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« 12,27 | Pensa come Leonardo, aut... » |
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Post n°1178 pubblicato il 27 Aprile 2021 da Signorina_Golightly
Mille anni fa, ero una ragazza di venticinque anni, come sempre più immatura della mia età o comunque con meno esperienza, approdai qui su libero, senza sapere nulla di come funzionasse questo mondo. Mi mancava l'informazione principale: essere dei nickname non corrisponde automaticamente ad essere delle persone. Iniziai entusiasta a scrivere il mio primo blog, da allora ne ho aperti e chiusi a bizzeffe, a visitare quelli degli altri ed accogliere con gioia i commenti sul mio. Credevo che i commentatori assidui fossero miei amici e mi volessero bene. Non ci volle molto perché il più simpatico di tutti, quello che aveva il blog umoristico (c'è sempre questo tipo di blog ogni n blog generici), ci provò con me, ed io caddi nell'errore che credevo non avrei commesso mai (e che commisi di nuovo poi): credetti di essermene innamorata. Così, senza neppure esserci incontrati. Soltanto per la suggestione dei nostri scambi di messaggi e di telefonate. Scordai che per piacersi bisogna conoscersi, annusarsi, vedere come l'altro guarda noi e le persone che passano, come inarca le sopracciglia quando pensa, come si posiziona quando ci cammina accanto. Scordai che per piacersi ad un grado più profondo bisogna conoscere davvero la persona e non quel che lei dice di sé. Ma non è neanche che lo scordai: non lo sapevo proprio. Ignoranza dell'argomento. Il tipo non voleva storie reali, io questo non l'avevo capito pure se ce l'aveva scritto in fronte considerando che scappava dai blog suoi e di tutte le donne che aveva illuso. Io fui un'eccezione: con me si volle incontrare. Non facemmo nulla di che: qualche bacio al parco e qualche paciugamento da ragazzini. Ovviamente non ci fu un secondo incontro. Figuriamoci, per lui fu strano perfino averne fatto uno. Mi 'mollò', non mi filò più sul blog e iniziò a provarci sotto i miei occhi di blogger ormai ossessionata con un'altra e poi con un'altra (e negli anni con un'altra, con un'altra etc...). Con questa divenni amica. Lì per lì mi sembrò più fortunata di me che fui liquidata in due settimane e senza grandi parole d'amore. Con lei andò avanti un anno e più, tra struggimenti, poesie dedicate in mondovisione etc... Ma, c'è un ma grande come una casa, non si incontrarono mai, perché lui non volle. E continua ad accadere, ai ventenni come ai sessantenni. C'è questo disagio per cui non si cerca un confronto vero ma nebuloso, un'evasione dalle proprie vite morte e fasulle. Costoro credo non si sentano mai se stessi, né a casa né qui. Io li guardo come si guarda una specie strana. Comprendo il loro meccanismo ma non potrebbero essere più diversi dal mio che preferisco una vita rotta, pungente e difficile ma vera a due distinte finte vite. Pure volessi farmi uno sposato (non sono moralista) me lo farei per davvero e non certo a parole su libero. Almeno sarebbe vero, e lo sbaglio totale e senza sconti. Perché io non dimentico che sono una donna in carne e ossa e non un fantasma. Per quello ci sarà tempo poi, casomai. |
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