Alla sera

E' bello rientrare a casa dal lavoro e trovare un sorriso a cui raccontare le proprie giornate

 

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Messaggi del 28/06/2007

Sogni e incubi

Post n°337 pubblicato il 28 Giugno 2007 da mestesso69
 

Ho sempre creduto nei sogni fin da bambino…

Andavo da mio nonno tutti i fine settimana.La cosa non e’ che mi piacesse molto visto che ero costretto a salutare gli amici e ad invidiarli perche’ loro avrebbero potuto giocare tutto il sabato e la domenica insieme nel cortile di casa mentre io ero a quindici chilometri da loro e mi sentivo lontano anni luce dalla mia quotidianita’…ero solo un bambino, un bambino di quarta elementare.Passavo le giornate a rimpiangere quello che stavo perdendo…una partita a calcio, un giro in bici…ma alla sera questo mio malessere magicamente spariva.
Non appena arrivava il buio, mio nonno era solito portarmi fuori sul terrazzo ,accogliermi sulle sue ginocchia e spiegarmi le varie costellazioni che riuscivamo ad intravedere da quella postazione.Mi insegnava a guardare il cielo, a riconoscere le stelle, a immaginare i disegni piu’ svariati che potevano risultare unendo quei vari punti luminosi, a lasciarmi andare sulle ali dei sogni e della fantasia.
Ricordo la delusione che ho provato la prima volta che il cielo era pieno di nubi cariche di pioggia…avevo le lacrime agli occhi.
Lui mi prese in braccio lo stesso e inizio’ a raccontarmi le storie di quando era ragazzo, del paese dove era cresciuto, dei suoi personaggi. Erano racconti colmi di nostalgia, di sorrisi e colori, piccole stelle lucenti in un cielo oscurato dalla guerra e dalla poverta’.
Riusci’ in un certo senso ad insegnarmi di guardare oltre le nuvole.
Una di quelle sere piovose, davanti a un bicchiere di vino, mi racconto’ la storia di Pino.
Pino era ricco di famiglia, aveva potuto studiare ed era diventato un veterinario…il veterinario per meglio dire.
Alla fine del racconto ricordo di essermi ripromesso di fare lo stesso lavora una volta diventato grande.
In un’altra occasione conobbi la storia di Antonio.
Non era un Messia, non predicava, né insegnava come vivere la vita.
Aveva soltanto un piccolo palcoscenico, poche assi di legno su tubolari da impalcatura.
Viaggiava portato da un vecchio pulmino che era in fondo la sua casa.
Di paese in paese, allestiva il suo spettacolo.
Né manifesti, né volantini, solo un altoparlante, un microfono e una sorta di lenta processione per le vie della citta’.
Cosi’ richiamava il suo pubblico, cosi’ si esibiva l'ultimo dei cantastorie.
Nell'era della radio, lui conservava e diffondeva i racconti che erano stati di suo nonno e del suo bisnonno.
Storie di eroi che combattevano guerre sanguinose, che amavano donne coraggiose e fiere, che partivano per lunghi viaggi in luoghi fuori dal tempo.
Aveva una voce pastosa, cosi’ rotonda da abbracciare gli astanti e trasportarli con lui nei lontani universi delle favole.
Regalava per pochi spiccioli momenti di impareggiabile rapimento.
Faceva sentire chi gli stava intorno un soldato di ventura, un condottiero coraggioso, uno spadaccino mirabile.
Viveva di parole, erano il suo mestiere, ma non solo.
Erano per lui nutrimento dell'anima, ragione di esistere e volonta’ di andare avanti in un mondo ostile.
Quando lo scoramento si faceva strada nella sua mente, gli bastava guardare quel pubblico, osservare quegli occhi attenti e quelle espressioni sognanti.
E d'un tratto comprendeva che nulla di tutto ciò era inutile,che lui possedeva la chiave per aprire le porte della fantasia,per regalare gli ultimi brandelli di magico oblio,per condurre la mente oltre la gabbia della realta’.
Terminata la storia giurai a me stesso di fare lo stesso lavoro una volta diventato grande.
Sono passati gli anni…ho svolto per diverso tempo un’altra professione mettendo inevitabilmente da parte tutti i sogni ma ora posso finalmente tenere fede al mio giuramento…ora posso prendere per mano le persone e accompagnarle nel mio mondo fantastico, nel mio giardino segreto da troppo tempo rimasto inesplorato.


…per qualche tempo ci ho vissuto dentro…

Cammino solitario sotto la pioggia con il passo affrettato.In passato spesso mi accadeva di correre durante le notti fino a quando il fiato me lo permetteva nel disperato tentativo di seminare l’ombra dietro di me ma adesso invece non ho piu’ nulla da cui scappare bensi’ il tutto da inseguire.
E cosi’ mentre i miei occhi osservano palazzi dall’intonaco annerito dai gas di scarico delle autovetture incolonnate nel traffico cittadino la mia mente invece spazia altrove. Mi ritrovo cosi’ in un tramonto su una spiaggia deserta dove potermi gustare il punto dove cielo e mare si fondono nello stesso colore... In una fiaba dove riesco a sentirmi come tutti gli altri senza alcun timore di essere considerato un bambino anche se troppo cresciuto ... Sopra a montagne innevate dove il silenzio mi sussurra alle orecchie dolci melodie... In un mare azzurro e cristallino dove potermi disperdere in tante particelle d’acqua e sentirmi parte del mondo... Tra le stelle del cielo ad osservare quanto minuscolo sia il teatro dove va in scena la mia esistenza nonostante mi sembri enorme quando vi recito dentro... Tra le sue braccia per ricordarmi di non essere solo...

…adesso si sono trasformati in incubi…

Cammino lungo la notte senza alcuna meta, vagabondo tra le strade deserte e tra i pensieri alla ricerca di Lei.

"Sono uscito solo per fare una passeggiata e in ultimo ho deciso di restare fuori fino al tramonto, perché mi sono reso conto che restare all’aperto in realta’ voleva dire riuscire meglio a entrare nel chiuso del mio animo." (Muir)

Tra poco sara’ l’alba.Adoro osservare il sorgere del sole,guardare l’orizzonte mentre il cielo a est comincia a rosseggiare.Un’altra notte e’ finita…un’altra battaglia da cui sono uscito con le ossa rotte e’ terminata.
Si ripetono queste albe, in questa pianura silenziosa,ed io le guardo e le amo, cercando di afferrarle.
So che ci sono altri che le guardano, che le amano,e amano in esse ricordi e passioni.
A volte tremo al saperlo, non e’ piu’ di moda vivere cosi’.
Sono antiquato, ridicolo, uno che perde tempo, che ama vivere con lentezza mentre il mondo la’ fuori e’ in preda ad una frenesia sempre piu’ soffocante.
E ho tante altre passioni per le quali non danno titolo all'universita’.
Sta schiarendo, e io continuo a pensare alle passioni.
Che si farebbe senza di loro?
Io morirei, perché la mia passione cruciale e’ quella di essere vivo.
 Fintanto che sono qui e riusciro’ a vedere ogni giorno una nuova luce risvegliare il mondo, avro’ sempre la passione di amare, di annotare le mie emozioni e di lasciar scorrere il tempo come si gioca con la sabbia fra le mani in attesa di un’altra notte…di un’altra battaglia da cui usciro’ sconfitto.

 
 
 

Segnali di fumo

Post n°336 pubblicato il 28 Giugno 2007 da mestesso69

Una splendida luna piena tenta di far bella mostra di se tra le nuvole.Sono lontani…separati da tanti chilometri eppure rivolgendo lo sguardo verso di lei si sentono cosi’ vicini…si parlano e lasciano che le parole salgano in alto lassu’, insieme al fumo di una sigaretta, affinche’ possano incontrarsi.
Lui e’ sul balcone,guarda il cielo, gli capita quando cerca di fare chiarezza dentro di se.Trova conforto nel vedere qualcosa piu' scuro di quanto lo sia il suo animo ma stasera anche lui sembra avergli voltato le spalle.

La mente torna a molti mesi prima, quando seduto al tavolo di quella che era la sua sala iniziava a conoscerla e ad amarla.Ne e' passato di tempo...tante giornate che sono trascorse una dopo l'altra ma mai una uguale all'altra perche' ogni giorno era sempre diverso, ogni giorno c'era sempre lei a donargli la voglia di andare avanti e ad insegnargli a vivere.Ne e' passato di tempo, tanti mesi in cui si e’ illuso di poter ritornare quello che era, quella persona che ha sempre desiderato essere.

Ne e' passato di tempo ma ora si ritrova ad essere quello di un tempo,come se non fosse successo nulla in quel periodo, solo un sogno , svanito non appena aperti gli occhi, che lascera' qualche traccia per poi sbiadire nell’abisso delle memorie.

Eppure ora e’ diverso, e’ piu' tranquillo perche' ha toccato con mano la felicita', non l'ha potuta trattenere perche' e' scivolata via dalle mani ma l'ha toccata.

Spera che questa cosa gli permetta di sopravvivere contrastando il grande rimpianto che e' in lui.

La pioggia si fa all'improvviso scrosciante.Con violenza batte contro i tetti e le fronde degli alberi a dare vita ad una monotona sinfonia nella notte.
Il presente e' li’ davanti a lui come un deserto immenso...nessuna oasi in cui recarsi solo granelli fini di sabbia davanti, dietro, a destra e a sinistra ad invitarlo verso una direzione che porta al nulla, al vuoto, alla malinconia.

C’e’ silenzio intorno a lui, c’e’ una solitudine desolante che gli azzera la voglia di reagire ma non c’e’ pace e cosi’ la cerca nel fumo di una sigaretta.
Apre il pacchetto e ne estrae una.La tiene meccanicamente tra le dita,la porta alle labbra e la accende.

E' diversa quella sigaretta da tutte quelle che ha fumato.

Persino l'aroma di tabacco ha un gusto mai assaggiato prima.
Osserva le nuvolette di fumo alzarsi verso il cielo…dolori che lasciano il suo cuore…lacrime che non riescono ad uscire dai suoi occhi…urla di rabbia da mandare via…voglia di lei che gli appare nitida nei ricordi.

La tiene tra le mani mentre si consuma, si illude di essere con lei e rifiata, allevia la sofferenza della mente e dell’anima che gli gridano a gran voce il bisogno atavico che ha di lei. Vorrebbe fosse li’, vorrebbe abbracciarla e invece sono cosi' distanti...cosi' tanto distanti che non riescono piu' a vedere cio' che li unisce...

E' cosi' amara quella sigaretta...la spegne nel posacenere e la abbandono tra le tante altre che sono li’ presenti e giacciono come cadaveri di soldati al termine di una battaglia e si ritrova di nuovo solo.

Ne accende un’altra perche’ il vero piacere consiste nel tenerla tra le mani, nel contemplarla mentre brucia, nell’assaggiarla, nel viverla interamente nell’illusione che si spegnera’ tra le sue dita.

Lei e’ sulla veranda, osserva il cielo e si domanda il perche’ ha acquistato un pacchetto di sigarette.
C’e’ un motivo dietro ogni scelta.

Non pensa sia per vizio piuttosto per sentire il suo sapore.

Quando ha acceso la prima sigaretta ha avvertito una stretta allo stomaco:era la prima che accendeva da sola. Ha tirato su la nicotina e l'ha sentita scendere dentro come un gas narcotizzante...volute di fumo anonimo che dondolavano davanti ai suoi occhi.

Le manca e lo cerca in una sigaretta.Rivive attimi vissuti stretta a lui.Riassapora il gusto della sua bocca quando la bacia dopo aver fumato.Riguarda i fotogrammi dei momenti in cui lo ha fissato,con un abile fermo immagine,mentre fumava e lei si truccava,si vestiva,gli sfilava davanti mezza nuda,lo provocava.

Le  mancano quei momenti....e tira su con tutto il fiato che ha dentro.Tira su i momenti con lui e li ripassa per bene.... ha imparato a prestare più attenzione agli attimi.

La sigaretta termina la sua esistenza tra le sue labbra...il silenzio torna padrone della notte...il silenzio torna tra loro. 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mestesso69
Data di creazione: 21/01/2007
 

immagineSiamo angeli con un'ala sola...
solo abbracciati riusciremo a volare

 

SEI NELL'ANIMA

Vado punto e a capo così
Spegnerò le luci e da qui
Sparirai
Pochi attimi
Oltre questa nebbia
Oltre il temporale
C’è una notte lunga e limpida,
Finirà
Ma è la tenerezza
Che ci fa paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sospeso
Immobile
Fermo immagine
Un segno che non passa mai
Vado punto e a capo vedrai
Quel che resta indietro
Non è tutto falso e inutile
Capirai
Lascio andare i giorni
Tra certezze e sbagli
E’ una strada stretta stretta
Fino a te
Quanta tenerezza
Non fa più paura
Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito
Sei nell’anima
Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perchè
Siamo carne e fiato
Goccia a goccia, fianco a fianco
 

 
 

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