LA VOCE DI KAYFA

Sì ALL'ARRESTO DI GENOVESE, IL PD SI PIEGA A GRILLO

Man mano che si approssima il 25 maggio, giorno delle elezioni europee, la campagna elettorale si “incattivisce” con i partiti impegnati a scannarsi l'uno con l'altro senza esclusione di colpi pur di far presa sull'elettorato a garanzia del voto.

Se in passato eravamo abituati a sorbirci le melense promesse di politici dal linguaggio forbito, capaci di dire tutto e il contrario di tutto con un'abilità degna del miglior illusionista, l'avvento in Parlamento del M5S ha imposto ai partiti, in particolar modo al PD, un radicale cambio di passo e di strategia per cercare di arginare l'efficace logorroica incisività di Grillo.

La presenza in parlamento di una forza politica giovane che, per quante sbavature possa avere, ha il coraggio di dire “pane al pane, vino al vino”, dimezzandosi lo stipendio da parlamentari devolvendone l'altra metà in un fondo per le piccole imprese o per i terremotati dell'Emilia, sta completamente disorientando i partiti.

Tralasciando la tragicommedia della rielezione di Napolitano - fortemente voluto al Quirinale da PD, PDL e Scelta Civica dopo le trombature dei candidati del PD Marini e Prodi, (quest'ultimo impallinato da più di cento franchi tiratori del suo stesso partito) -, la conferma di tale disorientamento sta nel modo incomprensibile con cui il PD ha ultimamente gestito le vicende Greganti e Genovese: rispettivamente ex faccendiere deus ex machina di Tangentopoli, nuovamente coinvolto nello scandalo tangenti di EXPO 2015, tesserato dal 2012 con il PD torinese che lo ha provvisoriamente sospeso in attesa che si faccia chiarezza sui fatti; l'altro deputato del PD, accusato dalla Procura di Messina di aver sottratto fondi europei indirizzati alla formazione professionale allo scopo di arricchirsi e fare campagna elettorale.

Così come stupisce che il PD abbia tesserato nelle proprie fila un personaggio con un passato alquanto discutibile come Greganti, altrettanto stupisce che, allorché giunse la richiesta di arresto per Genovese, anziché calendarizzare subito il voto per l'autorizzazione, il PD abbia tergiversato e solo ieri Renzi ha deciso che si votasse nel pomeriggio, quando sembrava che il voto slittasse a dopo le elezioni, dando a intendere di aver preso tale decisione per non mostrare ulteriormente il fianco al M5S, accreditato dai sondaggi come probabile vincitore delle europee, che insisteva che si votasse subito.

Non è la prima volta che il PD mostra un atteggiamento ambiguo: a fine maggio dello scorso anno, su indicazione del Premier Letta, il PD votò contro la mozione Giachetti, suo stesso deputato, che prevedeva l'abolizione del Porcellum e il ripristino del Mattarellum, malgrado nel PD tuttora tutti dicono di voler cambiare la legge elettorale, il Porcellum appunto, perché è una vergogna incostituzionale in quanto priva i cittadini di scegliere il candidato (fa niente che l’attuale progetto di legge presentato da Renzi preveda a sua volta che i candidati siano nominati dalle segreterie e non eletti dai cittadini…); quando si trattò di votare per decidere sulla decadenza di Berlusconi da Senatore, fino all'ultimo il PD era contrario al voto palese, come invece chiedeva a gran voce il M5S temendo che il voto segreto avrebbe salvato il leader di FI. Alla fine il Pd dovette cedere alle pressioni grilline perché nel paese stava montando la convinzione che si volesse lo scrutinio segreto per salvare Berlusconi. E seppure il neosegretario del PD Renzi era a favore della decadenza del cavaliere, una volta nominato Premier, l'ex sindaco di Firenze non s'è fatto scrupoli di invitare Berlusconi nella sede del PD, alimentando il malcontento in molti attivisti e simpatizzanti del partito, per decidere con lui sulle riforme da farsi tra cui quella sulla nuova legge elettorale che, come già detto, a sua volta non prevede che siano i cittadini di scegliere il candidato ma le segreterie dei partiti: condizione imposta da Berlusconi per collaborare sulle riforme alla faccia delle Costituzione!

Per quanto sia comprensibile che ognuno tenda a portare acqua al proprio mulino, nessuno può negare che se in Parlamento non ci fosse stato il M5S la votazione sulla decadenza di Berlusconi sarebbe avvenuta con voto segreto e molto probabilmente l'ex cavaliere avrebbe salvato la poltrona. Così come nessuno non può negare che l’atteggiamento moralista del M5S sta mettendo seriamente in difficoltà i partiti.

 Addirittura qualcuno è arrivato a ipotizzare che la magistratura milanese avrebbe agito con celerità sulla vicenda EXPO 2015 rassicurata dalla presenza in Parlamento di una forza politica quale il M5S. Non so se sia vero. Sta di fatto che il riproporsi a distanza di vent’anni di eventi drammaticamente simili con a capo gli stessi protagonisti di vent’anni fa è uno smacco per la democrazia e per lo Stato che doveva tutelare affinché tutto si svolgesse nel rispetto delle regole. Ma soprattutto per i partiti che avevano tesserato nelle proprie fila quei personaggi come se fossero verginelle!  

Dov’era o cosa faceva chi doveva vigilare a garanzia della legalità?

In uno scenario del genere non ci si deve stupire se i sondaggi dicono che molto probabilmente Grillo vincerà le europee.

Cosa farà dopo è tutto da vedersi.

Ma quella è un'altra storia!