Creato da Signorina_Golightly il 23/06/2014

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Applico alla vita i puntini di sospensione...

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Messaggi di Maggio 2019

18,27

Post n°921 pubblicato il 28 Maggio 2019 da Signorina_Golightly

Giuro che oggi c'è davvero stato questo surreale scambio di messaggi.

Dopo più di un mese, e dopo aver preso tutto il tempo possibile, scrivo al fiorentino perchè è arrivato il momento di prenotare il treno per il concerto dei Cure:

"Ciao A., se arrivo sabato 15 giugno alle 20.00-21.00 trovo tua madre per entrare o è troppo tardi? Vorrei prenotare il treno e devo regolarmi...".

Ora, tutto mi sarei aspettata tranne questo coacervo di contraddizioni ed inutili chiacchiere:

"hey, ciao carina (???!!!?? Ma chi, ma perché? E il mio nome dov'è finito? Secondo me l'ha dimenticato), come stai? Io sono a Praga. Scusami per non avere mai risposto al tuo messaggio (nota: si riferisce alla mia risposta dei primi di aprile quando lui mi chiese se avrei voluto rivederlo. Cioè, è lui che l'ha domandato a me, e sparisce!!!). Ogni tanto ci ho pensato ma la mia vita sta cambiando e adesso sono super occupato e quando ero libero di sera c'era sempre lei vicino. Nei prossimi giorni torno, non so se ci sarò il 15 ma quando hai un attimo ti chiamo e facciamo due chiacchiere, ok?"

Non potevo crederci. Sparisce. Non mi risponde neppure più e se ne esce fuori con questo delirio. Ma, cristo santo!, rispondi alla domanda e finiscila lì, per decenza! Tu gestisci il tuo b&b e mi dai le informazioni minime che ti ho chiesto, no?

Ma la conversazione prosegue su picchi di surrealità da Dalì.

Mia risposta: "io veramente volevo solo sapere se c'è qualcuno che mi fa entrare in casa se arrivo a quell'ora. Non volevo sapere perché non mi hai risposto (sinceramente non me ne ero accorta. Nota: l'avevo bloccato, quindi non sapevo che era stato così stronzo da sparire e non scrivere nemmeno due righe) né volevo che ci sentissimo. Non c'è nulla di cui dobbiamo parlare".

Ora, vi sembra nelle condizioni di potersi offendere? Lui??? Vi sembra il tipo che si faccia scrupoli ad essere freddo e distaccato e a tagliare i ponti?

Ecco, questo fior fiore di sensibilità ferita ha avuto il coraggio di rispondere:

"ok, se non vuoi sentirmi allora niente. Scusa tanto se mi faceva piacere. Sì, c'è qualcuno che ti fa entrare a quell'ora".

Giuro che non capisco se è più pazzo o più stronzo. Un mix del genere mai incontrato prima.

Fortunatamente poco prima c'era stato un momento intenso e significativo, una piccola gioia: avevo gustato per la prima volta in vita mia un gelato artigianale all'amarena. Mai preso a quel gusto; ultimamente voglio rompere con le abitudini, anche se soltanto per piccole cose.  L'amarena per me era il gusto di bambina delle coppette confezionate che mi comprava il nonno e che teneva sempre in casa. 

Ho assaporato il gelato sorridendo, pensando a lui, al fatto che ora so che ogni volta che vorrò sentirmi felice con lui un buon modo sarà mangiare un gelato all'amarena.

Credo che questa dolce sensazione mi abbia dato una bella spinta a non farmi incupire troppo da quegli stupidi messaggi. 

Perché dovrei permettere di rovinarmi le giornate ad un tipo che se n'è fregato di me a livelli che neppure immaginavo possibili e che non ha neppure la decenza di tacere?

Poi ho pensato che mi era fin troppo facile e familiare dare per scontato che lui ha fatto così con me perché io valgo poco. Come a dire che ovviamente è soltanto con me che si permette questo.

Ma ho stoppato questo refrain. No! Smettila di pensare al solito vecchio modo! Perché dovresti essere tu la causa di tanto menefreghismo? Non è più logico che tu abbia semplicemente a che fare con uno che è menefreghista?

Ma non sarà mica che il problema è lui?

E con questo pensiero l'amarena ha vinto su whatsapp.

 
 
 

20,24

Post n°920 pubblicato il 24 Maggio 2019 da Signorina_Golightly

Al lavoro si è chiusa una settimana esemplare per la comprensione del mio comportamento.

E non mi fa piacere, ma se devo analizzare onestamente e senza sconti le mie azioni, sono stata spietata.

Ho disertato consapevolmente un corso di formazione, sapendo che avrei ferito il mio capo ed il collega organizzatore. Ho, questa volta come sempre, insultato dei clienti a telefonata chiusa. Non ho detto una parola al collega a cui sentivo dire che ha il bimbo in ospedale per accertamenti di cui non si viene a capo. Mi sono rifiutata più volte di pranzare in compagnia di alcuni colleghi ben sapendo che il mio no feriva.

Non ho tirato fuori l'oky per la collega antipatica che chiedeva ad altri se ne avessero.

Ora, viste tutte insieme devo ammettere che è abbastanza inquietante.

Eppure ogni volta mi pareva di avere un buon motivo, ed il buon motivo era sempre un sincero e potente moto di repulsione.

Credo che questo sarà argomento di discussione con la psycho domani, ma intanto mi piacerebbe iniziare a capire perché.

È il fatto che mi sento impotente, che non voglio stare più lì e sto finendo per detestare tutti quelli che ci trovo, in fondo incolpevoli, e su cui sfogo la mia rabbia dovuta alla mia incapacità di trovare un'alternativa migliore?

Forse in buona parte, ma non penso che si risolva tutto in questo.

C'è la voglia di ribellarmi: vorrei andare altrove, ma non ci riesco, e allora mi illudo di farlo creando una netta frattura tra me e loro. Come a dire che si mi isolo da loro in fondo mi sto già allontanando da lì.

Ma mi prendo in giro da sola. Non mi sono mossa di un centimetro.

E no, non so dire alla psycho perché talvolta, nel mio muovermi pubblicamente, indosso maschere. Per prendere le distanze? Per preservare le mie emozioni? 

Non lo so.

Devo andare alla riunione di condominio.

Non pensate male di me. Non sono così cattiva. Almeno credo.

 

 
 
 

13,22

Post n°919 pubblicato il 21 Maggio 2019 da Signorina_Golightly
 

Con la dottoressa si parlava del fatto che è importante che impari a concentrarmi sulle mie emozioni anche quando sono apparentemente assenti come in questo periodo, uno dei tanti che, se vissuto senza fare caso a che cosa sento, prende le sembianze di un periodo arido e secco che mi lascia con una gran sete di emotività, preludio di solito a futuri scenari piuttosto turbolenti di recupero di tutte le emozioni non provate prima.
A me risulta parecchio difficile sentirmi viva in un quotidiano fatto di routine, di code nel traffico, giornate da ufficio, spesa, cena, tv, nanna...
Finisce che vado con il pilota automatico, che è, la meditazione insegna, il modo peggiore di vivere, perché in pratica non si vive mai.
Così stamattina ho fatto una cosa che mi è costata davvero fatica: ho percorso il tragitto casa-ufficio senza ascoltare musica nè programmi radiofonici nè telefonate nè sbirciate al web. Niente. Stavo concentrata sulla guida, su di me, su come mi sentivo, sulla gente intorno, la strada, gli edifici. Ero nel qui e ora, pure se come qui e ora non è che mi piacesse molto.
E non so. Sarà stata la soddisfazione di esserci riuscita, ma mi è parso di essere arrivata in ufficio più tranquilla e serena (e pure con un'idea avveniristica delle mie!).
Pappa time.

 
 
 

Metti gli Area a colazione

Post n°918 pubblicato il 19 Maggio 2019 da Signorina_Golightly
 

 

Il bello della domenica mattina è che in genere posso permettermi il lusso di fare colazione lentamente leggendo il quotidiano, di solito mai fresco di giornata, anzi direi che il più delle volte bello datato: a me piace leggerlo tutto, pagine economiche e sport escluse ché proprio mi annoiano e il mio cervello smette di mandare impulsi elettrici. Così prima di arrivare alle ultimissime pagine della sezione locale, comprensive delle mail dei lettori che si lamentano per qualche problema del loro quartiere, be', posso metterci pure settimane. Ma che importa del tempo? Anzi, è spesso proprio non averne che porta a riflettere un secondo su un argomento che viene istantaneamente superato da quello cronologicamente successivo senza che la riflessione possa farsi profonda.

Ma sto divagando.

Stamattina ero al fanalino di coda delLa Repubblica, spettacoli milanesi, una bella intervista, in occasione di un suo concerto a Milano, a Patrizio Fariselli, ex tastierista degli storici Area.

E pensavo che io proprio fatico a digerire il rock prog.

Nel cruscotto della mia macchina conservo ancora gelosamente il cd (con copertina home made inchiostrata di suo pugno) che mi aveva fatto un mio caro ex fidanzato, nella speranza di rendermi edotta sul rock progressive italiano. E chiaramente c'erano gli Area. Chè non sono mai riuscita a fissarmi in testa il titolo del loro album più famoso, quello strano, quel ...Macht Frei...ogni volta mi perdo la prima parola: Arb..? Ma che ne so...

Negli anni ho provato più volte (ok, non poi così spesso e non con così tanta convinzione) ad avvicinarmi al genere, ma senza risultati apprezzabili, e insomma mi sono convinta che il rock prog è per i musicisti, quelli bravi davvero. Non solo, è per i musicisti con una gran cultura musicale e teorica.

Capita che ci siano semplici estimatori di musica che non hanno mai preso in mano uno strumento che amino il prog, ma sono eccezioni, perché senza il retroterra culturale giusto è estremamente difficile da capire e quindi da apprezzare (perché siamo d'accordo che è più semplice apprezzare quel che si capisce, giusto?): è un genere che se ne frega delle regole melodiche che acchiappano l'orecchio; del resto se vuoi sperimentare (e il rock prog era per definizione sperimentale) degli gettare il sasso più in là, provando a battere strade nuove. E pure questo bisogna considerare: spesso si tratta di onorevoli tentativi. Quindi non necessariamente tutti riusciti.

Eppure non mi è mai passato per la testa di pensare che sia brutta musica. Mai! Se i musicisti che io venero si inchinano davanti agli Area, io che musicista non sono mi faccio un bagno di umiltà e capisco che il limite è mio: non è il progressive a fare schifo, ma sono io a non capirlo (ancora, sono ottimista).

In fondo soltanto due mesi fa, quando mi ero messa in testa di iniziare a fare meditazione, mi pareva impossibile stare ferma immobile sul mio respiro per cinque minuti, chiedendomi come avrei mai potuto fare come altri che ci si dedicano per mezz'ora. Ci avevo provato di tanto in tanto negli anni, ma mollando subito per la poca convinzione. Ma evidentemente questa volta ero più convinta, e proprio questa mattina, voilà, ho raggiunto i 20 minuti senza quasi accorgermene. Non mi stupirei se la comprensione del rock progressive fosse qualcosa di simile: a volte perché si verifichi l'incontro giusto serve anche che ci sia la disposizione d'animo giusta, altrimenti l'incontro non riesce anche se tra due soggetti perfettamente compatibili.

Capito o meno dalla massa, intanto da qualche anno Demetrio Stratos ha la sua via intitolata, ed io, almeno questa sì, mi ascolto felice Gioia e Rivoluzione, una delle canzoni di più semplice presa degli Area. E cavolo, se un gruppo produce una cosa del genere c'è solo da pensare che sia grandioso!

 

 

 

 

 
 
 

13,11

Post n°917 pubblicato il 17 Maggio 2019 da Signorina_Golightly
 

Cavoli, non avevo considerato che una pratica apparentemente innocente come lo yoga potesse essere insidiosa se non eseguita nel modo giusto.

E mi sa che io quel modo non l'ho mica tanto trovato, visto che è da due giorni che sono piegata dal dolore per il mal di schiena...
Ma non demordo. Se mai farò più attenzione: ho già eliminato dalla mia playlist a tema quella lezione nefasta.
Sono alle porte di un altro di quei fine settimana milanesi pieni di cose, di quelli da milanese imbruttita quale un po' sono mio malgrado diventata. Avete presente (spero di no) quell'ansia da "oddio, troppe cose: a quale è più importante partecipare?".
Chè spesso finisce che non si fa un bel niente, paralizzati dalle troppe scelte.
Resta il fatto che stasera avrò una cenetta a due con una delle amiche del cuore che come regalo di compleanno mi porterà, passaggio compreso!, in una trattoria romana che ci ispira da tempo. E infatti oggi a pranzo mozzarella e carotine.
E poi sono combattuta tra il fare un salto (con annesso reportage fotografico) ad almeno un concerto di Pianocity (e pure qui: quale?, che ci sono 40 pagine di programma!) e/o dare una sbirciata al festival di street photography al Base (e qui almeno mi concentro su come si allestisce una mostra fotografica, chè non si sa mai).
Ma la parte forse più vera di me avrebbe voglia di trascorrere un giorno intero in pigiama tra lettura e meditazione. E ciao ciao mondo!
PS: oggi i due coniglietti sono rispuntati mentre abbassavo la tapparella. Stavolta impegnati in una giocosa lotta. Ho già detto che li adoro?

 
 
 

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