficile collocazione significa che è stato comunque valutato e non cestinato subito, ho pensato.

  

   Poi c’è la piovra dell’editoria a pagamento… un mondo tutto a se stante. Una nota casa mi propose un contratto di edizione con 3000 euro di contributo per poi, nella contrattazione, scendere a metà importo. Mi avrebbero garantito una buona promozione sul web e un paio di interviste (come a tutti) su una tv satellitare.

   Ma la mia riflessione è stata: che spinta promozionale può garantirti una casa che sforna circa 200 inediti ogni due mesi? E quindi: qual è il reale interesse e impegno di un editore, una volta che ha intascato i soldoni? Considerando un guadagno dell’8% per ogni copia venduta (per le prime 200 non c’erano guadagni), per pareggiare le spese avrei dovuto vendere 1500 copie, obiettivo dignitoso e certo non facile e scontato da raggiungere!

   Non voglio demonizzare l’editoria a pagamento, ma è bene sapere che, se ci rivolgiamo a loro, non bisogna aspettarsi miracoli. La vedo come una soluzione di ripiego di chi non ha problemi economici, ha ricevuto molte porte in faccia, e arriva a un punto in cui desidera “veder concretizzato” il proprio lavoro; e si accontenterà di vendere quelle 100, 200 o 400 copie.

 

   Dopo un paio di anni, l’esperienza personale mi dice che bisogna insistere con gli editori grandi e piccoli (con una distribuzione dignitosa però), dapprima vagliando attentamente, per telefono o consultando il sito, se il nostro genere di romanzo sia affine alle loro collane.

   In secondo luogo, può risultare utile e pratico contattare direttamente l’editore o la redazione, per poter interagire e illustrargli in breve la nostra storia. Questo è un metodo che può funzionare con i piccoli editori – i grandi non ci cacano de pezza – e ci dà un grosso vantaggio: avremo una valutazione confidenziale e dettagliata sul nostro lavoro, sì da poterci eventualmente migliorare o farcene una ragione… Così ho fatto io, diverse volte…

   La piccola editoria è indubbiamente stritolata dai colossi che si spartiscono la torta e dalla grande distribuzione. Quindi, in genere, sui 10-15 libri pubblicati da una casa piccola in un anno, appena un paio sono opere di esordienti. E se pensiamo che ogni anno un piccolo editore riceve 1000 o più inediti… auguri insomma!

   Tant’è che ogni aspirante esordiente deve passare per forza dai piccoli editori, a mio avviso puntando su un pensiero-slogan che sintetizzi lo spirito del romanzo, e che colpisca chi deve credere e investire su di noi. Il mio slogan, per ovvii motivi, non posso dirlo pubblicamente…

 

Aspiranti esordienti, non molliamo mai, incrociamo le dita e in bocca al lupo!

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p.s. - pronti a spiccare il volo fra le luci dell'alba (...) 

p.s. 2 - A Se'... ma quale alba! io voglio le luci della notte! Ahahahaha

 

 
 
 
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