NON E' UN BLOG

Da quando abbiamo iniziato a dire la parola “crisi” molte più volte della parola “amore”, di colpo abbiamo scoperto che è molto più facile vivere senza amare che senza lavorare. C’è stato come un ribaltamento delle regole base dell’esistenza nella sua accezione più comune e le nostre esigenze, intendo quelle di esseri umani e cioè, appunto, amare, procreare, sentirsi liberi, essere felici, progettare il futuro, sono state soppiantate da qualcosa che ci è alieno ma di cui siamo tutti padri putativi. Se tuo figlio prende un brutto voto a scuola, bhe non è grave in fondo, ma se l’Italia viene declassata da un’agenzia di rating, quello sì fa tremare. Se tua moglie ti lascia per un ballerino cubano di salsa e merengue, non è poi così grave come se la ditta dove lavori perde un cliente, magari importante. E così, piano piano, articolo di giornale dopo articolo di giornale, servizio sulla Grecia dopo servizio sulla Spagna, abbiamo un po’ preso l’abitudine di pensare che i problemi più gravi che ci possano capitare siano ineluttabilmente legati all’andamento delle borse, metafora di un sistema economico che sempre più, nella sua incomprensibilità, assomiglia al Lato Oscuro della Forza. Ma non è la cosa più grave. Il peggio è che ci stiamo credendo.
Una certa categoria di persone di cui a tutti è nota l’identità, ha issato in ogni posto del mondo il totem della “crisi”, e l’ha eletto a divinità al quale sacrificare qualsiasi cosa pur di non farlo arrabbiare. E proprio come il Dio del Vecchio Testamento, quella se ne infischia della nostra natura umana e continua imperterrita a chiedere il sacrificio dei nostri primogeniti, come quella della nostra voglia di continuare a vivere. Sacerdoti ottusi vanno in giro a battezzare la gente a suon di statistiche sui consumi, sventolando come punizione divina non più un’eternità da passare in mezzo alle fiamme dell’inferno, bensì a pagare debiti. A pensarci bene, non è che è cambiato molto dal medioevo, a parte i telefonini chiaro.
Se lo chiedete a me, e vi prego non fatelo, io vi risponderei che solo un malato mentale di questi tempi può continuare a credere in qualsiasi tipo di dio. I cattolici assomigliano ogni giorno di più alla spazzatura della storia, che proprio come lei assiepano le strade dell'evoluzione umana come succede nelle città dopo che nessuno viene a ritirarla per un tot di tempo. Ma se mi chiedete pure quell’altra cosa, ma non insistete vi prego, vi contesterei che, sempre di questi tempi, solo le alghe del Mar Morto e certi tipi di invertebrati che abitano le grotte, rinuncerebbero a lottare per preservare un minimo di dignità nel condurre l’esistenza a non schiantarsi contro lo scoglio famigerato dell’Isola del Giglio. E invece.
Invece più le cose vanno di merda, più orde di persone che hanno iniziato a non capirci un cazzo molto ma molto prima della discesa sulla Terra del Dio Crisi, si riuniscono a pregare convinti che continuando a parlare con le nuvole succeda qualcosa. Voglio dire, dopo duemila anni di preghiere senza risultati, non dovrebbe venire spontaneo farsi venire il dubbio che la religione è una delle tante trovate, nemmeno tanto originali per la verità, inventate per farvi stare buoni? Perché io non ho mai capito come si possa delegare tutto a un’entità fantastica quello che due mani sapientemente armate di sana rabbia possono risolvere in qualche mese. 
Non so, forse sono strano io, ma se vedo arrivare un TIR fuori controllo che mi sta per schiacciare, a me viene spontaneo scansarmi, non mettermi a parlare con l’asfalto tentando di convincerlo ad aiutarmi. 
Il TIR è già passato, poi ha fatto marcia indietro ed è tornato a spappolarci, e adesso sta ripetendo la medesima azione forse perché vuole vedere se riesce a pipparsi gli esseri umani, e tutto quello che vedo è gente che si raduna per pregare. Nessuno che dica che questo sistema è una merda, che c’è urgenza di inventarsene uno nuovo, più giusto, per noi uomini, perché ce lo meritiamo, perché possiamo farlo, perché ce lo chiedono i nostri figli e non perché ce lo ordina un dio creato apposta come uno degli eroi della Marvel.
Durante le vostre feste religiose questo attrito lo avverto più forte. Mi verrebbe voglia di darvi fuoco e vedere cosa succede se alla fine rimaniamo in poche migliaia di persone ragionevoli, così, giusto per capire se un cattolico brucia più velocemente di un operaio disoccupato. Ma poi mi rendo conto che io sono solo uno, e voi un mare di mentecatti senza nessun merito se non quello di fungere da carbone per questa locomotiva che va a gente.
Mi mancano ad occhio e croce poco più di vent’anni di vita se continuo così.
Si tratta solo di pazientare un po’, poi i miei problemi si risolveranno da soli.