IL FARAONE AKHENATON

il faraone eretico....adorava il dio sole..per lui un disco

 

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28    
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I MIEI BLOG AMICI

- LA ROMANTICITA
- Milano e Dintorni
- Silences
- Selvaggia
- †Memento Mori†
- ora di basta!!!!
- A modo mio
- Semplicemente io...
- DIANA FINI &amp; DIANA
- Io... Me Stessa
- LUCID TOUGHT
- The power of mind
- Gli occhi dell Amore
- OCHIDEA BLU
- ottimismo
- PER TE
- ossessione&deg;&ordm;&curren;&oslash;,&cedil;&cedil;,&oslash;&curren;
- OSTERIA..
- VIVERE...
- Un cuore alato
- nero.•*&uml;`*•
- amicizia vera
- semplicemente
- io
- SOGNANDO........
- Angolo Pensatoio
- Nuvole di scrittura
- LArrivo Del Signore
- VITA E ...SENSI...
- Leggera
- @FELY@
- Dolce_Eternity
- GATTE DI MARE
- la mia luna
- IO CON ME
- Chiaror Di Luna
- lironia della sorte
- Grafica_Mary
- I CANT BE PERFECT
- IL RETROSCENA
- CALICI DI STELLE
- una volta cera
- E_CONO_MIA_ E_ ALTRO
- BenjaminB
- Feny.
- Poche parole...
- ** EmOzIoNaRmI **
- RHO CRISTIANA
- POETS HEART
- PROFESSIONE....VIDEO
- LAPOTEOSI...
- STRANOMAVERO.
- Bambola di stracci
- Diario di un diverso
- In another time...
- La vita &egrave; meraviglia
- pensieri
- Cerco il coraggio
- Guerriera del Mondo
- ANGEL HEART
- Reblog
- Vola nuvoletta
- SARDEGNA d ^A^ MARE
- REGALOPOLI
- GIORNI STRANI
- Dis ...
- Musica &amp; Pensieri
- DaNnAtAmEnTe VeRa
- il mio blog
- SILVY
- Lessenza dellesser
- UOMO QUALUNQUE
- Ikaria
- SEMPLICE.E.ANGEL
- IO... FIAMMA DI VITA
- Cielo
- Lamicizia per voi!
- Bisbigli donde
- ...fini la com&egrave;die
- Tracce nella Rete
- VITA MIA -VALERIO-
- FREUDCONTROFREUD?
- ...frammenti ...
- Gryllo73
- Tu chiamale se vuoi
- MONDO GATTO &copy;&reg;
- MY_BLOG
- Oltre&reg;
- DREAMER
- Incanto e poesia
- il ritorno di amu7
- scrapmania
- amore
- Passi dombra
- Guardiano del faro
- punto e a capo
- Kremuzio
- Disnomia
- Un Battito dali
- Arcana
 
Citazioni nei Blog Amici: 54
 

ULTIME VISITE AL BLOG

apungi1950misteropaganocassetta2oranginellasmallpotatoallegragioia78Angela_Fenice84Nuvola_volaSEMPLICE.E.DOLCEakenaton611xxdolceamarabrutalinushurricane2O1verdelli6faustina.spagnol
 

ULTIMI COMMENTI

Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico...
Inviato da: cassetta2
il 29/09/2020 alle 09:14
 
Ciao Ake come stai? Buon anno Buona serata :) Lucy
Inviato da: SEMPLICE.E.DOLCE
il 03/01/2019 alle 23:17
 
Un sorriso a te
Inviato da: Nuvola_vola
il 28/08/2017 alle 13:23
 
Che fine hai fatto ?! Un abbraccio a te
Inviato da: Nuvola_vola
il 09/04/2017 alle 04:45
 
Buon compleanno Antonello, auguri di cuore
Inviato da: faustina.spagnol
il 12/10/2016 alle 06:23
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Febbraio 2014

AKE....AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA,MOLTO ARDUA..

Post n°163 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da akenaton611

Una Bibbia segreta in cui Gesù prevede la venuta del profeta Maometto sulla Terra ha suscitato parecchio interesse al Vaticano. Papa Benedetto XVI ha affermato ...di voler visionare il libro, che molti affermano sia il Vangelo di Barnaba, che è stato nascosto in Turchia negli ultimi 12 anni. Scritto interamente a mano, in lingua aramaica, quella di Gesù, conterrebbe i suoi insegnamenti del Messia e una previsione dell’avvento del prossimo Profeta. Il libro rilegato in pelle, scritto su pelle di animale, è stato scoperto dalla polizia turca nel corso di una operazione anti-contrabbando nel 2000. E’ stato gelosamente custodito fino al 2010, quando fu consegnato al Museo Etnografico di Ankara, e sarà presto esposto al pubblico dopo un piccolo restauro. Il ministro del Turismo Ertugrul Gunay ha detto che il libro potrebbe essere una versione autentica del Vangelo, che è stato soppresso dalla Chiesa cristiana per i suoi forti parallelismi con la visione islamica di Gesù. Il Vaticano avrebbe fatto una richiesta ufficiale per visionare il testo controverso che i musulmani affermano essere un’aggiunta ai vangeli originali di Marco, Matteo, Luca e Giovanni. In linea con il credo islamico, il Vangelo considera Gesù come un essere umano e non una divinità. Questa Bibbia respinge le idee della Santissima Trinità e la Crocifissione e rivela che Gesù ha predetto la venuta del profeta Maometto.
La storia di San Barnaba appare negli Atti degli Apostoli, e Paolo lo ricorda in alcune delle sue epistole.Secondo la tradizione cristiana fu martirizzato a Salamina, Cipro. Egli è tradizionalmente identificato come il fondatore della Chiesa cipriota, con la sua festa il 11 giugno.
Nonostante l’interesse per il libro riscoperto, alcuni credono che sia un falso e che risalga al 16° secolo. Il Pastore protestante Ihsan Özbek ha detto che è improbabile che sia autentico. Questo perché San Barnaba è vissuto nel primo secolo e fu uno degli apostoli di Gesù, in contrasto con questa versione che dovrebbe essere data nel quinto o sesto secolo. La copia di Ankara avrebbe potuto essere scritta da uno dei seguaci di San Barnaba. Il Professore di teologia Ömer Faruk Harman ha chiesto una scansione scientifica della Bibbia per rivelare la sua vera età ed autenticitá.
--------------------------------------------------------
NOTIZIA E VIDEO,REPERITI SUL WEB
--------------------------------------------------------
se fosse vera,sarebbe sconvolgente.
Antonello

 
 
 

AKE....IL VIAGGIO NEL TEMPO CONTINUA ^_^

Post n°162 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da akenaton611

Akhenaton fù il Faraone eretico dell'antico Egitto,insediatosi al trono introdusse con la forza, un culto monoteista ,il culto solare di ATON,inimicandosi la vecchia casta sacerdotale che era ancora legata ai culti degli antichi DEI.
In questo contesto il popolo ebreo (che all'epoca era formato da un miscuglio di tribu nomadi,e diverse etnie di origine semitica),adotto il culto solare atonista,questo fù anche uno dei momenti fondamentali della storia,per il passaggio a un culto monoteista che portera poi alla religione odierna.
Più avanti la vecchia casta sacerdotale egizia,si riprese il potere,e ripristino il culto agli dei,costringendo all'esilio il faraone Akhenaton ed i suoi seguaci,ed eliminando ogni cosa facesse riferimento al culto di ATON;
Il faraone con la sua casta sacerdotale e i suoi fedeli seguaci,dovettero quindi abbandonare l'egitto e si dirissero presumibilmente verso la Palestina.
Lo stesso Akhenaton sembrerebbe essere la stessa persona mistificata poi con il nome mosè,o altrimenti un alto sacerdote del culto di ATON
L’interessante articolo di Enea Baldi “Le corna di Mosè”, apparso sul numero di Rinascita del 27 marzo 2010, mi induce a riassumere per sommi capi un’altra storia, a mio avviso estremamente interessante, relativa a quel particolare momento della mitologia ebraica noto come “esodo” che, secondo la versione biblica, farebbe riferimento alla fuga delle popolazioni ebraiche dall’Egitto dei faraoni alla ricerca, sotto la guida di Mosè, della “terra promessa”, ad essi garantita in virtù di un “patto” stipulato con il loro dio.
Si tratta di una storia puramente ipotetica, mancando in parte oggettivi riscontri storicamente documentati, ma comunque decisamente verosimile – ed in ogni caso più verosimile della maggior parte dei racconti biblici ed evangelici, ai quali una quantità enorme di individui presta fede pur in totale assenza di qualsiasi verifica storica, quando non addirittura in aperta contraddizione con la storia stessa.
Intorno al 1300 a.C. Akhenaton, passato alla storia come “il faraone ribelle”, contrappone un culto monoteista a quello politeista in vigore in tutto l’Egitto, forse continuando l’opera intrapresa da suo padre Amenophis III; fonda una nuova capitale ad Amarna, a circa 200 km a sud del Cairo; il popolo resta però in maggioranza fedele agli antichi dei. Seguaci di Akhenaton e del nuovo ed unico dio Aton saranno una esigua minoranza della popolazione egizia, alcune razze tipicamente africane e la quasi totalità degli hyksos, i discendenti delle tribù semite che intorno al XVII secolo a.C. avevano invaso il nord dell’Egitto dominandolo per due dinastie, prima di essere definitivamente sottomessi.
Dopo circa diciassette anni di governo Akhenaton scompare nel nulla e la restaurazione politeista si accanisce contro di lui con una accurata damnatio memoriae: quasi tutti i segni visibili del suo passaggio – iscrizioni, sculture, documenti – vengono distrutti; la stessa città di Amarna è rasa al suolo.
Secondo recenti ipotesi un’insurrezione della popolazione, guidata dal clero tebano, costrinse il faraone eretico ad abbandonare l’Egitto per stabilirsi in Palestina con tutti i suoi seguaci; a conferma di ciò esiste una lettera nella quale il governatore di Gerusalemme fa esplicito riferimento al divieto di abbandonare le terre dell’esilio.
La identificazione del faraone ribelle ed esiliato col Mosè biblico dell’esodo ebraico appare estremamente logica; sono infatti facilmente rintracciabili le numerose analogie storiche, circostanziali e cronologiche tra i due personaggi. Lo stesso nome di Mosè sembra di origine egiziana ed il mito della sua infanzia – salvato dalle acque ed educato alla corte dei faraoni, in perfetta analogia col precedente mito del sumero Sargon – appare come il tentativo di mascherare una realtà che non deve essere divulgata.
Egitto 1923, apertura ufficiale della tomba di Tutankhamen, gli scopritori del sito archeologico, Lord Carnarvon e Howard Carter, avevano circa tre mesi prima dell’apertura ufficiale, già violato in segreto la tomba, trafugando una moltitudine di oggetti preziosi e suppellettili. Ad un primo sommario inventario tra gli oggetti “ufficialmente” ritrovati nella tomba sono presenti anche alcuni papiri; di essi si fa cenno nella corrispondenza privata dei due, in lettere inviate ad amici e colleghi; ma poco tempo dopo i suddetti papiri risultano inesistenti, cancellati dai successivi inventari; interrogato in proposito, Carter dichiarerà trattarsi di un clamoroso errore: alcuni rotoli di lino presenti nella tomba erano stati sprovvedutamente scambiati per papiri. Tale versione appare poco credibile, trattandosi di egittologi esperti – Carter, in particolare, ha alle spalle una lunghissima carriera –, ma nessuno solleva obiezioni. Accade però che in un secondo momento, a seguito di vicende che non ci dilunghiamo a narrare, le autorità egiziane prospettano la possibilità di togliere a Carter la concessione per continuare gli scavi. Questi allora si reca al consolato britannico e minaccia, nel caso in cui non gli fosse stata rinnovata la concessione, di svelare al mondo intero il contenuto dei papiri¸”…fornendo il vero resoconto…dell’esodo degli ebrei dall’Egitto”. Tale episodio è riportato da Lee Keedick (memorie, 1924 circa) con tale dovizia di particolari da far ritenere improbabile che si tratti di una circostanza inventata – né risulterebbe intelligibile il motivo di una eventuale fantasiosa invenzione.
E’ molto probabile supporre che la divulgazione del contenuto dei papiri avrebbe ottenuto effetti indesiderati a livello politico; ed è altrettanto lecito ipotizzare che i papiri narrassero la storia di Akhenaton e dell’esodo suo e dei suoi seguaci verso la Palestina.
Secondo i testi biblici il nome Mosè significherebbe “salvato dalle acque“ a ricordo del suo miracoloso ritrovamento nel Nilo e difatti l’ebraico Moshè ha un’assonanza col verbo che significa “trar fuori“, benché tutt’oggi la maggioranza degli studiosi preferisce credere che il nome derivi dalla radice egizia Moses, che significa “figlio di” o “generato da” come possiamo ad esempio vedere negli egiziani Thutmosis (figlio di Thot) o Ramses (figlio di Ra). In linea con questa tesi e mancando il nome del padre Mosè significa semplicemente “bambino” quale vezzeggiativo di “figlio”. Il nome egiziano Moses che significa, come già detto, “figlio” o “protetto da” fu dato al profeta dalla figlia del faraone, quando venne ritrovato dalla stessa sulle rive del fiume.
Alcuni studiosi ebrei nel medioevo ipotizzarono che il nome di Mosè fosse in realtà stato tradotto dagli autori della Bibbia da un termine egiziano che significasse “trarre fuori”.
Secondo la tradizione islamica, il suo nome, Mūsā, deriverebbe da due parole egiziane: “Mu” che significa acqua e “sha” che significa giunco o albero, per il fatto che la sua cesta rimase incastrata fra i giunchi presso la casa del faraone.
Secondo Sigmund Freud, la storia biblica di Mosè metterebbe in evidenza la forte influenza della cultura e della religione monoteistica del dio Aton dell’antico Egitto sulla cultura ebraica antica ed il suo monoteismo.
Innanzitutto, va fatto notare che nella lingua egizia antica, “Mosè” aveva il significato di “bambino”, “figlio”, “discendente”. Inoltre, il racconto biblico della nascita di Mosè, coerentemente con altre leggende semitiche, riprende esattamente il racconto della nascita del grande Sargon di Accad, che fu abbandonato nelle acque e poi salvato per diventare in seguito un grande re.
La presunta relazione tra il culto di Aton e Mosè potrebbe spiegarsi in due modi: mentre il caso che gli ebrei in Egitto seguissero tale culto è da escludere, rimarrebbe l’educazione che Mosè ricevette nella corte del faraone Haremhab, sotto il cui regno potrebbe essere nato Mosè.
Concordanze storiche non meglio precisate fanno ritenere che dietro la figlia di faraone che adottò Mosè si celasse una nobildonna iniziata al culto di Aton, forse la regina Ankhesenamon, figlia di Akhenaton finita dopo varie vicissitudini in sposa ad Haremhab. Mentre l’ipotesi più certa è che Mosè sia stato un cortigiano di Akhenaton, e dunque fu certamente seguace del culto di Aton; questa ipotesi è suffragata dalla data di nascita di Mosè secondo la tradizione il 7 Adar 2368 (corrispondente agli anni tra il 1391-1386 a.C.) che lo fa un contemporaneo del faraone Akhetaton vissuto nel XIV sec a.C.
Aton è una divinità solare della mitologia egizia. È rappresentata dal grande globo luminoso che esercita la sua benefica influenza, datrice di vita, attraverso i raggi, di cui tutti sentono lo splendore e il calore, e le mani, strumento ultimo di contatto col divino. Una simile concezione poteva essere rappresentata visivamente senza raffigurare l'Aton sotto forma umana.
Decine di divinità affollavano il pantheon egizio, ma il Sole fu sempre al centro di una venerazione particolare e probabilmente rappresentò meglio di altri il divino in senso universale. Proprio questa stella fu protagonista dell'unico episodio, nell'ambito della religione egizia, di eresia monoteistica, o più correttamente enoteistica, in quanto un dio rappresentava tutte le divinità venerate.
Gli artefici di questa rivoluzione furono il faraone Amenofi IV e la sua grande sposa reale Nefertiti durante la XVIII dinastia del Nuovo Regno. Assieme diedero vita ad un nuovo modo di intendere il culto del Sole, unico dio e re, con il nome Aton, sostituendolo alla teologia solare tebana che adorava Amon. Il sole, che prima veniva rappresentato come un uomo dalla testa di falco, venne simboleggiato dal disco, dal quale partono i raggi terminanti in mani tese, che porgono Ankh, la chiave della vita, agli umani e a tutto il creato. Come a dire che non bisogna adorare l'idolo, il segno, ma ciò che sta dietro, il principio di luce che dona effetti benefici a tutti, anche al di fuori dell'Egitto. I due regnanti erano sempre associati nei rituali dedicati al culto del dio, tanto da far supporre che ci fosse stata una equiparazione tra i due, fatto altrettanto nuovo nella storia dei Faraoni.
Entrambi cambiarono il proprio nome: da Amenophis ("pace di Amon") in Akhenaton ("colui che è utile ad Aton") il faraone; da Nefertiti ("la bella è arrivata") a Neferneferuaten-Nefertiti ("Aton è raggiante perché la bella è arrivata"). In seguito trasformò il grande tempio del dio Amon - Ra a Karnak in un complesso del culto dedicato ad Aton, inimicandosi profondamente la casta sacerdotale, pur avendo fino agli ultimi anni del regno lasciato libertà di culto. Quando gli Ittiti sottrassero nel Nord del paese due città fortificate che versavano i propri tributi direttamente nelle casse del clero di Amon, il Faraone non intervenne, allargando sempre più la frattura con questa parte molto influente della società.
Nel V anno del suo regno, il faraone diede inizio alla costruzione di una nuova capitale, che chiamò "Akhet-Aton" ("Orizzonte di Aton"), l'odierna El-Amarna (erroneamente ricordata anche con il nome di Tell El-Amarna), città che con i suoi templi con grandi cortili aperti dove celebrare i riti del nuovo culto avrebbe dovuto celebrarne la grandezza, la vitalità e la possibilità per tutti di riceverne i frutti (giova ricordare che in precedenza il culto veniva officiato nel segreto di buie cappelle ricavate all'interno dei templi, cui potevano accedere solo gli iniziati).
In molti pensano che l'Atonismo sia all'origine dell'Ebraismo, che introietterà molti dei suoi concetti e che vedrà la luce nella popolazione ebrea d'Egitto meno di un secolo più tardi. Questa tesi è contenuta per esempio nel saggio di Sigmund Freud "L'uomo Mosè e la religione Monoteista".
Uno dei fattori principali di questa teoria è il seguente: Akhenaton dedicò così tanta attenzione alla sua nuova capitale Akhetaton che lasciò che il resto dell'Egitto andasse in declino. Ad Akhenaton succedettero sul trono come Faraoni Smenkhkare, quindi Tutankhamon e infine Ay. Ay era il Sommo Sacerdote di Aketaton, conosciuto anche come Padre Divino (titolo ereditario). Sebbene originariamente fosse un fedele di Aton, Ay realizzò che era necessario per l'Egitto un ritorno alle vecchie divinità. I sacerdoti di Aton non si vollero riconvertire, così essi furono espulsi assieme alle masse di fedeli di Aton. Ay diede loro doni e li spedì a colonizzare Canaan, dove i sacerdoti, i Yahus, divennero i Giudei, stabilendosi a sud, nel territorio di Giuda, mentre i fedeli laici si stabilirono nel nord, in Israele.
In questa teoria, Ay era così rispettato come Padre Divino che venne adorato come una personificazione di Dio; nella versione Aramaica dell'Antico Testamento, Dio è chiamato Ay e non Yahweh, e la parola Adonay, usata dagli Ebrei per evitare di dire ad alta voce il nome di Dio, significa "Signore Ay". Quando venne scritto il Libro della Storia Ebraica, durante il periodo della prigionia babilonese, secoli dopo, Akhenaton divenne un modello per Adamo e anche per Abramo. L'eroe israelita Mosè, che nel racconto biblico conduce i figli di Israele fuori dall'Egitto, venne basato su Ramses, e il suo fratello Aronne era il Faraone precedente, Horemheb, che successe ad Ay e che provò a cancellare tutte le prove del culto di Aton e dell'esistenza dei suoi predecessori. Il successore di Mosè, Giosuè, fu il successore di Ramses, Seti I. Si pensa inoltre che l'Ebraico fosse lingua franca per i tanti popoli differenti convenuti ad Aketaton, provenienti da molti luoghi, tra cui l'Etiopia.
Clemente di Alessandria nel 200 a.C. fu uno dei primi a menzionare una singolare somiglianza tra i simboli egizi e quelli usati dagli antichi Ebrei. Inoltre, è assodato che il suffisso "-mose" (RaMose per esempio) accordasse a chi lo portava un alto grado e simboleggiava profondo convincimento al culto di Aton.
Inoltre va ricordata la forte somiglianza del Salmo Bibico 104, che canta la gloria di Dio nel creato, con l'Inno al Sole di Akhenaton, ritrovato nella tomba di Ay.
La relazione tra il culto di Aton e Mosè può spiegarsi con l'educazione che Mosè ricevette alla corte del faraone Horemheb, sotto il cui regno nacque Mosè. Concordanze storiche fanno ritenere che dietro la figlia di Faraone (nella Bibbia, Faraone è nome proprio) che adottò Mosè si celasse una nobildonna iniziata al culto di Aton, forse la regina Ankhesepaaton, poi Ankhesenamon, terza figlia di Akhenaton e Nefertiti, sposa reale di Tutankhamon. Malgrado non esistano rilevanze storiche al riguardo, secondo alcuni studiosi sarebbe verosimile che avesse sposato in prime nozze l'immediato successore di Akhenaton, Smenkhkhara ed alla morte di Tutankhamon, il suo successore Ay ed il successore di questi Horemheb. Non essendo Ay ed Horemheb di stirpe reale, infatti, l'unica legittimazione al trono sarebbe potuto venire solo attraverso questi matrimoni.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
IMMAGINE E RACCONTO, REPERITI NEL WEB 
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
                                               Antonello

 
 
 

AKE....NEPHILIM......viaggio nel passato per capire chi siamo,analizzando la traduzione letterale della Bibbia.

Post n°161 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da akenaton611

Chi erano i Nephilim, i misteriosi esseri citati nella Bibbia? Fino ad oggi, la maggior parte degli studiosi ha prestato poca attenzione a queste curiose creature di cui parla il testo sacro, semplicemente perchè la loro esistenza è archiviata nel novero della leggenda.Ma siamo proprio sicuri che sia così? Forse, la Bibbia riporta l’antica testimonianza di esseri sovra-umani che un tempo abitavano il nostro pianeta? Di recente, ci sono stati alcuni tentativi di conciliare la mitologia con la scienza teorizzando che alla radice di questi antichi racconti possano esserci elementi di verità riportato nella forma di “leggenda”.In questo contesto, i Nephilim sono stati associati a volte con gli “antichi umani”, ossia i possibili sopravvissuti di Atlantide che avrebbero contribuito alla ricostruzione del mondo post-diluviano, altre volte sono stati associati a quelli che vengono definiti “antichi astronauti”, cioè un gruppo di alieni che in passato avrebbe visitato il nostro pianeta, venendo riconosciuti come divinità.Ma chi erano veramente i Nephilim? Un indizio sulla loro identità potrebbe essere svelato dall’analisi del loro appellativo: “nephilim”.Tradizionalmente, il termine ‘nephilim‘ viene tradotto con ‘giganti‘. Anche la traduzione ufficiale della Chiesa Cattolica opta per questa scelta. Ma la traduzione del termine non fornisce in alcun modo una descrizione completa di questi esseri. Alcuni dizionari descrivono i Nephilim come giganti dotati di una forza sovraumana.I Nephilim compaiono nell’Antico Testamento ben due volte. La prima volta nel libro della Genesi, la sezione della Bibbia che descrive i tempi remoti delle origini e poi, nella parte più vasta, il racconto dalla storia dei patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe e Giuseppe. Il titolo “Genesi” significa “Origine” o “Generazione”.In ebraico il libro è indicato con l’espressione iniziale Bereshìt, “In principio”. Nella parte prima, il libro affronta i grandi enigmi dell’esistenza: origini dell’universo e dell’uomo, quale sia il giusto rapporto dell’uomo con Dio, il problema del bene e del male, del dolore, della morte, la crescita dell’umanità e il suo differenziarsi nello scorrere del tempo. Il versetto che a noi interessa si trova al capitolo 6, versetti 1, 3 e 4:“Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i Figli degli Dèi (benei ha-elohim) videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. [...].C’erano sulla terra i giganti (nephilim) a quei tempi – e anche dopo -, quando i Figli degli Dèi si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi”.Osservando il passo, notiamo che, oltre agli uomini e alle loro figlie, vengono menzionati tre tipologie di individui: i Figli degli Dèi, i Nephilim e gli “eroi dell’antichità”. Cerchiamo di capire chi sono. I Figli degli DèiInnanzitutto compaiono questi misteriosi Benei ha-elohim, letteralmente “figli degli dèi”. Chi sono costoro? Secondo quanto riporta la Bibbia, in un tempo remoto, esisteva una “progenie divina” che coabitava la Terra con gli uomini primordiali.I primi scrittori cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio, nel tentativo di spiegare l’origine di questi misteriosi personaggi, accolsero l’idea presente chiaramente nel Libro di Enoch che i Benei ha-elohim fossero gli angeli caduti, come sembra alludere anche il passo della Genesi.Attenzione, però, si tratta di figli, quindi di una seconda generazione di dèi, la prole di entità che presumibilmente già abitavano sul nostro pianeta. Dunque, chi sono gli “elohim”?Elohim, tradotto con “Dio” nelle moderne edizioni della Bibbia, è in realtà un sostantivo plurale: è il plurale di Eloah, in ebraico, infatti, il suffisso -im è utilizzato per rendere il plurale di un sostantivo.Troviamo subito questo termine plurale nella frase iniziale della Genesi “Bereshit barà Elohim et hashamayim ve’et ha’arets”, che in italiano viene tradotta “In principio Dio creò il Cielo e la Terra”.A quanto pare, secondo la Bibbia la creazione del mondo non è opera di un’unica entità che la cultura monoteista identifica come Dio, ma è frutto di un’azione congiunta di diverse entità. La stessa collaborazione è confermata nel momento in cui si decide di creare l’uomo. In questo caso, la traduzione dall’originale conserva il plurale quando il “simposio creativo” esclama: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza”.Presa alla lettera, la Bibbia rivela la notizia che l’uomo è stato creato ad immagine e somiglianza di un gruppo di entità considerate divine chiamate “elohim”. Ma chi sono costoro?Mauro Biglino, è uno storico e scrittore italiano, specializzato nella traduzione dei primi codici in ebraico antico all’origine dell’Antico Testamento, come la Torah e la Tanakh, basandosi soprattutto sul più antico testo disponibile, il codice di Leningrado.In base a questi studi, riportati nel suo libro “Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia – Gli dei che giunsero dallo spazio?“, è giunto a risultati sorprendenti, di natura ufologica, che si avvicinano molto alle conclusioni ottenute da Zecharia Sitchin. [Disponibile su IBS].Biglino è stato traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo, la maggiore casa editrice cattolica, collaborazione che si è conclusa una volta iniziata la carriera da scrittore in cui porta alla luce le sorprendenti scoperte fatte in 30 anni di analisi dei cosiddetti testi sacri che da sempre sono state omesse.Nella sua ultima opera, un successo editoriale clamoroso, superiore, forse, anche alle aspettative dell’autore, che già nel titolo suona come una promessa, Biglino interpreta così il significato della parola “elohim“:“Il significato corretto è “gli splendenti”, individui molto superiori agli uomini, ma non spirituali. Quindi non dèi. Questo è un termine che non apparteneva alla cultura di chi scrisse, ma che è subentrato in un secondo momento, in un processo durato secoli.Adamo ed Eva sono i progenitori dell’homo sapiens. E non sono stati creati dal nulla, ma su di loro gli Elohim sono intervenuti con l’ingegneria genetica, dando come un colpo di acceleratore all’evoluzione umana. Adamo, come nome, significa “quello della terra”, insomma nato su questo pianeta.Letteralmente è più corretto tradurlo “il terrestre”, per distinguerlo evidentemente da chi terrestre non era. Eva invece è Hawà, ovvero “la madre dei viventi”, insomma la progenitrice di tutta la specie umana”.Insomma, ce n’è abbastanza da rimanere a bocca aperta. Inoltre, Biglino ha le idee molto chiare anche sul valore da dare a quello che è scritto nella Bibbia:“Quello che scrivo oggi, e che ripeto nelle mie conferenze per l’Italia, deriva da una lunga esperienza di traduzioni letterali. E quello che racconto nel libro è ciò che per primo ha stupito me.Sono convinto che la religione nella quale siamo stati educati sia nata, in realtà, da un contatto tra l’umanità ed esseri tecnologicamente superiori. La Bibbia è una storia vera, racconta episodi concreti, ma poi con il passare del tempo si è perso il contatto con questa “fisicità” ed è subentrata l’elaborazione teologica”.Tornando ai “Figli degli Dèi”, possiamo supporre che costoro fossero la seconda generazione degli “splendendi”, gli Elohim, i quali erano giunti sulla Terra e avevano già avviato la creazione dell’uomo. I NephilimNel racconto fa la sua comparsa il termine ebraico ‘nephilim’, tradotto nelle nostre Bibbie come “giganti”. L’autore del testo sacro tiene a precisare che mentre i Figli degli Dèi erano intenti ad accoppiarsi con le Figlie degli Uomini, i Nephilim erano sulla Terra, e anche dopo!Si ritiene che la parola “nephilim” derivi dalla radice del verbo ebraico ‘nafàl‘, che significa cadere. Sull’interpretazione del termine i pareri degli studiosi divergono. Nei circoli biblici, la radice ha fatto pensare ai Nephilim come ad angeli decaduti. Tuttavia, il termine nafàl non può essere direttamente collegato a questo concetto.Come spiega Biglino in una intervista rilasciata a brunildaternova.blogspot.it, secondo il famosissimo autore Zecharia Sitchin, il termine deriva dal verbo nafàl e significa “coloro che sono caduti” ma sappiamo che esiste una notevole differenza semantica tra “cadere” e “scendere, venire giù”: il verbo “scendere” porta chiaramente in sé il carattere dell’intenzionalità, che non risulta invece presente nell’atto del “cadere”, un’azione che normalmente si subisce.[L'altra Genesi - Zecharia Sitchin - Disponibile su IBS]Proprio su questo aspetto pone l’accento Michael Heiser della Wisconsin University. Egli sostiene che nephilìm non deriva da nafàl perché la sua vocalizzazione differisce dalle usuali derivazioni di tale radice e, di conseguenza, non gli può essere attribuita l’intenzionalità insita nello “scendere”.Nella questione interviene il docente universitario Ronald S. Hendel – Università di Berkley – che documenta come l’uso del verbo nafàl con il significato di “cadere” sia presente in atri punti nella Bibbia e afferma che nephilìm rappresenta la forma “qatil” del verbo, che può essere vista quindi come il passivo aggettivale della radice nafàl con il significato di “cadere”: in sintesi si tratterebbe di una sorta di aggettivo coniugato.Per contro, lo studioso cita un passo del capitolo 32 di Ezechiele in cui il verbo nafàl indica con chiarezza una discesa volontaria operata da guerrieri. Non pare dunque una forzatura estendere il significato di nephilìm e attribuirgli, come per yaràd, sia il valore di un “cadere involontario” sia quello di uno “scendere in modo intenzionale”.Rimane quindi aperta la questione se i Nephilim sia caduti passivamente dal cielo, oppure siano venuti volontariamente dal cielo. Traducendo nafàl come cadere o venire dal cielo, molti autori credono che Figli degli Dèi e Nephilim siano sinonimi, o che comunque i Figli degli Dèi siano i figli del Nephilim, i dèi della prima generazione.Tuttavia, è interessante un’altra possibile ipotesi sulla base di una traduzione differente di nafàl, da intendersi come “prostrarsi”, “abbassarsi”, “servire”. In questo senso, nephilim potrebbe significare “coloro che si sono prostrati” o “coloro che sono stati costretti a prostrarsi”.E’ possibile che una razza di antichi uomini pre-diluviani sia entrata in contatto con una civiltà aliena che li abbia costretti a prostrarsi ai loro piedi? Oppure, costoro, sedotti dalle lusinghe dei visitatori hanno deciso deliberatamente di mettersi al loro servizio abbagliati dalla potenza e dalle meraviglie da loro compiute?

Un bel mistero,vero???
buona visione ^_^
p.s. il tutto è stato ripreso dal web.....
Antonello
 
 
 

AKE..VI PRESENTO LA NUOVA ARRIVATA :-NICOLE.

Post n°160 pubblicato il 08 Febbraio 2014 da akenaton611

 

Il 27 gennaio 2014 alle ore 16,10 sono ufficialmente

diventato nonno,è nata la piccola Nicole.

Scusate il ritardo,ma ci sono stati problemi con la

connessione a libero.

Volevo condividere la mia gioia con tutti voi e spero

sia cosa gradita visto che  questa è la prima foto della

nipotina,e vi do' l'onore di essere i primi a vederla.

Auguro a tutti gli amici,di trascorrere un sereno e felice

weekend,un abbraccio e un sorriso,in amicizia, per voi.

Antonello

p.s.appena possibile passero' a lasciare un saluto a

ognuno di voi.Per il momento vi dico solo GRAZIE ^_^

 

 

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: akenaton611
Data di creazione: 13/12/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963