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CUORE IN VIAGGIO

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IL ritratto (VII)

Post n°462 pubblicato il 03 Aprile 2012 da xteneraladyx
 

 

Con un ritardo di circa un’ora Bettina suonò alla porta del suo appartamento.

“Tesoro, scusa il ritardo, una telefonata da un carissimo amico di Madrid, mi stava ricordando che devo assolutamente andare a vedere un nuovo allestimento

di opere al Prado. Dovrei avere un clone di me stessa per stare al passo con tutto!”

Entrò come il suo solito,  passo sicuro, la Sacher in equilibrio precario su una mano

e una bottiglia di vino nell’altra.
Vestita in quel mix etnico che solo Bettina poteva
osare.

“Non preoccuparti, Bettina. Ormai ti conosco e me la sono presa comoda con i preparativi della cena. Dammi la Sacher prima che faccia una brutta fine”.

“Accomodati, dieci minuti e ci possiamo sedere a tavola.”

Mentre Irene andava su e giù dalla cucina per portare in tavola la cena fredda che

aveva preparato, la sua amica la incalzò subito con le domande.

“Allora? Racconta com’è andata da Tancredi. Com’è? Un bell’uomo? Quanti anni ha?

E’ sposato? Ha una bella casa?”

“Bettina, quando ti fermi a prendere fiato rispondo all’interrogatorio.” disse Irene sorridendole amichevolmente.

“Va bene. Messaggio ricevuto. Starò muta, aprirò la bocca solo per mangiare mentre tu racconti.”

Così Irene cominciò a raccontarle del suo incontro con il pittore, delle sue spiegazioni sul fatto che avesse dipinto un quadro, con il viso di una donna del tutto simile a lei. Del fatto che, velatamente,  le avesse fatto intendere l’interesse di proseguire nella loro conoscenza, proprio in  virtù del fatto che la sua immagine, aveva occupato molte delle sue notti. Del messaggio ricevuto quel pomeriggio.

“Mia cara, ti sento un po’ frenata. In fondo mi dici che è un uomo attraente, che la sua voce ti ha colpito. Perché non provi a darti una possibilità e a darla a lui. Cos’hai da perdere?”

“Bettina, c’è qualcosa in lui che non mi convince.”

“Solo per il fatto che ti guarda come fosse un cacciatore con la sua preda, non vuol dire che ti mangerà appena ne avrà l’occasione.”

“Non è solo questo. E’ una persona di cui si sa pochissimo, non si presenta alle sue mostre, è schivo con i suoi estimatori. Come se volesse nascondere la sua identità.”

“Te l’ho sempre detto di smettere di leggere tutti quei libri gialli e di spionaggio. Stai diventando sospettosa di tutti. Un giorno mi dirai che pensi che il tuo lattaio sia un agente segreto.” Bettina la guardava con occhi divertiti.

“Dai, che esagerata! Non sono così sospettosa Bettina. Ma tu che sei nel settore, hai un sacco di conoscenze. Potresti fare qualche domanda in giro, giusto per sapere che si sa di lui?”

“Vedrò di indagare un po’ in giro. Ora che ne dici di mangiarci la Sacher?”
”Dico che hai avuto un’ottima idea.” Si sentiva sollevata di aver parlato con la sua amica.

Ora era certa che, grazie alla sua complicità, avrebbe scoperto qualcosa di quell’uomo.

Perché era innegabile, le era piaciuto. Anche se i suoi modi di fare la irritavano ancora.

Quando la sua amica se ne andò, coricandosi nel letto pensò che scoprire il mistero del pittore Tancredi avrebbe creato un bel diversivo nella sua vita e con l’aiuto della sua amica si sarebbe sentita comunque protetta e ben consigliata.

Si addormentò subito, malgrado le due fette di Sacher nello stomaco e sperò di non avere incubi.

Ma l'avrebbe scoperto di lì a poco, che la sua notte di sarebbe rivelata molto movimentata....

 

 

 

 
 
 
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