angoloprivato

Mi sono piaciuti immensamente, Giò, questi tuoi versi e ci ho sguazzato dentro per un po’ per gustarmeli fino in fondo. Già, perché in fondo ho letto un “ per sempre “ che cozza in modo irreparabile contro i miei convincimenti … ed allora, pensando che alla fine saresti diventata prigioniera di quella casa , ho deciso di liberarti ricostruendo un'altra storia con le tue stesse parole pur sapendo che tu ci saresti riuscita molto meglio (in tutti i sensi) … Con grande faccia tosta e vivo senso di vergogna mi appresto, quindi, a dar corpo a quanto appena annunziato scrivendo di getto e “impetrando” il tuo perdono per tutto ciò che seguirà … sgrammaticature comprese. “ Nel suo mondo solitario dove solo il fiume parlava incessantemente senza lasciarla mai sola la sua gratitudine stava lentamente ma inesorabilmente sgretolandosi in una ridda di nuovi pensieri. Il silenzio pacato, col quale il verde delle montagne le rispondeva, ormai, non la appagava più completamente. Neppure il cibarsi dei sogni, sul tavolo apparecchiato con cura, la saziava e gli avanzi del riso o del pianto creavano anche problemi di smaltimento … Alla fine, quella casa che si affacciava sul fiume, più che di libertà pareva fatta per soffocare i suoi pensieri e da tempo non riusciva a scoprire qualcosa che non si era ancora detta mentre sui muri iniziavano a comparire larghe chiazze di muffa … Non poteva sopportare oltre di restare li, schiava di sé stessa, perché i suoi pensieri risultavano amplificati come in una cassa di risonanza a tal punto che le obnubilavano la mente impedendole quella vita serena cercata per sempre. Una piccola imbarcazione era ormeggiata al pontile. Senza pensarci due volte sali a bordo, sciolse gli ormeggi, impugnò la barra del timone, e iniziò a lasciarsi trasportare dal fiume. Pervasa dai profumi della primavera si sentiva rinata e, godendo della libertà appena riacquistata, neppure riusciva a preoccuparsi per il fiume che non sarebbe durato per sempre … lasciava i suoi sogni dietro di sé , lei, per cimentarsi con un nuovo, sconosciuto, presente. “ . Un sorriso, Fulvio.