Alla sera

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate

 

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Messaggi del 29/06/2007

Manichini

Post n°341 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mestesso69
 

Mi osservo trascinare stancamente  me stesso attraverso le vetrine luccicanti del centro.Manichini elegantemente vestiti fanno sfoggio della propria bellezza e mi osservano con compassione.Non sono abituati a vedermi girovagare in questo modo. Mi accendo una sigaretta, l’ennesima della giornata e osservo le volute di fumo mentre si alzano verso il cielo sereno e svaniscono nel nulla.Non so che fare…mi sento perso…un vagabondo per le vie della vita…non ho alcuna meta, non ho alcun interesse se non stare con Lei.

Uno di loro addirittura mi sorride e mi invita a fermarmi

“Come stai amico mio?Ti vedo strano…dove e’ tutta la sicurezza che ostentavi fino a poco tempo fa’? Dove sono quel sorriso beffardo e quello sguardo gelido e distaccato con cui ammiravi il mondo? ” mi chiede per cortesia pur gia’ sapendo la risposta

“ Bene grazie…sono felice” rispondo

“Male grazie…sono un po’ triste” forse dovrei rispondere

“ Stupendamente male…gioiosamente infelice” sarebbe la risposta giusta ma difficile da spiegare.

Cosa potrebbe capire lui?Che ne sa d'amore lui?

Ed io che ne so? Fino a poco tempo fa’ ero convinto che l’amore non esistesse…fosse un qualcosa da ricercare solo per crearsi un’illusione cosi’ come la felicita’.Piccoli espedienti per credere che la vita possa riservare cose meravigliose per cui valga la pena viverla…

In realta’ mi sbagliavo…ora ne sono certo.

Ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio cammino l’amore vero…quello immaginato da scrittori e poeti…quello che fa bene…quello che fa male…

Cosi’ mi fermo per un poco ,gli spiego pazientemente come mi sento

“Sai che mi sei piu’ simpatico adesso….anche se prima eri molto piu’ simile a me” mi dice

Annuisco, sorrido e poi proseguo.

Entro in un bar, ordino un caffe’ anche se non mi va ma che altro ho da fare? Nulla.

Come sono lunghe le giornate senza di Lei; sembra che il tempo si diverta con me tirando il freno a mano dei minuti e delle ore e giochi al gatto con il topo con me.

Mi siedo al tavolino, intorno a me molta gente che ride, si diverte, si bacia…beati loro sembrano felici.Forse perche’ possono vivere il loro amore…forse perche’ non conoscono quel sentimento nel vero senso del termine.

..e si vaga,come barboni ubriachi e soli,lungo le quotidiane strade della vita..L'altrui felicità ci ferisce il cuore con dolorose stilettate di nostalgia...L'altrui fortunata possibilità d'amare alla luce del sole ci indigna profondamente  e ci fa recitare il ruolo di vittime del destino...

Ci manca un'ala...e come potremmo volare tra le strade addobbate di vetrine,tra il chiacchiericcio vuoto della gente perbene,tra l'ovattata atmosfera di una domenica pomeriggio,senza colui che amiamo?

Rastrelliamo briciole di ricordi e li cospargiamo attorno a noi,tracciamo uno spazio tutto nostro,appendiamo la scritta "Occupato" alla porta del cuore....Amiamo...Null'altro.....

Aspetto la mia ordinazione e gioco con i miei ricordi.

Avevo quindici anni…era un inizio primavera come tanti altri, il caldo mi suggeriva di andare in spiaggia per godermi i primi raggi di sole della stagione ma invece decisi di andare a casa dei miei nonni.Erano due settimane che non li vedevo e sentivo il bisogno di fare quattro chiacchere con lui.

Avvertii gli amici e salito sulla mia moto mi diressi verso la loro casa.

L’unica casa che sentivo veramente come mia.

“House is not always a home” dice una famosa canzone di uno dei miei complessi preferiti.

E’ proprio vero…ho abitato in molti appartamenti in vita mia ma nessuna di queste e’ mai stata mia.Sono sempre stato un ospite…quasi un estraneo…

Dai miei nonni no…li’ mi sono sempre sentito a mio agio e ho sempre potuto essere me stesso senza nessun obbligo di indossare alcuna maschera.Tutte le volte che varcavo quella soglia pensavo tra me e me che quel luogo era l’unico posto dove avrei potuto esistere completamente.

Mi ero seduto al tavolo verde in formica , le gambe accavallate e la schiena ben poggiata sullo schienale.Di fronte a me lui…il mio migliore amico, il mio vero padre, il mio maestro, il mio punto di riferimento…mio nonno.

Era intento a leggere un libretto di un’opera…la madame Butterfly…mi sembra.Lo vedevo immerso nelle parole mentre i suoi occhi si inumidivano per l’emozione.Sapevo che in quel momento la sua mente stava sentendo  le voci e l’orchestra e cosi’ mi accomodai con lui nelle prime file del teatro.Alla fine del primo atto uscimmo fuori e iniziammo a parlare.

“Cucciolo mio abbi cura di te, rispettati e amati perche’ un giorno tu incontrerai una splendida donna e dovrai donarle l’immenso tesoro che e’ dentro di te” mi disse al termine della lunga chiacchierata.

Io sorrisi a quella frase…ero troppo ingenuo per poter capire cosa volesse dire allora…lo abbracciai e feci ritorno a casa.

Furono le sue ultime parole perche’ qualche giorno dopo lui mi lascio’ all’improvviso…se ne ando’ in punta di piedi cosi’ come aveva sempre vissuto…un protagonista della vita che non si divertiva a fare la star.

Adesso quelle parole risuonano in modo diverso alle mie orecchie…adesso capisco cosa mi volesse dire…troppo tardi pero'...

 
 
 

Brividi

Post n°340 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mestesso69

Vivere
come gli amori impossibili
siamo rimasti noi a illuderci
e cadiamo come petali
piangere
e già sentirsi invisibili
ed ogni volta un po' più liberi
da questa realtà
E come un cerchio nell'acqua
si perde nel mare
tutta la vita ora e' dietro di me
e' un amore
che fa venire i brividi
e che ci rende nostalgici
simili ai versi di una poesia
e a qualsiasi pazzia
E come un cerchio nell'acqua
si perde nel mare
tutta la vita ora e' dietro di me
e' un amore
che fa venire i brividi
che ci sorride umiliandoci
e non ha mai parole ne' pietà
non ha fondo e non ha limiti
vivere
non resta altro da far sai
che camminare e non fermarsi mai
tanto di strada ce n'e'
c'e' tutto un mondo
fuori e dentro
di me

 
 
 

La bicicletta

Post n°339 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mestesso69
 

Arrivo a casa mentre la citta’ inizia a svegliarsi.Le prime autovetture sbadigliano da sotto i cofani e con fare remissivo assecondano i voleri dei rispettivi proprietari, i primi clacson iniziano a squarciare il religioso silenzio della notte.
Mi siedo sulla poltrona della scrivania e osservo il mondo dall’alto.Guardo le persone camminare sul marciapiede.Una…due….tante.Tra poco diventeranno una folla e ogni singolo individuo si perdera’ in una marea umana.

Chissa’ cosa penseranno? Non so ma a volte mi piacerebbe saperlo…sarebbe molto comodo per il lavoro che faccio.
Sono stanco,vorrei rannicchiarmi in un angolo e concedermi il lusso di non pensare.
Vorrei chiudere gli occhi e dormire, dormire, dormire.Fino a quando svegliandomi il tempo mi regalasse col suo trascorrere.solo uno sbiadito ricordo di questo giorno ancora tutto da esplorare, ancora tutto da vivere senza di Lei.
Amo il silenzio…ho bisogno di un po’ di silenzio per poter ascoltare i suoni intorno a me.Sento il bisogno di chiudere gli occhi e dipingere con colori sgargianti il buio intorno a me Allungo le mani nella speranza di trovare un qualcosa nel nulla intorno a me.

Mi accendo una sigaretta nella speranza di coprire con il suo aroma l’amaro in bocca con cui devo convivere da ormai troppo tempo.Inutile…troppo forte la mancanza di Lei. Provero’ a scrivere…ecco si forse tenendo occupata la mente la sua immagine non mi perseguitera’ e cosa scrivo? Scrivo di Lei.
Non ricordo con esattezza quando l’ho conosciuta…ho provato e riprovato a spremermi le meningi per trovare una risposta a questa domanda che mi ha assillato per molto tempo.Lei e’ come se fosse apparsa dal nulla in un luogo senza tempo, quasi come un fantasma.E’ arrivata all’improvviso come un soffio di vento e mi ha parlato…ci siamo scambiati quattro parole ed e’ stato come se ci conoscessimo da sempre, come se avessimo vissuto mille e piu’ vite passate insieme.
Eppure io l’avevo gia’ vista quando ero un bambino…

Per Angela i pomeriggi d'agosto erano lunghi e noiosi da trascorrere nel cortile della grande casa colonica dei nonni ,specie se a farle compagnia c'era sua cugina Adelaide...Erano cosi’ diverse le due bambine che i parenti stentavano a farle coetanee ,tanto erano dissimili.Entrambe avevano dieci anni ma le somiglianze si fermavano qui,perche’ per il resto erano diversissime.Angela era alta come un pino marittimo e magra come un manico di scopa,piatta come una tavola da stiro e scialba come il fondo di una padella.Gli occhiali le conferivano uno sguardo da pesce lesso e la macchinetta ai denti la sottoponeva a umilianti remissioni di sorrisi,pena lo scherno generale.Il naso un po’ troppo lungo,le orecchie a sventola e i capelli indomabilmente ricci completavano il quadro generale della fanciulla.La sua mamma la vestiva come un quadro antico e goffa com'era camminava senza badare troppo alle movenze femminili.Adelaide,invece ,era una piccola perla di donnina:altezza media,proporzionata,ben fatta,occhi da cerbiatta,una fila di dentini allineati,nasino piccolo e orecchie incollate alla testa,capelli lunghi e morbidamente appoggiati sulle spalle,trucco leggero stile Debby,vestitini da piccola donna...Quel che si dice una bella e brava bambina..
Quel giorno Angela era riuscita a coinvolgere la cuginetta nel suo gioco preferito: catturare lucertole e privarle delle code.Adelaide strillava a destra e a manca non appena Angela le porgeva la lucertola da "scodare" ma s'era mestamente piegata all'ingrato compito di contare le codine mozzate su un piatto di plastica pur di toccarne mezza.
La voce dell'anziana nonna le richiamo’ entrambe,era agitata e cercava di sedare con la sua dolcezza la voce stridula della madre di Adelaide che diceva :"Vedremo...vedremo chi delle due si sposera’ prima...se la tua Angela o la mia Adelaide...E' talmente brutta tua figlia che nessuno se la prendera’ in moglie"...All'udire quelle parole le due bambine si guardarono per un attimo e capirono solo allora di essere diverse.Fino ad allora non avevano mai pensato di esserlo...La madre di Angela disse qualcosa ,ma qualcosa di cosi poco importante che Angela neppure capi’, tanto era presa dalla frase maledizione della zia....

Io ero la’ a pochi metri da loro, invisibile al loro sguardo.Stavo giocando con la mia bicicletta lungo le stradine del paese, correvo su e giu’ immaginando di essere un poliziotto in sella alla propria moto sulle autostrade americane.L’avevo vista con la coda dell’occhio e il cuore aveva iniziato a battere forte forte.Non sapevo cosa fosse questa strana sensazione, solo molti anni dopo capii che si trattava di una cotta, della mia prima cotta per una ragazza ma sentii il bisogno di fermarmi e di contemplarla attentamente per fissare nella mia mente la sua immagine.Fui spettatore involontario di tutta la scena…udii quelle parole provenire dalla finestra della casa…vidi quella ragazza esile con gli occhi lucidi ma non feci nulla.
Sbagliai…ora me ne rendo conto…avrei dovuto seguire il mio istinto che mi spingeva a saltare oltre la siepe di lauro profumato, a correre da lei e a urlare alla volta della finestra
"La prendo io…Voglio io Angela.Mi prendero’ cura di lei per sempre"
Invece raccolsi la mia bicicletta da terra e iniziai a pedalare come un forsennato con un mare di lacrime negli occhiignaro che avrei pedalato per tutta la vita.

 
 
 

Cade la pioggia

Post n°338 pubblicato il 29 Giugno 2007 da mestesso69

Cade la pioggia e tutto lava
cancella le mie stesse ossa
Cade la pioggia e tutto casca
e scivolo sull’acqua sporca
Si, ma a te che importa poi
rinfrescati se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca
Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo e
non sa di noi
non sa di noi
non sa di noi
Cade la pioggia e tutto tace
lo vedi sento anch’io la pace
Cade la pioggia e questa pace
è solo acqua sporca e brace
c’è aria fredda intorno a noi
abbracciami se vuoi
questa mia stessa pioggia sporca
Dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione che muore in un angolo
E dimmi a che serve sperare
se piove e non senti dolore
come questa mia pelle che muore
e che cambia colore
che cambia l’odore
Tu dimmi poi che senso ha ora piangere
piangere addosso a me
che non so difendere questa mia brutta pelle
così sporca
tanto sporca
come sporca
questa pioggia sporca
Si ma tu non difendermi adesso
tu non difendermi adesso
tu non difendermi
piuttosto torna a fango si ma torna
E dimmi a che serve restare
lontano in silenzio a guardare
la nostra passione non muore
ma cambia colore
tu fammi sperare
che piove e senti pure l’odore
di questa mia pelle che bianca
e non vuole il colore
non vuole il colore
no..
no..
La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
scrivi tu la fine
io sono pronto
non voglio stare sulla soglia della nostra vita
guardare che è finita
nuvole che passano e scaricano pioggia come sassi
e ad ogni passo noi dimentichiamo i nostri passi
la strada che noi abbiamo fatto insieme
c’è tanto sulla pietra il nostro seme
a ucciderci a ogni notte con rabbia
gocce di pioggia calde sulla sabbia
amore, amore mio
questa passione passata come fame ad un leone
dopo che ha divorato la sua preda e abbandonato le ossa agli avvoltoi
tu non ricordi ma eravamo noi
noi due abbracciati fermi nella pioggia
mentre tutti correvano al riparo
e il nostro amore è polvere da sparo
è solo un battito di cuore
e il lampo illumina senza rumore
e la mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
ma scrivi tu la fine
io sono pronto

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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