Creato da amazzoneperforza il 01/06/2008

APF

La verità nuda e cruda.

 

 

280 scarpe per ricordare gli incidenti d'auto

Post n°1430 pubblicato il 25 Maggio 2012 da amazzoneperforza

280 scarpe per ricordare gli incidenti d'auto

25 maggio 2012

Centoquaranta paia di scarpe per ricordare le vittime della strada. Succede a Sydney, in Australia, dove Martin Place è stata scelta come simbolo del Fatality Free Friday (venerdì libero da incidenti), un evento per la prevenzione degli incidenti automobilistici promosso dalla Australian Road Safety Foundation (fondazione per la sicurezza delle strade australiane).



http://multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/148722/

 
 
 

TUBERCOLOSI INCURABILE CON L'IMMIGRAZIONE

Post n°1429 pubblicato il 30 Aprile 2012 da amazzoneperforza

20 marzo 2012

ALLARME: arriva la Tubercolosi totalmente incurabile, con l’immigrazione

Londra – All’alba del Capodanno del 2004, dopo mesi di perdita di peso, sofferenza, febbri, sudorazioni notturne e mancanza di respiro, Anna Watterson è stata ricoverata in ospedale per tosse con sangue. È stato strano essere diagnosticata con la tubercolosi, una malattia associata alla povertà – soprattutto perchè Watterson era un benestante avvocato della capitale britannica. Curata, l’infezione di Watterson rifiutò di cedere al triplice attacco antibiotico messo in atto dai medici per combatterla. Dopo che in sei settimane le pillole non ebbero avuto alcun effetto, alla Watterson è stato detto che aveva una Multifarmacoresistente Tubercolosi o MDR-TB e la ricoverarono per mesi in un reparto di isolamento ad un regime di farmaci iniettati che lasciano il malato con nausea, contuso e incapace di uscire al sole. “I miei amici erano veramente scioccati,” dice la Watterson. “La maggior parte di loro aveva solo sentito della TBC dai romanzi vittoriani.”
Ma oggi, assistiamo al rapido aumento dei tassi di tubercolosi farmaco-resistente in alcune delle città più ricche del mondo, proveniente da continenti come Africa e Asia. Londra è stata soprannominata la “capitale d’Europa per la tubercolosi”, e un recente studio ha documentato casi di una Tubercolosi “totalmente farmaco resistente” in India, da dove potrebbe diffondersi in Europa. “Non possiamo permettere che questo genio esca dalla lampada. Perché una volta che lo ha fatto, non so come potremo controllare la TB,”ha detto Ruth McNerney, un esperto di tubercolosi al London School of Hygiene and Tropical Medicine.

ALLARME

La TB è un’infezione batterica che distrugge il tessuto polmonare dei pazienti, che li fa tossire e starnutire e diffondere i germi attraverso l’aria. Chiunque con una TB attiva può facilmente infettare altre 10-15. Nel 2010, 8,8 milioni di persone avevano la TB e la sede a Ginevra dell’Oms ha previsto che più di 2 milioni di persone contrarrà la TB multifarmacoresistenti entro il 2015. Il tasso di mortalità in tutto il mondo della TB attualmente è tra due e tre persone al minuto. La sorpresa, poi, dei casi totalmente incurabili in India, hanno sollevato allarme internazionale. L’OMS ha convocato una riunione speciale mercoledì per discutere se la comparsa di ceppi di TB che sembrano essere resistenti a tutti i farmaci noti, meriti una nuova definizione di “Tubercolosi totalmente resistente ai farmaci” o TDR-TB. Se così, vorrebbe dire aggiungere un livello “incurabile” dell’evoluzione nel corso degli anni da TB normale, che è curabile con sei mesi di trattamento antibiotico, alla nascita di MDR-TB, poi ampiamente resistenti ai farmaci TB #XDR-TB #. Che cosa è così frustrante su tale progressione, dice Lucica Ditiu dell’OMS di Stop TB Partnership, è che la tubercolosi farmaco-resistente “è una totale responsabilità dell’uomo”.

“I medici, operatori sanitari, le infermiere, interi sistemi sanitari hanno prodotto MDR-TB. Non è un bug che è venuto dalla natura. Non è una mutazione spontanea. Esso è avvenuto perché i pazienti sono stati trattati male – con farmaci di scarsa qualità, o non abbastanza farmaci o con insufficiente osservazione così il paziente non ha finito il corso di trattamento,” ha detto Ditiu. Ditiu è un po’ rassicurato che l’OMS si riunisce a guardare i recenti casi estremi di farmaco-resistenza, che genererà almeno i riflettori su questa malattia spesso dimenticata. Ma lei dice mentre le definizioni sono centrali per linee guida internazionali e protocolli di trattamento, che fanno poca differenza a persone ammalate.

QUANDO I FARMACI NON FUNZIONANO

La situazione in India è un esempio calzante. Dr Zarir Udwadia, uno specialista di tubercolosi al National Hinduja Hospital a Mumbai, ha pubblicato un documento sulla Gazzetta di clinica delle malattie infettive alla fine dell’anno scorso che documentano i quattro casi di TBC TDR. Egli ha detto a Reuters che ha ora ha identificato 12 casi per i quali egli ha tutti ma corto di opzioni di trattamento. Tre sono già morti. Egli ha testato un potente farmaco anti-TB dopo l’altro su campioni colture da questi pazienti – tra cui trattamenti di prima linea come isoniazide, rifampicina e streptomicina e una gamma di farmaci di linea secondo come moxifloxacina, kanamicina ed ethionamide. Ogni medicina non riuscita. “Se si aggiungono tutto in su, erano resistente ai 12 farmaci in totale,” ha detto. Come altri, Udwadia incolpa la scarsa pratica medica. Non soggetti a prescrizione medica e uso di antibiotici-the-Counter è diffusa in India e non può essere alcuna coincidenza che il paese ha ora uno degli oneri più alti del mondo, con più di 100.000 casi MDR-TB. L’evoluzione verso una Tbc totalmente resistente ai farmaci “era un incidente in attesa di accadere”, ha detto Udwadia. “Per arrivare a questo stadio, devi avere amplificato la resistenza negli anni, con un sacco di uso improprio di farmaci (antibiotici). E nessun altro paese genera intorno a farmaci di seconda linea liberamente come India ha fatto”.

DIFFUSIONE

Una delle più grandi difficoltà nell’affrontare TB è la facilità e la velocità con cui si diffonde.

Quando i pazienti tossiscono, starnutiscono o sputano, essi spingono migliaia di goccioline che trasportano il germe nell’aria intorno a loro. Per chi viaggia in spazi ristretti, una malattia come la TB può facilmente chiedere un passaggio. Un buon esempio è la TBC-Farmaco resistente, che ha colpito la prima volta in Sud Africa nel 2006. Appena quattro anni dopo, nel 2010, l’OMS ha detto che era già diffusa a “livelli record” in tutto il mondo e in un totale di 58 paesi aveva segnalato almeno un caso di XDR-TB. Ditiu teme che un modello simile potrebbe emergere con TDR-TB. “Stia dilagando, si sta diffondendo mentre noi parliamo in questo momento,” ha detto. “La situazione è estremamente preoccupante”.

Anna Watterson, quando contrasse l’infezione, viveva nel quartiere nord-ovest di Brent, un’area di Londra con una grande comunità di immigrati. Come milioni di altri nella capitale britannica, usava la metropolitana quasi tutti i giorni.

http://news.yahoo.com/drug-resistant-white-plague-lurks-among-rich-poor-113851688.html

 
 
 

IL PIACERE. Perché ci piacciono i cibi dolci e grassi? Si può morire per troppi orgasmi? Gli animali si sballano?

Post n°1428 pubblicato il 29 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Sette cose che (forse) non sai sul piacere

Perché ci piacciono i cibi dolci e grassi? Si può morire per troppi orgasmi? Gli animali si sballano? A tutte queste domande risponde il neurologo David Linden

27 aprile 2012 di Fabio Deotto

Perché ci piace tanto mangiare nei fast-food, quando sappiamo che nella maggior parte dei casi servono robaccia tutt’altro che salutare? E perché un gioco tanto semplice e ripetitivo come Angry Birds si divora ore e ore delle nostre giornate? Com’è possibile che la gente finisca in bancarotta dopo aver perso milioni a un tavolo da gioco? E quelli che non riescono a stare un giorno intero senza massacrarsi i polpacci in una maratona?

Sono domande che ci siamo fatti un po’ tutti, e per le quali un po’ tutti crediamo non esistano risposte chiare. Invece le risposte esistono, e sono tutte nel nostro cervello. In particolare, nei neuroni dopaminergici di un settore cerebrale chiamato Atv (Area Ventrale Tegmentale), che fanno parte del circuito del piacere umano. È dallo studio di questa piccola area cerebrale che si possono ottenere risposte sulle dipendenze e sulle compulsioni umane. Ed è su questo che si concentra La Bussola del Piacere, l’ottimo saggio del neurologo americano David J. Linden, pubblicato in Italia da Codice Edizioni in questi giorni.

David J. Linden non è un neuroscienziato qualunque. Anzi, si potrebbe tranquillamente dire che si allontana anni luce dallo stereotipo che la cultura popolare (e la presunzione) hanno spesso dipinto. Sul suo blog spicca una sua foto in cui, sorridente e con i capelli raccolti in una coda, solleva orgoglioso una dorata pinta di birra ghiacciata. Nonostante le apparenze, però, Linden è un luminare con tutti gli attributi del caso, è professore alla Johns Hopkins University School of Medicine ed editor capo di  Jounal of Neurophysiology.

Questa doppia personalità di luminare/buontempone si riflette nelle sue opere di saggistica, con una serie di aneddoti esilaranti. Per darvi un’idea, ecco 7 nozioni tra il divertente e lo sconcertante che pochi conoscono sulle basi neurologiche del piacere e della dipendenza.

Dai a un topo un pulsante stimola-piacere e finirà per ammazzarsi
Dopo avere scoperto, per puro caso, l’ubicazione del circuito del piacere, nel 1954 i neurologi James Olds e Peter Milner della McGill University decisero di sottoporre alcuni ratti a un esperimento inedito. Ai ratti venivano impiantati degli elettrodi direttamente nella sede del circuito del piacere e successivamente venivano posti all’interno di una scatola (nota come Skinner Box). Dentro la scatola c’era una leva che, se premuta, produceva la stimolazione diretta del centro del piacere attraverso gli elettrodi. Con grande sorpresa di Olds e Milner, i ratti arrivavano a premere la leva fino a 7mila volte ogni ora. Non c’era niente che potesse interessare loro più della stimolazione del proprio centro della gratificazione, ignoravano cibo, acqua, femmine in calore. Alla fine, Olds e Milner dovettero togliere i topi dalla scatola, per evitare che morissero di fame.

È più facile diventare dipendenti dalle sigarette che dall’eroina
I dati parlano chiaro: l’80% delle persone che provano a fumare sviluppano una dipendenza per le sigarette. Tra le persone che invece provano l’eroina solo il 35% ne contrae una forma di dipendenza. Com’è possibile? Linden risponde a questa domanda paragonando la dipendenza a una forma di apprendimento, e chiama in causa un esempio intuitivo. Se vuoi addestrare un cane ad accorrere a te ogni volta che pronunci il suo nome, hai bisogno che al comportamento (accorrere) sia associata una gratificazione (un boccone di carne). Puoi addestrarlo facendolo accorrere a te una volta al giorno e ricompensandolo con una grossa bistecca, oppure puoi tagliuzzare la bistecca in piccoli bocconi e ripetere il procedimento più volte nel corso della giornata. Con il secondo metodo, il cane apprenderà molto più in fretta e meglio ad accorrere quando chiamato. Con la dipendenza da sostanze è lo stesso, l’eroina è l’equivalente della bistecca, le sigarette dei bocconcini di carne. Entrambe le sostanze stimolano il circuito del piacere nel giro di 15 secondi dall’assunzione, il metodo di assunzione delle sigarette è tuttavia più adatto a generare una dipendenza.

Anche gli animali, in natura, arrivano a fare pazzie pur di sballarsi

Che elefanti, scimmie e uccelli vadano ghiotti di frutti caduti da tempo dalla pianta e che hanno subito una fermentazione alcolica è cosa nota. È stato però anche ipotizzato che questi animali preferiscano le bacche fermentate per via del loro valore nutritivo. Il caso delle renne lapponi, però, ha dimostrato che gli animali possono sviluppare una dipendenza da droghe. In Siberia esistono popolazioni native che vivono allevando renne e questi animali tendono a nutrirsi di una varietà di alimenti tra cui l’ Amanita Muscaria, un noto fungo allucinogeno. Il principio attivo dell’Amanita è l’ acido ibotenico, quando il fungo viene ingerito l’organismo della renna converte il 20% di questo composto in muscimolo, la sostanza che di fatto provoca le allucinazioni. Il resto dell’acido ibotenico viene espulso con l’urina. Le renne però hanno imparato che sorbendo l’urina possono ottenere ulteriori allucinazioni. Ne consegue che, in alcune zone della Lapponia, può capitare di vedere renne che inscenano lotte feroci per contendersi un misero pezzo di neve ingiallita.

Se è grasso e dolce, sarà difficile non mangiarlo
Voglio aggiungere una domanda a quelle di inizio articolo. Vi siete mai chiesti perché i cibi che più ci inducono a ingozzarci sono dolci, salati, grassi o una qualunque combinazione di queste caratteristiche? Per capire perché, bisogna innanzitutto ricordare che noi esseri umani siamo il prodotto di un’evoluzione che ha avuto luogo in un mondo radicalmente diverso da quello in cui viviamo oggi. Gli uomini ancestrali avevano una dieta in gran parte vegetariana, in cui l’apporto di grassi e di zuccheri era minimo. I cibi grassi erano rari e avevano una consistenza tale da poter essere inghiottiti senza masticare troppo, quando se ne aveva disponibilità venivano ingollati senza pensarci due volte. Risultato: gli esseri umani hanno un’innata tendenza a strafogarsi di cibi grassi, dolci e morbidi. Corollario: le cucine delle grandi catene sono specializzate nella produzione di cibi grassi, speziati e in buona parte già meccanicamente digeriti (sfido chiunque a trovare una crocchetta di pollo dura o stopposa).

La fedeltà nella coppia? Tutto dipende dai minuti successivi all’orgasmo
Che l'essere umano sia monogamo è un mito da sfatare, ma sicuramente esiste un animale che ci batte su tutti i fronti, in fatto di fedeltà a un unico partner: la arvicola delle praterie (o topo campagnolo che dir si voglia). Questo roditore è rigidamente monogamo, al punto che quando il suo partner muore, cessa del tutto di accoppiarsi. Degli studi condotti sui recettori dell’ormone vasopressina, lasciano supporre che il legame di coppia si instauri nei momenti immediatamente successivi all’orgasmo. Per provare questa tesi, Larry Young e i colleghi della Emore University hanno provato a bloccare nell’arvicola maschio il recettore V1A per la vasopressina, come risultato queste arvicole non stringevano legame con il partner né si occupavano della prole. Un effetto simile veniva ottenuto separando i due partner immediatamente dopo la copula, o bloccando i recettori dopaminergici D2, presenti nel nucleus accumbens e parte integrante del circuito del piacere. Una curiosità: il maschio di arvicola non solo è fedelissimo al proprio partner, ma tende anche ad aggredire tutte le femmine che provino a sedurlo.

Gioco d’azzardo, coinvolgimento personale e vincite mancate
La cosa interessante non è che il gioco d’azzardo dia dipendenza quanto le droghe, la cosa interessante è come questa dipendenza si sviluppi. Si potrebbe dire che una vincita monetaria è in grado di produrre una gratificazione e un’attivazione del circuito del piacere simile a quella indotta dal cibo, da un orgasmo o dall’assunzione di droga, ma sarebbe riduttivo. Diversi esperimenti hanno dimostrato che, nello sviluppo di una vera dipendenza da gioco d’azzardo (che può portare le persone a perdere famiglia e lavoro) intervengono due fattori importanti: il coinvolgimento personale o le vincite mancate. Nonostante i giochi d’azzardo siano in gran parte basati sulla pura casualità, diversi studi hanno dimostrato che quando ai giocatori viene data la possibilità di intervenire nel gioco (lanciando i dadi o scegliendo su che numero puntare) mostrano una tendenza maggiore a proseguire nel gioco (e a puntare di più). Inoltre, se periodicamente il giocatore si trova davanti a quella che considera una vincita mancata(due segni uguali sul rullo di una slot-machine) tende a sviluppare più facilmente una dipendenza dal gioco. Non a caso, esistono casino in cui la quantità di vincite mancate viene programmata a tavolino.

Il futuro del piacere: a ciascuno il suo

Quali sono i possibili orizzonti di sviluppo delle tecnologie del piacere? Tra i tanti possibili scenari, Linden immagina un futuro in cui saranno disponibili dei berretti elettronici ( qualcosa di simile esiste già) che consentano di stimolare in modo specifico i settori neuronali responsabili dei vari tipi di piacere. Con un dispositivo simile ognuno di noi potrebbe selezionare nei minimi dettagli il tipo di piacere che vuole: euforia da cocaina, orgasmo, gratificazione da vincita monetaria. Sarebbe inoltre possibile selezionare improbabili blend di piacere (un pizzico di cioccolato, con un po’ di tepore post-organismo unito a una spolverata di caffeina...). Inoltre, se fosse possibile intervenire minuziosamente sulle varie connessioni neuronali, si potrebbe fare anche in modo di eliminare il rischio di dipendenza, con conseguenze imprevedibili per la società in cui viviamo.

http://daily.wired.it/news/scienza/2012/04/27/cio-che-piace-fa-quasi-sempre-male-36560.html

 
 
 

Come leggono le espressioni in Oriente e Occidente

Post n°1427 pubblicato il 29 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Come leggono le espressioni in Oriente e Occidente

Gli occidentali distinguono nettamente sei emozioni sul viso degli altri, mentre gli orientali si limitano a due: felicità e tristezza. Ed è lo sguardo a essere rivelatore. Ecco lo studio su Pnas

 

18 aprile 2012 di Lorenzo Mannella

   

A volte uno sguardo dice più di mille parole. In certi casi sarà anche così, ma la saggezza proverbiale questa volta deve scontrarsi con un dato di fatto: anche gli occhi parlano con lingue diverse. Come spiega uno studio pubblicato su Pnas ( Proceedings of the National Academy of Sciences), le culture occidentali e orientali tendono a identificare in modo differente le espressioni di felicità, sorpresa, paura, disgusto, rabbia e tristezza.

D’istinto siamo portati a credere che queste emozioni siano codificate in maniera altrettanto universale da tutti gli esseri umani (sembra addirittura che felicità e tristezza siano contagiose come un virus) ma in realtà esistono delle differenze. Le popolazioni dell’Est tendono ad associare paura, disgusto e rabbia all’espressività dello sguardo, mentre gli occidentali si affidano più ai movimenti dei muscoli facciali.

Per arrivare a questi risultati, il team di ricercatori guidati da Rachael Jack, neuroscienziata dell' Università di Glasgow, ha chiesto a 30 volontari (metà asiatici e metà europei) di guardare 4.800 animazioni casuali di volti umani maschili e femminili. Ciascuno di questi era frutto di un mix di espressioni facciali legate a emozioni e di caratteri somatici ben distinti tra loro.

I ricercatori hanno poi chiesto ai partecipanti all’esperimento di classificare il tipo di emozione e la relativa intensità (in una scala da 1 a 5) per ciascuna faccia. I risultati sono stati raccolti dal team di Jack per generare dei modelli visivi delle aree facciali che avevano influenzato maggiormente i giudizi dei 30 volontari.

Le conclusioni hanno sorpreso tutti: mentre gli occidentali tendono a riconoscere i sei tipi di emozioni analizzate (felicità, sorpresa, paura, disgusto, rabbia e tristezza) in base a precise espressioni facciali – come distorcere gli angoli della bocca o arricciare il naso – i volontari di origine asiatica non distinguono nettamente le emozioni prese in esame fatta eccezione per felicità e tristezza.

Un fatto che sembra dipendere da influenze sociali differenti nelle due culture: in occidente tendiamo a codificare le espressioni facciali in categorie molto nette, mentre nei paesi asiatici le persone non presterebbero molta attenzione alla mimica facciale ma si focalizzerebbero soprattutto sullo sguardo. Un segno del fatto che l’evoluzione dei costumi culturali ha allontanato gli asiatici dai canoni espressivi primitivi, codificati soprattutto dal movimento dei muscoli del volto.

Insomma, queste due sensazioni, opposte tra loro, sembrano le più universali. Certo, questa non è di sicuro la regola d’oro per decretare come un popolo percepisca le emozioni, ma di sicuro potrebbe insegnarci a prestare attenzione a dettagli che potremmo aver trascurato.

http://daily.wired.it/news/scienza/2012/04/18/emozioni-studio-espressioni-facciali-24567.html

 
 
 

LAGO D'ISEO

Post n°1426 pubblicato il 29 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Una bellissima domenica di fine luglio sul lago Sebino a bordo della "Motonave Iseo" alla scoperta di Monteisola, Isola di San Paolo e Isola di Loreto_

 
 
 

LOMBARDIA

Post n°1425 pubblicato il 29 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Regione LOMBARDIA

Lombardia movimento ed evoluzione
regia di Francesco Rivolta
agenzia 3d'esign
produzione Idvisionfilm

 
 
 

VINI LOMBARDI

Post n°1423 pubblicato il 24 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Vini DOC, DOCG e IGT della Lombardia

La Lombardia possiede ben 16 denominazioni di origine (DOC)

Di seguito trovate l’elenco dei vini DOC e IGT della Lombardia.
Di questi, il Franciacorta e il Valtellina Superiore possono fregiarsi della DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Il vino lombardo più conosciuto in Italia e nel mondo è senz’altro lo spumante prodotto nella Franciacorta.

I vini DOC della Lombardia

Cellatica DOC
D.M. 19/04/68 (G.U. n. 141 del 04/06/68)
In vigneti pedecollinari e collinari di buona esposizione situati ad una altitudine non superiore ai 400 metri s.l.m., nel territorio amministrativo del comune di Brescia e di quattro comuni della sua provincia (Rodengo Saiano, Gussago, Cellatica e Collebeato), con le uve di Marzemino o Berzamino (minimo 30%), Barbera (minimo 30%), Schiava gentile media o grigia (minimo 10%), Incrocio Terzi n. 1, ovvero Barbera per Cabernet Franc (minimo 10%) ed eventualmente con quelle di altri vitigni a frutto rosso non aromatici, viene prodotto questo vino dalla limpidezza brillante; colore rosso rubino; odore vinoso tipico; sapore sapido, asciutto, con retrogusto leggermente amarognolo. Gradazione minima: 11,5°. Uso: da pasto. Con una gradazione minima di 12° e un affinamento obbligatorio di circa un anno (l’immissione al consumo deve avvenire dopo il 30 settembre dell’annata successiva a quella della vendemmia), questo vino può fregiarsi della qualificazione “superiore”.

Valtellina DOC
D.M. 11/08/68 (G.U. n. 244 del 25/09/68)
Sulla sponda destra del fiume Adda, nei comuni di Ardenno, Tirano, Piateda e Ponte in Valtellina, e sulla sponda sinistra, nei comuni di Villa di Tirano e Albosaggia, tutti in provincia di Sondrio, con le uve di Nebbiolo, localmente denominato Chiavennasca (minimo 80%), ed eventualmente con quelle di altri vitigni a bacca rossa, raccomandati e/o autorizzati per la zona, si produce questo vino dal colore rosso rubino, con eventuali riflessi granato; odore delicato, persistente, caratteristico; sapore asciutto e leggermente tannico, con eventuale percezione di legno. Gradazione minima: 11°. Invecchiamento e affinamento obbligatori: sei mesi. Uso: da pasto. Con le uve sottoposte ad appassimento si ottiene il tipo “Sforzato” o “Sfursàt”, dal colore rosso rubino, con eventuali riflessi granato; odore intenso, con sentore di frutti maturi, ampio; sapore grande morbidezza, strutturato e di carattere, con eventuale percezione di legno. Gradazione minima: 14°. Invecchiamento e affinamento obbligatori: due anni. Uso: da fine pasto.

Franciacorta DOCG
D.M. 01/09/95 (G.U. n. 249 del 24/10/95)
Nella Franciacorta, territorio fra le province di Bergamo e Brescia, con le uve di Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot nero ed esclusivamente con la fermentazione in bottiglia, viene prodotto questo vino spumante dal colore paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi verdolini o dorati; bouquet proprio della fermentazione in bottiglia, fine, gentile, ampio e composito; sapore sapido, fresco, fine ed armonico. Gradazione minima: 11,5°. Affinamento obbligatorio (in bottiglia): diciotto mesi. Uso: da tutto pasto. Esclusivamente con le uve di Chardonnay e/o Pinot bianco si ottiene il tipo “satèn” (ex “crémant”); con almeno il 15% di uve di Pinot nero il tipo “rosé” (colore rosato più o meno intenso); con il vino dell’annata di riferimento (minimo 85%) il “Franciacorta” millesimato.

Garda DOC
D.M. 08/10/96 (G.U. n. 262 del 08/11/96)
Vedi descrizione nella regione Veneto

Garda Bresciano o Riviera del Garda Bresciano DOC
D.M. 22/06/77 (G.U. n. 282 del 15/10/77)

Garda Colli Mantovani DOC
D.M. 30/04/76 ( G.U. n. 224 del 25/08/76) Dd 22/09/97 ( G.U. n. 230 del 02/10/97) Dd 26/10/98 ( G.U. n. 258 del 04/11/98)
La coltura della vite nella zona del Garda è antichissima e nel territorio comunale di Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Monzambano, Ponti sul Mincio, Solferino e Volta Mantovana, in provincia di Mantova, si producono i seguenti vini:Bianco,Rosato,Rosso,Cabernet,Chardonnay,Merlot,Pinot Bianco,Pinot Grigio,Sauvignon.

Lambrusco Mantovano DOC
D.M. 06/05/87 (G.U. n. 245 del 20/10/87)
In due aree distinte, la prima comprendente il territorio tra il fiume Oglio e il fiume Po e la seconda costituita dall’Oltrepò mantovano, che coincidono rispettivamente con le sottozone “Viadanese-Sabbionetano” e “Oltrepò Mantovano”, dalle uve di Lambrusco Viadanese (localmente denominato Grappello Ruperti) e/o Lambrusco Maestri (localmente denominato Grappello Maestri) e/o Lambrusco Marani e/o Lambrusco Salamino (minimo 85%), a cui possono essere aggiunte quelle di Lambrusco di Sorbara e/o Lambrusco Grasparossa (localmente denominato Grappello Grasparossa) e/o Ancellotta e/o Fortuna, si ottiene questo vino nelle tipologie:Rosso,Rosato. Questi vini con una gradazione minima di 11° portano in etichetta il riferimento alla sottodenominazione di origine.

Valtellina Superiore DOCG
Sulle sponde del fiume Adda, in provincia di Sondrio, in aree ben delimitate comprese all’interno della zona di produzione del Valtellina DOC, con le uve del vitigno Nebbiolo, localmente denominato Chiavennasca (minimo 90%), a cui possono essere aggiunte quelle di altri vitigni a bacca rossa raccomandati per la zona, si produce questo vino dal colore rosso rubino tendente al granato; profumo caratteristico, persistente, sottile e gradevole; sapore asciutto e leggermente tannico, austero, vellutato, armonico e caratteristico. Gradazione minima: 12°. Invecchiamento obbligatorio: due anni, a decorrere dal 1° dicembre successivo alla vendemmia, di cui almeno uno in botti di legno; tre anni per la “Riserva”. Uso: da arrosto. Le sottodenominazioni geografiche “Sassella”, “Grumello” “Inferno” e “Valgella” sono riservate ai prodotti ottenuti nei vigneti situati nelle corrispondenti sottozone geografiche; la dizione “Stagafassli” è consentita per il prodotto imbottigliato nel territorio della Confederazione Elvetica.

Lugana DOC
D.M. 21/07/67 (G.U. n. 210 del 22/08/67)
A sud del lago di Garda si incontra la “Lugana”, zona pianeggiante che dalla provincia di Brescia arriva sino a quella di Verona. Qui, dalle uve del vitigno Trebbiano di Soave, localmente denominato Trebbiano di Lugana, a cui possono essere aggiunte quelle di altri vitigni a frutto bianco, non aromatici, raccomandati e/o autorizzati per la zona (massimo 10%), si ottiene questo vino dal colore paglierino o verdolino, con tendenza al giallo leggermente dorato con l’affinamento; odore delicato, gradevole, caratteristico; sapore fresco, morbido, armonico, con eventuale leggera percezione di legno. Gradazione minima: 11°. Uso: da pesce. Si produce anche nei tipi “superiore” e “spumante”. Il primo ha colore paglierino o verdolino, con tendenza al giallo dorato con l’invecchiamento; odore delicato, gradevole, caratteristico; sapore morbido, armonico, corposo, con eventuale leggera percezione di legno; gradazione minima: 12°; invecchiamento e affinamento obbligatori: un anno, a decorrere dal 1° ottobre dell’anno di produzione delle uve. Il secondo ha spuma fine e persistente; colore paglierino più o meno intenso con eventuali riflessi dorati; odore fragrante con sentore fruttato (se spumantizzato con metodo charmat) o con bouquet fine e composto (se spumantizzato con metodo classico); sapore fresco, sapido, fine ed armonico; gradazione minima: 11,5°.

Oltrepo’ Pavese DOC
D.M. 22/10/87 ( G.U. n. 87 del 14/04/88
In provincia di Pavia, su una serie di colline rivestite di stupendi vigneti, maturano varietà di uve di alto pregio. Usando dosate mescolanze di tali uve o operando in purezza varietale si ottengono i seguenti vini bianchi e rossi e spumanti naturali: Rosso, Rosso Riserva, Rosato, Buttafuoco, Sangue di Giuda, Barbera, Bonarda, Riesling Italico,Riesling Renano, Cortese, Moscato,Moscato Liquoroso (dolce e/o secco), Moscato Passito,Malvasia, Pinot Nero, Pinot Grigio, Spumante (bianco o rosato), Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon

San Colombano al Lambro DOC
D.M. 18/07/84 ( G.U. n. 334 del 05/12/84
Nella zona collinare che comprende in parte i comuni di San Colombano al Lambro, di Graffignana e di S. Angelo Lodigiano, in provincia di Milano, ed in parte i comuni di Mirandolo Terme e di Inverno Monteleone, in provincia di Pavia, con le uve dei vitigni Croatina, Barbera, Uva Rara e con l’eventuale minima aggiunta di altre uve della zona, si produce questo vino dal colore rosso rubino; odore vinoso, caratteristico; sapore asciutto, sapido, di corpo con retrogusto leggermente “ammandorlato”. Gradazione minima: 11°. Uso: da pasto.

Botticino DOC
D.M. 19/04/68 (G.U. n. 140 del 03/06/68)
Da tempo immemorabile, nel territorio dei comuni di Botticino e di Rezzano, in provincia di Brescia, e in quello della stessa Brescia, dalle uve dei vitigni Barbera (minimo 30%), Schiava Gentile media e/o grigia (minimo 10%), Marzemino, localmente denominato Berzamino (minimo 20%), e Sangiovese (minimo 10%), a cui possono essere aggiunte quelle di altri vitigni a bacca rossa, raccomandati e/o autorizzati per la zona, si ottiene questo vino dal colore rubino carico con riflessi granati; odore vinoso e intenso; sapore asciutto, armonico, giustamente tannico. Gradazione minima: 11,5°. Uso: da pasto. Si produce anche nel tipo “riserva”, dal colore rosso rubino tendente al granato; odore intenso, pieno, leggermente etereo; sapore pieno, vellutato, di notevole carattere, con lieve percezione di legno. Gradazione minima: 12,5°. Invecchiamento obbligatorio: due anni, a decorrere dal 1° novembre dell’anno di produzione delle uve. Uso: da arrosto.

mappa_vini_lombardiaCapriano del Colle DOC
D.M. 08/07/80 (G.U. n. 315 del 17/11/80)
Questa denominazione è riservata ai vini rossi e bianchi prodotti nell’area collinare dei comuni di Capriano del Colle e Poncarale, in provincia di Brescia, nei tipi:Rosso,Riserva,Bianco o Trebbiano.

San Martino della Battaglia DOC
D.M. 26/03/70 (G.U. n. 131 del 27/05/70)
Nella zona che comprende, in tutto o in parte, i territori dei comuni di Sirmione, Desenzano, Lonato e Pozzolengo, in provincia di Brescia, oltre a quello di Peschiera, in provincia di Verona, con le uve provenienti dal vitigno Tocai friulano (minimo 80%), a cui possono essere aggiunte quelle di altri vitigni a bacca bianca, non aromatici, raccomandati e/o autorizzati per la zona, si ottiene questo vino dal colore giallo citrino, tendente al dorato con l’affinamento; odore evoluto, intenso, caratteristico; sapore fresco, secco o rotondo, con retrogusto leggero di mandorla. Gradazione minima: 11,5°. Uso: da pesce. Con l’alcolizzazione del mosto di base, anche parzialmente fermentato, si ottiene il tipo “liquoroso”, dal colore giallo tendente al dorato con l’affinamento; odore intenso, caratteristico; sapore gradevolmente dolce, vellutato, armonico e generoso, con leggero retrogusto di mandorla, eventualmente con sapore di legno derivante dall’affinamento in botte. Gradazione minima: 15°. Uso: da dessert.

Terre di Franciacorta DOC
D.M. 31/08/95 (G.U. n. 273 del 22/11/95)
Nella stessa zona di produzione del “Franciacorta” DOCG si producono altri vini bianchi e rossi raggruppati sotto la denominazione di origine controllata “Terre di Franciacorta”. Il vino “Terre di Franciacorta” Bianco può essere prodotto con le uve provenienti da vigneti iscritti all’albo della DOCG “Franciacorta” e lo stesso vino spumante a DOCG “Franciacorta” può passare a vino tranquillo a DOC “Terre di Franciacorta”.

Valcalepio DOC
D.M. 03/08/76 (G.U. n. 308 del 18/11/76)
Nella bella ed accogliente zona collinare che dalla parte più meridionale del lago di Iseo si protende verso il Bergamasco si producono questi vini: Rosso,Bianco,Moscato Passito. Questo vino può fregiarsi della dizione “Moscato di Scanzo passito” se ottenuto da uve provenienti dalla sottozona Scanzorosciate.


I vini IGT della Lombardia

Collina del Milanese IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Montenetto di Brescia IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Provincia di Mantova o Mantova IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Provincia di Pavia o Pavia IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Quistello IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Ronchi di Brescia IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Sabbioneta IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Alto Mincio IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Benaco Bresciano IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Bergamasca IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Sebino IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Terrazze Retiche di Sondrio IGT
D.M. 18/11/95 (G.U. n. 285 del 06/12/95)

Tutti gli aggiornamenti in merito, nuove DOC, nuove DOCG e IGT, possono essere consultate sul sito del Ministrero delle politiche Agricole e Forestali:  http://www.politicheagricole.gov.it

Fonte: cibo360.it

http://www.winesnews.com/cms/vini-doc-docg-e-igt-della-lombardia.html

 
 
 

VINI BRESCIANI

Post n°1422 pubblicato il 24 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Sette prodotti d'eccellenza del Garda, di Castenedolo e di Capriano hanno mietuto successi alla fiera gastronomica di San Francisco

I vini bresciani seducono gli States

Lugana e Chiaretto sono stati ritenuti ottimi aperitivi

SAN FRANCISCO - Al Fancy Food Show di San Francisco, notissima fiera californiana dell'agroalimentare alla sua 37esima edizione, si è mangiato bene e bevuto ancora meglio. Perché a esaltare i sapori dei prelibati prodotti gastronomici provenienti dai cinque continenti c'erano i raffinati vini di sette cantine vinicole bresciane. Parliamo delle gardesane Avanzi, Averoldi, Civielle, Montecicogna e Perla del Garda, della Peri Bigogno di Castenedolo e della San Michele di Capriano del Colle.
Campanilismo a parte, i vini bresciani presenti in fiera nello stand della società di importazione Harvest Importing di Baltimora hanno sinceramente spiccato per qualità. E non poteva essere altrimenti, dato che venivano presentati all'interno di Market Place Italia, un progetto di promozione del vino lombardo finanziato dalla Regione stessa e riservato alle sole produzioni d'eccellenza.
Il rischio di bere vino abbinandolo ad hamburger voluminosi e salse invadenti è sempre alle porte nelle fiere americane ma, fortunatamente, il Fancy Food è stato all'altezza del nome che porta ( fancy sta infatti per pregiato, raffinato) e l'offerta gastronomica dei tre giorni di fiera è stata elevata. I rossi Groppello, Benaco Bresciano, Marzemino, Montenetto e Capriano del Colle hanno piacevolmente stupito i palati abituati ai sentori intensi ed esageratamente fruttati dei vini californiani e delle salse. Mentre il Rosso Superiore Garda Classico, eccellente se abbinato con i sapori speziati e intensi di carni rosse e formaggi stagionati, ha soddisfatto gli irriducibili dei sapori forti. Il Lugana è stato apprezzato per la freschezza floreale e la mineralità, mentre il Chiaretto per il delicato sentore di fragola: entrambi sono stati ritenuti ottimi come aperitivi in una California che offre climi miti per tutto l'anno (mentre da noi Chiaretto e Lugana vanno perlopiù in primavera ed estate). Molto apprezzata dal pubblico anche la scelta dell'agricoltura biologica da parte della Cantina Civielle.
La fiera, rivolta unicamente a un pubblico di addetti ai lavori, ha in realtà accolto una «fauna» assai variegata di curiosi ed esigenti assaggiatori, i quali non hanno lesinato su domande e assaggi per tutto l'orario di apertura. I vini hanno inoltre goduto di particolare visibilità, dato che su 1.300 espositori presenti, coloro che si occupavano di vino si contavano su una mano sola.
E il mercato americano è curioso come i visitatori. È vero che la crisi negli States si fa sentire e che nessun importatore o distributore è disposto ad investire se non (quasi) a colpo sicuro, ma allo stesso tempo l'offerta continua a caratterizzarsi per la diversità e la vastità dei prodotti: il consumatore americano pretende di scegliere fra decine e decine di marche. In questo senso, il mercato non è mai saturo.
E per questo motivo ha senso continuare a insistere per promuovere i prodotti che il territorio bresciano offre.

Manuel Bonomo

1 febbraio 2012

http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/economia/12_febbraio_1/20120201BRE07_24-1903093606321.shtml

 
 
 

INK - Without You

Post n°1421 pubblicato il 21 Aprile 2012 da amazzoneperforza

This is the debut project by "Ink" with the cover version of the international hit "Without You" by David Guetta ft. Usher.
The song is arranged in a Rock version.
from: www.s8recording.net
Video:
Directors: Marco Carlos Cordaro - Manuel Infantino - Lorenzo Condoleo
Video Makers: Marco Carlos Cordaro - Roberto Gallo Salsotto
Make-up: Lorenzo Condoleo
Camera: Canon powershot sx40 hs

Music performed by:
Lead Vocal & guitars: Ink
Guitars: Stefano Genova
Keyboards: Marco Carlos Cordaro
and
Bass: Giancarlo Urso
Drums and computer programming: Roberto Gallo Salsotto
Produced, arranged, recorded and mixed at
s8recording - Milan (Italy) - www.s8recording.net , by:
Roberto Gallo Salsotto & Giancarlo Urso

 
 
 

ABBRONZATURA? MEGLIO DI NO!

Post n°1420 pubblicato il 21 Aprile 2012 da amazzoneperforza

LA VERA PELLE RIVELATA DA UNA FOTOGRAFIA

MILANO - Sembrano due persone diverse, ma in realtà si tratta di due immagini scattate allo stesso individuo. Se si confronta una fotografia tradizionale di un volto con lo stesso ritratto fatto però con una macchina fotografica "ultravioletta", ci possono essere differenze notevoli. La seconda immagine, infatti, mostra tutti i segni che il sole ha lasciato sulla pelle e che mai si potrebbero vedere guardandosi allo specchio o in una normale istantanea. Tali tracce darebbero informazioni su quanto la pelle è a rischio di tumore e - sempre secondo quanto riportato da alcuni ricercatori dell'University of Colorado Cancer Center in uno studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology - potrebbero rendere più consapevoli le persone sui pericoli che possono correre esponendosi senza cautele ai raggi solari.

ADOLESCENTI - Un team guidato da Robert Dellavalle, dermatologo presso l'istituto americano, si è concentrato in particolare sugli adolescenti. A circa 600 dodicenni sono state scattate fotografie ultraviolette, un tipo particolare di fotografia utilizzata in ambito scientifico ed eseguita con obiettivi speciali che lasciano filtrare la banda luminosa ultravioletta non percepibile all'occhio umano. In dermatologia questo tipo di foto serve a rilevare i danni che il sole ha prodotto sulla cute non visibili a occhio nudo. Le immagini ottenute sono state poi confrontate con alcune caratteristiche dei ragazzi, le caratteristiche usate solitamente per definire chi ha l'epidermide in pericolo: colore di occhi, pelle e capelli, presenza di lentiggini e nei. Gli adolescenti che mostravano nelle fotografie i segni più evidenti dell’azione nociva della radiazione solare erano anche quelli che, sulla base di queste caratteristiche, risultavano più a rischio di sviluppare tumori della pelle.

NO AI LETTINI - «Ciò che ci sembra importante evidenziare dopo questo studio» puntualizza Dellavalle «è che disponiamo di un mezzo per spingere le persone a fare più attenzione durante l'esposizione al sole e a evitare il ricorso ai lettini abbronzanti». Spiegare a un ragazzo che appartiene al cosiddetto fototipo a rischio (pelle, capelli e occhi chiari, lentiggini, numerosi nei) e che per questo motivo corre più pericoli con il sole rispetto a chi ha un aspetto più mediterraneo, può non bastare a convincerlo sulla necessità di limitare l'esposizione ai raggi solari e abbondare con creme protettive. Altra cosa è , invece, mostrare al ragazzino come il suo volto, sotto una superficie apparentemente integra, sia in realtà già vittima di solchi e macchie insospettabili: un'immagine, si sa, vale più di mille parole. «Già da tempo» prosegue l'esperto «la fotografia ultravioletta viene usata in dermatologia per rilevare i danni nascosti della pelle, ma il nostro studio mostra come a una data immagine corrisponda un preciso profilo di rischio per la persona, calcolato grazie ai tradizionali standard scientifici».

TUMORE - Questi speciali ritratti darebbero quindi "forma" a una probabilità di sviluppare un tumore della pelle. Gli specialisti auspicano che questo strumento possa spingere i ragazzi a proteggere la pelle con abiti e creme adeguate non solo in vacanza, ma tutte le volte che sono all’aria aperta, e a stare lontani dalle lampade abbronzanti, sempre di più accusate di favorire l'insorgenza di melanomi. Per gli esperti, il fascino della tintarella, ottenuta col sole o con le lampade abbronzanti, è ancora troppo forte. La speranza è che far vedere ai ragazzi come le radiazioni danneggino realmente la loro pelle possa indurli a comportamenti più responsabili, che, secondo ricerche recenti, non sarebbero seguiti proprio da chi è più giovane e a rischio.

 Cristina Gaviraghi

16 aprile 2012

http://www.corriere.it

 
 
 

AROMATASE

Post n°1419 pubblicato il 19 Aprile 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

Lombardia, culla del design E' la prima in Europa

Post n°1417 pubblicato il 14 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Lombardia, culla del design E' la prima in Europa

Oltre 6.200 imprese del settore

Medaglia d'argento al Veneto; al settimo posto la Toscana. Il made in Italy pesa per il 20% nella produzione di mobili in Europa

 

MIlano, 12 aprile 2012 - Il design sta di casa in Lombardia. Con oltre 6.200 imprese nel settore della fabbricazione di mobili, la regione è la prima in Europa. Un primato che va oltre il livello regionale: se si considerano i singoli Stati, la Lombardia è superata solo da 6 Paesi, risultando al settimo posto in assoluto, con il 4,8% del numero complessivo di imprese attive nel settore nell'intera continente.

E' quanto emerge da un'elaborazione della Camera di commercio di Milano. Tra le prime dieci regioni europee, dopo la Lombardia c'e' il Veneto (oltre 4.600 imprese), mentre tra le prime dieci è presente anche la Toscana al settimo posto (con 2.267 imprese). Così ''non è una sorpresa se il peso dell'Italia sul totale del settore della fabbricazione di mobili in Europa sia pari a quasi il 20%, davanti a Francia, Spagna e Polonia''.

A Milano sono 942 le imprese del settore, al settimo posto in Italia (3,7% sul totale italiano), in una classifica che vede in cima Monza e Brianza (con 1.761 imprese), seguita da Verona e Treviso. Ma la rilevanza del "made in Italy" e in Lombardia oltre che numerico è anche legato all'innovazione: se si considerano il numero di brevetti europei, Milano (assieme a Monza e Brianza nella statistica Eurostat) è la seconda città in Europa, preceduta solo dalla tedesca Herford, con il 2,2% del numero totale di brevetti europei nel settore. Stesso risultato per la Lombardia che con il 6,6% dei brevetti europei è superata solo dalla tedesca Detmold. Si classifica tra le prime dieci regioni europee anche il Veneto al quinto posto.

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/04/12/696261-lombardia_culla_design.shtml

 
 
 

Wwf, l'orso bruno approda tra le "nuvole" dei fumetti

Post n°1416 pubblicato il 13 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Wwf, l'orso bruno approda tra le "nuvole" dei fumetti

Manara, Bozzetto e Bevilacqua tra i fumettisti che hanno contribuito alla mostra per salvare l'orso bruno dall'estinzione

Dopo fiabe e cartoni animati l’orso bruno approda tra le “nuvole” dei fumetti per raccontare avventure (e disavventure) che lo attendono al risveglio dal letargo in primavera inoltrata: dalla ricerca del cibo alle gioie della nuova stagione dell’amore fino alle occasioni d’incontro con l’uomo, sempre più critiche e talvolta responsabili di un’infondata criminalizzazione del più popolare plantigrado in via d’estinzione.

E’ questa la mission della mostra di fumetti “Orsi tra le nuvole”, presentata a Pescara dal Wwf Italia e realizzata dall’associazione del Panda grazie al contributo di 10 fumettisti italiani: Giacomo Bevilacqua, Bruno Bozzetto, Stefano Casini, Emanuele Di Dio, Carmine Di Giandomenico, Milo Manara, Corrado Mastantuono, Paolo Moisello, Davide Toffolo e Stefano Turconi. A questi si è aggiunto Marco Preziosi, un disegnatore naturalistico che ha fatto incontrare l’Orso con uno dei personaggi a fumetti più conosciuto, Spiderman.

In ciascuna delle 10 tavole da fumetto ogni artista ha fornito la propria interpretazione del più grande mammifero europeo restituendone così un’immagine suggestiva, accompagnata da una citazione letteraria, da Dino Buzzati a Ernest Hemingway fino a Fulco Pratesi, che offre una testimonianza evocativa di quello che l’orso rappresenta per il nostro patrimonio ambientale.

Un modo scherzoso e colorato per ricordare come questo carismatico animale - già affermatosi nell’immaginario collettivo come uno degli animali più simbolici della natura, anche italiana, tanto da diventare uno dei protagonisti indiscussi di fiabe e cartoni animati - vada difeso dal sempre più incalzante pericolo d’estinzione che ha ridotto la specie ad appena 40-50 individui sull’Appennino e a 30-40 sulle Alpi.

Tra i fattori di minaccia ci sono il bracconaggio, la frammentazione dell’habitat naturale e le occasioni di ‘incontro-scontro’ con l’uomo, che si verificano in particolare proprio durante la primavera quando l’orso, in cerca di cibo dopo il risveglio dal letargo, s’imbatte nelle sempre più estese attività zootecniche, come allevamenti e coltivazioni, che col tempo hanno letteralmente invaso il suo ambiente naturale e quindi le sue aree di caccia.

Il Wwf Italia è da sempre impegnato per la salvaguardia delle nostre due popolazioni di Orso bruno, quella Alpina e quella sempre più rara Appenninica.

La mostra, che dal 13 al 19 aprile sarà esposta nella sala espositiva del Comune di Teramo per poi proseguire in tappe successive, è stata realizzata dal WWF Italia anche per diffondere la conoscenza del Progetto LIFE Arctos (www.life-arctos.it), un progetto finanziato dall’Unione Europea che dal 2010 vede impegnate le Regioni Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Abruzzo, la Provincia di Trento, il Corpo Forestale dello Stato, l’Università di Roma La Sapienza, il Parco Adamello Brenta ed il WWF Italia che, coordinati dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, si stanno adoperando per la prima volta insieme e in maniera coordinata per cercare di preservare l’orso dall’estinzione.

http://www3.lastampa.it/lazampa/articolo/lstp/449794/

...................................

C’è qualcosa di nobile in questa grossa bestia, qualcosa che fa pensare ad un barlume di sentimento umano... sparare a un orso è come sparare a un fratello.

(Ernest Hemingway)

 
 
 

DONNE

Post n°1415 pubblicato il 13 Aprile 2012 da amazzoneperforza

 
 
 

FIORI NELLA ROCCA 2012 - LONATO (BRESCIA)

Post n°1414 pubblicato il 12 Aprile 2012 da amazzoneperforza

 

 “Floreali follie - L’arte del far di cappello con i fiori”: questa una delle tante curiosità che accoglierà i visitatori di Fiori nella Rocca, mostra mercato di piante rare allestita nella Rocca di Lonato del Garda. Giunta alla sua quinta edizione, la manifestazione si terrà sabato 14 e domenica 15 aprile con orario dalle 9 alle 18 (il biglietto di 5 euro dà l'ingresso all’area della rassegna, alla Rocca visconteo-veneta, al Museo Ornitologico e alla Mostra “Floreali follie”, bambini fino a 12 anni gratis).

Grazie all’idea del Garden Club di Brescia,  il complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como – all’interno del quale si trova la Rocca - accoglierà i più importanti vivaisti italiani, appassionati coltivatori e ricercatori di essenze rare, tra cui i più noti produttori di erbacee perenni, rose, peonie, piante aromatiche, medicinali e orticole particolari, agrumi, ulivi e palmizi, pelargoni a foglia profumata, imperiali e miniatura, iris, lavande.

Un percorso multicolore e profumato, che condurrà i visitatori alla scoperta della Rocca edificata nel XII secolo, fra le più imponenti fortificazioni della Lombardia. Accanto a fiori e piante, gazebo che espongono oggetti di raffinato artigianato, creazioni artistiche esclusive e fantasiose decorazioni per il giardino, un suggestivo angolo caffetteria e un ristorante a buffet per una pausa di gusto e relax, l’Hortus Conclusus con animazione per i bambini.

Fra i molti appuntamenti che animeranno la manifestazione, “ Floreali follie - L’arte del far di cappello con i fiori”,  singolare mostra che porta alla scoperta di uno
dei simboli che da secoli accompagna la storia dell’uomo, il cappello, ridisegnato per l’occasione in chiave floreale nelle magnifiche creazioni artistiche di Giusy Ferrari Cielo, nota insegnante dell’Istituto Italiano Floreale Amatori;  “Un Bouquet per la mia casa”, lezioni gratuite di composizione floreale;“Fiori d’arte”, rassegna di  creazioni artistiche di Gherardo Frassa che recuperano la concezione futurista dei Fiori di latta; “Ogni giardino racconta una storia”, incontro con Delfina Rattazzi dedicato alle socie dei Garden Club e “LonatoBìo” Mercato di prodotti biologici.

http://www.fiorinellarocca.it

 

 
 
 

Framed - A Short Film Shot with iPhone 4S

Post n°1413 pubblicato il 08 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Framed - A Short Film Shot with iPhone 4S

 
 
 

BRESCIA, FINALMENTE CASA

Post n°1412 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Una coppia normale vive la propria quotidianità in una casa davvero particolare.

ideato da Antonio Palazzo
con Antonio Palazzo e Stefania Caldognetto
riprese, montaggio, grafica, musica di Stefano Urso
© 2011

 

 
 
 

Frame of Mind

Post n°1411 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Frame of Mind

Steven and I taking photos in different locations in Hawaii.
Website:
http://www.benboutwell.com
http://www.thestevenalan.com
Music:
The Avett Brothers - Kick Drum Heart
http://www.itunes.apple.com/us/album/i-and-love-and-you/id331920642
Video inspired by opening scene from Modern Family and the HP commercials from a while back.

 
 
 

BRESCIA LA BELLA

Post n°1410 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza

Brescia sta cambiando.

Dal 22 Luglio Piazza Paolo VI e Corso Mameli sono aree pedonali.
Pedonalizzazione significa: socializzazione, vivibilità, sicurezza, sviluppo commerciale.
Il centro storico a piedi è più bello. Più spazio alle persone e meno alle auto.
Brescia sta cambiando.
Cambia con lei.

 
 
 

BUONA PASQUA!

Post n°1409 pubblicato il 07 Aprile 2012 da amazzoneperforza




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