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CUORE IN VIAGGIO

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Mal d'Africa (III)

Post n°492 pubblicato il 16 Aprile 2013 da xteneraladyx

I primi minuti passarono senza che nessuno dei due aprisse bocca.
Lui concentrato alla guida e lei con lo sguardo perso ad un punto indefinito dell’orizzonte.
Fu lui per primo a rompere il silenzio: “La  vedo pensierosa, spero non si sia pentita di aver accettato la mia proposta. Vorrei rassicurarla sul fatto che so quello che faccio e sono un gentiluomo” e lo disse senza staccare mai lo sguardo dalla strada.

“La conosco troppo poco per smentire o affermare quello che dice. Suppongo io mi debba fidare in questa circostanza, mi ha promesso una bella esperienza e quindi spero non mi abbia mentito” ribattè senza staccare lo sguardo da quell’orizzonte indefinito.
”Le sembrerebbe sconveniente se passassimo alla  più moderna forma del tu Eleonora? La formalità mi sembra più adatta nei rapporti d’affari che tra compagni di viaggio” lo disse senza ombra di ironia e la cosa la ben dispose ad una risposta affermativa.
”Non ho nulla in contrario, Guido”

Il silenzio ritornò tra loro. La cosa non sembrava imbarazzare nessuno dei due e questa cosa sorprese Eleonora a cui piaceva non dover per forza parlare sempre di qualcosa.
Il sole stava tramontando alle loro spalle, il caldo afoso del giorno stava lasciando spazio ad una più mite temperatura e si chiese dove si sarebbero fermati per la notte.
”Sta venendo buio, continueremo ancora il viaggio per molto o ci fermeremo da qualche parte?” la voce di Eleonora tradiva una certa preoccupazione.
Il deserto di notte non le dava un senso di protezione ma le incuteva timore.

“Ancora pochi chilometri e ci fermeremo in un’oasi. Lì monteremo la tenda e trascorreremo la notte. Scommetto che non ha mai dormito in un’oasi?” disse lui sorridendo e non staccando lo sguardo dalla strada.

“Veramente è la prima volta che vengo in Africa e tutto per me è nuovo, anche se confesso che finora nulla mi ha particolarmente colpito nel mio viaggio. A parte il caldo insopportabile…”

“Ti assicuro che da ora in poi, ogni cosa che vedrai ti resterà dentro per sempre.”

I fari della jeep illuminarono della vegetazione in lontananza, le penombre della sera disegnavano i contorni di alte palme  e lei capì che erano arrivati alla loro meta.
L’oasi sembrava deserta.
Guido fermò la jeep, scesero entrambi e lei notò che con pochi gesti veloci aveva già predisposto per montare la tenda. Una sola.

Si impose di non fare la domanda spontanea che le stava salendo alle labbra e si disse che non poteva pretendere la privacy di due tende, non erano al campeggio e nemmeno in un villaggio turistico.

“Posso rendermi utile in qualcosa?” chiese Eleonora

“No. Goditi  il luogo. In pochi minuti provvederò ad accendere il fuoco e ci prepareremo la cena.”

L’uomo continuò il suo lavoro. Lei iniziò a passeggiare lì intorno. Regnava un silenzio quasi irreale  e il cielo che si andava oscurando stava lasciando lo spazio a qualche timida stella.

Persa nei suoi pensieri si sentì chiamare dopo poco.

“Eleonora, non ti allontanare al buio. Vieni ho messo a bollire dell’acqua, possiamo berci un bel the e mangiare le cose che mi sono fatto preparare dall’hotel. Nei prossimi giorni vedremo di organizzarci un po’ meglio” le offrì la mano per aiutarla a sedersi per terra, su una stuoia che aveva steso accanto al fuoco, vicino alla tenda dove presumibilmente avrebbero dormito, tutte e due insieme.

L’aria si era rinfrescata e Eleonora fu scossa da un leggero brivido, la camicia che indossava non era più sufficiente. Si sentì posare sulle spalle una coperta, Guido aveva prontamente rimediato alla sua inesperienza.

“Te l’avevo detto che la notte fa più freddo nel deserto. Spero ti sia ricordata gli indumenti pesanti.”

“Si, certamente. Sono nello zaino. Vado a prenderli.”

“Stai tranquilla, mangia e bevi il tuo the. Tra poco la tenda ci riparerà dal freddo e potremmo riposarci. Domani ci aspetta un altro giorno di scoperte”

Stringendo la mano alla tazza calda alzò lo sguardo al cielo. Migliaia di stelle brillavano e la luna spandeva intorno a se il suo chiarore. Tanto che poteva scorgere le sagome fluttuanti delle palme agitate da un leggero  vento.

“Non credo di aver mai visto un cielo così” lo disse tra sé e sé ma ad alta voce.
”Ogni parte di mondo ha il suo cielo, questo è uno dei tanti. Personalmente lo preferisco a tutti, ma è questione di gusti personali. Io sono innamorato dell’Africa e sono poco obbiettivo”

“Vieni spesso da queste parti?” chiese Eleonora iniziando ad essere un po’ curiosa.

“Tutte le volte che il lavoro me lo permette. Ho interessi commerciali anche in questo continente. Ci vengo spesso per lavoro, anche se cerco di sfruttare queste  occasioni per coltivare anche il mio piacere.” lo disse calcando particolarmente l’ultima parte della frase e Eleonora si sentì infastidita.
”Di cosa ti occupi?”

“Impianti industriali. Di ogni tipo. Sono un ingegnere specializzato nell’industria estrattiva, ma mi occupo anche di altri settori. L’Africa possiede infinite ricchezze nel sottosuolo, potrebbe essere un continente ricco e prospero come e più dell’Europa se le ricchezze fossero meglio sfruttata e meglio distribuite” lo disse con serietà e convinzione e questo lo fece vedere ad Eleonora anche sotto un altro punto di vista.

Si accorse che forse l’aveva mal giudicato,  dopo tutto non è che le avesse fatto delle avances o chiesto qualcosa di esplicito. Era stato solo più ironico di lei e questo l’aveva infastidita.

“Adesso è meglio che tu vada a dormire Eleonora” la voce di Guido  la fece distogliere dai suoi pensieri.

“Certo, mi sento un po’ stanca. Come mi devo organizzare per la tenda?” Eleonora lo disse senza alzare gli occhi verso di lui.

“Direi che entri e ti sdrai nel sacco a pelo. Non  hai mai dormito in una tenda?” disse lui con un accenno divertito.

“Certo che si. Ma di solito la dividevo con degli amici.”

“Devo dedurre che non mi consideri un amico? Ok…ci può stare, dunque dovrei lasciarti dormire da sola…” riflettè a voce alta Guido.

“Bè, se non fosse troppo chiederlo, sarebbe per me meno imbarazzante.”

“Va bene. Mi farò un riparo nella jeep. Sei sicura di voler stare sola nella tenda? E se entrasse qualche serpente?” disse lui serio

“Ssss…erpente? Come serpente, perché ci sono i serpenti?” senza accorgersene si era alzata di scatto in piedi ed era diventata cerea…

“Direi di si…e amano i luoghi caldi e riparati” disse sforzandosi di non ridere al suo sgomento.

“Non c’è nulla che mi faccia più senso di ragni e serpenti. Ora non riuscirò a dormire per nulla” disse mestamente Eleonora

“La mia prima soluzione è sempre valida, se puoi considerare la possibilità di vedermi come un amico e di accogliermi nella tenda con te. Ti proteggerei io dall’assalto di ogni tipo di rettile o ragno o insetto velenoso.”

“Suppongo di non avere altra scelta. Va bene. Grazie” gli voltò le spalle ed entrò gattoni nella piccola tenda.

Guido continuava a sorridere guardandola. Era infinitamente bella nella sua infantile paura.

 

                                                                                                            (segue)

 

 

 
 
 
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