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2° e 3° Articolo

Post n°59 pubblicato il 28 Marzo 2005 da carol042004
 

Mobbing: quando il lavoro diventa persecuzione [2]

Nella prima parte dell'articolo ho descritto le caratteristiche del Mobbing. In questo, descriverò quali e quanto gravi possano risultare i danni che la Sindrome provoca allo stato di salute psico/fisica e le conseguenze che ne derivano a carico della persona soggetta. Più le aggressioni si prolungano nel tempo, più gravi sono questi effetti. In genere essi compaiono in varie fasi consecutive: nella prima il mobbizzato comincia a presentare malesseri di diverso tipo. Insorgono così l'insonnia, la nausea, la mancanza d'appetito. Nella seconda fase subentrano nella vittima ansia cronica e depressione.

Il soggetto mobbizzato matura vere e proprie fobie, comincia ad affidarsi ad ansiolitici e, conseguentemente, si assenta dal lavoro dandosi malato, perché si sente - ma è proprio così - dequalificato, emarginato, prevaricato, controllato ossessivamente, perseguitato disciplinarmente, isolato, offeso nella dignità, calunniato: perde conseguentemente la stima in se stesso. Tutto questo oltre a menomare la capacità lavorativa, provoca disastri emotivi, depressione e talvolta persino il suicidio. "Anna" lavorava da anni per un'amministrazione pubblica, nell'ambito della quale aveva saputo conquistarsi una posizione di primo piano. Nel corso degli anni le furono affidati compiti delicati e di responsabilità, tanto che si guadagnò la stima dei superiori diretti ed anche dei vertici amministrativi, sempre però osteggiata dai colleghi e dalle colleghe invidiosi del suo ruolo. Approfittando di una sua malattia grave e grazie anche ad un cambio di management, le furono progressivamente sottratti i compiti che le erano stati assegnati e che vennero affidati ad un altro collaboratore.

Ciò venne ottenuto circondandola di un ossessivo silenzio che assunse la forma di un muro invalicabile. "Anna" subì un "pressing psicologico" fatto di calunnie e diffamazioni, le furono negate deliberatamente informazioni relative al suo compito, venne sabotata deliberatamente l'esecuzione del suo lavoro anche con azioni illegali. Fu esclusa, boicottata, disprezzata, intimorita e minacciata, fu sottoposta ad uno stillicidio di violenze grossolane e volgari, od anche sottili e raffinate. Le fu negato il diritto di chiedere spiegazioni verbali o scritte: più ella ne chiedeva, più si manifestava una reazione decisamente ostile nei suoi confronti. Questa terribile situazione l'accerchiò man mano fino a farla vacillare, a farla sentire incapace di reagire. Cominciarono così i malesseri psicologici provocati dalle azioni negative(calunnie e doppiogioco)dei colleghi, unite alle prepotenze dei capi subite quotidianamente sul lavoro secondo un disegno complessivo assai ben costruito. Lo stato di difficoltà in progressivo aumento portò ad una "sindrome post-traumatica da stress" con conseguenze non solo percepibili sul piano personale bensì anche a livello familiare. Si produsse così una drammatica situazione di incomprensione reciproca, cui conseguirono una separazione coniugale e dei rapporti difficoltosi con i figli. "Anna" si è momentaneamente allontanata dal lavoro, distrutta psicologicamente.

Sa che la sua vita ed il suo mondo sono irrimediabilmente cambiati. Dopo un lungo periodo di forte abbattimento ha però deciso di reagire alla persecuzione. Si è rivolta, così, ad una Associazione Anti-Mobbing(ne esistono diverse), che la sostiene e la segue. Fra qualche tempo, assunte tutte le prove possibili a suo favore, presenterà una dettagliata denuncia alla Magistratura del Lavoro. Nel frattempo Anna è stata sottoposta ad indagini approfondite estese all'intera sua vita lavorativa, ed a colloqui clinici di tipo specificamente psicologico per analizzare le eventuali modificazioni delle sue caratteristiche di personalità e la natura attuale dei suoi approcci relazionali. Ha effettuato visite neurologiche con esami strumentali e accertamenti psicodiagnostici mirati sia a valutare il suo stato psichico ed i danni subiti, sia a raccogliere elementi per una diagnosi differenziale. Oltre a questi esami ha compilato questionari ad hoc che riguardano i disturbi avvertiti, le condizioni di lavoro, le caratteristiche dei rapporti all'interno del mondo dell'Organizzazione, i carichi di responsabilità, il carico mentale e fisico, i livelli di stress. Utilizzerà successivamente la documentazione acquisita per citare in giudizio l'amministrazione da cui dipende ed alla quale ella richiederà un adeguato risarcimento economico comprensivo anche delle spese sostenute, oltre al ripristino a pieno titolo nelle mansioni ricoperte prima dell'inizio della vicenda.

In termini di interesse per la Collettività Nazionale va rilevato che nel caso di degenerazione verso malattie professionali esse rappresentano un sensibile carico per la spesa della sanità pubblica. Inoltre, è stato rilevato che un lavoratore costretto alla pensione a soli 40 anni costa mediamente alla Società ben 1 miliardo e 200 milioni di lire in più di uno pensionato all'età prevista. Ma i rimedi accennati più sopra non risolvono del tutto le gravissime conseguenze che il mobbing può determinare. Il lavoratore che ne viene investito resta soggetto ad uno stress cronico che, secondo gli studiosi presenta una significativa relazione fra il suo aspetto distruttivo, consistente in una aggressività notevole che non viene espressa nè scaricata all'esterno, ed il cancro. Ed infatti gli scienziati Pauli e Renneker, attraverso una lunga ricerca sono giunti a dimostrare uno stretto rapporto tra stress e carcinoma mammario: in effetti, nel nostro organismo, quando esso è sottoposto a uno stress intollerabile e cronico, avviene un vero e proprio sconvolgimento biochimico e muscolare dalle conseguenze imprevedibili.

Un consiglio importante ai mobbizzati: tenete sempre conto che vi ti sta perseguitando è una persona disperata, insicura del suo ruolo, e di intelligenza spesso inferiore alla vostra, che quindi può essere pericolosa perché più furba di voi. E nella scelta del vostro ruolo nella vita, ricordate che ai fini della vostra salute globale, è meglio essere una piccola cosa autentica che un autentico grande bluff.

____________________________________________

Mobbing: quando il lavoro diventa persecuzione [3]

Nella prima e seconda parte ho trattato di "Mobbing", ovvero "l'assalto di gentaglia o plebaglia", dal latino "mobile vulgus", che significa appunto: "il movimento della gentaglia". Ho descritto le conseguenze psicofisiche del mobbizzato, portando l'esempio di Anna, vittima che ha subito aggressioni pressoché giornaliere che l'hanno fortemente danneggiata. Questi attacchi determinati hanno avuto la funzione di renderle impossibile la disponibilità di un'adeguata e soddisfacente area d'impiego a causa a dell'assegnazione di incarichi lavorativi insignificanti e umilianti; le è stata impedita ogni forma di comunicazione, non rendendole più possibile esprimere le proprie capacità, in modo tale da escluderla dal flusso delle informazioni ed isolandola socialmente; è stata pregiudicata la sua reputazione con calunnie, maldicenze, voci di spregio, disprezzo ed esponendola al ridicolo. Anna è stata minacciata ed intimidita anche riguardo alla sfera privata: le si è "raccomandato" quali persone frequentare, quali amicizie poteva o non poteva permettersi, è stata anche beffeggiata e presa in giro.

Ha ricevuto varie provocazioni atte a farle perdere l'autocontrollo per poter sostenere, a suo danno, "vedi come si comporta"; è stata minacciata di provvedimenti disciplinari immotivati che le avrebbero compromesso l'avanzamento nella carriera; qualsiasi cosa lei faceva le si faceva pesare una presunta inadeguatezza; non si perdeva occasione per rimproverarla ed umiliarla. Il suo lavoro è stato deprezzato, ignorato e sabotato. Ma di tutto ciò ha poche prove e pochi testimoni, perché hanno parte, in questo "quadro", anche i Side-Mobbers, colleghi di lavoro non attivi nella pratica del mobbing, ma interessati ed intimiditi spettatori, in una sorta di omertà che rende difficoltosa la prova dell'attacco. L'art. 2697 del c.c.stabilisce: Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Se ne deduce che le prove sono importantissime, fondamentali: solo con queste il giudice formerà il suo giudizio circa la veridicità o non la veridicità dei fatti.

E' opportuno in primo luogo rifarsi a prove documentali precise ovvero, in ipotesi subordinata, a prove raccolte a mezzo di registrazioni e fotografiche. Queste ultime, ai sensi dell'art. 2712 c.c., farebbero piena prova, fino a querela di falso, dell'autenticità del loro contenuto (ossia dei fatti e delle cose rappresentate) al pari di una scrittura privata, "se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime". La pratica del Mobbing, quindi, anche in assenza di una Legge specifica, può consentire di configurare ai sensi dell'art. 2087 c.c. il danno alla personalità morale del lavoratore; per l' ex art. 2103, quello alla sua professionalità; il danno ingiusto (art. 2043); l'ex art. c.p. 56 evidenzia il delitto tentato; l'art. c.p.323 l'abuso d'ufficio; l'art. c.p.582 la lesione personale e l'art. c.p. 610 la violenza privata. Può inoltre essere invocata la legge n. 66/1966 che sanziona le molestie sessuali, quando esse si associno agli altri comportamenti persecutori.

La legge quindi già tutela il mobbizzato anche su reati di rilevanza civile e penale. Ma se esistono prove, secondo la giurisprudenza, avendo esse il valore di atti ricognitivi, in caso di disconoscimento, le stesse non potrebbero essere sottoposte ad alcun accertamento tecnico, nemmeno ai fini della difesa dalla querela di falso. Ne ha Anna, di prove, ma deve quindi stare molto attenta. Tuttavia, l'instancabile voglia di andare avanti ed un incoercibile senso della giustizia fanno di lei una persona bellicosa, disposta a non arrendersi mai, che incita chiunque a reagire alle sopraffazioni sul luogo di lavoro, perché ella crede fermamente che si può e si deve opporre il petto ai nemici e combatterli, parafrasando una canzone: "A muso duro".

Le conseguenze economiche di questo spietato fenomeno sono da considerarsi notevoli: consistono in lunghi periodi di assenza dal lavoro per malattia, ciò che comporta, per il mobbizzato, costi rilevanti causati dalla perdita di produttività e da investimenti destinati al recupero della formazione, oltre che dal protrarsi dell'assenza dal lavoro per malattia. Tutto ciò provoca perdita di professionalità e deterioramento della qualità della vita. L'intera collettività subisce danni in termini di costi sociali. In qualche caso, c'è grave rischio per la conservazione dello stesso posto di lavoro. Sono pure consistenti i possibili danni di natura medico e sociale, in quanto l'attacco comporta il ricorso sempre più frequente del mobbizzato a cure, psicoterapie e farmaci.

La diagnosi clinica di mobbing può avvenire in Day Hospital, nelle maggiori Cliniche del Lavoro. Essa consiste in un protocollo diagnostico che prevede:

  • un colloquio clinico al fine di precisamente inquadrare la personalità e i disturbi riferiti dal paziente
  • l'esperimento di test psicologici mirati all'accertamento dei disturbi lamentati
  • una visita neurologica per escludere patologie organiche
  • la compilazione di specifici questionari finalizzati a meglio valutare i fattori lavorativi pericolosi per l'insorgenza di stress, oltre alle problematiche del lavoratore sia personali che correlate al mondo del lavoro.

Un consiglio che è facile trovare anche in rete: Ricordate che il vero significato di "successo nella vita" è legato ai seguenti parametri di base che sono sempre svincolati dal giudizio altrui:

  • scoprire la propria "vocazione"
  • acquisire la capacità di saper cogliere ed esprimere le nostre idee e attitudini personali
  • saper utilizzare efficacemente le nostre risorse personali in qualsiasi contesto sociale
  • individuarsi in mezzo agli altri e sapere interagire con tutti
  • nella scelta del tuo ruolo nella vita, ricorda che ai fini della tua salute globale, è meglio essere una piccola cosa autentica che un autentico grande bluff.



Clo

Commenti al Post:
libertangoo
libertangoo il 23/06/08 alle 11:28 via WEB
ciao carlo, ho scritto un commenot anche su blogmagazine, sono molto interessata all argomento purtroppo... perche osno mobizzata anch io .. mi puoi dare l indirizzo di qualche associazione anti mobbimg? grazie
 
sheila002blog
sheila002blog il 01/07/08 alle 20:01 via WEB
Ciao, mi chiamo Fabio ed anch'io sono un mobbizzato del momento. Io sono assunto in una ditta privata da 18 anni in qualita di impiegato, ma svolgo anche mansioni di magazziniere, quindi lavoro sia al computer in ufficio che materialmente in magazzino, negli hanni mi hanno prima trasformato l'orario facendomi lavorare il sabato mattina al posto del venerdì pomeriggio, poi tornato doipo anni alla normalità visto che non aveva ottenuto l'effetto da loro voluto, mi hanno letteralmente buttato fuori dall'ufficio e relegato in magazzino adibendo queest'ultimo con un computer a ufficio mio dove ho dovuto svolgere il lavoro per anni rimanendo sempre solo tutto il giorno e con le continue richieste tipo fai questo o quello, vieni sù, questo non và e cose del genere. Ora dopo 18 anni mi vogliono mandare via, accusandomi di non lavorare affatto, mi hanno ingiuriato di essere un ladro, che dovrei vergognarmi, mi hanno cacciato dal magazzino dicendomi di stare a casa e che avrebbero fatto valutare il mio lavoro da un esperto. Sono andato dal sindacato che mi ha fatto fare un semplice telegramma di contestazione per l'allontanamento ingiustificato. Questo è bastato per far recipitare ulteriormente la situazione, presentatomi il giorno dopo ho trovato il piccolo ufficietto tutto smontato, adibito a magazzino degli attrezzi, la mia roba che usavo per lavorare sparsa per terra e ingiurie successive, dopo che avevo cercato di adattarmi come meglio potevo tipo cercare di tornare in ufficio per il lavoro al computer e utilizzando tavoli della mensa o altro per smistare il materiale, mi hanno risbatttuto di nuovo fuori dall'fficio dicendomi che me l'ero cercata, che dovevo lavorare per terra come un cane perchè mi meritavo solo questo. Naturalmente sono tornato dal sindacato ed ero in piena chisi emotiva e consigliatomi di rivolgermi al mio medico mi ha diagnosticato una depressione ansiosa e 20 giorni di riposo con assunzione di xanax r successiva visita psichiatrica. rientrato nemmeno hanno voluto parlare con me, mi è stato comunicato che per me non c'era più posto in azienda che dovevo finire le ferie e poi o firmavo lettera di licenziamento o provvedevano loro a spedirmela a casa. Nuova crisi e nuovo periodo di malattia 15 giorni, alla fine dei quali, mi ripresento e subisco nuovamente le stesse ingiurie della volta precedente con l'aggiunta della minaccia di chiamare i carabinieri se non mi allontanavo dalla loro proprietà privata, il tutto a parole senza che mi fosse stato dato foglio di autorizzazione alle ferie o lettera di licenziamento come da me richiesto. Passati 2 giorni senza copertura alcuna, ho fatto la visita psichiatrica e mi ha riscontrado la depressione ansiosa da stress lavorativo, con prima prognosi di 60 giorni con assunzione il meno possibile di medicinali a meno che non indispensabili e normale vita sociale avendo relazione con altre persone, cosa per me molto difficoltosa perchè a causa dell'isolamento forzato per anni mi viene molto difficoltoso conoscere e parlare con persone nuove e le vecchie amicizie ormai le ho perse. Intanto il sindacato mi ha fatto parlare con un avvocato che dopo aver raccontato i fatti mi ha fatto lasciare fotocopia di tutti i documenti raccolti, pochissimi in realtà, solo le raccomandate che ho fatto e ricevuto e i fogli medici del mio medico curante e della psichiatra. Al momento la situazione è in fase di stallo perchè finchè sono in malattia il mio datore non può fare nulla e nemmeno io per lo stesso motivo. Nell'ultima visita psichiatrica fatta mi è stato comunque detto che mi verrà rinnovato il periodo di malattia per un'altro periodo dato il persistere della angoscia solo al pensiero di parlare di quel posto. Questo in linee generali quello che mi stà, succedendo, puoi usare questa lettera come meglio puoi se può servire a qualcuno per migliorare la propria situazione e se vorrai consigliarmi in qualche modo come fare per migliorare ed uscire dalla mia, mi faresti un grandissimo favore. Spero di sentirti presto. Buona serata, Fabio
 
 
sheila002
sheila002 il 01/07/08 alle 20:05 via WEB
il mio vero profilo è "sheila002", solo che dopo l'ultimo aggiornamento di libero non sò il perchè ma esce sempre questo profilo che usavo come prova ma che è vuoto e non sò come toglierlo. ricorda se mi vorrai rispondere mi trovi su sheila002 Grazie
 
 
carol042004
carol042004 il 01/07/08 alle 22:56 via WEB
Sono sconvolta da ciò che ho letto. Primo: iscriviti ad un associazione Antimobbing, ti posso consigliare quella a cui sono stata iscritta, molto seria, e questo è tutto. Secondo: scrivi come una specie di promemoria la tua storia, metti in sintesi tutto, ma proprio tutto, ti servirà. Dovresti cercare ( e qui sta il difficile) di avere persone che possano testimoniare, ma comunque non ti abbattere, telefona alla Clinica del Lavoro di Milano ( fa parte di un ospedale, quindi riconosciutissima)e prendi un appuntamento, ti faranno fare un day hospital di 3 giorni (anche'io l'ho fatto), lì, ti faranno sottoporranno a test e colloqui psicologici, alla fine, ti verrrà detto che circa dopo un mese o un po' di più, arriverà la certificazione. Per quello che ho letto è Mobbing, e ti verrà certificato, allora solo allora, trova un avvocato -tosto- e denuncia all'INAIL, che poi si rivarrà sul tuo datore di lavoro.Addirittura se il Mobbing è molto grave, la denuncia parte direttamente dalla Clinica del Lavoro. Fammi sapere, anche in privato, ok? Aspetto.Buona serata anche a te. Ciao
 
   
sheila002
sheila002 il 06/07/08 alle 20:13 via WEB
Ciao Carol, ti ringrazio molto del tuo interesse. Non conosco nessuna assaociazione antimobbing, se puoi dellucidarmi in privato, mi farebbe molto piacere. Quando ho chiesto aiuto al sindacato e mi hanno messo in contatto con un avvocato ho stilato cronologicamente tutti i fatti avvenuti, i precedenti non l'ho fatto anche perchè non avevo fatto nessun tipo di denuncia prima, ma se occorre non ho problemi a farlo, più difficile trovare dei testimoni, anche perchè in genere era presente la combriccola accusatoria e gli altri che hanno assistito non ne parlano di certo, però mi ha detto l'avvocato che se si dovesse arrivare ad una fase processuale, messi alle strette depongono la verità anche solo per paura. inoltre mi hanno parlato di un centro a Pisa per far passare appunto la malattia come INAIL, ma ancora non hanno fatto nulla in proposito, però non sò se è la stessa cosa del centro di Milano di cui mi parli. Ora sono in attesa di fare la prossima visita psichiatrica il 10 luglio, ma nella precedente mi ha già anticipato che mi prolungherà il periodo di malattia anche per evitare di rimanere solo contro loro nel periodo delle ferie in quanto sia sindacato che studio legale certamente chiudono. Spero mi contatterai per darmi maggiori informazioni, non mi aspettavo dopo tanti anni una cosa simile e non sono preparato ad affrontarla ne psicologicamente ne culturalmente, ti ringrazio fin d'ora :) Fabio...............P.S. Ti ho mandato l'invito per lo spazio amici, spero accetterai, Ciao!
 
     
carol042004
carol042004 il 06/07/08 alle 20:27 via WEB
Ma certo! Ti scrivo in pv, ok? Abbraccio forte!
 
sheila002
sheila002 il 13/09/08 alle 23:41 via WEB
Ciao carol, ti aggiorno sulla mia vicenda...eravamo rimasti che il 10/7 avevo la visita psichiatrica e mi sono stati dati altri 60 giorni, fino al 12/09...è tutta l'estate, ma ho passato dei giorni magnifici, credo e spero tu abbia visto le foto che ho messo nel blog, ho conosciuto amici stupendi, sono stato benissimo e ho trovato la forza di teefonare a milano alla clinica del lavoro, ho appuntamento il 10-11 novembre per il day hospital...intanto è finito il periodo di malattia e con l'avvocato siamo dovuti andare al mio lavoro per espletare l'incontro che per legge era dovuto...avevo di nuovo l'ansia, la paura, tachicardia, battito a mille, tremarella e dudore freddo, tutto insieme, come se fosse il primo giorno...ma io c'ero, lui no, il codardo, uomo senza palle e senza dignità, non ha avuto nemmeno il coraggio di essere presente, ha delegato il lecchino e il suo avvocato, che col mio hanno selo redatto un attestato di presenza e ribadito quanto già detto in precedenza, solo un atto formale ma dovuto...ed io mi sento meglio, perchè ho avuto la prova di essere migliore di lui, più forte di lui...ora tra qualche giorno mi arriverà la lettera di licenziamento, non sono riusciti a costringermi ad andarmene, loro hanno dovuto farlo, anche se la mia paura più grande era quella di dover tornare al lavoro lì e potevano farlo, invece mi sono tolto un peso, mi sento più libero, ora comincia la vera lotta e la pagheranno molto cara!.........ciao amica mia, al prossimo aggiornamento e grazie di tutto, un bacio:) Fabio
 
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raccontala a chi non sa capirla.
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Nel 2001 è stato scoperto, grazie ad un'investigazione effettuata dall'associazione americana HSUS, l'uccisione milioni di cani e gatti per la produzione di pellicce.Tranne rarissime eccezioni, le pelli di questi animali non vengono etichettate per ciò che realmente sono, ma possono essere venduti come: WILDCAT, GOYANGI, KATZENFELLE (gatti) e GAE-WOLF, SOBAKI, ASIAN JAKAL, LOUP D'ASIE (cani), oltre a molti altri. Per ogni pelliccia vengono usati 12 cani o 24 gatti, ma se si prendono in considerazione anche gli altri animali il numero è destinato a salire; si pensi che per un capo di ermellino si arriva fino a 240 esemplari.Oltre a ciò la produzione di pellicce contribuisce all'inquinamento di fiumi e mari, a causa della composizione chimica dei prodotti usati nella concia delle pelli; è stato dimostrato che una pelliccia ecologica inquina 20-30 volte meno di una vera!

 

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