Creato da un_uomonormale il 21/08/2013

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L'INCONTINENZA URINARIA....NELLA DONNA....

Post n°268 pubblicato il 08 Marzo 2015 da un_uomonormale

 

La  perdita  involontaria  di  urina  è  un  problema  strettamente  di  ordine  medico,  igieno-sociale  e psicologico.  Questo  anomalo  processo  si  può  verificare  attraverso  l'uretra,  o  attraverso   orifici  extrauretrali.

Sappiamo  bene  che  in  condizione  di  normalità   l'urina  non  esce  dalla  vescica  perchè  esiste  una  inibizione   dell'arco  sacrale  riflesso  da  parte  di  centri  nervosi  superiori  che  impedisce,  appunto,  la  contrazione  del  muscolo  vescicale,  o  detrusore  come  dir  si  voglia.

Quando  si  decide  di  urinare  e  si  assume  la  posizione  adatta,  tramite  l'intervento   di  centri  localizzati  nei  lobi  frontali  dell'Ipotalamo,  la  vescica   assume  subito   quella  dinamicità  attiva  ed  espulsiva.  L'atto  della  minzione  inizia  col  rilasciamento  dei  muscoli  del  pavimento  pelvico  che  consente  l'apertura  del  collo  della  vescica,  e  quindi  della  pressione   di  chiusura  uretrale.  Alchè,  subito  dopo  cessa  l'attività  inibitoria  del  muscolo  detrusore  che  contraendosi  espelle  l'urina.

Detto  questo,  andiamo  al  problema  "Incontinenza  urinario"  che  riguarda  la  donna.  Si  conoscono  ben  cinque  tipi  di  perdita  involontaria  di  urina.  Io  mi  soffermerò  solo  al  caso  di  incontinenza  da  sforzo   che  cattura  l'interesse  del  ginecologo.  In  questa  condizione  la  perdita  involontaria  di  urina  si  verifica  quando  la  paziente  compie  uno  sforzo   talora  anche  lieve;  tosse,  sollevamento  di  un  peso,  camminare  ecc.  In  molti  casi  il   disturbo  è  evolutivo,  per  cui  dopo  anni  di  incontinenza  da  sforzo,  si  passa  alla  incontinenza  anche  in  semplice  posizione  ortostatica(eretta).  Successivamente  il  disturbo  va  accentuandosi  e  la  perdita  di  urina  si  può  vrificare  anche  in  posizione  distesa.  Questa  condizione,  nel  90 %  dei  casi  trova  la  causa   originaria  in  traumi  osteriche  oppure  in  situazioni  di  atrofia  dei  supporti  pelvici  che  si  verifica  in  post-menopausa  per   caduta  dei  livelli  di  estrogeno.  Per  chiarezza  va  evidenziato  pure  la  condizione  post  Isterectomia+annessiectomia,  ove  si  apprezza  il  conseguente  indebolimento  dei  supporti  pelvici  post  intervento.

Il  parto    infatti,    è  responsabile  di  sovradistensione   o  rotture   che  si  possono  produrre  nei  sistemi  muscolo  aponeurotici(  sistema  che  ha  la  funzione  di   contenimento  durante  la  sua  contrazione )  di  sospensione  e  di  sostegno, che  predispongono   al  formarsi  del  prolasso  genitale,  nell'ambito  del  quale  si  manifesta l'abbassamento  della  vescica (Cistocele).    Va  precistao  altresì,  che  esistono  molti  cistoceli  senza  incontinenza,   e  molte  incontinenze  senza  cistoceli.  In  questi  casi  il  medico  deve   formulare  la  diagnosi  e  la  diagnosi  differenziale.

L'argomento  è  molto  ampio,  e  non  è  mia  intenzione  appessantire.  Mi  fermo  quì.

So   già  che  questa  problematica   aziona  il  pudore  e   la  protezione  della  privacy.  Non  occorre  diciate:"Io  non  ne  soffro":  lo  so  bene,  ma  se   volte  sapere  di  più,  basta   chiedere   in  forma  defilata  ma  attiva. 

Sono  quì,   per  fornire   risposte  alle  vostre  curiosità.

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Commenti al Post:
Yaris167
Yaris167 il 08/03/15 alle 21:32 via WEB
Bravo Doc! Ci bombardano di pubblicità ma pochi ne parlano in modo approfondito. Oltretutto esiste anche una ginnastica particolare per rafforzare il pavimento pelvico che nei casi meno gravi, può costituire un buon supporto. Buona serata mio caro Peppe! :-)
 
 
un_uomonormale
un_uomonormale il 09/03/15 alle 14:36 via WEB
La pratica per rinforzare i supporti del pavimento pelvico va comunque eseguita, indipendentemente dalle cause che hanno provocato l'incontinenza urinaria. Data la molteplicità della cause per cui una paziente può perdere l'urina, l'individuazione di esse è presupposto fondamentale per poter indirizzare la paziente al trattamento più adatto. Buona giornata Rossella !
 
maraciccia
maraciccia il 08/03/15 alle 21:45 via WEB
vero..devo far attenzione agli starnuti..!!...ciao dottore ^___^
 
 
un_uomonormale
un_uomonormale il 09/03/15 alle 14:37 via WEB
Se ritieni che sia questo, fai attenzione. Ma credi basti la sola attenzione ? Ciao, Mara !
 
monellaccio19
monellaccio19 il 09/03/15 alle 10:44 via WEB
Guarda te, abbiamo pubblicato sullo stesso tema, da angolazioni diverse!!!! AhAhAhAhAhAh!!!!! Buona settimana Peppino. Ti abbraccio.
 
 
un_uomonormale
un_uomonormale il 09/03/15 alle 14:38 via WEB
Vado a leggerti... Ciao amico mio!
 
g1b9
g1b9 il 09/03/15 alle 21:47 via WEB
Quando l'incontinenza è da sforzo, per tosse, starnuti, altro è sempre necessario ricorrere all'intervento chirurgico? La ginnastica pelvica aiuta, anche il pilates, ma non guariscono. Esiste una cura farmacologica? Grazie Peppe, un sorriso:))
 
 
la_moretta_2
la_moretta_2 il 10/03/15 alle 11:12 via WEB
Verso le 3,30 di notte, mi faccio una piccola passeggiata......
 
   
un_uomonormale
un_uomonormale il 10/03/15 alle 12:45 via WEB
Giovanna cara, la replica al tuo commento è scivolata giù...
 
   
un_uomonormale
un_uomonormale il 10/03/15 alle 12:47 via WEB
Le tue paseggiate di notte, cara Giò, non sono dovute a incontinenza urinaria.. Buona giornata !
 
 
un_uomonormale
un_uomonormale il 10/03/15 alle 12:44 via WEB
Come ho detto è importante distinguere tra vera incontinenza da sforzo ed instabilità del muscolo detrusore, laddove, di solito,la strategia chirurgica o fallisce o elimina in parte il disturbo. Nel caso della instabilità del detrusore vengono, di solito impiegati i farmaci anticolinergici ad azione atropina simile che provocano un rilasciamento del muscolo detrusore vescicale, ad esempio, uno dei tanti, l'ossibutinina cloridrato. Inoltre, in fase sperimentale, ci sono i beta stimolanti adrenergici che favoriscoo la distensione della vescica senza che insorgono contrazioni del detrusore. Il metodo Pilates, aiuta ma non guarisce. Piuttosto è indicato il Biofeed-back, un po' lungo da spiegare in questa sede, e che posso spiegare se vuoi saperlo, e che dà soddisfacenti risultati. Tuttavia, prima di decidere quali strategie adottare, occorre escludere, attraverso un'accurata anamnesi, visita ginecologica, e prove urodinamiche, che non si tratti di instabilità del detrusore. Buona giornata Giovanna!
 
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